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Casa

Il regresso dell'Imu. A chi giova?

07/05/2013

Intervenendo sulla tassa sulla casa, il governo Letta fa un triplice errore: spostando risorse dai più poveri ai più ricchi, dai più giovani ai più vecchi, dalle periferie al centro. Senza con questo aiutare l'economia

Costosa, inutile e dannosa. La prima manovra economica del governo Letta-Alfano, oltre a consegnare un plateale successo politico a Silvio Berlusconi – che vede la sua bandierina elettorale trasformata in decreto legge, il primo del neonato esecutivo – si colloca al di fuori di qualsiasi logica economica e al centro di un disegno redistributivo preciso: di censo (dai più poveri ai più ricchi), generazionale (dai più giovani ai più vecchi), territoriale (dalla periferia al centro).

Gli effetti redistributivi

Non è ancora chiara la sorte finale dell'Imu, visto che quella di giugno è solo una “sospensione”. Una parte della coalizione che sostiene il governo chiede che a regime l'Imu sparisca del tutto, e anzi che sia restituita anche quella pagata nel 2012; un'altra parte che sia tolta solo sulle prime case. Per comodità, ragioniamo sulla seconda opzione, che costerebbe alle casse pubbliche 4 miliardi di minori entrate. La vulgata vuole che, poiché sono moltissimi gli italiani proprietari di case, ci guadagnino quasi tutti. Ma andiamo a vedere i numeri. Secondo un rapporto sugli Immobili in Italia delle Agenzie del Territorio e delle Entrate, dei 41,5 milioni di contribuenti italiani, il 59% (26,4 milioni) è proprietario di un immobile. Il che già esclude dal beneficio dei tagli all'Imu più del 40% dei contribuenti italiani: non hanno immobili, dunque sono presumibilmente nella fascia più povera della popolazione. Tra coloro che hanno un immobile come prima casa, poi, non tutti sono tenuti al pagamento dell'Imu, poiché per le fasce più basse di reddito le detrazioni azzerano l'imposta: considerando anche questi ultimi, si viene a scoprire che circa la metà delle famiglie italiane non paga l'Imu (vuoi perché non ha la casa, vuoi perché le detrazioni annullano del tutto l'imposta).

Tra coloro che invece sono tenuti a pagarla, com'è invece la distribuzione del reddito? Secondo i calcoli fatti dagli economisti Bordignon, Pellegrino e Turati, al primo decile della distribuzione ci sono solo il 26,4% d famiglie con Imu “positiva” (cioè tenute al pagamento dell’imposta), e tale percentuale cresce al crescere del reddito fino ad arrivare al 78,7% dell’ultimo decile. Di fatto, più della metà del gettito Imu prima casa viene dai tre scalini più alti della scala della distribuzione, insomma, da coloro che guadagnano di più. (Massimo Bordignon, Simone Pellegrino e Gilberto Turati, “Effetto Imu”, lavoce.info. Si veda anche Bordigon, “Se la felicità è tagliare l’Imu"). Una abolizione pura e semplice dell'Imu prima casa potrebbe sì alleviare il peso fiscale su una parte di famiglie non benestanti, ma di certo avvantaggerebbe in modo più che proporzionale quelle più ricche.

L’effetto redistributivo generazionale è ancora più preoccupante, e smentisce clamorosamente le buone intenzioni dichiarate (o propagandate) in proposito dal governo del relativamente-giovane Letta. Come già si era notato qui, sono proprietari di case solo 837.158 contribuenti nella fascia d'età tra i 21 e i 30 anni: costoro sono solo il 3,5% dei proprietari, pur essendo l'11% della popolazione. Dopo i 30, la quota dei proprietari di case sale, ovviamente, con l’età. Dunque, un trasferimento di risorse pubbliche ai proprietari di case può essere giustificato con mille altri motivi, ma non certo con l'argomento pro-giovani; risolvendosi invece in un netto trasferimento di risorse da tutta la collettività ai suoi membri più anziani.

Infine, la distribuzione centro/periferia. Quando a giugno mancheranno i primi due miliardi dell'Imu di quest'anno, saranno i comuni a entrare in crisi. Dopo anni di propaganda federalista, con decisione centralista viene abolito il più importante tributo locale. Non sarebbe stato meglio lasciare ai comuni libertà di scelta sul da farsi?

Non-senso economico

Inoltre, i due effetti redistributivi – quello regressivo a sfavore dei più poveri, e quello dalle periferie al centro – si mostrano amplificati se passiamo alla seconda parte di tutti questi ragionamenti: come sarà sostituito il gettito Imu, visto che il governo si è impegnato a tenere invariati i saldi di bilancio e dunque a non finanziare riduzioni delle imposte con nuovo deficit? Qualche sindaco ha già annunciato che saranno aumentate le addizionale Irpef locali – dunque, l’imposizione si sposterebbe dalla casa al lavoro. In alternativa, i comuni saranno obbligati a tagliare le loro spese, per lo più legate a funzioni sociali e di assistenza, dunque vanno a beneficio delle fasce più deboli della popolazione: che si troveranno a dover pagare di più per ticket, o contributi a tariffe come quelle degli asili nido, o trasporti, o tante altre spese legate alle funzioni dei comuni. A queste obiezioni si replica che potrebbe essere il governo centrale, con qualche marchingegno, a mettere risorse proprie sulla riduzione dell’Imu: ma anche in questo caso vanno valutati gli effetti redistributivi derivanti dalla scelta di impiegare le poche risorse disponibili in una riduzione dell’imposta sugli immobili invece che – per fare solo qualche esempio – in un piano per il lavoro dei giovani, o nella riduzione delle imposte sui redditi più bassi, o altro.

