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È nata la Carta di Lampedusa

05/02/2014

L’aspetto centrale e da cui muove è sicuramente l’annullamento delle distinzioni umane su base geografica o culturale. Tutti siamo esseri umani e, in quanto tali, non dobbiamo essere soggetti e restrizioni nei nostri spostamenti.

 

Questo è chiarito nella prima parte della Carta che elenca i principi di fondo, tra cui spicca la libertà di resistenza, da cui muoveranno tutte le lotte e le battaglie che si vogliono sviluppare a partire dalla Carta di Lampedusa.

 

Sotto accusa in particolare tutti quegli strumenti che regolano i percorsi migratori, che creano forme di inclusione e di esclusione e producono condizioni giuridiche, sociali ed economiche gerarchicamente diversificate per milioni di persone

 

La Parte Seconda della Carta affronta invece questioni più pratiche, quali la militarizzazione dei confini, il razzismo, lo sfruttamento, le detenzioni, i confinamenti e la morte degli esseri umani che le attuali politiche migratorie producono.

 

Particolare merito va alla richiesta della riconversione delle risorse destinate alla militarizzazione e securizzazione del Mediterraneo in strumenti e pratiche di inclusione.

 

Infatti un punto cruciale è sicuramente la richiesta di smilitarizzazione del Mediterraneo, che comporta l'abolizione immediata di Eurosur, Frontex, di tutte le operazioni militari al confine o in territori terzi atte al controllo delle migrazioni, la dismissione di tutti i sistemi militari di tutte le barriere materiali adibiti a controllo e alla limitazione degli spostamenti umani.

 

“La Carta afferma la necessità di sospendere immediatamente ogni pratica di respingimento formale e informale alle frontiere interne ed esterne dell’Unione europea”. Chiede di "svincolare definitivamente il diritto di ingresso, di soggiorno e di permanenza sui territori degli stati membri al possesso di un rapporto di lavoro, così come l’immediata abrogazione della criminalizzazione dell’ingresso e del soccorso all’ingresso.

 

Di pari passo la Carta chiede l’abolizione del sistema dei visti che istituisce una mobilità selettiva tra gli esseri umani e “afferma la necessità di mettere fine alle politiche di esternalizzazione dell’asilo, con cui l’Unione europea demanda la competenza della protezione internazionale agli stati di transito delle persone che si muovono per necessità", così come chiede l’immediata abrogazione del Regolamento di Dublino.

 

E' sottesa a tutto il documento una richiesta ben precisa: il ripensamento della cittadinanza e dei diritti a essa connessi. Nella parte finale viene proposto che sia che la cittadinanza venga rivisitata o meno è fondamentale che a tutti gli individui debbano essere garantiti i diritti civili, politici e sociali.

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Tratto da www.zalab.org