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Precari. La nuova classe esplosiva

23/09/2012

Guy Standing, che insegna "Sicurezza economica" all' università di Bath in Inghilterra, ha collaborato a lungo con l'Organizzazione internazionale del Lavoro e vi ha ricoperto incarichi di primo piano. In tale ruolo ha pubblicato vari saggi e rapporti che hanno al centro l' idea di "lavoro dignitoso". Inoltre ha messo in piedi una rete internazionale di ricercatori che studiano sul campo come esso sia presente oppure no in aziende di diversi settori. La stessa idea permea ogni pagina di questo suo ultimo libro. Che si intitola Precari. La nuova classe esplosiva, e che esce per il Mulino (pagg. 304, 19 euro). Il lavoro viene considerato dignitoso quando offre al lavoratore una serie di sicurezze fondamentali per poter condurre un' esistenza che consenta il pieno sviluppo della persona e dei suoi rapporti sociali. Sono indicate in dettaglio nel libro (a pagina 27). La precarietà, intesa soprattutto come una prolungata sequenza di lavori di breve durata, non offre nessuna di tali sicurezze, e dove esse esistono le distrugge. La prima sicurezza che il lavoro precario viene a negare è ovviamente quella del reddito. Pur nei casi in cui un singolo periodo di occupazione sia ben retribuito, è raro che un precario arrivi a mettere insieme più di otto o nove mensilità l'anno. Ma la sua condizione non è gravata soltanto dell' ammontare del reddito. Ciò che rabbuia la vita dei precari è il non sapere se, dove, quando troveranno un' altra fonte di reddito, una volta scaduto il contratto in essere. Altre pesanti insicurezze derivano dal potere arbitrario di cui un datore di lavoro dispone nei confronti del precario in tema di costi che questi deve sopportare e regole che deve seguire; di possibilità di mantenere il proprio ruolo professionale; di potersi esprimere per mezzo di una rappresentanza collettiva sul mercato del lavoro.

continua

Tratto da www.repubblica.it