Come ha scritto Mario Pianta, con i 4 miliardi del gettito dell'Imu sulla prima casa si possono azzerare le imposte sui redditi per tutti coloro che guadagnano meno di 15.000 euro l'anno. E ci sono molte ragioni per “tassare le case, non il lavoro” (v. intervista a Gilberto Muraro, su Il Bo). Misure nettamente rivolte ai più poveri, oppure al sostegno alle assunzioni dei più giovani, avrebbero inoltre un effetto sull'economia maggiore, sostenendo la domanda interna: cosa che la riduzione o cancellazione dell'Imu fa in misura assai minore. Molti tra i sostenitori della riduzione o abolizione dell’Imu, dicono che in questo modo si avrebbe una spinta alla ripresa economica attraverso il rilancio dell’edilizia (è quel che scrive per esempio Luca Ricolfi su La Stampa del 5 maggio 2013, nell’articolo “Parliamo di tasse senza ideologie”): ignorando però (o fingendo di ignorare) il fatto che le compravendite di case nuove sono ferme non per colpa dell’Imu ma perché le banche non danno più mutui, e che già sul mercato ci sono milioni di metri cubi costruiti e invenduti. Né si può pensare che un forte incentivo all’economia possa arrivare attraverso l’effetto della maggiore liquidità che una parte delle famiglie avrà a giugno: a meno di non immaginare che tutti i proprietari di case corrano a spendere i soldi risparmiati sull’Imu acquistando immediatamente beni, ovviamente italiani.

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Commenti

Sulla questione delle abitazioni.

Cos'è la casa? Non è una merce. Come non dovrebbero esserlo: l'acqua da bere, la luce del Sole, l'aria per respirare e vivere...... Ogni essere umano deve-dovrebbe avere un tetto sotto il quale ripararsi di notte e non solo. In questo senso la casa non può essere una merce.
Lo spazio vitale sotto cui ripararsi per esempio ...100mq sono l'aria per respirare ...Tassiamo l'aria ?
Sarebbe come mettere una tassa aggiuntiva sulle scarpe.... Inoltre ragionamento accettabile sarebbe quello di parlare non solo di un angolo del quadro ma del suo insieme: il bilancio dello stato; Giuliano Amato € 30.000 al mese? Il cosiddetto capo della polizia 600.000 ?; la Repubblica Italiana ha sue articolazioni collocate in affitto presso privati mentre ha propri edifici (una moltitudine..) sfitti; è logico tutto questo ? La casa dove si abita (...in generale..) è come l'aria che respiriamo.

a proposito di IMU su prima casa.....

mi sorge da tempo un dubbio.se io sono una pensionata,con mutuo e un figlio a carico e' ho dovuto pagare con grandi saoicrifici euro 750 di IMU calcolando che nel mio parco alla periferia di capodimonte siamo in 250 proprietari,su per giu' abbiamo contribuito con 170 - 190 milaeuro.Calcolando che la classe media,vive tra capodimonte,colli aminei,rione alto,vomero questi 4 miliardi non sono stati dati solo da questi quartieri di napoli. sulla prima casa.qualcuno puo' rispondermi,perche' ormai non credo piu' a ci'o' che mediaticamente vogliono farci credere.

I matti dell'imu

Bisogna davvero essere matti per accettare di dover lavorare come muli per pagare prima tasse improponibili sul reddito, e poi tasse indecenti su quel poco che si è riuscito a costruire col proprio lavoro.
E poi, dopo che sputiamo sangue e sudore tutti i giorni lavorando, veniamo anche tacciati di egoismo da eserciti di mantenuti, che sanno solo piangere e non si sforzano minimamente di contribuire alla società, dalla quale invece pretendono tutto.
Il bello è che anche chi ha un reddito minimo, ma da lavoro dipendente, come me, lo psicanalista se lo deve pagare, mentre i soliti mantenuti professionali possono tranquillamente andarci a spese di chi lavora.

