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Dieci proposte per noi

08/04/2011

Sbilanciamoci! lancia 10 proposte – dalla scuola al lavoro, dalla previdenza alla casa – per la generazione precaria. 10 proposte – dettagliate e concrete – per creare nuova occupazione, investire nella scuola e nell'università, permettere ai giovani di costruirsi un futuro

Oggi la condizione dei giovani in Italia è particolarmente drammatica e la crisi economica ha accentuato le difficoltà che in Italia sono strutturali e ben più marcate che nel resto dell'Unione europea. Tutto questo è testimoniato dalla difficoltà di accesso al mercato del lavoro e dall'impossibilità di far seguire la propria carriera formativa a una professione corrispondente, dalla grande difficoltà di costruirsi una vita indipendente, dalla difficoltà di accesso al credito, dalla drammatica condizione dei giovani nel mezzogiorno e dei giovani migranti.
I dati parlano chiaro:
• la disoccupazione giovanile nella fascia di età 15-24 anni è al 29,4% (in Europa il 20%)
• metà dei giovani che lavorano ha un contratto da precario
• l'occupazione è calata dell'1,6% in Italia nel 2010, ma tra i giovani il calo è stato dell'8%
• solo il 25% dei giovani che hanno un contratto a termine poi viene assunto a tempo indeterminato
• in Italia i laureati sono il 19%, nei paesi dell'Unione europa il 30%
• nel 2010 gli iscritti all'università sono calati del 5% rispetto al 2009
• l'abbandono scolastico è al 19,2% (in Europa il 15%)
• la popolazione studentesca coperta da borse di studio in Italia è l'8,4%, mentre in Francia è il 23,8% e in Germania il 25,5%
• il 41% degli studenti fuori sede deve prendere in affitto una casa/camera “in nero”
• i giovani che a 34 anni ancora vivono con un genitore sono il 25% della fascia giovanile
• nel mezzogiorno il 20% dei giovani non studia e non cerca lavoro.
E potremmo continuare.
È per questo motivo che la campagna Sbilanciamoci propone – sul modello dei Rapporti prodotti in occasione della discussione della legge finanziaria – un piano sintetico di 10 proposte per affrontare la condizione dei giovani di questo paese. Si tratta di un primo elenco di proposte alle quali si possono affiancare le altre elaborazioni e proposte che le organizzazioni giovanili e studentesche hanno formulato in questi anni.
Si tratta di proposte che possono in gran parte essere “autofinanziate” e che se portate avanti con coerenza e determinazione possono – secondo i nostri calcoli – portare anche a un aumento dell'1% del Pil. Si tratta – anche sulla condizione giovanile e per questo motivo può avere un significato paradigmatico – di contrastare le politiche restrittive e di puro contenimento della spesa (e spesso di taglio selvaggio alla spesa per la formazione, alle politiche e ai servizi sociali, all'ambiente, alla ricerca) che Tremonti e il governo Berlusconi hanno sin qui messo in campo. Si tratta di mettere in campo politiche di protezione sociale con politiche di investimento nella formazione, nella ricerca, nell'innovazione, nel capitale sociale e umano. In una parola si tratta di investire nel futuro, nella qualità sociale e ambientale, nella sostenibilità ambientale in un'autentica società della conoscenza che favorisca una maggior benessere, maggiori diritti, oppurtunità ed eguaglianza, che contribuisca a un nuovo modello di sviluppo al quale i giovani possono dare un contributo fondamentale.

Scarica il pdf con le 10 proposte

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: old.sbilanciamoci.info.
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Commenti

Proposte per il lavoro precario e non solo

La crisi economica non sarà breve, poiché essa è il prodotto del riequilibrio della produzione, della ricchezza e del benessere a livello planetario. E’ necessario quindi approntare misure adeguate sia per favorire la crescita, sia come provvidenze welfare universali.
L’Italia è l’unico Paese UE (oltre alla Grecia e all’Ungheria) che non ha un sistema di ammortizzatori sociali universale.
Il nostro è un Paese incivile, governato da una cricca di incompetenti (Berlusconi, Tremonti, Sacconi), che ha deciso (v. manovra correttiva 2010: 24,9 mld per il biennio 2011-2012, quasi tutta sulle spalle di: precari, licenziati in decine di migliaia; pensionandi inattivi a reddito zero; dipendenti pubblici; spesa sociale delle Regioni e dei Comuni) - crudelmente - di far pagare la crisi economica ai ceti bassi e una parte dei ceti medi, risparmiando (quasi) interamente i ricchi e gli abbienti!
Occorrono una piena consapevolezza di questo, una grande coesione ed una lotta dura onde evitare l’affermarsi in Italia della pura logica darwiniana, portata avanti nel mondo da una ristrettissima minoranza di straricchi, che attraverso il dominio dei media e una potentissima capacità di lobbing condizionano le scelte economiche degli Stati e degli Organismi di regolazione e controllo.
Non servirebbe "molto", basterebbero, per iniziare, tre misure: 1) riforma della legislazione sul lavoro precario, a favore dei precari, facendolo costare di più di quello stabile; 2) reddito di cittadinanza universale – opportunamente disciplinato; e 3) un piano corposo pluriennale di alloggi pubblici (almeno 25 mila all'anno, il decuplo di quelli che si sono costruiti in media negli ultimi 20 anni) per dare un alloggio ad affitto sociale, per consentire a 1 o 2 o 3 milioni di persone (i disoccupati sono 2 milioni circa, i cassintegrati circa mezzo milione, gli inattivi 15 milioni, di cui 10 milioni di donne, per la più parte al Sud) di fronteggiare l’attuale crisi occupazionale per i prossimi 5-10-15 anni.
Allego: Proposte complete (con tutti i dati riportati ed alcune proposte di legge già presentate finora) http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2593370.html , di cui [Nota 4]
Lavoro precario e reddito di cittadinanza http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580529.html .