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Sbilanciamo l'informazione

04/09/2013

In un mercato sempre più concentrato, si rende necessario per l’informazione alternativa passare fino in fondo a una “cultura della rete”. Con questo obiettivo, sabato mattina, negli spazi della Controcernobbio, si terrà il workshop "Sbilanciamo l'informazione. Come informare sull'economia, la crisi, le vie d'uscita"

La questione dell’informazione avrà per la prima volta un posto nelle discussioni della “contro-Cernobbio” della Campagna Sbilanciamoci! Sabato 7 settembre, dalle 10 alle 12, al Teatro Valle Occupato di Roma si terrà un gruppo di lavoro promosso dalla redazione di Sbilanciamoci.info. Ci saranno rappresentanti di oltre venti giornali, riviste, radio, siti web d’informazione, documentaristi video, case editrici, dal Manifesto a Left, da Radio Popolare a Micromega, dalle Edizioni dell’Asino a InGenere.it. Esperienze diverse, voci essenziali a un’informazione alternativa, espressioni di culture preziose, realtà che mantengono un rapporto vitale con il proprio pubblico. Ma, allo stesso tempo, esperienze fragili, che operano in nicchie particolari, faticano ad allargare il proprio pubblico, a rinnovare il proprio modo di comunicare. Sbilanciamoci.info ha invitato queste realtà – e le altre che vorranno aggiungersi – a discutere su come ripensare il lavoro che stiamo svolgendo.

Il problema

Siamo di fronte a un ulteriore indebolimento della libertà di stampa: la Fiat è alla guida anche del Corriere della Sera, il sistema televisivo è da paese totalitario – Berlusconi controlla Mediaset, quasi tutta la Rai e ora, indirettamente, anche La7; l’unico “concorrente” è la Sky di Murdoch – mentre una crisi devastante colpisce quotidiani e riviste dei grandi gruppi, con migliaia di giornalisti prepensionati e di precari che non troveranno sbocco occupazionale. Questo controllo pressoché totale dell’informazione è stato un elemento chiave nel mantenimento del consenso durante il ventennio berlusconiano e della deriva della politica italiana che si è sempre più allontanata dalla società. Le voci “fuori dal coro”, che nel nostro paese hanno una lunga e importante storia, sono sempre più flebili; quelle nuove che sono emerse hanno finito per riprodurre, pur con orientamenti “anti-berlusconiani”, il modello di informazione dominante tutto centrato sul “palazzo” e sulla sua rappresentazione mediatica.

L’apparente libertà del web e dei social media ha fatto emergere molte nuove esperienze di comunicazione e apre possibilità alternative, ma è spesso segnata da una forte autoreferenzialità della comunicazione, da una scarsa capacità di dialogo, incontro, elaborazione di identità e visioni “dal basso”, mentre i grandi della comunicazione ne fanno un uso sempre più incisivo “dall’alto”; nel complesso queste esperienze non hanno effetti rilevanti sul dibattito politico e sociale del paese.

Naturalmente, in nessun altro paese occidentale il sistema dell’informazione è caduto così in basso.

Pensiamo che si debba fare qualcosa su questo fronte. Per difendere la libertà di stampa e di espressione, ma anche per costruire una visione condivisa della realtà, nuove identità collettive, per fare dell’informazione uno strumento di cambiamento della società e della politica, pensiamo che si debba dare spazio alle voci di una società che oggi non si riesce a esprimere – schiacciata dalla crisi, dalla perdita di lavoro, sicurezze, prospettive – ma che si debba anche dare coerenza e impatto all’informazione alternativa in Italia: farne un “sistema” capace di pesare nel paese.