L’IMU, in Italia, è più propriamente materia di psicoanalisti che analisti

Cara Roberta Carlini,
Apprezzo molto le Sue analisi, che condivido, un po’ meno la Sua “bontà”. L’Italia è il Paese della logica stortignaccola (per cui, come Lei scriveva in passato, ci si preoccupa più dei proprietari di casa che dei giovani disoccupati e senza casa) e degli eufemismi e dello stravolgimento delle parole (per cui ora il termine “riforma” sta ad indicare qualunque modificazione dello status quo, anche quelle di segno peggiorativo).
Come ho scritto al punto 12 di un mio commento precedente, sull’IMU è vano qualunque discorso razionale, logico, basato sui dati e che intenda affermare un principio di equità minimale, perché “a ben vedere, al netto del valore simbolico della casa (in Italia viene subito dopo la mamma…), non c’è un solo motivo a sostegno dell’abolizione dell’IMU sulla prima casa ed è quasi agevole notare che tutte le motivazioni addotte, anche quelle esplicite in vari articoli e commenti, rinviano a motivazioni “sottostanti” e scontano tale pregiudizio – come dire? – subliminale”.
Al netto di alcuni criteri di applicazione senz’altro migliorabili, l’egoismo e la “sordità” di tantissimi Italiani in tema di IMU sono materia, non di analisti, bensì più propriamente di psicoanalisti.

Puntualizzazione (per tutti) sui dati degli immobili della Chiesa

Ripeto, sono piuttosto ignorante sulla materia degli immobili della Chiesa, ma sull’attendibilità del “Sole 24 ore” mi permetto di nutrire qualche dubbio.
Poiché tratta sia dell’attendibilità dei dati (errati per notevole sovrastima) sugli immobili della Chiesa scritti in un suo libro da Piergiorgio Odifreddi e ribaditi più volte nel suo blog, sia di quelli del “Sole 24 ore” (nell'articolo, 2.000 mld si riferiscono, comunque, a tutto il mondo, non solo all’Italia) e su quelli delle auto blu, riporto la mia replica allo stesso Odifreddi.
Per inciso, riporto un’altra balla raccontata 3 giorni fa dal “Sole 24 ore”, esempio di disinformazione grave:
“Andreotti, per essere assolto dall'accusa di associazione mafiosa ci sono voluti più di 11 anni” 6 maggio 2013 http://24o.it/AjL1K .

Caro Piergiorgio Odifreddi (31.8.2011 01:04),
Vedo che Lei non s’arrende mai ed ama ripetersi, costringendomi a fare altrettanto.
1) La stima di 400 milioni è di Wikipedia e dell’ANCI.
2) Un miliardo, ammesso e non concesso che sia la stima corretta (vedi punto successivo) è, in ogni caso, pari al 45% di 2,250 mld.
3) Sul dato del “Mondo”, Le ho già risposto lo scorso 1 giugno (cfr. “Sono invalsi i giudizi”): “Anche “Il Mondo” scrive di 20.000 tra immobili e terreni a Roma.
Gli immobili ad uso abitativo (trova i dati ufficiali in calce al ‘post’ sull’ICI), ripeto, sono 32 milioni!”
Se ne ricava facilmente, a spanne, che se a 60 milioni di abitanti corrispondono 32 milioni di immobili residenziali, a 3 milioni di abitanti a Roma corrispondono 1,6 milioni di immobili residenziali. 20.000 equivalgono, quindi, ad appena lo 0,6%, e non arriviamo al 20 o 25% neanche se lo decuplichiamo.
La settimana scorsa, il sindaco Alemanno, in risposta ad un’interrogazione dei Radicali Italiani, ha quantificato in 11 milioni il mancato introito a Roma.
Pertanto, come nel ‘post’ predetto, concludo dicendo: Converrà che forse c’è qualcosa che non torna. Mi sa tanto di leggenda metropolitana, come per le 600.000 auto blu.
Alcuni mesi fa ebbi una discussione su un forum politico sul numero delle auto blu. La fonte dei dati del mio interlocutore era “Il Sole 24 ore”, dati confermati da Vincenzo Borgomeo di “Repubblica”. Feci una ricerca accurata e accertai che i dati del “Sole 24 ore” e di “Repubblica” erano di terza mano e completamente sballati. Le fantomatiche 600.000 auto blu, di cui da anni si ciancia in Italia, sono soltanto 86.000 circa!
Due settimane fa, ho scoperto che anche “Repubblica” ora parla di 90 mila auto blu.
Ecco l’analisi delle auto blu
http://partitodemocratico.gruppi.ilcannocchiale.it/?t=post&pid=2569442

http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2011/08/28/porgere-laltro-portafoglio/comment-page-5/#comment-27957

