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L'Europa giusta. Iniziamo a costruirla

09/12/2013

Un “vertice della periferia” per dare visibilità e voce all’altra Europa che vogliamo, quella che può fermare l'Unione della finanza e dell’austerità, ma anche le pulsioni verso un ritorno di nazionalismi. Un forum a Roma, sabato 14 dicembre, organizzato dalla Scuola del Sociale in collaborazione con Sbilanciamoci! ed Euro-pen

Le politiche di austerità nate con l’ossessione per l’insolvenza sul debito pubblico, stanno portando l’Europa verso la dissolvenza: un’immagine sempre più sfocata e scomposta, col rischio di una dissoluzione del progetto europeo che non ha più il consenso dei cittadini.

Nell’ultimo anno il dibattito politico ed elettorale nei paesi europei ha ovunque preso la strada di caratterizzazioni fortemente nazionali, dimenticando la questione comune della direzione che deve prendere l’insieme dell’Europa.

Allo stesso tempo si rafforzano in tutti i paesi le spinte populiste, anti-europee, di estrema destra, con prospettive di successo per forze come l’Ukip inglese, il Front National francese, il partito di destra tedesco anti-euro “Alternativa per la Germania”, l’estrema destra di Austria, Olanda e altri paesi. Si tratta di una deriva pericolosa alla vigilia delle elezioni per il Parlamento europeo della primavera 2014. Nei prossimi mesi il rischio è che il dibattito contrapponga da un lato l’Europa dell’austerità – gestita quasi ovunque da governi di grande coalizione - e dall’altro il rifiuto dell’Europa in nome di populismi e nazionalismi.

Questa, tuttavia, non è una scelta obbligata. Esiste un’altra Europa possibile, fondata non sul mercato e la finanza, ma sul lavoro, sui diritti, sull’uguaglianza, sulla sostenibilità, sulla democrazia.

Ma di fronte alla crisi europea, in effetti, il nodo irrisolto resta quello dell’efficacia dell’azione per il cambiamento: se le elezioni e le manifestazioni non funzionano, come si può “costringere” il potere economico e politico a cambiare strada per uscire dalla crisi?

Per realizzare un cambiamento di rotta, più concreta sembra la strada di costruire – senza scorciatoie - un’alleanza tra la “vittime” della crisi. Sul piano sociale, tra lavoratori di tutti i tipi – dipendenti e autonomi, precari e stabili, nativi e immigrati, giovani e vecchi, ricostruendo identità collettive e solidarietà sociali a scala europea. Sul piano economico, tra il lavoro e le imprese, contro il potere della finanza. Sul piano nazionale, tra i paesi della periferia messi ai margini dell’Europa. Un “vertice della periferia” in cui si incontrino movimenti sociali, associazioni, sindacati, forze politiche e, perché no, governi di Italia, Grecia, Spagna, Portogallo sarebbe un passo importante per dare visibilità e voce all’altra Europa che vogliamo, quella che può fermare l’Europa della finanza e dell’austerità, ma anche le pulsioni verso un ritorno di nazionalismi.

In questa direzione si muove il forum organizzato dalla Scuola del Sociale della Provincia di Roma, in collaborazione con Sbilanciamoci! e European Progressive Economists Network (Euro-pen), “l'Europa giusta. Economia, lavoro e welfare. Analisi e proposte per uscire dalla crisi”. Il forum si svolgerà sabato 14 dicembre a Roma (Porta Futuro, via Galvani) e vedrà la partecipazione di Susan George e di economisti e attivisti italiani, greci, portoghesi, spagnoli, tedeschi. Per iniziare a cambiare la rotta dell'Europa.

PROGRAMMA

Sabato 14 dicembre 2013 • Porta Futuro, Via Galvani, Roma (Testaccio)

Forum

L’Europa giusta
Economia, lavoro e welfare. Analisi e proposte per uscire dalla crisi

ore 9.30-13

Apertura dei lavori
Giulio Marcon, Presidente del Comitato Scientifico della Scuola del Sociale
Massimiliano Smeriglio, Vice Presidente della Regione Lazio

Introduce e coordina
Mario Pianta, Università di Urbino e Sbilanciamoci!

