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Patrimonio all'italiana

02/02/2011

Chi si rivede, la patrimoniale. Il come e perché di un'imposta utile, che può portare come gettito un punto di Pil. Purché non sia una mossa disperata e straordinaria – come pare da certe proposte –, e si regga su tre pilastri stabili: il patrimonio finanziario, gli immobili, i gruppi d'impresa

Le recenti discussioni relative all’introduzione di una patrimoniale portano con loro due rischi. Il primo è quello di prendere lucciole per lanterne, ossia di far credere che sia possibile, attraverso uno strumento fiscale, "far piangere i ricchi”. La diseguaglianza nella distribuzione dei redditi e delle ricchezze deriva in misura prevalente dal modo in cui il valore generato nei processi produttivi viene distribuito tra i diversi fattori (disomogenei non solo per tipologia, capitale e lavoro, ma anche per gradi di flessibilità e per allocazione geografica). La diseguaglianza nei redditi e nelle ricchezze al netto delle imposte è, quindi, solo secondaria, perché le possibilità di redistribuzione per via fiscale sono ridotte per ragioni sia tecniche sia politiche. Ai politici piace parlare di fisco, facendo credere di poter attuare chissà quali cambiamenti, ma si tratta, appunto, di illusioni.

Il secondo rischio è, invece, quello di perdere un’opportunità. Le proposte di tassazione patrimoniale che vengono portate avanti in modo più o meno sistematico (Amato, Capaldo, Veltroni) hanno un carattere straordinario in quanto legato a un’esigenza specifica, ovvero la riduzione dello stock di debito pubblico. Tralasciando la discussione sull’opportunità e sull’eventuale entità di questa finalizzazione, il problema sta proprio nella straordinarietà dell’imposta. Le imposte straordinarie sono sempre difficili da gestire, perché richiedono tempi brevi e basi imponibili poco mobili. Ne segue che un’imposta straordinaria potrebbe configurarsi solo sul patrimonio immobiliare e non su quello finanziario, che altrimenti potrebbe facilmente essere nascosto o allocato altrove per il breve periodo in cui si applica l’imposta. Il gettito ottenibile in questo modo difficilmente potrebbe essere sufficiente a raggiungere gli obiettivi di abbattimento del debito dichiarati. Da qui il passo ad un’imposta straordinaria sui “redditi alti” è breve, ed è nefasto, perché i redditi alti sono comunque redditi da lavoro, posto che il reddito da capitale è in buona parte fuori dall’Irpef. Si finirebbe probabilmente vicino ad una riedizione, magari con qualche accorgimento, della tassa sull’Europa del 1997.

Ovviamente, non tutto il male viene per nuocere. È tempo che una discussione pacata (posto che non si fanno le rivoluzioni per via fiscale) ma non pre-determinata sull’imposizione patrimoniale si apra nel nostro Paese. Partendo da due dati di fatto. Il primo è che, secondo recenti stime del Fondo monetario internazionale, se l’Italia introducesse un’imposta patrimoniale in grado di produrre un gettito di livello medio rispetto a quello di imposte simili in Canada, Usa e Regno Unito, si potrebbe guadagnare un punto di Pil in termini di gettito. Il dato serve soprattutto ad illustrare il fatto che l’Italia ha livelli di imposizione patrimoniale bassi, ancor più dopo la cancellazione dell’Ici. Il secondo elemento da tenere presente in questo periodo post-crisi e di scarsa crescita (almeno per l’Italia), è che proprio la tassazione sugli immobili è considerata dall’Ocse come quella preferibile da adottare quando è necessario reperire risorse cercando di favorire nel contempo la crescita economica.