imu

Cara Roberta, apprezzo molto la sua pacatezza nel disquisire senza preconcetti o presunzioni, del punto in questione.
Sono consapevole di aver esagerato un pochino nel difendere quello che per me è un vero principio di civiltà.
Ora però penso che su 800 mld. di bilancio statale non sia difficile trovare 4 mld. di tagli per cancellare l'Imu, vedi ad esempio le spese militari, con dubbia utilità di missioni all'estero, per tacere di TAV o di allargamento dell'areoporto di Fiumicino, e sono le prime cose che mi vengono in mente.
Capisco però che se da una parte io, facendo della prima casa una bandiera, obiettivo di una vita lavorativa, una cosa di vero valore, anche affettivo, da lasciare ai figli, vedo come il fumo negli occhi qualunque tipo di tassazione che la colpisca (come una malattia che colpisca un figlio), specie dopo essere stato privato negli anni prima del TFR, e poi probabilmente di una pensione dignitosa quando sarà mai l'ora; d'altra parte comprendo chi, non avendo la possibilità di riuscire nell'obiettivo, guardi alle case dei "più fortunati" una sorta di patente di benessere, per il quale è giusto pagare qualcosa.
Poi ci sono altre questioni di fondo per le quali l'imu è come sale su una ferita, parlo ad esempio delle diverse scuole di pensiero riguardo la giusta proporzione tra imposte dirette ed indirette. Ed appunto tra le indirette, lo scegliere proprio la casa, patrimonio non di tutti, come oggetto di tassazione. Questo mentre altri patrimoni, rimanendo nell'ambito della tassazione patrimoniale, ad esempio investimenti finanziari, vengono tassati in modo inversamente proporzionale, e quindi sempre a mio parere iniquamente, rispetto alla loro consistenza.
C'è poi il fatto che senza un catasto funzionante alla fine a pagare sono sempre i poveri fessi che denunciano tutto ed hanno costruito dove si poteva, come si poteva, e quando si poteva. Non voglio pensare quanti immobili in italia non risultino neppure censiti al catasto, forse interi paesi, oppure quanti capanni o ruderi agricoli siano in realtà ville con piscina.
Sul fatto di considerare l'Imu come una tassa meramente comunale, tesa a consentire servizi per le popolazioni residenti, sono molto dubbioso per due motivi. Uno perchè alla fine l'imu arriva al termine di una lunga querelle relativa ai trasferimenti di risorse tra stato e comuni, e quindi a mio parere si può tranquillamente considerare una tassa statale. Secondo perchè ormai i bilanci dei comuni risultino per circa l''80%, di media, gravati da emolumenti e stipendi di amministratori (uomini dei vari partiti) e dipendenti (questi ultimi per lo più amici degli amici, e qui mi fermo per carità di patria...), e quindi di certo le risorse amministrate vengono solo in minima parte dirottate su servizi ai cittadini.
Come esempio del mega spreco delle risorse pubbliche anche comunali, parlo del mio comune, dove il trasporto pubblico viene pagato a società terza, dei soliti amici degli amici, un tanto a kilometro percorso da mezzi vecchi enormi fatiscenti ed inquinanti, che corrono per tutta la città continuamente, sempre più vuoti che pieni, affumicando i nostri polmoni e deteriorando le strade, che vengono poi riparate fittiziamente da società controllate da amici degli amici, che hanno l'interesse ad un veloce rideterioramento delle stesse, per potere reintervenire, a nostre spese.
Insomma, potrei scrivere ed annoiarvi per ore, e capisco che alcuni possano considerare alla fine le mie elucubrazioni, da non esperto, chiacchiere da bar, però penso che prima di cercare l'acqua spremendo ogni frutto disponibile, sarebbe prima meglio chiudere i rubinetti, e/o controllare bene dove scola alla fine l'acqua.
Un saluto.

L'Imu tra sogni e realtà

Discussione vivace, succede spesso quando si tocca un nervo scoperto. Non vorrei fare battibecchi a due: nessuno ha la verità in tasca, ma cerchiamo di capirci. Se si afferma in via di principio - come fa Ale - che sarebbe meglio non pagare alcuna tassa sulla prima casa, sarebbe bene dire da dove tirare fuori quelle risorse: se, come succederà con tutta probabilità, verranno fuori dal taglio delle spese dei comuni, o dall'aumento dell'addizionale Irpef comunale, è molto probabile che il peso si trasferirà dal ceto medio (per usare le parole di Ale) al ceto medio-basso, o basso. Certo, possiamo pensare che quei soldi possano venir fuori da tagli a spese improduttive o a sprechi della politica: magari! Ma anche in questo caso, si potrebbero dirigere quei soldi recuperati verso altre spese utili (gli asili nido, citati da Ale), oppure a tagliare le tasse sul lavoro. E' vero che la casa non è (necessariamente) una cosa da ricchi, ma certo chi ce l'ha sta meglio di chi non ce l'ha. Altro è eliminare le iniquità della tassa sulla casa: dunque, lavorare sulle detrazioni (per esentare del tutto i redditi più bassi) e sulla veridicità dei valori delle rendite: v. post di Antonello, che mi trova d'accordo. Dunque, si può tassare la casa in modo giusto. Chi invece propone di detassarla del tutto, dovrebbe indicarci un modo per farlo che non sia ingiusto, cioè che non vada a danno dei più deboli e più poveri.

ultima replica al Sig. Vincesko

Amen.
Da sordo, poco intelligente e disinformato, quale Lei mi identifica, mi rendo conto di non poter competere cone le Sue competenze. Allego giusto un link di fonte spero definibile imparziale ed autorevole. Non credo si possa dir lo stesso del comunque da me molto stimato Prof. Odifreddi.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-15/chiesa-2mila-miliardi-immobili-082813.shtml?uuid=Ab3cTeUH

Seconda (e ultima) replica ad “ale”

