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Rinnovabili, un altro blitz nella manovra

04/07/2011

Resta in gioco la possibilità che con la manovra arrivi dal 1° gennaio 2012 un taglio del 30% di tutte le componenti delle bollette di gas ed elettricità non legati al costo dell'energia, dunque compresi gli incentivi alle rinnovabili ma anche altre voci. La proposta era arrivata giovedì in Consiglio dei Ministri, portata dal Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, ma poi era stata esclusa dal testo approvato nella riunione. Ora arriva la notizia che il provvedimento sarebbe stato reinserito nell’ultima bozza post-Cdm, non ancora trasmessa alla Presidenza della Repubblica.

 

Al comma 10 dell'articolo 35 (“Disposizioni in materia di salvaguardia delle risorse ittiche, semplificazioni in materia di impianti di telecomunicazioni e interventi di riduzione del costo dell’energia”) resterebbero infatti quelle parole: “Allo scopo di ridurre il costo finale dell’energia per i consumatori e le imprese, a decorrere dal 1° gennaio 2012, tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale, previsti da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010. 11”. “In attuazione del comma 10 – si stabilisce invece nel comma successivo - con decreto del Ministro dello sviluppo economico, adottato su proposta dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas entro 90 giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, è rideterminata l’entità degli incentivi, dei benefici e delle altre agevolazioni”.

 

La Lega peraltro non si era affatto rassegnata all'accantonamento della misura, che attuerebbe uno dei punti stilati a Pontida, che sarebbe bene ricordare ai leghisti non è un altro che un'adunata di camicie verdi e non un consesso che dovrebbe spostare una virgola nella politica italia. Il ministro Calderoli in un'intervista a Repubblica sabato ribadiva che il taglio di incentivi e oneri “sarà uno degli emendamenti alla manovra che i nostri porteranno in Parlamento. Per quindici giorni su questo tema si ballerà e vedremo se le Camere saranno più sagge di qualche ministro lobbista”. Il titolare della Semplificazione nella stessa intervista riconfermava gli scontri intestini al Governo in merito, ribadendo: “sono infuriato perché la mia proposta sul taglio delle bollette, un punto richiesto a Pontida, era stata accolto da Tremonti ma poi la Prestigiacomo e Romani, con il successivo appoggio di Berlusconi, l`hanno fatta togliere.”

 

E aggiunge il leghista esplicitando la sua visione dell'economia, in cui non pare trovare posto la green economy: “Sono 6,5 miliardi dei cittadini che vanno in bolletta sotto forma di incentivi e finiscono nelle tasche dei produttori. Nel 2020 diventeranno addirittura 12. Sono soldi che avrei lasciato in tasca alla gente se no qui la ripresa non arriva più». Se le richieste leghiste non trovassero soddisfazione, conclude la sua dichiarazione di guerra Calderoli, “voleranno le sedie”.

 

Staremo a vedere come procederà la vicenda. Già alle prime notizie della proposta il mondo dell'energia, non solo quella pulita, era insorto: molto critiche Assoelettrica, Anev, Aper, Assosolare, Gifi e Federutility. “L’impatto di questa misura, se confermata - spiegava il comunicato congiunto delle associazioni delle rinnovabili - sarebbe devastante non solo per il settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ma per tutti i consumatori, sia industriali che domestici, che attualmente beneficiano di incentivi o sgravi che trovano copertura nella bolletta (come ad es. il bonus sociale per indigenti, anziani e malati). Sarebbe invece opportuno, come da tempo propongono e chiedono gli operatori del settore, eliminare l’IVA sull’A3 o altre voci della bolletta. Le Associazioni confidano quindi che il Governo non avalli tale incomprensibile proposta di modifica normativa, palesemente priva di ogni elemento di adeguatezza e garanzia per tutto il sistema, nonché di buonsenso e che rappresenterebbe l’ennesimo attacco alla credibilità ed affidabilità del nostro Paese nel definire regole e strumenti stabili per il raggiungimento degli obiettivi vincolanti al 2020 in materia di sostenibilità energetica ed ambientale.“

 

Oggi Kyoto Club esprime in un comunicato, dal titolo significatico: "Tagli degli incentivi: dilettanti allo sbaraglio", tutta la sua incredulità per il potenziale provvedimento. Per Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club e Qualenergia "il solo annuncio di misure di questo tipo, dopo che si era raggiunto un delicato equilibrio con il quarto conto energia per il fotovoltaico, è micidiale per il settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica e per la credibilità del sistema Italia a livello internazionale. Peraltro le sanzioni per il mancato raggiungimento degli obiettivi al 2020 sarebbero ben superiori a quelle delle quote latte."

Tratto da www.qualenergia.it