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Democrazia, strappi consentiti

21/06/2015

Perdere in un anno due milioni di voti, come è successo al Pd, non è un incidente da poco. Si poteva pensare che il suo segretario, nonché premier, ne prendesse atto per correggere il tiro, mentre Renzi ha cercato soltanto di scrollarselo di dosso: “Non è una sconfitta mia, ma dell’opposizione”.

Non è neppure sfiorato dal sospetto che le minoranze non sono una disgrazia ma una condizione della democrazia; forse non ha mai saputo che della loro possibilità di muoversi in parlamento il garante è lui in quanto leader della maggioranza, convinto com’è che governare sia decidere da solo e per tutti. Due giorni dopo ha messo in atto le sue vendette rinviando una riforma della scuola e le attesissime centomila assunzioni di insegnanti che essa comportava dopo anni e anni di immobilità.

In verità gli attuali governi si prendono più di una libertà con i principi di quella democrazia rappresentativa che per loro sarebbe il santo dei santi, metro della misura della maturità e convenienza del sistema politico. Francia e Italia li stanno violando tutte e due sulla scuola, dove le politiche governative hanno incontrato resistenze inattese. In Italia, Renzi non è riuscito a far digerire agli insegnanti la sua “buona scuola”; quasi nelle stesse settimane in Francia la giovane ministra dell'istruzione Najat Vallaud-Belkacem (che ha sostituito il precedente ministro Benoît Hamon, messo da Hollande nella condizione di doversi dimettere perché troppo di sinistra) ha rapidamente deciso assieme al premier di ricorrere al fatale articolo 39-4, marchingegno infilato da De Gaulle nella costituzione del 1958, grazie al quale il governo ha diritto una volta per sessione parlamentare di bypassare il parlamento sulla misura che più gli preme; stavolta era la riforma del Collège, simile alla nostra media. Sembra che a suo tempo Michel Rocard vi sia ricorso una trentina di volte. Per chiudere il becco ai deputati il nostro governo ha finora usato il voto di fiducia, ma qualcuno deve aver suggerito a Renzi, Padoan, Poletti e compagnia di imitare i francesi introducendo il via libera anche da noi. Così ce lo troveremo nella prossima legge costituzionale nella distrazione (o accettazione) di tutto il Pd. Lo aveva già adocchiato nel 1935 Benito Mussolini. Ma soltanto i vecchi rottamandi e qualche gufo come me ne sono rimasti strabiliati, sia per l'Italia sia per la Francia, madre – a sentirla – di tutte le repubbliche.

Così non ci si deve più meravigliare se un centinaio di migranti abbia dormito alcune notti sugli scogli adiacenti al posto di frontiera vicino a Ventimiglia perché tirato giù a forza dalla polizia dai vagoni della linea che, percorsa la Costa azzurra, raggiunge Parigi e il sospirato nord e di là l'Olanda, magari l'Inghilterra, invece che la più ospitale ma linguisticamente incomprensibile Svezia. Quel gruppetto di disgraziati, avvolti dal freddo e dall'umidità oltre che indolenziti dalla dura roccia, è l'immagine parlante di un'Europa spietata, anzi della Commissione spietata che la governa perché gli abitanti francesi e italiani, al di qua e al di là del confine, lo varcano per dare loro una coperta calda.

La gente è meglio dei governi del nostro continente senza vergogna che, se potesse, metterebbe sugli scogli, e non gli mancano, l'intera Grecia, colpevole di avere speso senza pagare le tasse, peraltro non sotto l'egida dei detestati Tsipras e Varoufakis, ma dei precedenti Papandreu e Samaras. Nessuno quanto la Commissione era in grado di conoscere per filo e per segno l'allegra finanzia ellenica, ma a quei governi non aveva rimproverato né segnalato niente.