Lei dovrebbe leggere più attentamente, valutare con intelligenza e compiutamente la serie numerosa di motivi da me addotti contro l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, nonché i post linkati, ed informarsi meglio, se no è ancor più un dialogo tra sordi. Mi permetta una battuta: a Napoli si dice: ‘a sai longa ‘a canzone. In dettaglio, mi limito a rilevare:
1) Il 2011 – mi pare – non è futuro, ma fa parte già del passato.
2) Milioni di persone (inclusi poveri), nel 2011, hanno già pagato “contributi” al risanamento dei conti pubblici spesso più elevati del Suo e pari, talvolta, anche a 50 volte o 50 anni della Sua IMU; ad altri sta succedendo e succederà in futuro; Lei, prima che arrivasse Monti, zero.
3) Questo, non è etico, non le Sue ‘elucubrazioni’ corredate di dati errati per non pagare 1,5 € al giorno per finanziare i servizi del Suo Comune e partecipare, come altri milioni di Italiani, ed in misura rispetto a moltissimi altri molto inferiore, ai sacrifici per risanare i conti del Paese in una situazione di crisi terribile che durerà a lungo.
PS: Io sono miscredente, non sono informatissimo sull'argomento, ma credo che il patrimonio immobiliare della Chiesa sia pari forse all’1% del debito pubblico italiano (cfr. “Esenzione della Chiesa dall’ICI: discussione con Piergiorgio Odifreddi”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2706821.html ).

in risposta al Sig. Vincesko

Voglio ancora darLe in parte ragione caro Sig. Vincensko, questa tassa fa proprio "sragionare", ma non nel senso che intende purtroppo Lei, e dico purtroppo perchè leggo troppe note di supponenza nelle Sue righe nei miei confronti. Forse non sarò così preparato come Lei dice e pensa di essere, ma penso di interpretare bene la rabbia di chi si sente per l'ennesima volta buggerato da questo stato famelico senza fondo.
Lei dice "sic" quando si parla di etica, io penso invece che il modo di contribuire ad una società tocca fortemente queste corde. Ad esempio Lei compara le tasse che io devo pagare sul mio reddito da lavoro, per una casa che ho costruito con la mia fatica, con manovre finanziarie che Le hanno "tolto" futuri redditi, presumo da pensione, per una inattività che Lei definisce "per forza maggiore", e che io di cuore Le auguro non sia provocata da problemi di salute. Orbene io mi lamento di tasse che devo pagare con denaro frutto del mio lavoro, e Lei si lamenta che non Le verranno più attribuiti denari frutto di lavoro altrui.
Lei afferma che l'Imu c'è in tutta Europa, quindi sarebbe cosa buona e giusta. Io osservo che anche l'Aids c'è in tutta Europa, ma non la considero cosa augurabile. Poi dice che giustamente in Europa si critica l'Imu italiana per mancanza di progressività. Bene, mi pare che quindi possiamo metterci daccordo: zero sulla prima casa e su immobili oggetto di attività produttive, poi scatenatevi pure su seconde case ed altro, e, se possibile, ci sarebbe anche la Chiesa Cattolica, che da sola è proprietaria di immobili per un valore commerciale complessivo pari all'intero debito pubblico italiano.
Un ultima annotazione sulle Sue intelligenti argomentazioni, anch'esse (sic) in parte etiche, riguarda l'affermazione che gran parte della proprietà immobiliare italiana sarebbe frutto di investimenti da parte di chi ha evaso le tasse o, peggio, di chi ha compiuto altri reati, quindi vede giusta l'imposizione di una tassa patrimoniale sugli immobili per risarcire la collettività. Anche qui Le do ragione parzialmente, nel senso che se qualcuno ha compiuto reati, è giustissimo sanzionarlo anche tramite ad esempio l'esproprio delle proprietà immobiliari frutto del reinvestimento dei capitali ingiustamente accumulati. Mi risulta più difficile capire invece perchè dovrei pagare io per questa attività criminosa posta in essere da altri, tramite questa bella tassa.
Ora, a parte queste polemiche che Lei mi stimola, rimane sempre la mia prima obiezione, che costituiva il cuore del mio primo intervento: come si può pensare di far ripartire l'economia del Ns. Paese aumentando costantemente, in modo brutale e senza la minima equità, la tassazione sui soggetti che potrebbero invece indirizzare le risorse, che sono così costretti a buttare nel calderone statale, verso quelle categorie produttive di beni non primari e servizi, che costituiscono l'anima ed il vero motore di ogni moderno tessuto socio economico?

