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Sotto e sopra

28/11/2014

Dimensioni: 27 miliardi. Saldo: zero. 84 proposte. È la contromanovra di Sbilanciamoci!. Rispetta l'obbligo del pareggio di bilancio, pur proponendone l'abolizione, dimostrando che la quantità delle risorse pubbliche disponibili non è l'unica variabile che condiziona l'impianto della legge di stabilità. Il punto dirimente resta quale modello di economia, di società e di democrazia si ha in mente. La legge di stabilità è sbagliata perché finge di fare l'interesse di tutti, ma si inchina a banche e imprese, e non affronta i buchi neri del nostro paese. Il lavoro manca non perché è poco flessibile, ma perché non c'è e il mercato da solo non è in grado di crearlo. Le politiche di austerità colpiscono i più deboli, con esiti tutt'altro che confortanti sul piano democratico: Borgaro Torinese, Corcolle, Tor Sapienza sono solo avvisaglie di ciò che ci aspetta. Tagliare la spesa pubblica significa anche dimenticare le periferie, cancellare i servizi sociali, trasformare la salute in un lusso, alimentare un'esclusione sociale che va alla ricerca di capri espiatori.

Quella che attanaglia l'Italia e l'Europa è una crisi di rappresentanza sociale: non siamo tutti sulla stessa barca, c'è chi (ben rappresentato) naviga in prima classe e chi (la maggioranza) è già in acqua e rischia di annegare. Sbilanciamoci! propone una manovra che sceglie da che parte stare. Sul piano delle entrate gli assi portanti sono due.

Un fisco più equo. Si sceglie non di aumentare, ma di redistribuire il prelievo fiscale dai poveri ai ricchi, dai redditi da lavoro e di impresa ai patrimoni e alle rendite.

Tagli alla spesa pubblica tossica. Si opta per un riorientamento e una riqualificazione della spesa pubblica tagliando spese militari, sostegno all'istruzione, alla ricerca, alla sanità private e alle grandi opere.

Sul piano delle uscite gli assi portanti sono tre.

Intervento pubblico in economia. È alla base di un Piano per lavorare e produrre per il benessere sociale . Riqualificazione del trasporto pubblico locale, stabilizzazione del personale paramedico precario, assunzione di figure professionali stabili per combattere gli abbandoni scolastici, messa in sicurezza del nostro territorio, investimenti nella ricerca pubblica, nell'istruzione e nella tutela del patrimonio culturale potrebbero creare migliaia di posti di lavoro.

Lotta alle diseguaglianze sociali. Un sistema di welfare universalistico richiede un maggiore investimento nei fondi sociali, nel sistema per l'infanzia pubblico e, soprattutto, l'introduzione di una misura di reddito minimo garantito.

La buona spesa pubblica. È quella che investe nell'edilizia popolare pubblica, nella tutela dei beni comuni, in un Piano energetico lungimirante, nella preservazione del nostro patrimonio naturale, nel Servizio Civile Universale e nell'Aiuto pubblico allo Sviluppo e nell'economia solidale, a partire dalla destinazione di spazi o aree dismesse di proprietà pubblica o abbandonate dal privato. La democrazia è la prima vittima dell'Europa monetaria inchinata ai poteri forti. La contromanovra è un esercizio di democrazia dal basso. Potrebbe aiutarci a non affogare.

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La Controfinanziaria di Sbilanciamoci

Se si avverte la necessità di una controfinanziaria è perchè la finanziaria non è accettata come tale.
Mentre la seconda è un risultato dell'azione di governo, frutto di "potere" sulla formazione e allocazione dei mezzi e delle politiche atte a sovvenirvi, la prima è un esercizio culturale fine a se stesso, immaginando di avere i medesimi poteri.
Mentre la seconda è frutto dell'agire su mandato del popolo sovrano, la seconda è frutto della protesta del popolo sovrano, almeno di quella parte che conviene.
Da qui, l'esercizio è quello del notista-cronista che lavora sugli effetti e disegna uno scenario possibile "se la storia fosse stata diversa".
Senza volerlo, infatti, la controfinanziaria raccoglie la storia nell'attualità, col difetto di non poter incidere su quell'attualità se non avversandola pubblicamente raccontando del meglio possibile in un esercizio fine a se stesso per condizionamenti che solo la storia, nell'attualità, può insegnarci e, da qui, trarre auspici per azioni conseguenti capaci di rendere la controfinanziaria, la finanziaria di un governo che verrà.
Sullo stato di fatto si potrebbe andare avanti per l'eternità perchè, pur conoscendo la storia e i perchè dell'attualità, si propone una soluzione puntuale operando sull'effetto (la controfinanziaria) prodotto da un effetto (la finanziaria) prospettando come il fisco, il modello di mercato, il welfare, ecc..dovrebbero essere per poter produrre effetti da controriforma.
L'anno prossimo si replicherà, semmai con qualche situazione su cui soffermarsi di più per intervento di gravità evidente sopraggiunta.
Eppure i moti del 1848 che dettero luogo alle prime forme costituzionali e al Risorgimento ci hanno portato fino a qui e le cause del dissenso di allora, da parte di quello che sarebbe diventato il popolo sovrano dal 1 gennaio del 1948, valicarono le notazioni di quell'attualità che risolse nel sangue le insopportabili prevaricazioni sociali.
Oggi, le libertà democratiche e l'economia di mercato sono nella disponibilità dei cittadini di questo mondo e quando sono stravolte, scivolando nelle limitazioni e nel neoliberismo, abbandonando alla povertà milioni di concittadini, non occorre la controfinanziaria e neanche un nuovo Risorgimento. Abbiamo 12 articoli della Costituzione che affermano i principi fondamentali entro i cui limiti si afferma la democrazia e la libertà e un governo che continua a colpi di revisione e attraverso leggi ordinarie a stravolgerla.
Allora, se la sovranità popolare, che non si delega neanche con il voto, se il voto si può esprimere su eleggibili che solo i partiti possono indicare, appare evidente che un potere così delegato, senza la partecipazione consapevole del popolo sovrano, non può che degenerare in forma di consociativismo e di corruzione perchè quel potere, per la sua qualità, ci riporta all'Impero senza democrazia. se non per elargizione del sovrano.
Va bene la controfinanziaria, ma l'occasione di un incontro annuale su temi così decisivi per l'equità, la giustizia sociale e una nuova lettura dei beni comuni, ha bisogno di legare la storia con l'attualità e dare una risposta al malessere diffuso dell'otre 80% del popolo italiano.
Invito Sbilanciamoci a partecipare agli "Stati Generali di Sovranità Popolare" che si terrà a Roma, il prossimo 21 novembre, con il coordinamento di Paolo Maddalena, vice presidente emerito della Corte Costituzionale, cui partecipo come membro del CNAC - Comitato Nazionale Attuazione della Costituzione", che ha una poriorità tra le altre: l'attuazione dell'articolo 53 della Costituzione sulla riforma dell'attuale sistema tributario e fiscale (www.articolo53.it), ma anche come aderente del "Coordinamento Democrazia Costituzionale" che, con Felice Besostri, Villone, Azzariti e altri costituzionalisti, ha in atto la presentazione già effettuata di ricorsi alla Corte di Cassazione per due referendum abtogativi sull'Italicum e sulla (contro)riforma del Senato, (https://www.facebook.com/events/545231325626008/):