Occorre quindi abbandonare una prospettiva di carattere straordinario e riflettere invece su una manovra strutturale di ricomposizione interna al comparto delle imposte dirette, con un maggior peso per le imposte patrimoniali ed una minore importanza per le imposte personali e societarie sul reddito. Le imposte patrimoniali offrono diversi vantaggi teorici e pratici rispetto a quelle sul reddito, tra cui il fatto che consentono di stabilizzare il gettito, rendendolo meno variabile al variare del ciclo economico e riducendo quindi il rischio per le finanze pubbliche. Inoltre, la distribuzione del patrimonio è normalmente più sperequata rispetto a quella delle basi imponibili delle imposte personali, e quindi una ricomposizione del prelievo di questo tipo potrebbe aumentare la progressività complessiva del sistema. Non ci si deve nascondere, tuttavia, che anche per le imposte patrimoniali c’è il problema dell’accertamento della base imponibile, che è più semplice, rispetto all’accertamento del reddito, solo per i beni immobili, mentre è particolarmente complessa per i patrimoni finanziari. È qui che dovrebbe intervenire un sistema europeo integrato di anagrafe dei flussi patrimoniali, ed è qui che il problema della tassazione si lega a quello, più generale e complesso, della regolamentazione dei flussi di capitale, all’interno e all’esterno dell’Europa. Non si tratta di problemi semplici. Per questa ragione, sarebbe preferibile pensare ad una strategia in più fasi.

In primo luogo, si potrebbe immaginare di cambiare il sistema di tassazione dei redditi finanziari. L'assetto esistente, basato sull’idea di tassare i redditi da attività finanziarie, è contrario a qualsiasi principio di neutralità (visto che diverse forme di reddito da attività finanziarie sono tassate con aliquote diverse) e di equità (visto che, al di là della differenziazione tra plusvalenze e dividendi da qualificate, le aliquote si collocano nella curva bassa dell'Irpef). Muoversi verso un sistema del tutto neutrale – dopo le esperienze degli ultimi anni – appare sostanzialmente impossibile. A questo punto, perché non pensare ad una soluzione all'olandese, dove al patrimonio finanziario (al netto delle partecipazioni qualificate e di quelle nei paesi a fiscalità privilegiata) si applica un'aliquota sul rendimento presunto, e quindi, sostanzialmente, si tassa il patrimonio? Avrebbe i tipici vantaggi einaudiani di un'imposizione normale e quello, non indifferente, di stabilizzare il gettito. Certo, avrebbe il difetto di essere pro ciclica, ma buona parte della letteratura trova valori piuttosto bassi dell'elasticità alle imposte del risparmio.

In secondo luogo, l’Ici va assolutamente ripristinata dopo aver rivisto i valori catastali sulla base di dati realistici di valore che sono già disponibili all’Amministrazione finanziaria con un buon livello di dettaglio, quantomeno per le grandi città (basti guardare ai dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare disponibili su Internet). L’abrogazione dell’Ici sulla prima casa (purtroppo richiesta anche da forze di sinistra nel recente passato) è stata un errore che diventa oggi ancor più evidente nel contesto di attuazione della riforma federalista.

Infine, il passaggio dal reddito al patrimonio (ovvero ad una tassazione del reddito presunto sulla base della consistenza patrimoniale) potrebbe essere adottato per i gruppi di impresa e per le imprese singole dotate di una minima consistenza patrimoniale, cercando di evitare i fenomeni di “imprese in perdita ripetuta” noti da anni ed oggetto di diversi infruttuosi tentativi di revisione.

Come si vede, ci sono diversi terreni di discussione di un qualche interesse se si riesce a sgombrare il campo da proposte rozze o comunque destinate a scopi discutibili.

La riproduzione di quest'articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: old.sbilanciamoci.info
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Commenti

x adolar

Le sfugge che le imposte finanziano i servizi pubblici e che questi costano meno dei corrispondenti servizi acquistati sul mercato italiano. Gli americani spendono il 15% circa del Pil in sanità, hanno il 15% della popolazione non assicurata risultati mediocri in termini di salute (non lo dice Marx ma la WHO). L'Italia spende circa l'8% del Pil, tutti sono coperti da assicurazione con risultati in termini di salute fra i migliori al mondo. Le ricordo che le grandi imprese automobilistiche americane sono fallite a causa degli elevati costi del lavoro prodotti dai premi assicurativi sanitari.

