Home / Sezioni / alter / Un G8 al capolinea. Il commento di Mani Tese e Crbm

facebook-link twitter-link

Newsletter

Registrati alla newsletter di sbilanciamoci.info

Sezioni

Ultimi link in questa sezione

28/11/2015
Violence in and by Paris: any way out?
25/11/2015
Violence in and by Paris: any way out?
05/10/2015
Volkswagen deserves its day in criminal court
15/07/2015
La lezione di Solone, che Schaeuble non ha imparato
04/07/2015
Α hundred researchers from the European University Institute express solidarity with the Greek People
22/06/2015
Actually existing Europe
13/06/2015
Maledetto lavoro

Un G8 al capolinea. Il commento di Mani Tese e Crbm

10/07/2009

CRBM/Mani Tese ritiene che il G8 de L’Aquila si sia chiuso con un fallimento rispetto agli obiettivi prefissati. Sulla lotta ai cambiamenti climatici i Paesi più industrializzati non sono stati in grado di produrre un’offerta convincente, così da coinvolgere le economie emergenti, mentre in ambito economico e finanziario non si è riusciti a far avanzare misure concrete in vista del prossimo G20 di Pittsburgh. I grandi si sono poi ritrovati a fare nuovi vaghi impegni per l’Africa e contro la fame nel mondo. Impegni che mancano della necessaria credibilità, dal momento che numerose promesse del passato non sono state mantenute.

 

 

 

L’incertezza sul passaggio dal formato attuale a un ipotetico G14 non fa che certificare l’obsolescenza di questo tipo di incontri, al di là dei gravi attacchi diretti del premier Silvio Berlusconi alle Nazioni Unite.

 

“Il G8 non ha alcuna intenzione di rimettere in discussione il fallimentare modello di sviluppo imposto al resto del pianeta negli ultimi decenni” ha dichiarato a L’Aquila Antonio Tricarico, coordinatore della CRBM/Mani Tese. “Oggi la crisi economica generata dal ricco Nord ha impatti devastanti sui Paesi più poveri e il G8, dopo aver snobbato la conferenza ONU sulla crisi di due settimane fa, manda segnali contraddittori e poco chiari ai più poveri” ha proseguito Tricarico. “Da un lato parla per la prima volta di un maggior sostegno ai piccoli contadini africani ed ai mercati locali per far fronte alla crisi alimentare, dall’altra chiede maggiori liberalizzazioni proprio alle realtà del Sud del mondo e promuove sempre più gli investimenti delle proprie multinazionali in nome del rafforzamento del mercato globale oggi in crisi. Per fortuna questo forum è arrivato al capolinea ed è sempre meno ascoltato da coloro che nel Sud del mondo cercano un diverso percorso di sviluppo”, ha concluso Tricarico.

Tratto da www.crbm.org