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La bolletta nucleare e le energie rinnovabili

26/02/2009

Imbarcarsi nel nucleare ora significa fare un regalo ai francesi, con ricadute limitate per le nostre industrie e con un aggravio per le bollette. Rispetto all’impatto economico risulta istruttiva l’esperienza degli Usa dove alcune compagnie elettriche, allettate da importanti aiuti pubblici, vorrebbero ritentare l’avventura atomica 30 anni dopo il più grande disastro industriale della storia, che ha visto aziende elettriche sull’orlo della bancarotta, centrali nucleari mai completate, tariffe alle stelle …
Le utilities americane che stanno ora ritentando la carta atomica, incontrano però non pochi ostacoli, a iniziare dal reperimento delle risorse. Significativo il caso della Progress Energy Florida che aveva ottenuto tre anni fa l’autorizzazione a ritoccare le tariffe per finanziare una nuova centrale atomica, da completare nel 2017, vicino a Tampa. Sennonché nei mesi scorsi i clienti si sono trovati aumenti dell'11% nelle bollette. Sono seguite proteste generalizzate che hanno costretto la compagnia a fare marcia indietro.
E in Europa l’esperienza del reattore in costruzione in Finlandia a Olkiluoto, con 1,5 miliardi di extracosti e un contenzioso aperto tra committenti e costruttori su chi dovrà farsi carico di questo onere, è altrettanto significativo.
Un'altra riflessione riguarda il possibile contributo alla battaglia contro il riscaldamento del Pianeta. Anche qui occorre sgomberare il campo dalle illusioni, come ci ricordano i dati dell’ultimo studio dell’Agenzia internazionale dell’energia sul ruolo che potrebbe giocare il nucleare in uno scenario spinto volto a dimezzare le emissioni entro il 2050 (vedi grafico). Il contributo principale verrebbe, secondo queste elaborazioni, dagli interventi sull’efficienza energetica (36%), seguiti da quelli sulle rinnovabili (21%). Il nucleare potrebbe contribuire a un 6% della riduzione alla metà del secolo su scala mondiale. Un contributo importante, ma decisamente inferiore ad altre soluzioni,
Una riflessione finale per il nostro Paese. Nei prossimi decenni si avranno trasformazioni radicali nel consumo e nella produzione di energia, che vedranno l’immissione sul mercato di migliaia di tecnologie innovative. Questo è un terreno su cui l’Italia può primeggiare e che occorrerebbe quindi favorire. Gettare ingenti risorse nel nucleare avrebbe impatti negativi sulle bollette, limitate ricadute sull’industria nazionale e taglierebbe le gambe alle enormi opportunità presenti nello sviluppo di tecnologie per le rinnovabili e per l’efficienza energetica, settori nei quali potremmo svolgere un ruolo di primo piano.

Tratto da qualenergia.it