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Ad personam

Nelle pieghe della manovra

13/07/2011

Nel nuovo clima di collaborazione instaurato fra maggioranza e opposizione per fronteggiare la speculazione e che forse porterà all’approvazione in tempi record della manovra finanziaria, non è forse inutile segnalare come, pur sempre, taluni interessi personali dei nostri governanti pervadano l’azione di governo e la manovra stessa.

Nel nuovo clima di collaborazione instaurato fra maggioranza e opposizione per fronteggiare la speculazione e che forse porterà all’approvazione in tempi record della manovra finanziaria, non è forse inutile segnalare come, pur sempre, taluni interessi personali dei nostri governanti pervadano l’azione di governo e la manovra stessa.

La (tenue) speranza è che qualcuno abbia il pudore di ritirare norme palesemente ad personam e furbate varie, ovvero, qualora ci sbagliassimo, di spiegare al paese di che si tratta, stante che nulla si può capire dalla lettura del testo e delle allegate relazioni. Non parliamo della norma che doveva sospendere il pagamento da parte di Fininvest di quanto condannata a pagare alla Cir per il lodo Mondadori, essendo il comma 23 dell’articolo 37 stato – almeno per ora – depennato dal testo, bensì di altre norme nascoste qui e là, tutte di spesa, a dir poco opinabili.

1) Partiamo con una già messa in evidenza da Sergio Rizzo sul Corriere della Sera lo scorso 8 luglio: nell’articolo 18, sulla previdenza, il comma 21 prolunga per legge, fino a dicembre 2011, la posizione del direttore generale dell’Ispesl, ente confluito da più di un anno nell’Inail, e prevede successivamente che venga istituito presso l’Inail stesso, in sua vece, un posto da dirigente generale, in deroga alle norme vigenti. Sbaglia Rizzo a considerare l’Ispesl un ente inutile, esso assolveva a funzioni importanti, che semplicemente il legislatore ha ricondotto, col Dl 78/2010, dentro l’Inail. Non sbaglia, però, Rizzo quando dà nome e cognome alla norma: Umberto Sacerdoti, esponente della Casa delle libertà, grande protetto di Gianni Letta e precedente Direttore generale Ispesl, tenacemente abbarbicato alla poltrona (in attesa che si liberi il Cnr). Costo? 250mila euro annui, ovvero più della metà dei risparmi serviti a giustificare, appena un anno fa, l’assorbimento dell’Ispesl nell’Inail. Copertura finanziaria? Recita, testuale, la relazione tecnica: “alla copertura si provvede nell’ambito delle risorse dell’ente incorporante”. Peccato che l’Inail sia parte della pubblica amministrazione e dunque tale spesa peggiori il deficit pubblico; ma questo non sembra preoccupare in alcun modo il Ragioniere generale, che ha “bollinato” la copertura.

2) Passiamo a una seconda norma. Leggiamo l’articolo 3, dall’ammiccante titolo “aerei blu” e non possiamo non apprezzare il rigore con il quale viene ora regolamentato l’utilizzo degli aerei di stato. Viene da chiedersi perché cose così ovvie non siano state fatte prima, ma tant’è, assentiamo, convinti che comunque si sia finalmente posto argine allo spreco. Ma siamo sicuri? Forse faremmo bene a leggere fino al comma 9 dell’articolo 21. L’articolo 21 si occupa di “spese indifferibili dell’anno 2011” ma il comma 9 stanzia “a decorrere dal 2011” (dunque anche per tutti gli anni successivi, e quelli del mestiere sanno quanto difficile sia estorcere alla Ragioneria generale una copertura così definitiva) ben 64 milioni di euro annui (aggiuntivi) per la flotta aerea del Dipartimento della Protezione civile, direttamente gestita dal Presidente del Consiglio. Pochi sanno che, con la scusa della lotta agli incendi, Bertolaso ha costituito una poderosa flotta di aerei ed elicotteri (almeno 43) e che si vantava di assumere lui i piloti Alitalia in esubero. Vogliamo scommettere che, d’ora in poi, saranno aerei della protezione civile a surrogare l’allegra gestione dei voli di stato? Purtroppo, probabilmente non lo sapremo mai, stante l’alone di segretezza che pervade i conti della Presidenza del Consiglio e, in specie, della Protezione civile.

3) Infine, soffermiamoci sul successivo comma 10 dell’articolo 21, che recita, sibillino “alle finalità di cui all’ultima voce dell’elenco 1 allegato alla legge 2010, n. 220, è aggiunta la seguente: ‘Eventi celebrativi di carattere internazionale”. La legge 220/2010 era la Legge di stabilità 2011 (la vecchia Finanziaria) che stanziava, in un fondo gestito dalla Presidenza del consiglio, 250 milioni per il 2011 per “interventi di carattere sociale”, nella fattispecie: adempimenti derivanti dalla partecipazione a banche e fondi internazionali (sic!); stabilizzazione degli Lsu; interventi per assicurare la gratuità dei libri di testo previsti dalla legge 448/1998. Purtroppo è probabile che proprio sui fondi per la gratuità dei libri di testo si stiano focalizzando gli appetiti governativi, stante che già da quest’anno il governo ha abolito il Fondo per la gratuità dei libri nella scuola dell’obbligo recuperando solo un finanziamento – di importo più contenuto – attraverso il fondo di cui sopra gestito dalla Presidenza. Vogliamo vedere che, alla fine, la beatificazione di Giovanni Paolo II lo scorso I maggio (perché sarebbe questo l’evento celebrativo internazionale in oggetto) sarà stata pagata con i soldi dei libri di testo degli studenti?

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