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L'Italia è malata, bastoniamola

26/05/2010

Tremonti si accoda nel vento europeo con la sua manovra di emergenza. Nelle stesse ore, l'Istat diffonde i numeri del paese, che mostrano i guasti già fatti da una recessione che con i nuovi tagli potrà solo approfondirsi, in una spirale pericolosa. La contro-manovra di Sbilanciamoci

Il debito pubblico italiano è troppo alto in rapporto al Pil? Certo che sì. Serve a qualcosa, la manovra da 24 miliardi sobriamente definita da Tremonti “un tornante della storia”? Certo che no. Da tempo gli economisti (solo alcuni per la verità) cercano di spiegare quello che i bambini di solito studiano in quarta elementare, cioè le frazioni: se scende il numeratore, ma contemporaneamente scende anche il denominatore, non è detto che il valore del rapporto si riduca. Anzi può persino aumentare: dipende (nell'aritmetica) dall'entità delle rispettive riduzioni, e (nell'economia politica) dalla strada che si prende per la discesa. In parole povere: se scende il debito, ma scende anche il Pil, il rapporto può persino peggiorare. Il Rapporto annuale dell'Istat sulla situazione del paese, diffuso per coincidenza nello stesso giorno della manovra ci aiuta a capire che proprio questa è la dinamica in cui ci siamo infilati; mentre un documento come la “contromanovra” di Sbilanciamoci! ci aiuta a pensare a strade alternative per una discesa sostenibile.

Le cifre dell'Istat. La quantità di informazioni è sterminata, e ciascuno se ne può fare un'idea direttamente (prima che il Gasparri di turno dica che a lui risultano altri numeri, o che si decida di chiudere anche l'Istat dopo l'Isae e l'Isfol). Semplificando al massimo, l'Istat quest'anno ci dice due cose: 1) che la crisi economica in Italia è peggiore che in altri paesi europei: nel biennio 2008-2009 la flessione del Pil è stata del 6,3%; 2) che l'hanno pagata, finora, soprattutto i giovani, protagonisti della fascia del mercato del lavoro sterminata dal taglio dei contratti atipici, e le donne, che vanno ad aumentare la fascia degli inattivi per “scoraggiamento”. Di tutto il capitolo 3 (Gli effetti della crisi su individui e famiglie) andrebbe data pubblica lettura nelle sedi in cui si discuterà e voterà la manovra; basti citare due dati: nel 2009 il reddito disponibile delle famiglie è sceso del 2,9% e il potere d'acquisto procapite è sceso sotto il livello del 2000. Ma, restando ai conti pubblici, concentriamoci sulla prima parte della storia: l'avvitamento tra crisi, deficit e debito. I governi dei paesi europei hanno speso di più, mentre le entrate rallentavano e il Pil scendeva. Così per l'insieme dall'area dell'euro il rapporto tra debito e Pil è passato da 69,4 a 78,7%, mentre l'indebitamento netto (il deficit annuale) è salito dal 2 al 6,3%. In questo quadro, l'Italia occupa una posizione particolare: mentre gli altri hanno speso molto di più per sostenere le banche, la nostra spesa pubblica è cresciuta di meno e soprattutto in relazione all'aumento della cassa integrazione; inoltre, anche la riduzione delle entrate è stata meno forte di quella degli altri (per effetto dello scudo fiscale). Però, “in ragione della forte caduta del Pil e del livello elevato del debito”, i conti alla fine sono peggiori di quelli degli altri: il rapporto debito/Pil sale da 106,1 a 115,8 e l'indebitamento da -2,7 a -5,3. Siamo partiti da un debito più alto (numeratore), siamo scesi con una caduta più rapida del Pil (denominatore).