Esproprio proletario

Chi ha scritto questo articolo è un drogato di statalismo. Secondo gli statalisti, ogni inizitiva appartiene allo stato e la priorità delle risorse deve servire alle sue finanze. Non c'è alcuna etica al di fuori di esso. Lo stato, secondo i vari nazi-comunisti, di cui i vari statalisti sono ferventi discepolii è di per se stesso etico. Quindi, gli individui non sono attori di scelte autonome e sono legati alla collettività in forme non diverse da quelle che Popper definisce "tribali". Il benessere della tribù è prioritario,e gli individui, se necessario si possono e si devono sacrificare. La situazione dello stato italiano è molto facilmente riassumibile in questo modo: la crescente entità della spesa pubblica che ha in gran parte generato sprechi e inefficienza, nè poteva essere diversamente, perchè gestita in forma burocratica(von Mises docet) sta intaccando le capacità economiche del paese. Questo sia perchè crescenti risorse alimentano la spesa, che se gestita in maniera burocratica è strutturalmente improduttiva, sia perchè, conseguentemente, ciò deprime gli investimenti e i redditi. Ora, i tecnocrati del gettito delle imposte, hanno trovato la soluzione finale. Privatizzare il debito pubblico, come sostiene il capo della banda Bassotti, Capaldo. Il miserando assioma su cui si basano queste idee pseudoeconomiche è quello secondo cui la proprietà è marxianamente un furto. Se quindi è un furto, è legittimo che lo stato derubi.
In realtà non c'è alcuna ragione per tassare le proprietà a valori di mercato, specie se chi usufruisce di questa proprietà non percepisce alcun reddito. La possibile consguenza di queste auguste teorie economiche sarbbe solo quella di alimentare ulteriormente l'idrovora pubblica che porterà lo stato alla rovina. E' quindi facere pensare che ciò deprimerà i consumi, i risparmiatori ridurranno drasticamente i loro progetti di spesa, basati sulla disponibilità del reddito nel tempo, Una patrimoniale è semplicemente una rapina. Non c'è alcuna ragione nè economica nè morale per cui lo stato rivendichi un reddito da ciò che non possiede. Tagli la spesa pubblica e venda il suo patrimonio. L'introduzione della patrimoniale porterà una vasta fascia della popolazione a vendere la propria casa perchè non in grado di sopravvivere. Uno straordinario obiettivo per chi vuole potenziare lo stato sociale per garantire maggiore sicurezza e meno precarietà, non c'è che dire.

Qualche dato

RICCHEZZA. Secondo Bankitalia,, il 10% degli Italiani possiede il 45% della ricchezza; alla fine del 2009, la ricchezza lorda era pari a 9.500 mld, quella netta a 8.600 mld; le attività reali (5.883 miliardi di euro) rappresentavano il 62,3 per cento della ricchezza lorda, le attività finanziarie (3.565 miliardi di euro) il 37,7 per cento e le passività finanziarie (860 miliardi di euro) circa il 9,1 per cento.
ICI. L'abolizione dell'ICI è passata per tre fasi: le prime due volute da Prodi, che hanno interessato i redditi bassi e comportato minori entrate per circa 1,5 mld; la terza, decisa da Berlusconi, che ha riguardato invece i redditi alti e comportato un minore introito di circa 2,2 mld. Il totale fa quindi 3,7 mld.
PROPOSTA di Walter Veltroni:
“Portiamo il debito a quota 80 per cento, attraverso: a) revisione di tutta la spesa pubblica, settore per settore; carriere e stipendi di tutti, in alto come in basso, vanno legati alla valutazione dei risultati abolizione delle province nelle città metropolitane un solo Ufficio territoriale del Governo; un solo istituto di previdenza; un nuovo modello di difesa, integrato in Europa, con meno uomini, e mezzi più sicuri ed efficaci; b) valorizzazione del patrimonio pubblico: una quota significativa del patrimonio pubblico va conferita ad un'apposita Società, partecipata dal sistema delle Autonomie, che la paga finanziandosi sul mercato e recando a garanzia il patrimonio ricevuto. Tutte le risorse acquisite, dal primo all’ultimo centesimo, sono usate dallo Stato per ridurre il debito, mentre la Società sarà libera di valorizzare il patrimonio come meglio crederà, fermi restando i vincoli culturali, ambientali e storico-paesaggistici; c) al 10% degli Italiani che detengono il 45% della ricchezza: «per abbattere il debito più rapidamente, ho bisogno del vostro aiuto: vi chiedo un contributo straordinario per tre anni per far scendere il debito in modo rapido verso dimensioni più rassicuranti»”.
http://www.scuoladipolitica.it/web/magazine.aspx?did=412

