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La manovra colpisce i piccoli azionisti

21/12/2011

La manovra economica appena approvata contiene misure penalizzanti per i piccoli azionisti e per la finanza etica. Queste misure – se non saranno riviste con provvedimenti adeguati – rischiano di frenare la crescita, anche in Italia, di forme di democrazia economica basate sull’azionariato diffuso, come Banca popolare Etica.

 

In particolare Banca Etica, che con Etica SGR rappresenta il primo Gruppo bancario italiano interamente orientato ai principi della finanza etica, è preoccupata per il modo in cui è stata disegnata la nuova imposta di bollo sugli strumenti di risparmio. La nuova imposta riguarderà azioni, obbligazioni, titoli di Stato, fondi d'investimento, conti titoli e polizze, con la sola esclusione di conti correnti, fondi pensione e conti deposito. Questi ultimi in particolare, andrebbero coerentemente equiparati alle altre forme di investimento.

 

L'inserimento dell'imposta minima di 34,20 euro annui per tutti gli investimenti fino a 34 mila euro è una misura iniqua che penalizza tutta la platea dei piccoli risparmiatori. Dai 34 mila euro in su l’imposta è per tutti dell’0,1 per cento nel 2012 e dello 0,15 per cento a partire dal 2013. Il provvedimento trascura il principio di progressività del sistema fiscale sancito dalla Costituzione Italiana. E’ evidente che una tassazione dello 0,1 per cento avrà un grande impatto per i piccoli investitori e sarà quasi impercettibile per chi investe cifre ingenti; inoltre è stato fissato per tutto il 2012 un tetto per cui nessuno pagherà più 1.200 euro annui. Il tetto decadrà nel 2013, ma a quel punto i grandi investitori avranno fatto in tempo ad esportare i loro capitali verso qualche “paradiso fiscale”, come del resto sta già accadendo.

 

Banca Etica ha circa 36mila soci, in gran parte persone fisiche, molte delle quali partecipano al capitale della Banca per un importo inferiore a 1.000 euro. Sono piccoli azionisti, sono la dimostrazione concreta che può esistere nel nostro Paese un’economia partecipata e promossa dal basso. Ci rammarichiamo nel vedere che ancora una volta le nuove norme non fanno alcuna distinzione tra quegli investimenti speculativi che hanno contribuito a innescare la crisi e gli investimenti che hanno permesso invece di continuare a sostenere le imprese sociali e le organizzazioni della società civile. Crediamo ci sia spazio per provvedimenti innovativi a sostegno delle politiche di welfare nel nostro paese, a partire dagli incentivi per la capitalizzazione delle imprese sociali.

 

Banca Etica è consapevole che la crisi è molto seria e apprezza l'impegno del governo verso una maggiore trasparenza in ambito finanziario, testimoniata anche dalla sostanziale abolizione del segreto bancario, così come accoglie con favore i pronunciamenti del Presidente del Consiglio a sostegno dell'istituzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Ma reclama maggiore equità da perseguire attraverso una tassazione progressiva e che premi chi investe in modo responsabile e sostenibile e penalizzi invece chi specula. Nell’immediato Banca Etica chiede al Parlamento e al Governo di modificare le norme introducendo l’esenzione dall’imposta di bollo per gli investimenti fino a 5mila euro per favorire le iniziative di democrazia economica e la partecipazione popolare nelle società di capitali.

 

Tratto da bancaetica.it