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In ricordo di Pino Ferraris
Oggi, 2 febbraio 2012, è scomparso Pino Ferraris. Le Edizioni dell’Asino si uniscono al dolore di amici e famigliari.
- La camera ardente sarà aperta domattina (3 febbraio) presso la Fondazione Basso, via della Dogana vecchia 5 a Roma, dalle ore 9.00 alle ore 12.30.
Pino Ferraris è stato – e sarà ancora per molto tempo – un punto di riferimento politico per capire il presente, studiare il passato e affrontare le sfide del futuro. Un anno fa Pino Ferraris ha pubblicato per i nostri tipi Ieri e domani. Storia critica del movimento operaio e socialista ed emancipazione dal presente.
Lo ricordiamo con un brano tratto dalla sua prefazione del febbraio 2011:
“(…) Dai movimenti degli anni ’60 sino al movimento altermondialista una vera e propria storia parallela delle forme nuove della politica accompagna l’irreversibile scissione del sistema dei partiti dalla società. Le fratture tecnologiche e sociali del presente tendono a polarizzare ancora di più questa situazione. La rete telematica di comunicazione interattiva non è destinata a portarci necessariamente dentro l’incubo del panopticon informatico, così come non ci offrirà spazi gratuiti di democrazia diretta elettronica. La pervasiva regolazione comunicativa mediante reti piatte informatiche sta sgretolando il potere strutturato nelle piramidi burocratiche. La sfida sociale e politica avverrà sempre di meno come scontro tra la forza compatta e centralizzata degli apparati. Connessione non significa però associazione. Solo l’immaginazione politica e l’insorgere di soggettività critiche cooperanti potrà piegare le nuove tecnologie della comunicazione verso una configurazione associativa in grado di rafforzare il volto emancipatore della politica come capacità della gente di governarsi da sé. A partire dai dilemmi della politica del presente e dagli interrogativi che incalzano nel futuro è venuto lo stimolo all’esplorazione di quel “socialismo come movimento” che costruiva la rete solidale delle autonomie confederate. Un’ottica radicalmente critica sul presente ha proiettato uno sguardo politico parziale sul passato privilegiando Gnocchi-Viani rispetto a Turati, parlando di De Paepe e non di Bebel, dando rilievo a Pelloutier piuttosto che a Guesde”.