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Quello che non dicono della riforma del mercato del lavoro
Nelle proposte presentate dal Ministro Fornero alle parti sociali ci sono diversi punti positivi in termini di aggiustamento di alcune norme soprattutto riferite al lavoro subordinato, sia a termine che stabile. Vorremmo concentrare l’attenzione su alcuni provvedimenti insopportabilmente ingiusti e penalizzanti per i più deboli, i lavoratori discontinui che operano con contratti non subordinati: collaborazioni coordinate e continuative, a progetto, partite iva individuali, associati in partecipazione, cessione di diritti d’autore, imprese individuali, soci di cooperativa non dipendenti.
Primo punto: ancora una volta si favoleggia di aumentare il costo del lavoro dei parasubordinati e degli iscritti alla gestione separata INPS unicamente aumentando l’aliquota previdenziale. L’incremento dell’aliquota previdenziale, senza provvedimenti volti ad accrescere i compensi dei parasubordinati, costituisce soltanto un palliativo, concentrando il peso dei nuovi aumenti soltanto sui lavoratori, che si ritroveranno con un reddito netto ulteriormente più basso. 15 anni di continui incrementi dell’aliquota contributiva hanno dimostrato ampiamente che le imprese scaricano sui lavoratori tutto il peso dei nuovi aumenti semplicemente non aumentando il compenso lordo. Si continuano a ignorare centinaia di studi e documenti che dimostrano che fino ad oggi è successo questo, colpendo e danneggiando solo i più deboli cioè i lavoratori atipici. Se si continua su questa strada non si è più in buona fede. Si cercano ancora una volta i soldi dai più deboli per finanziare gli ammortizzatori ai lavoratori dipendenti.
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