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Sette cose da fare. Il documento finale della Controcernobbio

10/09/2012

Europa, lavoro, protezione sociale, giovani, produzioni sostenibili, meno spesa militare, redistribuire il reddito. Sono queste le sette proproste uscite dalla discussione alla Controcernobbio a Capodarco di Fermo 7-9 settembre 2012. I video degli interventi al forum

La crisi italiana si fa più grave, la recessione è estesa in tutta Europa, la disoccupazione supera il 10% e colpisce un terzo dei giovani. È questo il risultato di cinque anni di crisi e delle politiche di austerità imposte dalla finanza e dall’Europa. Il governo Monti le sta realizzando in Italia all’insegna di un neoliberismo ideologico che non risolve i problemi, aggrava la crisi, minaccia la democrazia. È necessario un cambio di rotta.

Dalle iniziative di questi mesi e dalle discussioni alla “contro-Cernobbio” di Sbilanciamoci di Capodarco sono emerse sette proposte:

1. L’Europa. È essenziale che l’Europa fermi la speculazione e ridimensioni la finanza, vietando le operazioni ad alto rischio, tassando le transazioni finanziarie; il problema del debito si può affrontare con la Banca Centrale Europea che assuma il ruolo di prestatore di ultima istanza e introducendo gli eurobond; lo scudo anti-spread introdotto di recente non risolve i problemi ed espone i paesi fragili al ricatto di un Memorandum che renderebbe permanenti le politiche di austerità; per le stesse ragioni va rifiutato il “Fiscal compact” che impone pareggio di bilancio e taglio del debito. L’Europa deve ritrovare la strada della democrazia.

2. La crisi e il lavoro. Per uscire dalla recessione è necessaria una ripresa della domanda con un maggior ruolo della spesa pubblica, da utilizzare per affrontare l’emergenza occupazione. Dobbiamo difendere i lavoratori che rischiano di perdere il posto nelle 161 crisi industriali del paese. E si possono creare 500 mila nuovi posti di lavoro attraverso investimenti sociali e migliaia di “piccole opere” di cui il paese ha bisogno: infrastrutture di base, messa in sicurezza delle scuole, riassetto idrogeologico, tutela del territorio, mobilità ed energia sostenibile, welfare e salute, istruzione e ricerca. Sono necessarie politiche che tutelino i diritti del lavoro e combattano la precarietà. La legge Fornero va rifiutata.

3. La protezione sociale. Chi è colpito dalla crisi e dalla precarietà, chi è senza lavoro deve disporre di una rete di protezione sociale e tutela del reddito, dall’estensione degli ammortizzatori sociali per i lavori atipici, fino all’introduzione del reddito di cittadinanza. Bisogna difendere la spesa sociale dalle riduzioni dei trasferimenti agli enti locali, ristabilendo i fondi per le politiche sociali; bisogna difendere i diritti dei migranti e chiudere i CIE.

4. Giovani, formazione, conoscenza. Abbiamo bisogno di un “piano giovani” che progetti il futuro di questo paese. L’accesso e la diffusione della conoscenza sono la base per offrire ai giovani nuove possibilità di lavori di qualità. Per l’istruzione e la conoscenza serve un miliardo di euro per migliorare la scuola pubblica – tagliando i 700 milioni di sussidi alle scuole private – assicurare l'obbligo formativo, finanziare università e ricerca, estendere le borse di studio per gli studenti universitari, bloccando gli aumenti delle tasse d’iscrizione e le barriere poste dal numero chiuso nell’accesso all’università.

5. Cambiare produzioni. Il vecchio modello di sviluppo non può più funzionare, lo dimostra il tramonto della Fiat e i problemi dell’Ilva. Serve una politica industriale che orienti le scelte pubbliche e private su che cosa e come produrre, riservando incentivi e riduzioni del cuneo fiscale alle imprese che investono e creano occupazione in produzioni di qualità, con nuovi prodotti e servizi, sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. Va sostenuto l’impegno per la produzione e l’accesso ai beni comuni, il ruolo dell’economia solidale e di relazioni sociali fondate su sobrietà e solidarietà.

6. Tagliare la spesa militare. All’interno della spesa pubblica i tagli vanno fatti sulla spesa militare, non quella sociale: si possono risparmiare 12 miliardi di euro cancellando il programma di acquisizione dei 90 cacciabombardieri F35 e riducendo di un terzo le Forze Armate.

7. Redistribuire il reddito. Nuove risorse per la spesa pubblica si devono trovare tassando la ricchezza finanziaria e immobiliare e riducendo le imposte sul lavoro. I patrimoni superiori al milione di euro vanno tassati con un’aliquota progressiva che parta dal 5 per 1000. Va innalzata al 23% l’imposizione fiscale sulle rendite e bisogna tassare i redditi superiori ai 200 mila euro con l'aliquota del 50%. Serve una lotta sistematica all'evasione fiscale. La legalità è un fondamento essenziale per ricostruire il paese: servono misure contro la corruzione e fermare l’espansione dell’economia criminale.

