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Non c’è lavoro senza diritti: il caso Fiat
Con la sua politica la Fiat non attacca solo lavoro e libertà sindacali in Italia, ma viola anche il diritto internazionale del lavoro. Una campagna per i diritti
Si sa che in tempi di crisi la solidarietà è la pianta che più fatica a crescere: bisogna curarla, coltivarla, perché si sviluppi; invece l'attacco ai diritti e alle libertà è invasivo: se lo si lascia attecchire, non si riesce più a fermare. Fuor di metafora, la solidarietà non è un’espressione formale, per questo o quel gruppo di donne e uomini colpiti, ma una difficile costruzione di azioni nell'interesse di tutti! Se si subisce l'attacco a diritti e democrazia in una fabbrica o in un paese è certo che, senza risposte e resistenze forti, dilagherà facilmente. È per questo che la campagna della Fiom contro la distruttiva politica della Fiat, avviata a Pomigliano nel dicembre 2010 e consolidata con l'accordo separato che estende a tutto il gruppo l'attacco alle condizioni di lavoro e alle libertà sindacali, si è alimentata di scioperi e manifestazioni, e anche di azioni legali e continuerà su questo doppio binario.
Ma la Fiat/Chrysler è una azienda globale: le violazioni dei diritti e delle libertà in Italia riguardano anche tutti coloro che lavorano nei suoi stabilimenti nel mondo, perché con la sua politica la Fiat non attacca solo lavoro e libertà sindacale in Italia, ma viola anche il diritto internazionale del lavoro, contenuto nelle principali Convenzioni dell'OIL. In particolare la n.87 sulla libertà sindacale (1948) e la n. 98, sul diritto di organizzazione e contrattazione collettiva (1949), entrambe ratificate dal Governo italiano nel 1958. E del resto negli anni scorsi per ben due volte la Fiat ha rifiutato di negoziare con la Federazione Internazionale dei sindacati (FISM) un accordo quadro internazionale (che già diverse aziende dell'auto hanno sottoscritto) per la globalizzazione dei diritti fondamentali (core labour standards) contenuti nelle Convenzioni OIL.
È per questa ragione che la campagna nazionale “Voglio la Fiom in Fiat” è diventata anche una campagna internazionale, in collaborazione con il sito LabourStart (“Dove i sindacalisti cominciano la loro giornata”), a partire dai giorni immediatamente successivi all'accordo separato. Ad oggi sono circa 6.500 sindacalisti, attivisti sindacali e dirigenti, ad aver firmato e, dato interessante, una buona metà di firme proviene da Stati Uniti e Canada, e poi dall'Europa, in testa la Gran Bretagna, la Francia, la Germania. Ma in tutti i continenti c'è stata una risposta: dall'India all'Australia al Nord Africa.
Per quanto incoraggiante, non basta una raccolta di firme: perciò intendiamo fare un ricorso all'OIL, l'unica agenzia dell'ONU tripartita (imprese, governi, sindacati) che ha l'incarico, una volta esaminata la situazione, di sollecitare il Governo e prendere misure adeguate a far applicare le Convenzioni. Abbiamo dunque incontrato (Fiom e Cgil) rappresentati dell'OIL, per la verità molto sorpresi che in Italia potesse essere accettata senza alcun intervento una situazione del genere, dove le violazioni della lettera e dello spirito delle convenzioni sono palesi, oltre che delle leggi nazionali e della stessa Costituzione!
In che democrazia viviamo se la politica tace di fronte alla estromissione dai posti di lavoro del sindacato più rappresentativo e il divieto per chi lavora di eleggere il sindacato che vuole, oltre che dover subire un peggioramento della condizione di lavoro? Questa domanda verrà fatta ad alta voce da metalmeccanici e metalmeccaniche insieme ad altri soggetti che la condividono e che non si rassegnano alla regressione e all'ingiustizia, nella manifestazione nazionale indetta dalla Fiom per l'11 febbraio “Democrazia al lavoro”. La lotta dei lavoratori Fiat non riguarda solo loro né solo i metalmeccanici, a cui è stato rubato il contratto nazionale, ma la società di cui facciamo parte. Nella profonda crisi sociale e democratica, in cui vive l'Europa, lottare per la democrazia e il lavoro non è solo un diritto, ma un dovere civile.
Per sottoscrivere la campagna nazionale e internazionale (testo in più lingue):
http://www.labourstart.org/cgi-bin/solidarityforever/show_campaign.cgi?c=1207
I testi delle due Convenzioni internazionali si trovano in
http://www.notizieinternazionali.net/index.php?pagina=news&id=1025
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