La nostra esperienza

Un “sistema” si costruisce sul principio della rete tra realtà diverse e complementari, non sull’affermazione di identità politiche o culturali precostituite. E proprio sulla base di una cultura di rete è nata l’esperienza di Sbilanciamoci.info. Una rete tra le 50 associazioni della Campagna Sbilanciamoci!, tra i 200 economisti ed esperti che scrivono sul sito, con un impegno sistematico a uscire dalle logiche di schieramento – politico o culturale –, dai linguaggi “per pochi”, dall’autoreferenzialità della comunicazione. La nostra scommessa è quella di mettere in relazione le competenze degli esperti, l’impegno delle associazioni, le voci dei giornalisti e di personalità di rilievo che, come Rossana Rossanda, scrivono regolarmente sul sito. Abbiamo sperimentato con successo la costruzione di reti internazionali tra esperti e tra movimenti, come Euro-Pen, la Rete europea degli economisti progressisti, di cui siamo stati promotori. Queste relazioni internazionali alimentano e caratterizzano l’informazione che offriamo. In un anno pubblichiamo 500 articoli “nostri” e offriamo 500 link ad articoli e materiali di altre organizzazioni e media, italiani e internazionali. Ogni settimana inviamo due newsletter a oltre 40 mila indirizzi e il sito è visitato in media da 30 mila persone diverse ogni mese. Abbiamo realizzato una decina di e-book che forniscono analisi dell’esistente e proposte di cambiamento, in Italia e in Europa e che sono stati scaricati complessivamente da circa 30 mila persone. Partecipiamo a decine di incontri pubblici ogni anno. Collaboriamo con diversi altri media, scambiando contenuti e articoli. Tutto con una filosofia open, una totale gratuità nell’accesso alle informazioni e agli e-book che produciamo. Sosteniamo tutto questo con un faticoso impegno di autofinanziamento e l’appoggio di Lunaria.

Che fare?

Naturalmente, pensiamo che tutto questo sia molto al di sotto di quello che sarebbe necessario oggi in Italia. Pensiamo che Sbilanciamoci.info non possa crescere da solo. Vorremmo essere parte di un sistema molto più grande e articolato. Pensiamo che la voglia di un giornalismo libero, le competenze degli esperti, l’attivismo della società civile meritino un sistema di comunicazione “alternativo” molto, ma molto più forte. Serve la capacità di “sfondare” nei media “mainstream”, ma anche la capacità di valorizzare la nostra informazione, allargare il nostro pubblico, costruire esperienze nuove.

Il punto di partenza per tutto questo – al centro della discussione a cui invitiamo a partecipare a Roma – è la necessità, nel mondo dell’informazione “alternativa”, di passare fino in fondo a una “cultura della rete”. Nessun quotidiano, rivista, radio o sito può bastare a se stesso. Nessuno – o quasi – può sopravvivere in un mercato dei media sempre più ristretto e concentrato, in un web sempre più affollato e indistinto, in una società sempre più frammentata. Vorremmo invitare a riflettere su come potremmo cambiare cultura e modo di funzionare.

Qui una sfida centrale è quella di misurarsi davvero con la multimedialità: la stessa informazione può essere presentata efficacemente in forma giornalistica “veloce”, in forma di approfondimento, in forma radiofonica e televisiva; i canali di comunicazione tradizionali – carta, radio, tv – devono integrarsi molto di più con la comunicazione via web.

All’incontro di Roma vogliamo ascoltare le esperienze, i problemi, le idee degli altri media che parteciperanno, e vorremmo suggerire una strada possibile per andare avanti. Si tratta della possibilità di costruire una Rete stabile – con un nome, un logo ben identificabile, un gruppo stabile di coordinamento, magari un portale web – tra un insieme di realtà diverse che condividono questa prospettiva. E che condividono, naturalmente, un orizzonte di cambiamento politico, sociale e culturale, e uno stile di lavoro pluralista e cooperativo. Lavorare insieme potrebbe diventare una consuetudine quotidiana, con scambi sistematici di contenuti, sulla base di accordi “bilaterali” fondati sulla gratuità dell’accesso alle informazioni prodotte dai partecipanti. È quello che facciamo già con alcuni media, e che potrebbe essere esteso. In più, si potrebbero organizzare almeno due occasioni di riflessione e coordinamento l’anno, in occasione ad esempio della “contro-Cernobbio” di Sbilanciamoci! e di Terra futura di Banca Etica. Si tratta del primo passo, minimo ma essenziale, che lascia flessibilità ai possibili accordi tra i partecipanti, non richiede investimenti e risorse monetarie. Altre iniziative, di maggior impegno, potrebbero emergere da questo lavoro comune.

Altre proposte possono arricchire la discussione all’incontro di Roma. Altri approcci possono essere suggeriti. Invitiamo tutti a commentare e integrare questa riflessione. Crediamo sia però urgente iniziare a lavorare insieme, concretamente, in questa direzione.