È questo il “cambio di rotta” che Sbilanciamoci! chiede alla politica e all’economia italiana. È in questo modo che si può uscire dal paradigma neoliberista e dalle politiche di austerità. È in questo modo che si può estendere la partecipazione politica e rinnovare la democrazia. È questa l’agenda che deve essere al centro della discussione politica nelle prossime elezioni italiane.

 

 

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Commenti

Domanda al Presidente del Consiglio, Mario Monti

DOMANDA RIVOLTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, MARIO MONTI, TRAMITE “REPUBBLICA”
inviato il 12/6/2012 alle 13:54
domandeamonti@repubblica.it
Egr. Sig. Presidente,
Come non si possono fare le nozze coi fichi secchi, così non si può stimolare la crescita senza risorse finanziarie. La crisi economica è dura e sarà lunga (almeno 15 anni), poiché riflette il riequilibrio in ambito planetario della produzione, della ricchezza e del benessere. Occorre perciò un punto di vista da economia di “guerra”.
Passera e Squinzi ovviamente lo sanno bene, altrettanto Alesina e Giavazzi o il “Corriere della Sera”, ma fanno gli gnorri o gli utili idioti (gli riesce sempre molto bene quando si tratta di tutelare i poteri forti).
Provo a sintetizzare:
1) E’ stata varata, con la Monti-Fornero, l'ottava riforma delle pensioni dal 1992, (cfr. [1] nota 1). Tutte insieme produrranno nei prossimi decenni risparmi per centinaia di miliardi. Neppure un centesimo di questi ingentissimi risparmi è previsto andrà a ridurre le disuguaglianze o finanziare ammortizzatori sociali universali - rispettivamente, tra le maggiori (cfr. [1], nota 11) e tra i più bassi in ambito OCSE, come rammentato più volte (anche nella Lettera della BCE, cfr. [1], nota 4) da Mario Draghi -, o finanziare direttamente la crescita, ma alimenterà l’avanzo primario.
2) I risparmi dalla “spending revuew” che possono venire non certamente dalla ulteriore riduzione delle auto blu (che avrebbe però un valore simbolico), ma da una significativa riduzione della voce “beni e servizi”, che cifra complessivamente quasi 140 mld (ci sta pensando il commissario Enrico Bondi), e dai trasferimenti/agevolazioni fiscali alle imprese ed ai redditi alti, serviranno ad evitare l’aumento dell’IVA.
3) Le risorse per la crescita (e per la riduzione del debito e conseguente riduzione degli interessi) possono venire soltanto prendendoli da quelli che i soldi ce li hanno, dopo che gli oltre 200 mld di manovre finanziarie varate negli ultimi 2 anni [*] sono stati addossati in gran parte sui ceti medio-bassi e persino sui poveri (la spesa sociale dei Comuni e delle Regioni è stata tagliata dal governo Berlusconi-Tremonti del 90%), e cioè:
– all’interno, a) dall'introduzione di un'imposta patrimoniale ordinaria (e/o prestito forzoso) sui grandi patrimoni, proposta persino, nel settembre scorso, dalle associazioni degli imprenditori (cfr. [1], nota 16), proprio come contropartita della riforma del lavoro e delle pensioni di anzianità; ma, come si dice, "passata la festa, gabbato lo santo"; b) dalla ritassazione una tantum dei capitali scudati e dalla tassazione di quelli esportati in Svizzera [**]; c) da una maggiore contribuzione dei redditi alti ai servizi pubblici; d) da un aumento dell’IVA sui beni di lusso; e) dalla lotta all’evasione fiscale e contributiva; f) da una lotta alle false indennità d’invalidità (la cui spesa è pari complessivamente a 16 mld, incluse le indennità di accompagnamento);
- all’esterno (UE), a) dal varo dei project bond e degli EuroUnionBond (v. [1], nota 12); e b) dall’introduzione della TTF, approvata nel lontano marzo 2011 dal Parlamento europeo (v. [1], nota 13).
[1] APPUNTO DOPO LE LETTERE DELLA BCE AL GOVERNO E DEL GOVERNO ALL’UE
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2695770.html
(firma)
PS: E’ un anno che uso definire la cancelliera Merkel una "bottegaia", leader di un Paese di "bottegai", per giunta arroganti, come li definiva Primo Levi (ne "La tregua").
E’ giusto che noi dobbiamo completare i compiti a casa, all’appello manca ancora, appunto, un’imposta patrimoniale sui grandi patrimoni o la lotta alla corruzione ed all’inefficienza della PA, che è una delle chiavi di volta dello sviluppo del Paese.
Tuttavia, i tornanti della storia, come quello attuale, sarebbe meglio affrontarli avendo alla guida degli statisti, non dei "bottegai". Purtroppo in Germania non c'è ora un Kohl, ma una Merkel. [2]
[2] “Le promesse da marinaio della “bottegaia” Merkel”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2739381.html

