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Intervista a Luciano Gallino

01/02/2013

«Sel e Pd unica speranza di una politica progressista»

Luciano Gallino «Dopo le prime assemblee il progetto arancione ha preso una direzione che non condivido Movimenti importanti ma partiti fondamentali»

«Un cortese distacco». Così il professor Luciano Gallino definisce il suo addio a tutta l`operazione che oggi va sotto il nome di Rivoluzione civile o lista Ingroia. In realtà, al di là dei modi compassati e gentili che gli sono propri, la sua è una bocciatura politica senza appello. Tanto più rilevante perché viene da uno dei padri fondatori di Cambiare Si Può, anzi dal primo firmatario dell`appello, oltre che da uno degli studiosi italiani più quotati a livello internazionale di capitalismo e relazioni sociali, con un curriculum che parte dal centro studi di Adriano Olivetti, passa per l`università di Stanford e approda all`Accademia dei Lincei.

Professore lei ha detto a MicroMega che voterà Sel. Come ha maturato questa svolta rispetto a precedenti collocazioni?

«È successo che ci sono state alcune belle assemblee, molto stimolanti, alle quali ho partecipato. Ma che poi, quando il progetto nato lì come Cambiare Si Può si è calato nella discussione sulle liste e sulle alleanze, la prospettiva si è complicata e ha preso una direzione che personalmente non mi sento di condividere. C`è stata anche una votazione in cui io e altri tra i primi firmata- ri dell`appello non abbiamo condiviso la scelta, approvata a maggioranza, di accettare di proseguire il cammino indicato da Ingroia. A quel punto avevo delle scelte limitate: non votare, chiedere asilo politico in Tasmania oppure appoggiare una forza che, pur minoritaria, tutto sommato è una voce che dice qualcosa d`interessante sulla finanza e il lavoro, cioè sui temi ai quali ho dedicato gli ultimi 15 anni di studio».

Parla di Sinistra ecologia e libertà?
«Sì».

È tra i delusi dell`eccessiva presenza di partiti nella lista Ingroia?

«No, guardi, pur sottolineando l`importanza dei movimenti, ritengo che la forma partito sia fondamentale, proprio per portare le istanze dei movimenti in Parlamento. Solo non è esattamente moderno ciò che vedo in quella lista, nelle persone che ci sono. Ingroia e i suoi non mi pare abbiano cose interessanti da dire sui temi di cui mi occupo come la riforma delle banche a livello europeo. Non è un rimprovero e non faccio questioni di persone, si occupano di altro, è un fatto di ruolo e di attenzione del tutto legittimo. Ma non mi interessa».

Mi risulta che abbia anche sottoscritto un appello a sostegno di Giulio Marcon, ex portavoce di Sbilanciamoci, insieme ai suoi colleghi Saskia Sassen, Richard Sennett e a intellettuali italiani come Fofi, Castellina e altri.

«Sì, voterei volentieri per Marcon, purtroppo non solo non ci sono le preferenze ma si presenta in Veneto e io voto a Torino. L`ho incontrato a qualche convegno ma soprattutto il sito di Sbilanciamoci è uno dei pochi, uno o due in Italia, che si leggono con profitto».

continua