 

scarica il programma completo:

programma_controcernobbio2013.pdf 1,25 MB

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: old.sbilanciamoci.info.
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Commenti

Link esterni

Info per Alberto Capece: nella striscia in alto del sito sbilanciamoci.info si sono sempre i link esterni a altri siti, riviste, blog, etc, italiani e stranieri. Gli stessi link vengono poi inseriti in newsletter. Dov'è la "chiusura"?

Workshop

Temo che se anche ci fosse qualcosa di concreto in progetto. non sarebbe comunque una piattaforma aperta ad apporti di una vasta area della sinistra di rete, che comporterebbe ovviamente problemi di leadership e visibilità, cui questi signori tengono più che a qualsiasi altra cosa, anche se sono pronti a negarlo sdegnosamente. Dentro ci saranno solo i personaggi che hanno ricevuto l'imprimatur dei salotti e dei circoli "giusti" o dei singoli addetti ai lavori oppure sono legati a grossi gruppi editoriali. Questo emerge assai chiaramente dalla struttura chiusa del sito di Sbilanciamoci, come del resto anche di altri, che senza bisogno di workshop o di chissà quali progetti avrebbe potuto già aprire le porte a molti siti e blog orientati a sinistra anche se all'esterno dei "circoli magici". Sarebbe stato facile ad esempio inserire ogni giorno qualche pezzo e qualche blog "non certificato", la scelta sarebbe stata ampia.. Adesso, visto la "debolezza" intrinseca di questo modello e la marginalità a cui porta si apre il problema di come cercare un allargamento conservando la centralità e il controllo. A scanso di equivoci non ho motivo di avere il dente avvelenato per un qualche motivo, è solo che sono stanco di leggere "dopo" i soliti pezzi del gioioso circolo Espresso, Micromega, Manifesto, oppure di e Sbilanciamoci lo frequento solo per leggere gli interventi della Rossanda che se non altro dimostrano originalità oltre che intelligenza.

Fare informazione insieme

Car* tutt*,
una decina di anni fa, anche con alcune delle realtà che vedo citate nel pezzo, pensammo ad un sito che aggregasse i feed rss delle singole esperienze di informazione alternativa. Un modo semplice, senza aggravi di costi per nessuno, per costituire una sorta di agenzia di stampa che visualizzasse, in un solo luogo e in maniera molto semplice e immediata, i titoli di tutte le notizie pubblicate dai singoli siti. Il sito si chiamava Linkati.info (con la doppia accezione "realtà che si legano in un percorso comune" e "aderisci anche tu, leggici e/o offrici il tuo feed"). Nessuno perdeva, tutti vincevano, perché i link rimandavano comunque ai siti originari, ma lo stesso non funzionò molto: tra le cause il fatto che non tutti i siti avessero i feed ma anche la poca attenzione e una cura limitata al minimo impegno che il progetto richiedeva (ad esempio non titolare con caratteri speciali).

Forse oggi potrebbe funzionare molto meglio, visto che i feed ce li hanno tutti i siti e che sono indirizzi pubblici, ovvero non c'è bisogno di un tecnico che te li fornisca o di un'autorizzazione che tarda a venire (io mi informo già così nel mio piccolo, avendo aggregato i feed dei miei siti di riferimento, tra cui questo).

Questo vuol dire che forse serve solo la volontà di un piccolo gruppo di intelligenze, afferibili certamente al mondo vasto di Sbilanciamoci, che curi l'aggregazione di tali feed. Avendo due lire in più sarebbe possibile rendere il sito appetibile graficamente, curare meglio i contenuti di maggior valore magari per le aperture o le spalle, far ruotare le gallerie di immagini o di video, organizzare al meglio i contenuti sociali, aggiornare un calendario di iniziative. Insomma avere la possibilità di disporre di un drappello di redattori capaci di avere una cultura e una visione giornalistica in grado di offrire alla fine un prodotto gradevole e appetibile. Chissà...

L'unica cosa che non ho trovato nella proposta che fate è però il modello economico su cui questa collaborazione dovrebbe basarsi. Ci avete pensato?

Purtroppo non potrò essere a Roma, ma mi interessa seguire il dibattito a prescindere da questo mio commento.

Buon lavoro

Cristiano