Vi meritate Berlusconi e i finti liberisti come lui

Leggendo l'articolo (ottimo), mi sarei aspettato commenti all'altezza...purtroppo non è così.
La mentalità provinciale e bigotta italiota prevale sempre, pur di non pagare 100 euro di ICI
l'anno, sareste disposti anche a pagare servizi a livello locale per un valore più che triplo.
Consiglio ai prossimi governi di instaurare un stato di polizia (fiscale) all'americana, in modo
da far emergere almeno i redditi correnti di buona parte degli italiani.

Patrimoniale uguale pizzo

Oltre metà del debito pubblico italiano è detenuto da stranieri. In caso di crisi si pensa dunque di tassare pesantemente gli italiani per far sì che gli investitori stranieri non perdano un centesimo. Una patrimoniale equivale in tutto a un default: ma assurdo in questo caso, perché non toccherebbe metà dei creditori.
Da più di 15 anni, dai tempi cioé di Amato premier, la casta al potere cerca di risolvere le questioni nodali (così fu per il passaggio all'euro) aumentando la tassazione e colpendo sempre di più i soliti noti ed il patrimonio immobiliare. La conseguenza è che la corruzione è cresciuta e gli strumenti per combatterla sono diminuiti. Anzi, gli stessi referenti corrotti sono al potere e lo esercitano "comprando" consensi (cioè senza nemmeno avere più ritegno di apparire corrotti perché sanno di poter restare impuniti) Questa è la garanzia per la casta che potrà sopravvivere senza mettere minimamente in discussione la propria esistenza, ma continuando a spremere il cittadino così come fanno con il taglieggiamento i mafiosi

Patrimoniale

E'UNA VERGOGNA!
Queste persone propongono una tassa patrimoniale che non risolverà NULLA! Se questo ennesimo sacrificio fosse accompagnato da una draconiana riduzione della spesa pubblica, in particolare quella clientelare, anche se ingiusta, la patrimoniale potrebbe essere anche accettata. Ma qui, cari signori tutti sanno che per uscire da questa situazione é necessario riavviare la produzione, produzione che non potrà ripartire che con una diminuzione dei costi collaterali ed anche della tassazione! Finanziamenti a pioggia, opere pubbliche inutili NON SERVONO AFFATTO! Se c'é convenienza si produce anche nel letame, ma in questo paese IL LAVORO che fonda l'art.1 della nostra Costituzione é criminalizzato , ipertassato e gravato da mille impedimenti creati per far lavorare una clientela sempre più vasta della nostra nomenclatura sia di destra che di sinistra! Così si attacca il frutto del lavoro (quello passato dato che ora il lavoro non rende nulla), ma questo non per cambiare ma solo per procrastinare l'inevitabile crollo.

Confusione patrimoniale?

Se è vero che l'appartamento di proprietà genera in qualche modo reddito (consentendo di risparmiare sull'affitto) è anche vero che il suo acquisto sottrae ingentissime quote di reddito familiare, per molti anni, all'acquirente o alla sua famiglia, e molte altre quote ne sottrae sotto forma di manutenzione (che l'affittuario non paga), di irpef e di ici (nel caso si tratti di seconde case). Lo stesso reddito dell'affitto è falcidiato dall'irpef, generando anche problemi sociali notevoli (la mia aliquota marginale, per esempio, è il 41%: se avessi un appartamento in affitto, quanto dovrei richiedere all'inquilino per avere un piccolo reddito che, sottratti irpef, ici, condominio e manutenzione, mi lasciasse in tasca qualche centinaio di euro?).
Questo è il motivo per cui, da persona a reddito fisso senza nessuna prospettiva di crescita, guardo con timore alle ipotesi di patrimoniali, che mi sembra siano suscettibili di provocare disastri economici e sociali, specialmente se applicati come si sente dire ai "reali" valori di mercato gonfiati a dismisura dalla speculazione edilizia e dei quali la maggior parte di noi non ha alcun vantaggio; quello che temo è che ci sarà una quota sempre maggiore di persone in difficoltà a pagare le nuove tasse, con conseguente svendita delle proprie proprietà immobiliari il cui prezzo crollerà tutto a vantaggio dei soliti noti.
Mi sembra che la sinistra (per la quale ho sempre votato) faccia un grosso errore a cavalcare l'idea di patrimoniali che metterebbero in difficoltà solo chi le tasse già le paga, solleticando appena i redditi di chi invece evade a man bassa.

