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Furto d’informazione e crisi economica

29/06/2013

Luciano Gallino, Giorgio Lunghini, Guido Rossi ed altri hanno recentemente scritto una lettera in cui denunciano quella che è, a loro avviso, una gravissima distorsione della realtà da parte dei principali media di questo paese: “La politica è scontro d’interessi, e la gestione di questa crisi economica e sociale non fa eccezione. Ma una particolarità c’è, e configura, a nostro avviso, una grave lesione della democrazia. Il modo in cui si parla della crisi costituisce una sistematica deformazione della realtà e un’intollerabile sottrazione di informazioni a danno dell’opinione pubblica. Le scelte delle autorità comunitarie e dei governi europei, all’origine di un attacco alle condizioni di vita e di lavoro e ai diritti sociali delle popolazioni che non ha precedenti nel secondo dopoguerra, vengono rappresentate … come comportamenti obbligati … immediatamente determinati da una crisi a sua volta raffigurata come conseguenza dell’eccessiva generosità dei livelli retributivi e dei sistemi pubblici di welfare. Viene nascosto all’opinione pubblica che, lungi dall’essere un’evidenza, tale rappresentazione riflette un punto di vista ben definito (quello della teoria economica neoliberale), oggetto di severe critiche da parte di economisti non meno autorevoli dei suoi sostenitori.”

 

I promotori di questa lettera non sono gli unici a denunciare un certo monopolio dell’informazione in tema economico. In una memorabile intervista a Marco Travaglio, Tommaso Padoa Schioppa disse “Vi raccomando le pagine economiche. Più ancora che sulla politica, è sull’economia che potete fare la differenza: in genere le pagine economiche dei giornali italiani sono spazi pubblicitari per le banche e le grandi aziende, spesso ben pagati. Voi dovete raccontare quello che gli altri non possono o non vogliono raccontare, e vi garantisco che è una prateria sterminata”. Ma c’è davvero un monopolio d’informazione? Per rispondere a questa domanda in maniera quantitativa abbiamo cercato di identificare chi tra i professori universitari d’economia ha maggiore spazio nei più diffusi quotidiani italiani. Abbiamo dunque considerato la lista dei professori di economia politica, che erano 704 nel 2008, e per ognuno abbiamo contato quanti articoli hanno scritto su La Repubblica, Il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore e La Stampa negli ultimi 5 anni e precisamente dal 1 gennaio 2007 al 31 dicembre 2011 (per questo abbiamo utilizzato l’archivio della Camera dei Deputati).

continua