Replica ad "ale"

Caro “ale”, è proprio vero che l’IMU sulla prima casa fa… “sragionare”. Lasciando da parte le motivazioni “etiche” (sic):
1) io Le ho chiesto soltanto delle manovre varate dal governo Berlusconi-Tremonti;
2) Le ho anche chiesto quale sia stato il Suo contributo, non ordinario, ma straordinario, sulla cifra imponente di 266,3 mld di manovre correttive molto, molto inique varate del governo Berlusconi-Tremonti (quello stesso che abolì l’ICI sulla prima casa dei ricchi); il governo Monti è stato molto più equo (ed impopolare) proprio perché ha reintrodotto l’IMU sulla prima casa ed aumentato le accise sui carburanti;
3) mi pare di arguire che esso sia stato pari a zero;
4) 542 € l’anno (con franchigie? deve essere correlato ad un valore capitale non proprio basso) fanno 45 € al mese, 1,5 al giorno, per co-finanziare i servizi del Suo Comune, che, senza, sarebbe costretto o a tagliarli o a sostituirli con altre imposte: su chi?;
5) i rilievi critici dell’UE vertono non sull’IMU sulla prima casa di per sé (che esiste in tutti i Paesi), ma – pensi un po’ - esclusivamente sulla carenza di progressività dell’IMU;
6) l’IVA – imposta regressiva - non riguarda (quasi) il patrimonio, ma i consumi (comunque, io sono favorevole ad un aumento dell’IVA soltanto sui beni di lusso); il suo aumento fu una decisione - ad effetto ritardato e condizionato - del governo Berlusconi-Tremonti;
7) anche l'età di pensionamento per vecchiaia era anni fa a 60 anni e 1 mese, poi portata per legge a 65 anni e 1 mese, ora (dal DL 78/2010 del governo Berlusconi-Tremonti), per risanare i conti pubblici, non quelli dell’INPS in attivo, a 66 anni e 1 mese più l'adeguamento triennale all'aspettativa di vita: per tutti, occupati, disoccupati o inattivi; analogo discorso per le pensioni di anzianità; aumenti per effetto dei quali ci saranno minori esborsi per spesa pensionistica per decine di miliardi l'anno (centinaia nei prossimi decenni), tolti dalle tasche dei pensionandi (integralmente, da quelli inattivi): a me - inattivo per causa di forza maggiore - ed altre decine o centinaia di migliaia, ne hanno tolti nel 2011 per 13 mensilità, per un ammontare di qualche decina di migliaia di Euri, pari - poniamo - a 100 volte o - il che è lo stesso - a 100 anni di IMU media annua (o a 50 anni della Sua)!
Cordiali saluti,
Vincesko

ancora Imu

Caro Vincesku, Le assicuro che le manovre economiche degli ultimi governi mi sono costate assai.
Sono lavoratore dipendente con busta paga rimaneggiata ogni mese in larghissima percentuale da tasse draconiane, alle quali non posso sfuggire, come fanno tantissimi nel Ns. bel Paese. Ho lavorato 10 anni in nero ed ormai 18 in bianco per riuscire, tra risparmi lacrime e sangue, più bel mutuo ancora in essere, a "fare" la casa. Pensi la felicità di vederla tassare l'anno passato per € 542 (e Le assicuro che nel mio bilancio familiare pesano), tramite questa nuova bella pensata di fare la "patrimoniale dei poveri".
Calcoli Lei, se ne ha voglia, quanti BOT o BTP dovrei avere in banca per poter produrre con gli interessi la cifra necessaria a pagarla. Lei considererà speciosa quest'ultima annotazione, ma secondo me inquadra bene le tante iniquità prodotte da questa tassa in particolare.
Avendo busta paga, e quindi reddito certificato, non posso neanche usufruire delle tante prebende concesse a chi non dichiara, e non parlo dei "poveri". Faccio l'esempio dell'asilo per mio figlio che mi costa la bellezza di € 420 mensili, alla faccia dei servizi comunali che sostengo con l'Imu. Ho paura di scoprire cosa faranno con la tassa sull'immondizia.
E non è neanche la guerra tra i dipendenti e le partite IVA, visto che mia moglie è piccola commerciante, e misuro sulla sua pelle quante tasse debba pagare, e quanta protezione sociale della quale io usufruisco, manchi invece a lei.
Mi critica per non aver elencato le altre motivazioni anche "etiche" per le quali la prima casa, unico patrimonio della "sacra famiglia" italiana, non debba cadere vittima della ricerca spasmodica di liquidità da gettare nel calderone del bilancio statale e di quelli dei vari enti locali, utili ed inutili vari. Non ho veramente tempo quest'oggi, dato che disquisizioni filosofiche e sociali meritano più pagine, ma La rimando per l'intanto alle critiche di altro rilievo che la tassa in questione ha avuto da parte della stessa Unione Europea della quale facciamo parte.
Bella poi l'idea di trasferire le tasse dal reddito, verso l'imposizione indiretta. Quella si che porta una giusta politica fiscale, visto che l'Iva e le accise ed i bolli vari sono uguali per tutti. Ad esempio io e Berlusconi paghiamo la stessa Iva sul pezzo di pane che mangiamo tutti i giorni. Non è che lui mangi 100.000 pagnotte perchè è più ricco, va bene mangerà la brioche tutti i giorni, mentre io solo la domenica mattina, ma hai voglia a far pari.
Ora vado a lavorare.
La saluto cordialemente.

