Home / Sezioni / italie / Italia, il lavoro part time ai tempi della crisi

facebook-link twitter-link

Newsletter

Registrati alla newsletter di sbilanciamoci.info

Sezioni

Ultimi link in questa sezione

28/11/2015
Storia di droni italiani, diritti e zone grigie
25/11/2015
Mappa / Armi made in Italy
12/10/2015
Il mistero della garanzia giovani
15/07/2015
Talk Real
13/06/2015
Jobs Act e buoni lavoro precariato alla pari?
25/05/2015
Quando la ricerca fa bene al paese
02/05/2015
Cosa dicono le ultime statistiche sul lavoro in Italia

Italia, il lavoro part time ai tempi della crisi

04/10/2013

Nel 2012, su un totale di 9 milioni 362 mila donne occupate in Italia, circa un terzo lavora a tempo parziale, con un’incidenza poco distante dalla media dell’UE27 (31% e 32,1%, rispettivamente). Questa forma contrattuale ha iniziato a diffondersi in Italia con un significativo ritardo rispetto alla maggioranza dei paesi europei, interessando quasi esclusivamente la componente femminile. Nell’ultimo decennio, soprattutto dopo le modifiche introdotte dalla cosiddetta legge Biagi approvata nel 2003, questa forma contrattuale ha registrato una accelerazione che si è tradotta, negli anni della crisi, in una crescita del part time involontario.

Nel 1993, il lavoro part time interessava circa il 21% dell’occupazione femminile in Italia, con un differenziale di circa 10 punti rispetto alla media europea (UE15). Nel 2004 l’incidenza era salita al 25% circa, riducendo a 5,1 punti la differenza con il dato medio (UE27). (v. nota 1). Questa tendenza è proseguita successivamente, con una accelerazione negli anni recenti, riducendo ulteriormente la differenza con il dato medio per l’UE27, pari a solo un punto percentuale nel 2012.

Negli anni della crisi (v. tab. 1), si è osservato una contrazione dell’occupazione totale, ma come risultato di dinamiche contrastanti sia in base al sesso (con una marcata flessione per la componente maschile e una moderata espansione per la componente femminile) sia in base al regime d’orario (con una netta caduta dei lavori a tempo pieno e un aumento dei lavori a tempo parziale). Il confronto tra il 2007 e il 2012 evidenzia pertanto un aumento dell’occupazione part time tra le donne, sia in valore assoluto sia in termini di incidenza, ma molto più marcato in Italia rispetto alla media europea (UE27).

La crescita della quota di donne occupate a tempo parziale in Italia negli anni della crisi è il risultato di una contrazione del numero di posti di lavoro a tempo pieno (-188 mila) e di un incremento di quelli a tempo parziale (+466 mila). Tuttavia, questo aumento è associato ad una crescita del part time “involontario”, identificato con quanti dichiarano di svolgere un lavoro a tempo parziale in mancanza di occasioni lavorative a tempo pieno. Già prima della crisi, nel 2007, la quota di part-time involontario tra le donne era relativamente elevato in Italia, pari al 35,7% (oltre 15 punti al di sopra del dato medio per l’UE27), ed è andato aumentando raggiungendo il 54,5% nel 2012. Dopo Grecia, Bulgaria e Spagna, l’Italia è attualmente il paese con la più elevata incidenza di part time involontario tra le donne (si veda la figura 1).

Read more

Tratto da ingenere.it