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Immigrati, il costo della cattiveria

06/12/2010

Tempi di crisi, si taglia su tutto. Ma non si bada a spese per i respingimenti e rimpatri: che costano almeno 178 milioni all'anno

In virtù della crisi si invocano tagli alla spesa pubblica. Si risparmia su tutto, ma le risorse per il “contrasto dell’immigrazione illegale” non mancano mai. Per chi pensa che la garanzia dei diritti umani non sia un “costo”, ma un principio inderogabile, scriverne è a dir poco imbarazzante. Ma in tempi in cui tutto viene monetizzato, è forse utile ricordare che la politica del rifiuto (i respingimenti, i trattenimenti nei Cie, le espulsioni, la “cooperazione” con i paesi di origine), non è una necessità, ma una scelta costosa e “inefficiente” se rapportata agli scopi che si propone di raggiungere. Le informazioni e i dati ufficiali non brillano per trasparenza, ne proponiamo alcuni senza pretendere di fare un bilancio complessivo.

Il sistema dei Cie

 

In molti (in primo luogo la Corte dei Conti, poi Msf il Comitato per i Diritti Umani, Sbilanciamoci! nonché la Commissione De Mistura) hanno denunciato non solo le condizioni disumane e degradanti che caratterizzano la detenzione nei Centri di Identificazione e Espulsione (ex Cpta), ma anche la loro inefficacia in rapporto all’obiettivo che dovrebbero consentire di raggiungere: il rimpatrio delle persone straniere colpite da un provvedimento di espulsione.

 

Nel periodo 1999-2006 gli ex Cpta hanno accolto complessivamente 110.302 persone straniere (in media 13.787 l’anno), una piccola parte (15%) del complesso dei cittadini stranieri rintracciati in posizione irregolare sul territorio italiano nello stesso periodo (704.712). Le persone che sono state effettivamente rimpatriate dai centri sono 50.998 pari al 46,2%, meno della metà del totale delle persone detenute (cfr. ministero degli interni, Rapporto sulla criminalità in Italia, 2007).

 

Gli stanziamenti complessivi per la costruzione e la gestione dei Cpta per questo periodo, desumibili dai cap. 2356 e 7352 delle leggi finanziarie, sono stati pari a 651,4 milioni. Difficile fare una stima del costo giornaliero medio dei trattenimenti. Sicuramente sino al 2004 i costi medi di gestione sono stati molto differenziati tra un centro e l’altro a seconda delle convenzioni stipulate con i diversi enti gestori privi di scrupoli quando si tratta di fare affari sulla pelle dei migranti: dai 26,70 euro al giorno del Cpt di Brindisi ai 99,70 euro del Cpta di Modena. Oggi il costo medio di gestione è stimato dal ministero degli interni in circa 55 euro al giorno ed è destinato ad aggravare ulteriormente le casse dello stato: la legge 94/2009 ha infatti prolungato il periodo massimo di trattenimento nei centri a 180 giorni.

 

Mettendo insieme tutti i dati disponibili sugli stanziamenti destinati al sistema dal 1999 al 2011 raggiungiamo un importo complessivo di 985,4 milioni di euro (in media circa 75 milioni l’anno). Intensa l’iniziativa dell’attuale governo: gli stanziamenti previsti dal decreto legge 151/2008 (101 milioni e 45mila euro per gli anni 2008-2011) e dalla L. 94/2009 (139milioni e 50mila euro per gli anni 2009-2011) hanno destinato ai Cie un totale di 239 milioni e 250mila euro. Quest’ultima legge ha stanziato complessivamente per la lotta all’immigrazione illegale (introduzione del reato di ingresso soggiorno illegale, Cie e esecuzione delle espulsioni) 287milioni e 618mila euro. Gli allegati alla finanziaria 2011 evidenziano uno stanziamento di 111 milioni di euro per il 2011, di 169 milioni per il 2012 e di 211 milioni di euro per il 2013.

 

Alle risorse sinora considerate vanno aggiunte quelle necessarie per garantire la vigilanza nei centri. Nel 2004 la Corte dei Conti ha calcolato che per il mantenimento di 800 addetti alla vigilanza appartenenti alle forze dell’ordine sono stati spesi 26,3 milioni di euro (32.875 euro l’anno per operatore). Il costo è sicuramente salito negli anni successivi: nel 2009 gli operatori assegnati a questa funzione sono stati 1000.

 

I costi dei rimpatri

 

Un costo che sembra destinato a crescere è quello sostenuto per l’esecuzione dei rimpatri (noleggio vettori e personale di polizia che esegue l’accompagnamento). I dati ufficiali più completi sono contenuti nel programma pluriennale di gestione del Fondo europeo per i rimpatri che supporta gli stati membri al fine di “migliorare e rendere più coordinata la gestione dei rimpatri” (sia “volontari” che forzati). Per gli anni 2008-2013 sono stati assegnati all’Italia complessivamente 71 milioni e 63mila euro. Il cofinanziamento dichiarato dallo stato italiano è pari a 40milioni e 318mila euro: ma dai 4milioni e 589mila euro del 2008, sono messi in preventivo 9milioni e 950mila per il 2013. L’insieme delle risorse comunitarie e statali per il periodo considerato raggiunge la cifra di 111milioni e 331mila euro, circa 18,5 milioni l’anno.