L’Europa senza democrazia
Susan George, Transnational Institute, Attac Francia

Il lavoro in Europa. L’analisi degli “Economisti sgomenti”
Mireille Bruyère, Economistes Atterrés, Francia

Welfare e disuguaglianze in Europa
Maurizio Franzini, Università di Roma “La Sapienza”

L’Europa dell’immigrazione: dal rifiuto alla cittadinanza
Grazia Naletto, Lunaria e Sbilanciamoci!

Discussione

Buffet

ore 14-16.30

Coordina
Angelo Marano, Sbilanciamoci!

La Grecia dopo il “salvataggio” dalla crisi del debito pubblico
Marika Frangakis, Nicos Poulantzas Institute, Atene

La crisi sociale in Portogallo
Ventura Leite, Lisbona

La crisi sociale in Spagna
José Maria Mella, Universidad Autonoma de Madrid, Econonuestra

Come cambiare le politiche europee. Le proposte dell’EuroMemorandum
Trevor Evans, Berlin School of Economics and Law, EuroMemo Group

L’Italia in Europa. Le alternative di Sbilanciamoci!
Andrea Baranes, Sbilanciamoci!

Discussione

 

ore 17-18.30 Tavola rotonda

Dal Sud, la proposta di un’altra Europa

Coordina
Claudio Gnesutta, Università di Roma “La Sapienza” e Sbilanciamoci!

Partecipano
Giorgio Airaudo, Commissione Lavoro, Camera dei Deputati
Mireille Bruyère, Economistes Atterrés
Trevor Evans, Berlin School of Economics and Law, EuroMemo Group
Marika Frangakis, Nicos Poulantzas Institute, Atene
Susan George, Transnational Institute, Attac Francia
Ventura Leite, Lisbona
José Maria Mella, Universidad Autonoma de Madrid, Econonuestra

Discussione

 

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Commenti

Autodeterminazione paraterritoriale-a ciascuno la sua Europa

Ciao, vi propongo una mia riflessione. In un Europa territorialmente omogenea ciascun cittadino dovrebbe avere la possibilità di scegliere il modello di stato al quale aderire, senza dover migrare oltre confine.
Ti piace il rigorismo? bene, pagherai le tasse e riceverai i servizi da quell'organizzazione molto ben organizzata ed efficiente che si occuperà di far pagare a tutti il giusto ed userà parsimoniosamente i proventi della tassazione per fornire i servizi ai propri iscritti.
Preferisci più liberismo? Pagherai meno in una organizzazione che ti darà lo stretto necessario e solo se sei indigente, al resto ci devi pensare tu.
Vuoi uno Stato Sociale anni 70-80? Dovrai contribuire di più, ma per qualsiasi bisogno ci pensa mamma Securité Sociale.
Non ne puoi più dei politici corrotti che detengono il potere della tua organizzazione? Non hai bisogno di migrare in un Paese civile, basta che ti iscrivi ad un'altra organizzaazione statale coesistente con le altre in un unico territorio europeo.
Ai servizi trasversali comuni contribuiscono naturalmente tutte queste organizzazioni, come le molte aziende di un consorzio.
Ed i cittadini dovrebbero compartecipare all'interesse della propria organizzazione avendo delle sorta di azioni della stessa a fronte delle tasse pagate (eventualmente chi più paga, più grande potrebbe essere la sua quota, in modo da disincentivare l'evasione fiscale, e spingere chi ha più possibilità ad agire prontamente ai primi sintomi di default).

Avevo scritto alla Merkel per proporre questa evoluzione dagli attuali staterelli microeuropei ad un Paese all'altezza delle sfide globali che preservasse le "ideo-diversità".
Ovviamente aveva altro a cui pensare!!

Claudio
cb.borsello @ gmail.com