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Appunti sul Quirinale, cadono le larghe intese

19/04/2013

La sconfitta di Marini ha brutalmente smentito la segreteria del Pd e ha fermato il progetto di unità nazionale con Berlusconi. Per il Quirinale, una corsa all’insegna dell’improvvisazione

Non è mai avvenuto che il Pd – o i Ds o ancor meno il Pci – venisse così brutalmente smentito come ieri alle camere riunite davanti al nome proposto dalla segreteria per il Quirinale. Franco Marini non ha avuto neanche un parte dei voti previsti la sera precedente. Era il personaggio concordato con Berlusconi e la sua caduta ha mandato all’aria non soltanto i piani di Bersani, ma di tutti coloro che sostenevano una politica delle larghe intese, a cominciare da Giorgio Napolitano e a seguire con D’Alema e seguaci. Il solo che l’aveva ostacolata era stato Renzi. Naturalmente Bersani avrebbe dovuto avere il fegato di opporsi, ascoltando di più gli umori furibondi del partito, ma non l’ha avuto neanche questa volta.

La cosa più significativa non è dunque solo che è mancato il primo nome per il Quirinale del centrosinistra, forza seppur di poco maggioritaria, ma è venuta meno la prospettiva di un governo di unità nazionale, che inglobava Silvio Berlusconi. Bastava vedere il suo volto livido ieri sera, furente forse anche perché era persuaso che quelli che lui chiama i comunisti, cioè i democratici, sarebbero stati di una disciplina di ferro, mentre non hanno rispettato nessuna decisione. Bersani avrebbe fatto per ieri pomeriggio un nome diverso “per uno scenario del tutto diverso”, questo nome sarebbe Prodi con furore del Pdl e giubilo della Margherita. Ma non è detto che Prodi sia molto gradito al Pd di generazione ex comunista. Alcuni osservatori sottili mi spingono a pensare che l’invito alla ribellione della base sarebbe stato sollecitato o addirittura orchestrato da Massimo D’Alema il quale lavora sì per le larghe intese ma, anzitutto, non è nel cuore dei grandi elettori e in secondo luogo preferirebbe di gran lunga governarle lui medesimo; si darebbe dunque da fare per fucilare uno dopo l’altro i nomi che a questo scopo erano stati fatti, da Marini in poi. Si sa che D’Alema sarebbe gradito al cavaliere, perché le maglie delle larghe intese nella versione dalemiana sono assai larghe.

Può darsi che il nome del vincitore appaia da oggi pomeriggio ma, vista l’improvvisazione dei vertici dei partiti, è possibile che gli sgambetti continuino, nella piazza del Quirinale, come in quella di Palazzo Chigi.

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Commenti

Presidente della Repubblica

Leggo solo ora, ad elezione con avvenuto giuramento e discorso da repubblica presidenziale di Napolitano, il commento della Rossanda e non posso che inchinarmi di fronte alle sue capacità di analisi.
Io francamente spero che la scissione nel PD ci sia e che riemerga un'organizzazione che almeno ripensi ad un efficace welfare, che che progetti politiche di redistribuzione del reddito e che sappia trovare le alleanze in Europa per contrastare e cambiare le politiche economiche.

manifesto

ciò che fù "il manifesto": mio dio, che tristezza!!

Impresentabili

Una elezione condivisa del presidente della repubblica è auspicabile ma non è possibile finché a destra c'è Berlusconi. Una destra pulita conviene anche lla sinistra ma in Italia la destra è sempre stata eversiva. O cialtrona. Lo testimonia il fatto che questa destra non è in grado di proporre un personaggio presentabile per il Quirinale. E dispiace che Lucia Annunziata sia stata costretta a una umiliante smentita per aver detto una cosa evidente. Gianni Letta? Angelino Alfano? Gaetano Quagliariello? A questo punto meglio Giuliano Ferrara. Un nome di peso.

POLITICA POLITICANTE

NON SO SE L'INVITO ALLA RIBELLIONE DELLA BASE SIA SOLLECITATO-ORCHESTRATO DA CONTE MAX.
QUEL CHE SO E' CHE SONO PERFETTAMENTE D' ACCORDO CON LE DUE SIGNORE " RIBELLATE" CHE
HO SENTITO DIRE:
''VOGLIAMO RESPONSABILITA.I VOSTRI TEMPI NON SONO I NOSTRI"
''NON FARE COSE VECCHIE,TRISTI,GRIGIE"

rossana colpisce ancora

rossana rossanda dimostra ancora una volta grandissima lucidità e capacità di analisi politica.
il pd implode letteralmente sotto il peso delle sue correnti.
per salvare il salvabile si converga su rodotà, IMMEDIATAMENTE.

MA IN PARLAMENTO NON C'E' SOLO IL PD!

Tutto Ok. L'analisi non fa una piega, ma il PD non è il padrone di tutto. Ha pesato molto l'incontro con Berlusconi e il nome scelto forse poteva anche passare se il metodo di scelta sarebbe quanto meno trasparente, almeno a livello di far cogliere le motivazioni del perché si era scelto Marini. Quello che è strano e che farà discutere è la candidatura di Stefano Rodotà che non è stata presa in considerazione in quanto è stata scelta dai grillini. Ma con Beppe Grillo Bersani non voleva fare il governo?