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L'unica soluzione è nazionalizzare

16/09/2013

Se si volesse istituire un premio al peggior imprenditore (o padrone che dir si voglia) italiano, cosa che riteniamo auspicabile, bisognerebbe intanto mettersi d'accordo sui criteri di base da prendere in considerazione per la scelta.
Ovviamente, accanto agli indicatori di natura più strettamente aziendale (qualità della strategia, risultati in termini di fatturato, utili, finanza, ecc.), bisognerebbe considerare anche i rapporti con l'ambiente di riferimento dell'azienda (prendendo in conto quelli con il territorio, con i sindacati, con le autorità pubbliche nazionali e locali, con i media), assegnando a questi ultimi un forte peso sul totale dei punti da considerare.
Si potrebbe assegnare un primo premio assoluto e poi, trovandoci in Italia, terra delle mini aziende, uno speciale per le piccole e medie imprese (i due premi potrebbero anche essere cumulabili). Bisognerebbe poi considerare, almeno per il primo anno, non solo i risultati più recenti, ma anche quelli passati. Per semplificare la scelta potremmo trascurare i personaggi già in pensione, perché altrimenti la lotta diventerebbe durissima.
I candidati al trofeo per il primo anno non mancherebbero di certo e ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta: ci vengono in mente, in prima battuta, personaggi come Marchionne, Tronchetti Provera, Ligresti, ovviamente Berlusconi, i Benetton, Riva, Ciarrapico ( avete visto in televisione l'ultima trasmissione di Presa Diretta su questo ultimo personaggio)? Ma probabilmente abbiamo dimenticato qualcuno. Dovremmo in effetti considerare gran parte del gotha (si fa per dire) dell'industria italiana.
Ma dopo una lotta serrata (Berlusconi sarebbe evidentemente da considerare fuori concorso), vista anche la mossa recente del primo che ha cercato di mandare a casa 1.400 dipendenti in una volta sola, la palma dovrebbe andare senza dubbio all'ex (speriamo) magnate dell'acciaio, anche per le molto più grandi dimensioni del gruppo Riva-Fire; riconosciamo peraltro che le imprese di Ligresti e Ciarrapico non sono certo da sottovalutare, ricordando anche che i due sono anche stati sulla scena vittoriosamente per molti decenni. A Marchionne potrebbe essere comunque attribuito il gran premio speciale della giuria per la carriera.

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Tratto da www.ilmanifesto.it