12 (e più) motivi contro l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, nessuno a favore

Preliminarmente, riporto i dati.
I dati consuntivi del MEF ( cfr. http://vincesko.ilcannocchiale.it/2013/02/14/i_dati_consuntivi_del_mef_conf.html ) attestano:
- l’introito complessivo dell’IMU è stato pari a 23.7 mld;
- di cui circa 4 mld relativi all’abitazione principale; hanno effettuato versamenti circa 17,8 milioni di contribuenti;
- l’importo medio sulla prima casa è stato di 225 €;
- per la prima casa, l’85% dei contribuenti ha versato fino a 400 €; l’8% circa da 400 a 600 €; e il 6,8% oltre 600 €;
- l’IMU sui fabbricati diversi dall’abitazione principale (esclusi i terreni, le aree edificabili ed i fabbricati rurali) è stata pari a 17,9 mld €;
- in questo caso, i contribuenti sono stati 16 milioni, di cui 15,3 di persone fisiche, per un importo medio di 736 €, e 700 mila altri, per un importo medio di 9.313 €;
- infine, l’IMU sui terreni, sulle aree edificabili e sui fabbricati rurali è stata di 1,7 mld, per un valore medio pari rispettivamente a 209, 680 e 217 €.
- nel 2011, l’Italia era il paese con la più bassa tassazione della proprietà immobiliare tra i principali paesi OCSE;
- lo scostamento tra rendite e valori di mercato, pari in media a 3,7 volte prima dell’introduzione dell’IMU, si è ridotto, per effetto della rivalutazione del 60% delle rendite catastali, a circa 2,3 volte dopo l’introduzione dell’IMU.

Osservo, contro l’abolizione dell’IMU sulla prima casa, che:
1) il costo medio annuo dell’IMU sulla prima casa è pari a 225 €, cioè meno di 1 € al giorno: esattamente, 0,616 €. E' andata e va molto peggio agli "esodati", vecchi (cfr. art. 12 del DL 78/2010 del governo Berlusconi, che per soprammercato abolì l'ICI sui ricchi ed i più abbienti) e nuovi (cfr. DL salva-Italia del governo Monti, che almeno reintrodusse l'IMU sulla prima casa), i quali, per il risanamento dei conti pubblici, hanno pagato e pagano decine di migliaia di € all'anno.
E' quindi un'indecenza che si parli di IMU e la colpa di ciò è sia del miliardario imbonitore e bulimico Silvio Berlusconi, sia dello scarso spirito civico 'compensato' colpevolmente dall'egoismo di una fetta corposa di Italiani;
2) in Italia, secondo la Commissione parlamentare di Vigilanza sull’Anagrafe tributaria, l’evasione fiscale ammonta a 120 mld l’anno; in 10 anni fanno 1.200 mld.
Secondo la Banca d’Italia, il patrimonio immobiliare ammonta a 5.000 mld; secondo l’Agenzia del Territorio, a 6.500 mld. Chissà quanti dei miliardi evasi al fisco, danneggiando gli altri Italiani che pagano le tasse, sono stati e vengono investiti in immobili. Per non parlare dell’economia criminale;
3) i capitali evasi hanno finanziato anche l'acquisto della prima casa;
4 l'IMU è difficilmente evadibile;
5) l'importo è relativamente modesto (nel 90% dei casi), ed altri hanno contribuito e contribuiscono al risanamento in misura molto, molto più gravosa;
6) l’abolizione dell’ICI sui ricchi ed i più abbienti fu finanziata anche tagliando (cfr. DL 78/2010 e DL 98/2011) la spesa sociale dei Comuni del 90%, destinata ai poveri, inclusi i sussidi agli affitti; l'abolizione o la riduzione dell'IMU, nella situazione attuale di crisi terribile, che durerà a lungo, NON è la priorità; le priorità sono il lavoro, la casa a prezzo sociale (che fa la differenza tra la sostenibilità economica e la povertà) e le altre provvidenze di welfare;
7) anzi, essa andrebbe affiancata da un'imposta patrimoniale sui patrimoni superiori a 1 mln di € per finanziare la crescita e gli ammortizzatori sociali anti-crisi, perché dopo 329,5 mld di manovre finanziarie della scorsa legislatura (267,3 mld il governo Berlusconi e 62,2 il governo Monti), addossate in gran parte - soprattutto dal governo Berlusconi - sul ceto medio-basso, solo il 10% delle famiglie italiane che possiede il 45% della ricchezza nazionale ha ora i soldi. [*]
8) l’imposta locale sulla prima casa esiste in tutta l’Europa;
9) nel 2011, l’Italia era il paese con la più bassa tassazione della proprietà immobiliare tra i principali paesi OCSE;
10) dopo ben 330 mld di manovre correttive da inizio legislatura, a) 4 mld non sono una piccola cifra; e b) ovviamente, l’abolizione dell’IMU - del tutto possibile nonostante i vincoli europei - va compensata con un’altra imposta (o un taglio di spesa): è giusto? e su chi? Anche sui poveri, come successe con l’ICI tolta ai ricchi da Berlusconi, caso eclatante di redistribuzione all’incontrario, col taglio del 90% della spesa sociale dei Comuni?;
11) contrariamente a quel che si sostiene sulle conseguenze negative sul mercato immobiliare, a) l’effetto calmieratore dell’IMU sui prezzi degli immobili, ancora troppo elevati, e quelli (generali dell'IMU) benefici sulla difesa del suolo agricolo e del paesaggio; b) va molto peggio ai locatari, di cui nessuno si occupa, che debbono sobbarcarsi ad affitti spesso esosi e che incidono per oltre il 30% della retribuzione; c) la necessità (da quasi tutti auspicata) di spostare in parte il peso fiscale dai redditi al patrimonio; e last but not least d) l’aspetto fon-da-men-ta-le dell’equità;
12) a ben vedere, al netto del valore simbolico della casa (in Italia viene subito dopo la mamma…), non c’è un solo motivo a sostegno dell’abolizione dell’IMU sulla prima casa ed è quasi agevole notare che tutte le motivazioni addotte, anche quelle esplicite in vari articoli e commenti, rinviano a motivazioni “sottostanti” e scontano tale pregiudizio – come dire? – subliminale.
[*] “Ribaltamento delle priorità per volere di un miliardario”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2781004.html

