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Le proposte per “cambiare rotta”

07/09/2012

Spese militari, Cooperazione allo sviluppo, Ambiente, Europa, Giovani saperi, lavoro, Welfare diritti lavoro, Politiche fiscali, Oltre il PIL: questi i titoli delle proposte da dibattere al forum di Capodarco

Spese militari

Cancellare – rilanciando la campagna “Taglia le ali alle armi!” – il programma di acquisizione di novanta cacciabombardieri F35 (risparmio: 8 miliardi di euro), ridurre di un terzo (cioè quasi sessantamila unità) gli organici delle Forze Armate (risparmio: poco meno di tre miliardi di euro), ritirare le truppe dall’Afganistan (risparmio: oltre 600 milioni di euro), ridurre gli altri programmi di sistemi d’arma (fregate Fremm, fregate “Orizzonte”, sommergibili U-212..., risparmio: 600 milioni di euro), fermare l’approvazione della legge delega sul riordino della Difesa (che ci costerà nei prossimi anni oltre 120 miliardi di euro): queste alcune delle proposte che Sbilanciamoci! proporrà il prossimo autunno durante la discussione della legge di stabilità e del bilancio dello Stato. Una parte di questi soldi dovrebbero essere destinati al servizio civile (200 milioni di euro), alla cooperazione allo sviluppo (400 milioni) e alla riconversione dell’industria bellica (150 milioni), il resto a fronteggiare la crisi con provvedimenti di sostegno al reddito e di protezione sociale.

Cooperazione allo sviluppo

All’inizio di ottobre si terranno a Milano, promossi dal Governo italiano, gli Stati generali della cooperazione allo sviluppo. Contro la commistione tra intervento militare e aiuto umanitario e contro la dipendenza della cooperazione dagli interessi delle imprese e del commercio con l’estero, Sbilanciamoci! propone di sganciare la cooperazione allo sviluppo dal Ministero degli Affari Esteri e di legare il finanziamento di quest’ultima alla riduzione delle spese militari. Tra le altre proposte: cancellare i debiti illegittimi contratti nei confronti dell’Italia da parte dei paesi del Sud del mondo, introdurre la tassazione delle rendite finanziarie per sostenere la lotta alla povertà, riportare i fondi della cooperazione allo sviluppo ai livelli del 2008. Per gli Stati generali di ottobre è in programma, sempre a Milano, una manifestazione contro l’“eutanasia” della cooperazione e un nuovo libro bianco sulle politiche pubbliche del governo.

Ambiente

Contro e in alternativa al programma delle grandi opere – che solo per quest’anno prevede investimenti per un miliardo e mezzo di euro – Sbilanciamoci! propone di varare un piano straordinario di “piccole opere”: la messa in sicurezza di diecimila scuole che non rispettano le normative antincendio e antisismiche e la legge 626; il riassetto idrogeologico del territorio; il miglioramento della rete idrica, che solo nel Mezzogiorno perde il 50% dell’acqua trasportata; la dotazione di almeno mille nuovi treni per i pendolari; un piano straordinario di mobilità sostenibile e di trasporto pubblico locale nelle grandi città; un programma di riqualificazione delle periferie delle aree metropolitane; la dotazione per tutti gli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici e di sistemi di efficientamento energetico. Si tratta, nel complesso, di un miliardo di spesa che porterebbe, del resto, risparmi enormi rispetto alla gestione del territorio e almeno cinquantamila posti di lavoro in più.

Europa

Per cambiare l’Italia, bisogna assumere l’Europa come terreno di confronto e di conflitto. Questa l’iniziativa presa da Sbilanciamoci! con i Forum per un’“altra Europa”, tenutisi il 28 giugno a Bruxelles e il 9 luglio scorsi a Roma. Tra le proposte della campagna: trasformare la Banca centrale europea in prestatore di ultima istanza, introdurre gli eurobond, istituire un’agenzia pubblica di rating, varare la Tobin tax contro la speculazione finanziaria, mettere il Bilancio europeo a garanzia dei debiti sovrani dei paesi membri, democratizzare le istituzioni europee, rilanciare un piano di investimenti per lo sviluppo sostenibile e la coesione sociale su scala europea. Una mobilitazione che continua con il Forum di Firenze (7-11 novembre prossimi), in occasione del decennale della prima edizione del Forum Sociale Europeo, e con le altre iniziative su base continentale.

Giovani, saperi, lavoro

Difendere il diritto allo studio, rilanciare gli investimenti in innovazione e ricerca, combattere la precarietà. Sbilanciamoci! propone di tagliare i finanziamenti alle scuole private (700 milioni di euro), destinando tali fondi alla copertura finanziaria delle borse di studio (per raggiungere gli stessi livelli di Francia e Germania), e di varare un vero e proprio “welfare della conoscenza” che metta i giovani nelle condizioni di studiare e lavorare. Per questo – attraverso uno specifico “piano giovani” che rovesci lo schema della riforma Fornero – sono necessari l’introduzione del reddito di cittadinanza, il varo di un sistema di ammortizzatori sociali che benefici anche i collaboratori a progetto, il sostegno all’occupazione giovanile tramite crediti di imposta e aiuti all’autoimprenditorialità, maggiori investimenti per l’offerta e l’obbligo formativo, l’edilizia e l’autonomia scolastiche.

