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Legge Obiettivo, verso il superamento
La Commissione Ambiente della Camera ha votato un emendamento che prevede il superamento della legge.Un obiettivo non semplice visto che parliamo di 419 opere per un valore di 383 miliardi
Finalmente un autentico passo in avanti per la cancellazione della Legge Obiettivo: la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati ha votato un emendamento a prima firma Realacci (presidente della Commissione e storico ambientalista) che prevede “l’espresso superamento” della legge 443/2001 nell’ambito della Legge Delega per la completa riscrittura del Codice Appalti.
Nella seduta di Commissione era presente anche il Ministro Delrio, che in diversi interventi aveva auspicato il superamento di una norma inefficace ed inefficiente e che ha espresso parere favorevole all’emendamento.
Da mesi Il Parlamento sta discutendo il recepimento di tre direttive europee ( n. 23/14, 24/14 e 25/14) in materia di appalti e concessioni e la revisione completa del Codice Appalti del 2006. Il testo contiene una Legge Delega che dà la facoltà al Ministro Delrio di recepire le tre Direttive entro il 18 aprile 2016 e di riscrivere il codice appalti entro il 31 luglio 2016.
Il testo è stato già approvato dal Senato e contiene senza dubbio molte cose utili ed opportune, come il potenziamento dell’Autorità Anticorruzione, una stretta sulle varianti e la centralità del progetto, la riduzione delle stazioni appaltanti, l’incremento dei poteri di vigilanza pubblici sul contraente generale, un incremento del sistema di messa a gara delle opere delle concessionarie. (anche se dal 100% di messa a gara già fissato dal Senato, la Commissione della Camera ha abbassato ad 80%). Cosi come la norma sulle concessionarie, gare e rischio operativo ancora non va bene, per indurre gare e trasparenza nella gestione.
Ora con l’inserimento alla Commissione Ambiente della Camera del criterio per il superamento della Legge obiettivo, il testo viene migliorato, grazie anche al prezioso lavoro di tessitura e riscrittura della relatrice Raffaella Mariani.
Il testo approvato è piuttosto articolato e completo: oltre al superamento della Legge obiettivo 443/2001 prevede anche l’aggiornamento del Piano Generale dei Trasporti e della Logistica del 2001, la riprogrammazione delle risorse alle opere sulla base dei criteri individuati nel “Documento Pluriennale di pianificazione (DL 228/2011)” nonché l’applicazione delle procedure di valutazione ambientale strategica (VAS) e di Valutazione di impatto ambientale (VIA).
L’ultima parte del testo prevede “norme transitorie per gli interventi per i quali vi siano obbligazioni giuridiche vincolanti” e la ridefinizione della “famosa” struttura tecnica di missione del Ministero.
Come dire che la strada per uscire dalla legge Obiettivo non sarà semplice, dato che ormai parliamo di una mostruosa lista di 419 opere per un valore di 383 miliardi, di cui decine di opere hanno già il progetto definitivo e spesso anche il soggetto realizzatore (Concessionarie, RFI, Anas, imprese private). Del resto anche la prima selezione adottata dal Governo nell’ambito del DEF per 25 opere prioritarie contiene diversi progetti sbagliati come la TAV Milano-Genova e la Torino Lione, le autostrade Pedemontana Lombarda e quella Veneta.
Proprio per questo la scelta di cancellare la legge obiettivo è indispensabile ed opportuna, per tornare a ragionare di politica dei trasporti entro cui collocare la lista delle opere utili, per restituire ai territori la possibilità di decidere sui progetti, per eliminare definitivamente tante autostrade inutili come la Orte-Mestre o il Tibre Parma-Verona, per restituire centralità alle opere per la riqualificazione ed i servizi delle città, la vera priorità, per applicare la VAS sulla pianificazione delle infrastrutture.
Certamente a questo prezioso risultato hanno contribuito in tanti. Le battaglie storiche di associazioni ambientaliste come WWF, Legambiente ed Italia Nostra, i Verdi ed i Comitati sul territorio contro le grandi opere inutili. Ma anche il fatto che la legge non abbia prodotto risultati, abbia agevolato tangenti ed inchieste della magistratura e che un’autorevole figura come il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone l’abbia definita “criminogena”. Un sostegno è arrivato anche la raccolta di firme estiva del movimento di Civati “Possibile” che tra gli otto referendum aveva anche la cancellazione della legge obiettivo, quesito elaborato insieme a Green Italia.
Adesso il testo della Legge Delega deve superare il parere di altre commissioni e poi andare in Aula per il voto definitivo. Infine tornare al Senato per l’approvazione definitiva. E poi passare alla riscrittura dei testi dei decreti attuativi.
Come dire che se un primo passo importante è stato fatto, la strada da percorrere è lunga e carica di insidie. Come ci dimostra il voto recente dell’Aula della Camera preteso da NCD per riaprire il dossier sul Ponte sullo Stretto di Messina, una delle opere simbolo della Legge Obiettivo di Berlusconi.
La vigilanza continua dunque perché la cancellazione della Legge Obiettivo diventi una solida realtà.
2 ottobre 2015
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