Della Commissione europea la perla è la libera stampa che si sveglia ogni tanto dal suo sonno scoprendo, a cose fatte, qualche orrore del Jobs Act tranquillamente digerito a suo tempo come la libertà data all'impresa di spiare con ogni possibile mezzo i suoi dipendenti, vita privata e opinione politica. Anche i sindacati più benigni con il padronato stanno protestando indignati. E non si può neanche dire meglio tardi che mai, perché la delega imposta è passata a suo tempo senza che battessero ciglio e ora disfare il già legiferato non sarà facile. Renzi, Poletti e le loro ministre dalle chiome lunghe come l'abitudine di non aprire il becco sembrano aver approvato alcune misure del premier che sta confezionando un paese su misura della destra, tale che nemmeno Berlusconi se l’era sognato.

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Commenti

sulle panchine del parco...

machno denuncia derive xenofobe nei discorsi della gente comune seduta sulle pachine del parco, qualsiasi esso sia e dovunque si trovi, in Italia come altrove, in Cina poi non ne parliamo, perché gli Africani, ormai colonizzati, non possono vendere un loro prodotto laggiù, ma sono invasi dai loro prodotti a basso costo.... Le rotte degli scafisti sono ben note a tutti soprattutto quando ci sono satelliti che tutto controllano capillarmente. Che la Francia, dopo il caso odierno delle intercettazioni, abbia il coraggio di richiedere la revisione del Trattato Nato, ormai decrepito! Ribadisco la necessità di un orgoglio europeo, 600 milioni di persone di qualsivoglia colore, non ha importanza, basta che venga rispettata una NUOVA EUROPA DA LISBONA A VLADIVOSTOCK, facendo abbassare il tono di destra alla Polonia, che proprio all'euro non vuol cedere, stato sovrano di certo!!!

migranti

Ma non e' assolutamente vero che la "gente" italiana e francese,europei tutti,sia migliore della classe dirigente e di quella politica.In tutti i paesi le destre xenofobe avanzano pericolosamente con un unico argomento:il razzismo o comunque l'ostilita verso chi e' diverso.Basta sedersi su una panchina di un giardino di una qualunque citta e ascoltare i discorsi sull'argomento.Ma questo e' valido per ogni argomento.E' curioso che chi si dichiara marxista non cerca le ragioni di cio' che si impone nei rapporti sociali,nei cambiamenti del mondo,di quanto un modo di vedere la vita si impone tra le masse.E quindi di quanto si sia perso.Si preferisce pensare che tutto sia originato dalle cattiverie di gruppi ristretti,finanziari,politici,Commissione,Bildenberg

quando ill premier abbraccia il fondoschiena di Obama....

Ha ragione Rossanda quando denuncia tutti gli elementi costituzionali e non solo per diagnosticare una democrazia mutilata , in Italia, più colpevole di quella ben pure mutilata dalla gestione presidenziale francese, assai guerrafondaia da secoli, dall'epoca di Beaumarchais, amico di Mozart ed autore del libretto de 'LE NOZZE DI FIGARO'. Lui faceva il mercante d'armi e guadagnava assai, per foraggiare i nordisti americani. Venerdi scorso qui a Vicenza è arrivata Michelle Obama, dopo che Renzi è andato negli States ed una foto riprende lui che con la mano destra abbraccia il fondoschiena del Presidente, mentre Obama, 'the black between two Bushes', fa lo stesso ma non lo sfiora nemmeno. Poi un altro abbraccio a Michelle...RIVEDERE IL PATTO NATO E' UNA PRIORITA' PER DARE OSSIGENO ALL'EUROPA. insisto per un'Europa reale da Lisbona a Vladivostock, Anche proprio tenendo conto delle osservazioni di Giovanni. Non devo essere una voce che grida nel deserto perché il Patto di Varsavia è saltato e gli USA si stanno servendo della Polonia per tenere a freno ogni mira di autonomia, da Lisbona a Vladivostock appunto!!! Piuttosto un'Europa africana ed un'Africa Cinese, ma un'Europa di 600 milioni di persone con vera dignità, mai! Grazie Rossanda, perché dai coraggio e la tua Amicizia con Luigi Nono mi garantisce a pieno titolo la tua lealtà. Ilia Pedrina

giovanniscavazza@gmail.com


Amministrative - Comunali - Ballottaggi
di Giovanni Scavazza - 16 giugno 2015

Circa i risultati dei ballottaggi di domenica scorsa, in base a come la penso io, pensiero che ho più volte comunicato, la destra non può dilagare (come d'altra parte la sinistra), per due buoni motivi:

