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12 ottobre, Revelli: “Una piazza aperta alle voci sofferenti della società”
"Uno spazio includente e aperto a tutte le voci sofferenti della società”. Il sociologo e animatore di ALBA Marco Revelli intravede le potenzialità della manifestazione la Via Maestra del 12 ottobre in difesa della Costituzione, convinto che sia “un punto di partenza” per far nascere qualcosa. A sinistra. “Dobbiamo interrogarci sull’enorme domanda di rappresentanza di milioni di persone, esodate dalla politica”, dice.
Professore, Lei da subito ha creduto nell’importanza della mobilitazione del 12 ottobre. Cosa comporta il ddl di modifica dell’art 138 della Carta votato in Parlamento?
Siamo alla manomissione bipartisan della Costituzione. Pd e Pdl hanno tradito la saggezza dei nostri Padri costituenti facendo saltare quella fondamentale clausola di salvaguardia, vorrebbero cambiare decine di articoli della Carta e la stessa forma di governo: dalla democrazia parlamentare a un qualche tipo di presidenzialismo, d’altra parte già anticipato nei fatti dal presidente Napolitano. Il sistema politico è stato inchiodato sulla figura criminale di Silvio Berlusconi e ai suoi ricatti. Prima la minaccia di Aventino, poi il videomessaggio, infine l’ultima disperata mossa imposta ai ministri rappresentano tutti segni eversivi, di fronte ad una sentenza fondata su ragioni e prove di colpevolezza fortissime. Ma bisogna dire che tutta l’esperienza del governo Letta, ex origine, rappresentava un modo per istituzionalizzare quella selvaggia anomalia italiana che è la figura politica e insieme criminale di Berlusconi, facendone addirittura un partner legittimato di una nuova Costituente. In una condizione economica di assoluta emergenza, di spoliazione del patrimonio produttivo, di conti in disordine, l’Europa aveva intimato le larghe intese nel cui programma, fin dall’origine, stava la sospensione del nostro assetto istituzionale – manomettendo la Costituzione – in nome di emergenze peraltro non affrontate, ma costantemente dilazionate.
Adesso il Pdl è in subbuglio con alcuni esponenti “diversamente berlusconiani”. Crede che mercoledì in Aula ci siano i numeri per un Letta bis?
Non vorrei che ora che il Caimano è entrato in azione come nella scena finale del film, ci si chiudesse nella nostalgia del governo Letta o nella speranza che possa sopravvivere a se stesso. Le scelte intraprese da Berlusconi e dalla sua corte di servitori – il Pdl non è un partito – in tutti questi mesi di partnership, prima ancora dei terremoti istituzionali che vediamo in diretta, hanno provocato danni gravissimi e irreversibili allo stato mentale del Paese e alla sua classe politica. Per mesi al Cavaliere in precario equilibrio sul suo cavallo è stata data una golden share governativa che ha costantemente usato per ricattare e minacciare, e far apparire come normale l’inaccettabile. E che ora continua a usare, vedremo se per far saltare tutto, o per tentare di prolungare ancora il proprio gioco personale.
È possibile per lei un governo di cambiamento che faccia alcune riforme urgenti tra cui una nuova legge elettorale e poi al voto o Lei è subito – come Grillo – per andare alle urne?
Sono per un governo di scopo – capeggiato da una figura di alto profilo giuridico-morale ed esterna all’attuale scenario politico – che ci conduca a nuove elezioni in pochi mesi. Andava già fatto a maggio scorso, un esecutivo con due-tre punti chiave: nuova legge elettorale, in primis, e provvedimenti per tamponare il dramma dei cassintegrati e la crisi sociale nel Paese.