Confusione patrimoniale

Il commento di viganto esemplifica chiaramente la difficoltà di discutere delle imposte sui redditi di capitale in modo razionale.

L'idea che il reddito coincida con un flusso finanziario è molto radicata. Ovviamente non regge appena si rifletta pochi secondi. I paper gain sono ovviamente reddito, soprattutto se realizzati su mercati regolamentati dove il possessore può realizzare con certezza il capital gain se lo desidera. Che l'immobile produca reddito è altrettanto ovvio. Se non lo producesse non avrebbe alcun valore economico. L'individuo che abita la casa di proprietà o che possiede una seconda casa paga l'affitto a se stesso. Ha comunque la possibilità, a differenza di chi l'immobile non lo possiede, di monetizzare il reddito, per spenderlo in qualcosa d'altro, locando l'immobile.

la tassazione all'Olandese si esporrebbe ad un'altra di queste ben note critiche sconclusionate ma di grande effetto: il possessore deve pagare l'imposta anche quando il titolo perde di valore. chi lo spiegherà al signor viganto che questa tassazione è perfettamente equivalente ad un'imposta sul reddito?

Ci sono poi dei problemi tecnici di non poco conto. Per applicare l'imposta all'olandese occorrerebbe in teoria poter determinare il valore del titolo prima della vendita (come si fa nel maturato). Ma, più importante, l'imposta non potrebbe essere applicata dagli intermediari per il noto problema della liquidità (o della "provvista"). Si dovrebbero individuare meccanismi analoghi a quelli studiati dalla commissione Guerra per estendere il maturato al regime dell'amministato.

imposta patrimoniale

Un'imposta patrimoniale sugli immobili (ICI inclusa) e' sicuramente illegale e basata su un principio anticostituzionale. Un immobile non da' reddito se non e' affittato (giusta la tassazione degli introiti). Prendiamo il caso di un proprietario immobiliare che non ha altri redditi (vive di pensione per esempio), occupa la casa in cui abita (ereditata) ed ha ereditato una casa al mare che utilizza in proprio. Questo soggetto puo' avere un patrimonio immobiliare del valore anche di qualche milione di euro, ma che non e' stato da lui acquistato e soprattutto, che non gli produce alcun reddito (su cui pero' ha gia' pagato le imposte di successione). Lo stato pero' (Amato, Veltroni in questo caso) da sempre amministrato in modo truffaldino, lo individua come possibile fonte di introiti e lo tassa. Se il soggetto in questione non ha altri introiti oltre ad una normale pensione come puo' pagare l'imposta? Non pagandola si inneschera' la solita spirale perversa che puo' portare al pignoramento dell'immobile (e quindi alla sua sottrazione, attraverso un meccanismo di tipo sovietico, alla legittima proprieta'). E' curioso come Amato non si smentisca mai ! Ricordate l'imposta straordinaria sui depositi bancari? Da allora molta gente tiene, se puo', conti bancari in "rosso". Alla larga per quanto possibile da gente simile. La sinistra non vincera' mai le elezioni (chi scrive e', almeno idealmente, un "progressista")! Un sedicente economista ha poi proposto nei giorni scorsi, di tassare l'aumento di valore degli immobili !?!? Cioe' quello che in borsa si chiama un "paper gain". Gli incrementi di valore di qualsiasi cosa si tassano nel momento in cui il loro valore viene reso disponibile, quindi alla vendita. TUTTO IL RESTO E' ILLEGALE ED ANTICOSTITUZIONALE.