Emergenza pubblica. Di fronte a queste cifre, chi vuole può continuare a pensare che l'emergenza sia nei numeri del debito pubblico – che è troppo alto sì, ma da qualche decennio – e non in quelli della disoccupazione, inoccupazione, spreco di risorse. Può dimenticarsi l'opportunistica riscoperta keynesiana di qualche mese fa, buona per tamponare le falle finanziarie, e tornare a una visione smemorina dell'economia e della politica economica, quella che dice che affamando lo stato (e i suoi impiegati, nel caso specifico) si risolleva l'umanità. Deve comunque poi spiegare come fa a togliere risorse all'economia senza deprimere l'economia; a tagliare gli stipendi agli insegnanti convincendoli però ad andare a fare shopping e vacanze nel tempo libero; a bloccare le assunzioni e i nuovi contratti chiedendo nel contempo ai ragazzi di uscire di casa e magari comprarsela anche, una casa; a continuare a dare cassa integrazione in deroga senza far niente perché le deroghe cessino di essere la norma. E' vero che in questa trappola – il rigore in recessione, bastonate sul malato – è caduta tutta l'Europa, ma è anche vero che ci sono malati e malati, bastonate e bastonate (nonché medici e medici: la lotta all'evasione fiscale fatta subito dopo il regalo ai capitali evasi all'estero e in contemporanea col condono edilizio è uno spettacolo inedito persino per il paese che costruisce ad Agrigento nella Valle dei Templi).

Si può fare qualcosa di diverso, per raddrizzare i conti e re-indirizzarli? Qualcuno pensa di sì, e ci prova. Il documento della campagna Sbilanciamoci!, che si può leggere nell'allegato, mostra in successione una serie di mosse possibili. Sulla base delle quali vorremmo far partire su questo sito una riflessione: criticatele, smontatele, integratele, proponetene altre. Discutiamone.

In allegato pdf, le controproposte della Campagna Sbilanciamoci!

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: old.sbilanciamoci.info.
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Commenti

L'Italia è malata, bastoniamola

Condivido l'articolo per la sua chiarezza ed intelligenza. Alcune considerazioni a margine. Per generare efficienza nella pubblica amministrazione, che potrebbe contribuire alla crescita nazionale, occorrerebbe rivoluzionare l'attuale sistema di promozione della Dirigenza, incapace e prepotente, sponsorizzata dalle amicizie e aderenze politiche. Occorrerebbe vincolare a programmi più precisi la Rappresentanza Politica e consentirne la selezione da parte degli elettori.Occorrerebbe investire, pagare, di più gli insegnanti di ogni ordine e grado anche attuando una selezione permanente (trasferendo ad altra amministrazione i molti incapaci) per ottenere migliori cittadini e più esperti lavoratori futuri. Occorrerebbe sotenere con più risorse la magistratura e la guardia di finanza come uniche barriere (preventive e repressive) al dilagare della corruzione a tutti i livelli, attualmente alimentata dal mal governo, dotandole di maggiori strumenti e non bloccandole. Occorrerebbe sostenere la domanda attraverso spese pubbliche necessarie: migliorare le infrastrutture (senza distruggere ulteriormente il territorio), sostenere la ricerca, favorire l'export, attivare rinnovi necessari (acquedotti, servizi sanitari, edifici pubblici), impedendo che tali spese sia appannaggio unicamente del furto organizzato (mafie e consorterie varie, un vero cancro sociale). Le risorse necessarie andranno raccolte dove esistono: patrimoni, rendite finanziarie e professionali, evasione, elusione. Siamo noti universalmente come nazione dall'evasione vergognosa da parte della quota più ricca della società.

QED

A futura memoria, un commento che nessuno leggerà. Oggi escono i dati Eurostat e tutti (tranne me) si sorprendono di scoprire che nel primo trimestre 2010 l'Italia è cresciuta sopra la media europea (come avevo sostanzialmente anticipato nel mio commento più sotto, chiarendo che l'Italia esce dalla crisi meglio di altri paesi, e spiegando anche il perché).
Credo che sia sufficientemente chiaro adesso il perché fare catastrofismo porta solo acqua al mulino della destra.
Buon lavoro.

Che timidezza.

