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I cinque progetti che devasteranno il pianeta
Col numero di dicembre del mensile Altreconomia, in vendita in tutte le botteghe del commercio equo e solidale (www.altreconomia.it), in regalo il rapporto di Crbm sui “5 progetti che devasteranno il Pianeta”.
A breve saranno infatti realizzate delle mastodontiche e costosissime opere infrastrutturali che avranno delle ricadute pessime sull’ambiente e sulle popolazioni locali. Si tratta dell’estrazione di combustibili fossili “convenzionali” come il petrolio, oppure solo mascherati di sostenibilità, come il fantomatico carbone “pulito”, o ad altissimo grado di inquinamento, nel caso delle sabbie bituminose. E ancora, mega sbarramenti fluviali che, come sostengono numerosi esperti, aumenteranno le emissioni di CO2. Con la partecipazione di imprese come l’Eni e l’Enel, o grandi istituzioni come Banca mondiale o Banca europea per gli investimenti.
Questa pubblicazione esce alla vigilia del vertice sui Cambiamenti climatici di Copenaghen. Purtroppo si sa già che, al di là degli impegni che i Paesi nel Nord e del Sud del mondo prenderanno per limitare le emissioni dei nefasti gas serra, a breve saranno realizzate delle mastodontiche e costosissime opere infrastrutturali che avranno delle ricadute pessime sull’ambiente e sulle popolazioni locali. Si sa anche anche che tali progetti riguardano l’estrazione di combustibili fossili “convenzionali” come il petrolio, oppure solo mascherati di sostenibilità, come il fantomatico carbone “pulito”, o ad altissimo grado di inquinamento, nel caso delle sabbie bituminose. E ancora, sono progetti che hanno a che fare con la costruzione di mega sbarramenti che imprigioneranno l’acqua di fiumi ancestrali e, come sostengono numerosi esperti, aumenteranno invece di diminuire il carico di CO2 sul groppone del Pianeta. La costante dei cinque progetti che vengono raccontati in questa pubblicazione è che saranno realizzati tutti nel “Sud povero” del mondo, sebbene a promuoverli con tenacia siano grosse compagnie private, banche o istituzioni del “ricco Nord”. Come purtroppo accaduto troppo spesso in passato, c’è il rischio concreto che alle comunità locali rimangano quasi esclusivamente gli impatti negativi, soprattutto in termini di danni ambientali, mentre alla multinazionale o all’istituto di credito di turno andranno parecchi vantaggi in termini economici. I cinque casi vedono quasi tutti il coinvolgimento delle due grandi compagnie energetiche di bandiera, Eni ed Enel.