 

 

 

Il controllo dei mari e delle frontiere

 

Poi ci sono le risorse destinate al controllo e alla sorveglianza delle frontiere esterne. Anche in questo caso interviene l’Europa con il Fondo europeo per le frontiere esterne. Il contributo previsto per l’Italia per gli anni 2007-2013 ammonta a 211 milioni e 556mila euro; l’Italia cofinanzia il programma pluriennale con 194 milioni e 809mila euro. Si tratta nel complesso di 406milioni e 365mila euro destinati a rendere sempre più difficile la vita dei migranti che tenteranno di raggiungere il nostro paese per mare o via terra, in media circa 58 milioni l’anno, ma il budget a disposizione per il 2013 è più che doppio di quello previsto per il 2007.

 

Risorse a cui devono aggiungersi quelle gestite dall’agenzia europea Frontex: tra il 2006 e il 2009 219 milioni e 828mila euro, con una crescita esponenziale che ha portato i 19,1 milioni del 2006 agli 88,2 del 2009. Nel biennio 2008-2009 le “operazioni congiunte” di controllo dei mari e delle coste coordinate da Frontex sono state 47, 2423 i rimpatri effettuati. L’Italia ha partecipato a 10 delle 15 “operazioni” svolte nel 2009.

 

Non siamo in grado di quantificare le risorse destinate alla cooperazione con i paesi terzi finalizzata al contrasto dell’immigrazione illegale, ambito per il quale parlare di mancanza di trasparenza è un eufemismo. Di sicuro gli stanziamenti, in particolare a favore della Libia, sono ingenti.

 

Troppe le informazioni mancanti per poter fare un bilancio preciso dei costi delle politiche di espulsione e respingimento dei migranti dal nostro paese. Ma considerando solo le risorse qui ricordate, la “cattiveria” del nostro ministero degli Interni oltre a ledere diritti umani fondamentali ci costa molto, in media almeno 178 milioni l’anno. Libia esclusa.

* Quest'articolo è stato pubblicato sull'inserto "Spaesati", uscito con il quotidiano "il manifesto" il 23 novembre 2010

 

 

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“Hanno gettato in mare i profughi per un rito tribale contro la tempesta”
Post n°148 pubblicato il 11 Maggio 2011 da IVAN.MANCINI
Tag: VIOLENZA SU DONNE E BAMBINI

Grazie alla testimonianza di un ragazzo di 16 anni, che ha parlato di cinque suoi compagni “sacrificati” al mare per far passare la tempesta:La testimonianza di un ragazzino di sedici anni fa scoprire l’inferno nell’inferno per raggiungere l’Europa. Parla di cinque profughi assassinati e poi buttati ai pesci «per far tornare il mare calmo », tutte ghanesi le vittime, una mezza dozzina di nigeriani i carnefici.
Il ragazzino, ghanese anche lui e fratello di uno degli uomini uccisi, appena sbarcato ha rivelato disperato ai volontari di Save the Children quanto era accaduto qualche ora prima fra Malta e la Sicilia:Ha parlato di donne abusate, di minacce e poi degli assassini: «Eravamo in viaggio da due giorni, il mare si stava ingrossando e un gruppo di nigeriani ha deciso all’improvviso che l’unico modo per far tornare il tempo buono era sacrificare qualcuno di noi».


“Ami un cattolico? Ti brucio con la nafta”
Post n°146 pubblicato il 11 Maggio 2011 da IVAN.MANCINI
Tag: RAZZISMO, VIOLENZA SU DONNE E BAMBINI

Leonora Jahja, 21 anni, di Treviso. La famiglia le diceva “Farai la fine di Hina”

Musulmana, 21 anni, e con un grande coraggio: quello di portare in tribunale l’intera famiglia per aver tentato di osteggiare con la violenza il suo rapporto con il fidanzato cattolico. Ne parla La Stampa in un articolo a firma di Anna Sandri:Una storia voluta e difesa fino in fondo, fino a portare in tribunale mezza famiglia. Il padre, la madre, lo zio, un amico dello zio, un cugino. Tutti a vario titolo accusati di minacce e maltrattamenti, di lesioni e violazione di domicilio fino ad arrivare al tentato sequestro di persona. Una famiglia coalizzata contro una ragazzina: lei, musulmana, aveva osato l’inosabile. Quel primo amore, rimasto l’unico, è cattolico. Leonora Jahja, oggi, ha 21 anni. Parla un italiano perfetto; è acuta nei giudizi e profonda nelle riflessioni. Lavora come impiegata nell’azienda di autotrasporti della famiglia del marito, Giacinto Bergamasco di 24 anni.Ma è stata, per Leonora, l’occasione per raccontare tutta la sua storia, la stessa che vorrebbe trasferire in un libro «perché tante ragazze subiscono quello che io ho subito, e devono capire che una via d’uscita c’è. Per l’integrazione bisogna lottare, non avere paura». La famiglia Jahja arriva in Italia nel 2005 dalla Macedonia. Padre, madre e questa unica figlia che allora ha 15 anni. Il lavoro c’è, la casa arriva subito dopo: in affitto sotto l’appartamento dove vivono i proprietari, la famiglia Bergamasco, a Quinto di Treviso.