Tassazione rendite finanziarie, riclassamento dei beni della Chiesa che sovente vengono classati violando le leggi cristiane del non rubare, non dire il falso e non approfittare della roba d'altri, atti in contrasto con il decantato spirito criotiano, sono atti demoniaci e pertanto perseguibili da chi è in grazia di Dio, togliere i benefit alle banche per la commercializzazione della moneta, recupero crediti per i giuochi d'azzardo, verificare se gli evasori sono sempre li stessi ed eventualmente caricare la tassazione con le morosità, tassazione dei manager perchè sovente decantano capacità amministrative lasciando poi gli inquinanti da smaltire alla collettività e attraverso la precarizzazione rendono oneroso se non impossibile lo sviluppo sociale garantendo nel contempo maggiori entrate incompatibili con la sana e corretta amministrazione sia dei beni che del personale e pertanto non mirano ad un effettivo sviluppo aziendale ma solo ad una diversa gestione delle risorse tali da precludere rapporti che possano dirsi umani.
La tassazione di quest'ultimi al 10% tra i 90 e 130 mila € è una presa per i fondelli, chè, interpretando poi pagano 4000 €?
Buona parte della mal riuscita degli enti deriva dalle troppo alte corresponsioni economiche ai dirigenti il cui abbondante compenso in certi casi permetterebbe di realizzare un'azienda exnovo!
Taglio degli stipendi e auto blu ai politici, parificarli a quello di altri paesi simili al ns, quando sono eletti devono fare solo il lavoro di rappresentanza e non doppio o triplo incarico, e poi finito il mandato devono ritornare nei ranghi a regime normale, per cui via anche la pensione, il computo sarà solo di concorrenza alla pensione e non a darne una,
e non che ci troviamo con un governo di tipo aziendale in cui ci sono avvocati, star e collaboratori del capo e non veri rappresentanti del popolo!
Riclassamento di tutte le concessioni date con canone non propio di mercato con effetto retroattivo atto al recupero dei minori introiti percepiti dallo stato.
Se c'è da spremere bisogna spremere un pò da per tutto mica solo quelli che non possono nascondersi.
Una finanza più equilibrata e rispettosa dei cittadini deve partire anche dall'alto e non con slogan tipo social card!

punto per punto (le entrate)

TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA
1)Ridurre le spese militari:
riduzione del 20% della spesa militare (risparmio di 4 miliardi): è fantasioso pensare che il governo attuale possa adottare una linea diciamo attiva in ambito militare e al contempo ridurre la spesa in maniera così drastica (ps: non capisco perché questo taglio non farebbe diminuire il denominatore del rapporto deficit/PIL e non possa aumentare il numero dei disoccupati...). Questo taglio è difendibile unicamente su un piano normativo, ma è noto che è inattuabile con questa maggioranza (e probabilmente anche con l'opposizione al governo le cose non cambierebbero ).
2)cancellazione dei sussidi alle scuole private (risparmio di 700 milioni a partire dal 2012): questa misura non richiederebbe un aumento della spesa per le scuole pubbliche? Di ordine di grandezza inferiore, sicuramente, ma di certo da menzionare.