Welfare, diritti, lavoro

Contro il massacro del welfare e del lavoro avvenuto negli ultimi anni, Sbilanciamoci! propone interventi massicci a difesa dei redditi, dei posti di lavoro, dei servizi e dei diritti sociali. Reddito di cittadinanza, salvaguardia delle pensioni più basse, recupero del fiscal drag sono gli interventi più urgenti. E, accanto ad essi, il rifinanziamento di tutti i fondi sociali nazionali (in particolare, il fondo per la non autosufficienza, il fondo nazionale per i giovani e per l’infanzia e il fondo per le politiche sociali), il blocco della riduzione dei trasferimenti agli enti locali e al sistema sanitario nazionale: dieci miliardi di spesa che potrebbero essere in buona parte coperti con l’introduzione di una tassa patrimoniale del 5x1000 (da accentuare progressivamente) sui patrimoni superiori al milione di euro e con una tassazione delle rendite al 23% (si veda il box sulle politiche fiscali).

Politiche fiscali

Tassa patrimoniale permanente del 5x1000 (con un aumento progressivo) sui patrimoni al di sopra del milione di euro, tassazione delle rendite al 23%, tassazione dei redditi oltre i 200mila euro al 50%, tasse di scopo del 5% sul commercio delle armi, il porto d’armi, i diritti televisivi legati allo sport e allo spettacolo, la pubblicità: queste alcune delle proposte di Sbilanciamoci! che permetterebbero al paese di incassare almeno venti miliardi di euro l’anno. Una poltiica di giustizia fiscale alla quale deve peraltro accompagnarsi un’iniziativa costante di lotta all’evasione fiscale. Sbilanciamoci! propone a tal fine di portare la tracciabilità a 500 euro (soglia massima per l’uso del contante), il ripristino dell’elenco “clienti-fornitori”, il varo della legge anti-corruzione e la ricostituzione di un Alto Commissariato per la lotta alla corruzione e alla criminalità economica.

Oltre il PIL

Legge sulla contabilità ambientale, introduzione dei bilanci di genere, inclusione degli indicatori di benessere nelle leggi di spesa pubblica: queste le richieste della campagna Sbilanciamoci! – che si protraggono ormai da dieci anni – al Governo e al Parlamento. L’obiettivo: andare oltre il PIL (soprattutto in una crisi come quella che stiamo attraversando) come unico indicatore macroeconomico e affermare un approccio multidimensionale della misurazione del benessere sociale e ambientale. Un’impostazione che Sbilanciamoci! ha praticato concretamente, a partire dal 2003, con gli studi del QUARS (Qualità Regionale dello Sviluppo) che misurano la qualità della vita nelle regioni italiane e attraverso focus su alcune realtà locali come le Province di Roma, Trento, Ascoli Piceno, la Regione Lazio, i comuni di Arezzo e Cascina. Si tratta di richieste che ad oggi hanno trovato ascolto nella comunità scientifica con la decisione dell’Istat e del Cnel di dare vita al progetto Benessere Equo e Sostenibile (BES), che prevede l’impiego di una serie di indicatori sociali e ambientali che monitorano il benessere in Italia. Ora spetta alla politica.

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Commenti

refuso o realtà programmatica

Ho riportato due passaggi sulle proposte elaborate dove si cita la creazione di nuovi posti di lavoro con le specificate proposte programmatiche: il primo di 500.000 posti "attraverso investimenti sociali e migliaia di “piccole opere” " e il secondo di 50.000 posti "solo" con investimenti nelle "piccole opere".
Un refuso o gli "investimenti sociali" posso incidere di un ordine di grandezza ?

http://sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Sette-cose-da-fare.-Il-documento-finale-della-Controcernobbio-14820
2. La crisi e il lavoro.
Per uscire dalla recessione è necessaria una ripresa della domanda con un maggior ruolo della spesa pubblica, da utilizzare per affrontare l’emergenza occupazione. Dobbiamo difendere i lavoratori che rischiano di perdere il posto nelle 161 crisi industriali del paese. E si possono creare 500 mila nuovi posti di lavoro attraverso investimenti sociali e migliaia di “piccole opere” di cui il paese ha bisogno: infrastrutture di base, messa in sicurezza delle scuole, riassetto idrogeologico, tutela del territorio, mobilità ed energia sostenibile, welfare e salute, istruzione e ricerca. Sono necessarie politiche che tutelino i diritti del lavoro e combattano la precarietà. La legge Fornero va rifiutata.

http://sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Le-proposte-per-cambiare-rotta-14797
Ambiente
Contro e in alternativa al programma delle grandi opere – che solo per quest’anno prevede investimenti per un miliardo e mezzo di euro – Sbilanciamoci! propone di varare un piano straordinario di “piccole opere”: la messa in sicurezza di diecimila scuole che non rispettano le normative antincendio e antisismiche e la legge 626; il riassetto idrogeologico del territorio; il miglioramento della rete idrica, che solo nel Mezzogiorno perde il 50% dell’acqua trasportata; la dotazione di almeno mille nuovi treni per i pendolari; un piano straordinario di mobilità sostenibile e di trasporto pubblico locale nelle grandi città; un programma di riqualificazione delle periferie delle aree metropolitane; la dotazione per tutti gli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici e di sistemi di efficientamento energetico. Si tratta, nel complesso, di un miliardo di spesa che porterebbe, del resto, risparmi enormi rispetto alla gestione del territorio e almeno cinquantamila posti di lavoro in più.