E quando la razzza si fidanza con Giacinto cominciano i guai:

Sono parole spaventose di una madre: «Farai la fine di Hiina»; sono messaggi da incubo di un padre: «Ti brucio con la nafta». Lei resiste, Giacinto la sostiene. Leonora aspetta solo di compiere 18 anni per fuggire; un po’ alla volta si porta via le cose dai cassetti e le passa al fidanzato per poter alla fine uscire senza niente addosso e non tornaremai più. Lo fa appena diventa maggiorenne. Lascia una lettera, e fa poca strada: va a casa della famiglia del fidanzato. Da quel momento se possibile le violenze si fanno ancora più crude: quando la giovane coppia va in Macedonia per i documenti necessari alla cittadinanza italiana, Leonora si accorge di essere seguita e per metterla in salvo serve l’aiuto della polizia. I due ragazzi continuano a vivere a casa della famiglia di lui; il padre di Leonora fa irruzione più di una volta, la riempie di botte, la trascina per i capelli, una sera la prende a calci sulla pancia «forse – dice lei – pensava che fossi incinta». Giacinto e Leonora si sono sposati il 13 dicembre del 2008. La domenica vanno a messa, lei vorrebbe convertirsi, battezzarsi, sposarsi in chiesa. Non è così facile: «Ma io so aspettare».

In entrambi questi due casi, la violenza tribale e razzista, altro non puo' che venire dalle culture di origine delle povere vittime; non dall'occidente democratico, perbene, onesto, altruista, che addirittura le soccorre in mare aperto portandone in salvo quante piu' possibile (nel primo caso) , e assicurando protezione (nel secondo caso) e rispetto della dignità e integrità umana alla ragazza vittima non solo della violenza razzista della famiglia, ma anche di riflesso, vittima di chi sostiene affianca e sostiene i veri razzisti, quelli che con la violenza portano dittature e sopraffazioni, iniziando dalle pulizie etniche di funesta e dittatoriale memoria.

una proposta sul fermare il razzismo. quello vero.

appunto ..... se non venissero, tutti questi milioni sarebbero risparmiati, come sono risparmiati in altri paesi a guida di sinistra, come la Spagna che sa difendere il proprio territorio e sopratutto il proprio popolo, la propria cultura, la propria tradizione cristiana.
appunto .... Se non venissero , supportati dai tanti affiancatori, affini e protettori, che tradiscono il popolo occidentale cristiano tranquillo, altruista, onesto ; per schierarsi dalla parte del piu' forte, di chi viene a imporre la violenza con la forza dei numeri, sicuro di poter contare e fare affidamento sulla garanzia di chi affiancatore e traditore, odia il proprio stesso popolo in modo così viscerale da annientarlo - criminalizzandolo nel momento in cui tenta una seppur minima debole difesa - al pari delle stesse famosissime Kapò in ben altri tempi, schieratesi per l'annientamento del loro stesso popolo, e preferendo stare dalla parte del piu' forte. E proprio per questo la Storia ci ricorda in ogni epoca, e sempre, che non è Maestra di Vita : non per tutti, almeno. Ma siamo proprio convinti che il razzismo sia degli occidentali nei confronti dello straniero ? Qualcuno ha tutti gli interessi, chiari e meno chiari, x convincerci che sia così. La realtà, purtroppo, smentisce ogni sorta di idolatrimento mondialista e stranierista, ogni genere di incantesimo xenofilo e multiculturalista. Non è razzismo, l'impossessarsi di un territorio con la violenza, con la forza dei numeri, con il supporto preziosissimo e indispensabile degli affiancatori, dei traditori del popolo occidentale cristiano ? non è razzismo minacciare le ragazze musulmane che vogliono vivere la loro vita accanto a un cristiano, o che vogliono convertirsi al cristianesimo? non è razzismo, sopraffare e usurpare un territorio ed un popolo cristiano, contando sul supporto di chi ha tutti gli interessi a speculare sull'annientamento dell'occidente cristiano? non è razzismo mantenere una legge mancino liberticida e contraria ai basilari principi fondamentali democratici, che ogni democrazia veramente tale avrebbe energicamente rifiutato? Se si voleva una proposta sul fermare il razzismo, quello vero, ecco una proposta.

illegal

..........vi consiglio di vedere un film uscito da poco, molto intelligente: "Illegal" di Olivier Masset-Depasse