LEGALITA’ E "GIUSTIZIA" FISCALE
Tassare i patrimoni e le rendite
3) tassazione delle rendite dal 12,5% al 23% (entrate previste: 5miliardi): compresi i titoli del debito pubblico???Quale sarebbero i riflessi in materia di spesa addizionale di interessi sul debito??
4)varo di una tassa patrimoniale sui patrimoni superiori ai 500mila euro (10 miliardi e 500 milioni di entrate): domanda: come verrebbero calcolati i patrimoni superiori ai 500 mila euro? In pochi dispongono contanti per cifre superiori a quell'ammontare. Molti dispongono di cifre ben superiori in beni immobiliari invece. Ad ogni modo è piuttosto iniqua: una persona che avrebbe risparmiato si vedrebbe punita (di questo si parla essenzialmente) e non vedo come questa mossa non possa spingere ulteriori capitali all'estero. Un velo su questa misura (10 miliardi e 500 milioni??).
5)accentuazione della progressività per gli scaglioni più alti di reddito (1 miliardo e 100 milioni di euro di entrate). Gli scaglioni più alti di reddito sono fissati a livelli abbastanza bassi in italia (colpiscono essenzialmente la classe media). Inoltre, visto che le imposte vengono pagate solo dai lavoratori dipendenti, non vedo come questa misura vada in direzione dell'equità tra i cittadini. Comunque, elogio il fatto che finalmente non si faccia menzione del recupero dell'evasione fiscale, visto che le manovre non si dovrebbero basare su tali entrate, per loro natura incerta.
6)DIVIDENDO DIGITALE
All’asta le frequenze liberate dal digitale terrestre: sono d'accordo. Unico problema: non è possibile prevedere, se non con margini enormi, le entrate che ne deriverebbero. Inoltre, citare la Germania come esempio virtuoso non è proprio una scelta azzeccata.Vedi
http://www.milgrom.net/auctions-in-india-and-germany/

Lo spettro dell'Argentina

Insisto sulla linea di Tommaso, per il semplice motivo che prima di definire un (interessantissimo) pacchetto di politiche fiscali sarebbe ovviamente opportuno capire quanto "spazio fiscale" si ha a disposizione. Dobbiamo usare il risicato spazio di Maastricht? Dobbiamo riappropriarci di qualche grado di libertà?
L'Argentina è lo spauracchio che qualche politico ha usato per convincere qualche elettore che sarebbe stato meglio marchizzare l'Europa. Da qui Maastricht e la difesa dell'euro. Berlusconi molto onestamente ha ammesso che la manovra proposta ha lo scopo di ridurre il peso dello Stato nell'economia. Chi ci ha regalato Maastricht non lo ha ammesso (facendo finta di essere di sinistra), ma va bene così.
Quello che è veramente paradossale nell'impiegare lo spauracchio dell'Argentina è questo: perché tutti gli italiani conoscono il problema dell'Argentina? Perché ci sono rimasti fregati. E perché ci sono rimasti fregati? Perché avevano prestato (direttamente o indirettamente, consapevolmente o meno) soldi all'Argentina. E perché avevano prestato soldi all'Argentina? Per due motivi, perché l'Argentina aveva bisogno di soldi, e perché gli italiani avevano soldi da prestare.
Chiaro? Devo andare avanti?
L'esempio dell'Argentina NON è pertinente, perché l'Argentina era un paese in deficit estero a causa dello scarso risparmio nazionale, mentre l'Italia era (è) un paese che ha sempre avuto un elevato risparmio delle famiglie (che è anche quello che ci sta salvando). Da quando siamo entrati nell'euro, però, abbiamo cominciato anche noi a indebitarci con l'estero (se pure meno di Grecia, Spagna, Portogalle, ecc., grazie al comportamento del nostro settore privato). L'euro ci sta argentinizzando, mentre prima dell'euro eravamo noi a prestare i soldi agli altri.
Ma chi l'ha detta per primo 'sta cosa dell'Argentina?

Continuando a immolarci per l'euro...

Non entro nel merito delle controproposte. La mia osservazione è preliminare : questa manovra è richiesta solo per "difendere" l'euro (e questo esito è peraltro dubbio) e va contro quello che sarebbe necessario - non solo per l'Italia, ma per tutta l'Europa - considerata la dura recessione da cui cerchiamo di uscire. Anche la Germania, in questo clima masochistico di "duri sacrifici", si accinge ad una manovra restrittiva, che è proprio il contrario di ciò che servirebbe alla Germania stessa e a tutta Europa.
E' un'altra posta negativa per l'economia europea che va messa sul conto - ormai lunghissimo - dell'euro.
La moneta dovrebbe essere un fondamentale strumento per il buon andamento dell'economia. Da trent'anni in Europa (dal 1979, quando fu istituito lo SME) l'economia è al servizio di un "buon" (ma definito da chi ? e perchè ?) andamento della moneta.
Trattasi di senile perversione europea.