1 - non esiste più la destra (o la sinistra). In questo momento, nel più classico stile americano (anche se in Italia viene applicato ovviamente "all'amatriciana") i due schieramenti che apparentemente si contrappongono sono in realtà due facce della stessa medaglia (come il partito repubblicano e il partito democratico negli USA). Le differenze di comportamento sono minime e più fumo negli occhi che altro, in caso di vittoria dell'uno o dell'altro schieramento. Come abbiamo visto questa cosa era vera anche ai tempi di Prodi, D'Alema e Ulivo, figuriamoci ora. Questi sono tutti d'accordo tra loro, buoni amici per spartirsi il bottino (il bottino siamo noi, i nostri redditi, i nostri diritti, i nostri figli e il loro futuro). Sono anche l'espressione degli stessi interessi: casta di privilegiati, speculatori, unopercento dei ricchi a spese dell'altro 99 percento.

2 - Con la maggioranza assoluta degli elettori che non va più a votare (finalmente) quella che sembra (ragionando in percentuali) una valanga di voti che si è spostata, sono in realtà (in termini numerici) poche migliaia di voti (anche considerando per buoni i voti ufficali, che saranno stati sicuramente manipolati da brogli). Sono ribaltabili in qualunque momento. Non indicano orientamenti stabili dell'elettorato.

E' anche improprio parlare di "livello nazionale", che nell'Europa dei mercanti, banchieri e speculatori ormai non esiste quasi più, almeno nei Paesi politicamente deboli come il nostro. Che cos'è diventato il cosiddetto "livello nazionale"? Un posto dove i malavitosi componenti i poteri forti mettono i loro pagliacci/burattini, che poi manovrano a piacimento. Che cosa accadrà "a livello nazionale"? Che chi comanda davvero elimini il pagliaccio/Renzi e metta un altro pagliaccio al suo posto? Lo hanno già fatto con pagliaccio/Berlusconi, lo hanno già fatto con pagliaccio/Monti, lo hanno già fatto con pagliaccio/Letta. Cosa è cambiato per gli onesti? Niente.

In tutto questo scenario c'è di buono un elemento e mezzo. Il mezzo elemento buono sono i voti del Movimento 5 stelle. Nonostante le contraddizioni, sono persone che vogliono cambiare le cose. In futuro, se qualcosa cambierà, potranno essere utilizzabili. L'elemento buono per intero è appunto la percentuale di elettori che diserta le urne, sempre maggiore e sempre più come se fosse un partito, o un embrione di esso.

Tuttavia non si sà quando questa cosa e mezza, potenzialmente positiva, darà i propri frutti. L'astensionismo e la voglia di cambiamento sono come un grande campo arato, con terra fertile, concimato a dovere, diserbato, che si trova in una zona con clima mite e ideale per l'agricoltura. Volendo, quel campo è giù pronto, potrebbe facilmente essere lavorato e darebbe frutti ottimi e abbondanti. Ma appunto: deve essere lavorato, non si semina da solo, non si irriga da solo, non produce frutti senza che nessuno si rimbocchi le maniche e lo lavori.

E qui ritorna il discorso di sempre: se non si mette su una buona squadra di coloni che sa il fatto suo, vestiti di rosso, con falci e martello e soli dell'avvenire, che si mette seriamente a lavorarlo, quel campo potenzialmente così fertile resterà così com'è, con l'aratro desolatamente solo, abbandonato in mezzo alla magione, con in lontananza lo sciabordio delle lavandare, come nella poesia del buon Giovannino Pascoli.

giovanniscavazza@gmail.com

http://www.liberacittadinanza.it/sedi/parma/articoli/amministrative-comunali-ballottaggi