***
[*] "Il lavoro 'sporco' del governo Berlusconi-Tremonti"
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2747515.html
da cui traggo:
Riepilogo [delle manovre finanziarie correttive da inizio legislatura, valori cumulati]:
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld;
- governo Monti 63,2 mld.
Guardando le nude cifre, e mi dispiace molto dirlo, l’Italia l’ha “salvata” più Berlusconi (in maniera scandalosamente iniqua) che Monti.
[**] "La Grecia batte l'Italia: lunedì l'accordo con la Svizzera per tassare i capitali"
1 settembre 2012
Mentre Roma è distratta da polemiche interne lunedì sarà finalizzato l'accordo fra il governo di Atene e le autorità elvetiche in base al quale i conti dei cittadini ellenici occultati nelle banche svizzere saranno tassati e le casse statali greche potranno recuperare fra i 4 e i 6 miliardi di euro. Lo riferisce l'autorevole quotidiano To Vima (La Tribuna). L'accordo - come ha scritto anche il settimanale tedesco Der Spiegel - ricalcherà quelli già firmati da Atene con i governi di Berlino e di Londra. E l'Italia? Ai parlamentari italiani forse non piace recuperare i soldi degli evasori all'estero in questo momento così difficile per il paese? Ma torniamo alla Grecia che ci sta battendo sul tempo. Per finalizzare l'accordo, il vice ministro delle Finanze greco George Mavraganis lunedì incontrerà la controparte elvetica. Sempre secondo Der Spiegel, nelle banche svizzere…
di Vittorio Da Rold - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/Hywx4

Post scriptum: “Il governo Monti al capolinea”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2751835.html

RIFORMA DEL DIRITTO DI PROPRIETA'

Apprezzo il vostro lavoro, ma non riesco a capire come nelle misure da prendere per cambiare la tragica situazione dell'Europa, non appaia mai la Riforma del diritto di proprietà. Eppure è ormai evidente almeno da un quarantennio che non si tratta tanto di ridistribuire redditi enormi quanto impedire che questi redditi si accumulino. In campo societario basterebbe impedire che le aziende diventino dei colossi, mettendo un limite al numero dei dipendenti e delle quote di mercato che esse aziende hanno, in ogni singolo paese nel settore della loro attività. E' chiaro come sia molto più semplice impedire guadagni troppo elevati piuttosto che riuscire poi a tassarli per ridistribuirli. Perché sull'argomento non ci fate un bel convegno ?
Peccato che E.F. Schumacher sia morto e non possa intervenire personalmente. Però ilsuo "Piccolo è bello" potrebbe essere utile come base di discussione.
Per fare un esmpio italiano per metter ordine nell'informazione basterebbe che ogni singolo editore (giornali, tv, web) non
potesse raccogliere più del 5% della pubblicità di settore, e già un passo avanti nella libertà d'informazione in Italia sarebbe fatto.
Buon lavoro

Riforma Fiscale

Per uscire dalla crisi, occorre, senza ulteriori ritardi, varare una seria Riforma Fiscale, che redistribuisca il reddito e che sposti il prelievo tributario dalle fasce meno abbienti (quei 36 milioni di lavoratori dipendenti e di pensionati, che attualmente pagano oltre il 90% dell'Irpef, più Iva, ecc. ...) alle classi più benestanti (quel 10% che secondo Bankitalia detiene circa la metà dello stock di ricchezza nazionale...).
Ciò si deve fare anche mediante l'applicazione al 'contrasto d'interessi' tra i venditori ed i compratori di beni e servizi: se si permettesse ai cittadini di dedurre almeno parte delle loro spese per il mantenimento familiare dal loro imponibile, chiedendo fatture , ricevute e scontrini, automaticamente il 'sommerso' potrebbe venire a galla...Ricordiamoci che calcoli ufficiali ci dicono che ogni anno si evadono versamenti all'Erario per oltre 120-150 miliardi di euro...(senza contare gli altri 60 miliardi annui che la Corte dei Conti ci dice sia il costo della corruzione!). Le RISORSE in Italia ci sarebbero ...per riequilibrare la situazione. Abbattendo la tassazione delle fasce popolari, ciò permetterebbe un loro maggior potere d'acquisto immediato, che potrebbe riattivare il circuito economico, da tempo interrotto.
Per chi vuole conoscere una seria Proposta di Riforma Fiscale, può andare sul sito di :Associazione Art.53 .