L'Italia è sana, spaventiamola

Purtroppo non possiamo essere imprecisi. Sarebbe anche auspicabile non essere faziosi, perché controproducente. Esempio: da qualche giorno Bersani ripete come un disco rotto “lo avevamo detto che la crisi era grave, Berlusconi ci ha ingannato col suo ottimismo, ecc.”. Nel suo tentativo di dimostrare le colpe del governo (che ci sono, per carità...) Bersani però riesce solo a portare acqua al mulino di chi vuole lacrime e sangue, perché in fondo se la situazione è grave allora le manovre drastiche sono giustificate, o no? Siamo insomma entrati nella simpatica trappola per cui fare catastrofismo è “di sinistra”, visto che fare “ottimismo” è “di destra”. Del resto, a suo tempo (intorno al 2003) entrammo nella simpatica trappola (uguale e contraria) per cui Maastricht era “di sinistra” perché il governo Berlusconi aveva violato (due anni dopo Germania e Francia) il vincolo del 3%. Allora aveva speso troppo, oggi (pare di capire) troppo poco. Rispetto a cosa?
Forse dovremmo andare alla ricerca di definizioni non eteronome di cosa sia “di sinistra”, perché non mi sembra che queste aiutino molto.
L’affermazione secondo cui in Italia la crisi “è peggiore che in altri paesi” è abbastanza esemplare in tal senso, perché alla fine equivale a dire che in Italia la crisi “è migliore che in altri paesi”. Se non vediamo quali paesi, e perché, non facciamo un gran regalo a chi ci legge (che infatti ogni tanto prende il coraggio a quattro mani e dice che non ci capisce).
Per le cifre lascerei perdere l’Istat, data la sua performance sull’inflazione da qualche anno a questa parte. Preferisco il FMI, almeno so con chi ho a che fare (e non me ne frega niente se dell'Istat non si fida Gasbarri!). Gli ultimi dati del FMI, usciti ad aprile, dicono che in Italia nel 2009 il Pil è sceso del 5%, come in Germania. Se la sono cavata meglio (dice il FMI) la Francia (-2.2%), perfino il Portogallo (-2.7%) e la Spagna (-3.6%).
Quindi ha ragione Bersani? Siamo sull’orlo della catastrofe (per l’incoscienza dei “cattivi”)?
Dipende.
Un semplice elemento di riflessione: tutti i paesi che sono andati meglio di noi in termini di Pil hanno avuto deficit di bilancio più consistenti (con la sola eccezione dell’Austria). I dati: Francia -7.9%, Portogallo -9.3%, Spagna -11.4%, ecc. Cosa vuol dire? Vuol dire che questi paesi hanno “resistito” alla crisi allentando i cordoni della borsa. È un bene o un male?
Non c’è spazio qui per entrare nei singoli casi, che sono tutti diversi. Certo la valutazione non può essere fatta in base al criterio che se chi ha speso è di destra allora ha fatto male (pare sia la diagnosi più accreditata del caso greco) e se invece è di sinistra ha fatto bene! Ci sarà pure qualche altro criterio meno estemporaneo, no? Ad esempio: bisognerebbe vedere se chi ha speso poteva permetterselo, magari perché aveva un debito relativamente piccolo. Magari aiuterebbe smettere di far confusione fra debito e deficit, e in questo senz'altro il contributo è utile.
Io mi chiedo solo una cosa: se Berlusconi avesse portato il deficit pubblico a livelli spagnoli (raddoppiandolo), ottenendo quindi una minore perdita di Pil (nel breve periodo), Bersani cosa direbbe? Torneremmo al 2003, con la sinistra che predica il rigore fiscale (son quelle finezze che fanno la gioia degli intenditori).
In altre parole: ce la facciamo a uscire dal battibecco e a ragionare sulle regole che ci siamo (democraticamente?) dati? Perché se il problema è che i sacrifici “li chiede l’Europa”, come ci dicono i giornali, allora i casi sono due: o si china il capo, o ci si pongono domande su questa Europa.
Ma questa riflessione non decolla...

