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Open budget, il bilancio trasparente
Trasparenza di bilancio: 98 paesi su 102 non ottengono un punteggio sufficiente. Il rapporto dell'International Budget sulla quantità e qualità delle informazioni rese disponibili al pubblico
È uscito il 9 settembre il nuovo Open Budget Study (OBS), ovvero lo studio sulla trasparenza del Bilancio, il più importante rapporto mondiale sulla quantità e la qualità delle informazioni rese disponibili al pubblico su vari aspetti dei conti pubblici e del bilancio dello Stato, redatto ogni due anni a partire dal 2000. Questa iniziativa, condotta dall’International Budget Partnership, rappresenta l'unica esperienza di analisi indipendente e comparativa delle procedure di bilancio e utilizza criteri accettati internazionalmente per valutare la trasparenza, l'affidabilità e il coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale del bilancio di ciascun paese. Lo studio prende le mosse dalla consapevolezza che questi aspetti sono fondamentali per indirizzare la politica nel prendere decisioni e per garantire ai cittadini il controllo sulla politica.
La ricerca viene redatta sulla base di un questionario compilato per ognuno dei 102 paesi esaminati da esperti in materia di contabilità di stato della società civile indipendenti. Ogni questionario è inoltre revisionato da un esperto anonimo, anch'esso al di fuori delle istituzioni governative e tutti i governi sono invitati a rivedere e commentare i risultati. L’indagine si compone di 140 quesiti volti ad esaminare tre dei principali aspetti relativi a come i governi gestiscono le finanze pubbliche:
· la trasparenza del bilancio, ossia la quantità, il livello di dettaglio e la tempestività dei governi nel rilasciare informazioni in questo ambito. Sulla base dei 109 quesiti che analizzano i principali documenti di bilancio viene costruito l’Indice di trasparenza del bilancio (Open Budget Index - OBI) che può variare da 1 a 100 e permette di stilare una classifica su base mondiale;
· la partecipazione al processo di bilancio che considera le opportunità fornite dalle istituzioni nel fornire strumenti alla società civile e ai cittadini in generale per incidere sul processo decisionale su come le risorse pubbliche siano raccolte e spese;
· il controllo sul bilancio che analizza la capacità e l'autorità delle istituzioni formali (come le istituzioni superiori di controllo) di comprendere e supervisionare la raccolta e l’impiego delle risorse pubbliche.
La sesta edizione dell'Open Budget Survey rileva che 98 su 102 paesi esaminati non ottengono un punteggio sufficiente in almeno uno dei tre pilastri lasciando quindi spazio ad ampi miglioramenti per una gestione dei fondi pubblici più efficiente ed efficace. Sul primo pilastro della trasparenza, soltanto 24 paesi -meno di uno su quattro - ottengono un punteggio superiore a 60 su 100 dell’indice, fornendo quindi ai cittadini un numero di informazioni che consente il monitoraggio della spesa delle risorse pubbliche. Risulta allarmante osservare come i 78 paesi che forniscono informazioni di bilancio insufficienti ospitano il 68% della popolazione mondiale.
Tuttavia, lo studio rileva che la trasparenza di bilancio sta progressivamente migliorando, con una media del punteggio dell’OBI che sale a 45, rispetto alla media mondiale di 42 del 2010 e di 43 del 2012. Guidano la classifica della trasparenza Nuova Zelanda, Svezia, Sudafrica, Norvegia e Stati Uniti con punteggi superiori a 80.
L’Italia, inclusa nell’analisi a partire dal 2010, guadagna posizioni rispetto alle due edizioni precedenti passando dalla 24esima alla 12esima posizione con un significativo miglioramento del punteggio OBI che si attesta a 73 contro 60 del 2012. Questo risultato positivo può essere imputato in buona parte agli effetti dalla riforma della legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009) che, oltre a riformare la struttura in cui viene presentato il bilancio, nel titolo II ha imposto alcune misure per la trasparenza e la controllabilità della spesa entrate a regime soltanto recentemente. In particolare, la disponibilità di alcune informazioni sul bilancio in formato elaborabile1 facilita i cittadini nella raccolta e nella lettura dei dati favorendo un maggior controllo da parte degli stessi. Ne è ben consapevole la Campagna Sbilanciamoci! che, proprio alla luce dell’esperienza maturata nell’analizzare ogni anno le scelte economico-finanziarie del Governo per elaborare ipotesi alternative economicamente sostenibili pubblicate nella ControFinanziaria, è partner dell’iniziativa sin dal 2010 rispondendo al questionario di indagine.
Ma se l’accessibilità che garantisce il diritto all’informazione si limita a questi aspetti non si rischia di escludere in ogni caso buona parte della popolazione? L’amministrazione non dovrebbe compiere un ulteriore sforzo?
Ciò che emerge dall’analisi, infatti, è come la principali debolezza del nostro paese consista soprattutto nella mancata istituzione di un processo formale di consultazione in grado di coinvolgere in modo attivo i cittadini e le forze sociali nella redazione del bilancio, un aspetto considerato fondamentale dal dibattito che ha luogo da oltre vent’anni sull’Open Government e per cui si sta mobilitando una significativa parte della società civile.
Ne conseguono quindi alcune raccomandazioni per l’Italia che dovrebbe dare la priorità a delle azioni in grado di migliorare la partecipazione di bilancio come lo stabilire meccanismi credibili ed efficaci (ad esempio audizioni pubbliche, indagini, focus group) per l'acquisizione di una prospettiva che coinvolga un più ampio numero di persone.
Un cammino lungo e difficile per il nostro Paese dove anche nel corso della discussione parlamentare non si affronta in modo chiaro e con una visione unitaria la questione fondamentale di dove e con quali obiettivi debbano essere indirizzare le risorse pubbliche.
1 Si veda la sezione OpenData della Ragioneria dello Stato http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/Dati/OPENDATA/
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