PS:
Per “punizione”, allora, chiedo a “ale” (che sostiene che le “motivazioni sono molteplici”, ma poi ne espone solo una, del tutto speciosa (v. diz.) e in parte smentita dai dati consuntivi del MEF, oltre che dall'articolo) ed a quelli come lui (sperando di avere una risposta): dei 266,3 mld cumulati delle manovre finanziarie varate – e con una distribuzione molto, molto iniqua - dal governo Berlusconi-Tremonti, qual è stato il suo contributo (straordinario, beninteso)?

PPS: tra i sostenitori dell'abolizione dell'IMU sulla prima casa, c'è anche chi non ti aspetteresti:
a) il segretario del PSI, Riccardo Nencini;
b) Keynes blog (cfr. http://keynesblog.com/2013/05/03/di-cosa-parliamo-quando-parliamo-di-imu/ ).

non sono così sicuro

salve, sono abbastanza daccordo sulla tematica: meno tasse sui redditi, più tasse sul patrimonio. Però, come ho segnalato anche al prof. Bordignon, su "lavoce", il mio caso personale (che, certo, essendo un caso non fa teoria) mi pone dei dubbi sulla distribuzione del carico IMU, che sarebbe progressivo, come si dice anche in questo articolo. Mio padre, pensione integrata al minimo, 630 euro, casa alla periferia di roma, di fine anni sessanta, prima con l'ICI non pagava nulla, perché operavano 2 detrazioni, una standard ed una per il reddito. Lo scorso anno ha pagato ben 530 euro, quasi una mensilità intera della sua pensione!! Non è detto che i meno abbienti abbiano case di minor valore, non capisco bene la correlazione. E comunque l'Istat indica in oltre il 73% la quota di famiglie che abitano nella casa di proprietà.Il punto vero, con l'IMU, è stata la rivalutazione secca del 160% uguale per tutti. Se mio padre avesse avuto la stessa casa in una zona più storica di Roma, a parità di altro, avrebbe sicuramente pagato molto di meno, anche nulla. E' chiaro che il nodo della rivalutazione delle rendite va affrontato in modo completamente diverso. Nel caso di mio padre, ora il rapporto tra valore di mercato e rendita rivalutata è all'incirca pari a 2, presumo che al centro di roma sia superiore a 7-8...
cordialità

Correzione di link

Sostituisco il link “qui” riportato nell'articolo, errato:
http://old.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/La-casa-al-centro-i-giovani-al-margine-16403

imu

Io sono tra i favorevoli alla totale abolizione dell'Imu sulla prima casa, così come su qualsiasi tassa che colpisca la prima casa. Le motivazioni sono molteplici. Ne espongo solo una, la più terra terra e meno legata a motivazioni etiche. Non sono così convinto infatti, come l'autore dell'articolo, che la tassa colpisca la fascia più ricca della popolazione, che spesso per motivi diversi (immobili intestati a società fittizie, assenza di redditi dichiarati, o comunque redditi dichiarati così bassi da ottenere esenzioni varie) scampa la tassa, ma anzi penso che la stessa sia l'ennesimo balzello a carico degli appartenenti a quella classe sociale "media", che, anche a causa di queste continue tasse slegate dall'effettiva capacità reddituale, risulta in via di estinzione. Questa classe sociale media è proprio quella che, avendo appunto la possibilità di contare su una ricchezza media, non utilizza la propria capacità patrimoniale solo al fine della mera sopravvivenza, ma può permettersi di accedere a beni e servizi ulteriori. La sopravvivenza di questa classe sociale è quindi a parer mio l'unica risorsa disponibile per consentire la sopravvivenza anche di tutte le imprese che nel ns. paese producono beni non di prima necessità, o producono servizi (esempio tipico il turismo). In un economia moderna dove la produzione dei beni di prima necessità è ormai attività che impiega una minima parte della popolazione, la scelta di impoverire la classe media, senza chiudere prima i rubinetti dell'impressionante spreco delle spese statali, diventa una scelta letale.