CONTROMANOVRA DI SBILANCIAMOCI

Ottima idea e ottimo articolo! Bisogna avere il coraggio di fare delle controproposte motivate.
Chiedo agli autori ancora uno sforzo di semplificazione espositiva che non banalizzi i contenuti ma che li renda di comprensione immediata ai profani di economia come me.e anche a quelli che si interessano poco di economia e di politica.
Si potrebbe usare per fare informazione documentata e raccogliere consensi ampi.
Provateci per favore ! Penso e spero che altre persone come me possano contribuire alla sua diffusione.
Non possiamo più permetterci che ragionamenti come i vostri restino privilegio di alcune categorie mentre dilaga l'informazione faziosa e strumentalizzata.
Buon lavoro a tutti e grazie per esserci
antonia sanna
P.S. un'osservazione rispetto alle proposte del documento
Davvero ritenete condivisibile e sufficiente - anche dal punto di vista dell'impatto sociale - che il vostro documento non proponga un ritocco sostanziale del trattamento economico dei nostri parlamentari e di tutti i lavoratori annessi e connessi alla loro attività?
Ho scoperto di recente che un commesso del Senato percepisce una retribuzione mensile di Euro 5.000,00 ( leggasi cinquemila) .
Non voglio e non mi interessa togliere dignità al lavoro svolto da un commesso del Senato ma mi chiedo: quali motivazioni, e quali responsabilità professionali aggiuntive, sostengano un tale divario retributivo rispetto al collega commesso che lavora al mio fianco nel S.S.N.?
E rispetto a tutti gli altri operatori che condividono con me il lavoro nella sanità pubblica italiana ?
E rispetto agli altri lavoratori italiani in genere? Forse sono equiparabili solo ai lavoratori delle Stato del Vaticano, ma lquesti ultimi, è risaputo godono di protezioni speciali ........

manovra e settore pubblico

C'è nella manora economica del Governo una scelta di campo netta: bastonare l'amministrazione statale/territoriale ed i servizi pubblici. Concretamente: sanità, istruzione, trasporti. I risultati si vedranno nel tempo, e logoreranno quel tessuto di solidarietà e di Stato sociale che ancora tiene assieme il Paese. Ne saranno penalizzati i giovani, con una minore offerta formativa, gli anziani, con servizi sanitari ridotti, i cittadini tutti. Una notazione sui redditi alti, che certamente debbono pagare più tasse: ma perchè solo il settore pubblico ? Dietro alla manovra c'è la voglia di evidenziare che il settore pubblico è figlio di un Dio minore. Ovviamente ciò non vuol dire che la situazione attuale sia lo stato migliore possibile, che non siano necessarie riorganizzazioni ed interventi per l'efficienza della macchina dei servizi pubblici. Ma l'intervento che si prospetta è con la roncola, ed il risultato sarà solo quello di minare il senso di futuro dei cittadini, aumentando il tasso di inicurezza. Lievito per il leghismo e per la destra in genere.

Manovra Finanziaria

Ho letto quanto scritto e sono direi d'accordo su quanto si scrive; ma c'è un settore di cui nessuno e dico quasi nessuno mai parla che potrebbe risanare l'Italia: IL TURISMO!!!! Abbiamo uno dei patrimoni culturali più grandi nel Mondo non in Europa, ma possibile che nessuno abbia mai pensato di fare seriamente qualcosa???

Vivo a Torino e non vi dico quanti stranieri ho incrociato per la Sindone che non è la Costiera Amalfitana o le Isole Tremiti etc. etc.

Vogliamo gridarlo a squarciagola che abbiamo uno dei più bei paesi al mondo???