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Porti insicuri

26/11/2013

Si chiama Porti insicuri il nuovo rapporto di Medici per i Diritti Umani (Medu), realizzato in collaborazione con ZaLab e Asgi.

Porti insicuri, come sono i porti italiani per i migranti. Secondo il dossier, i cui risultati si basano su un’indagine svolta in Grecia e in Italia tra aprile e settembre 2013, “ogni anno alcune migliaia di migranti partono dai porti greci e cercano di raggiungere l’Italia e il resto d’Europa nascosti nelle navi che attraversano l’Adriatico”. La maggioranza di queste persone, una volta rintracciate “nei porti di Venezia, Ancona, Bari e Brindisi, vengono rimandate dalle autorità italiane nel paese ellenico”.

 

Riammissioni

 

Medu ha raccolto le testimonianze dirette di 66 migranti – per lo più provenienti dall’Afghanistan e dalla Siria – che hanno dichiarato di essere stati riammessi dall’Italia alla Grecia. Sono state documentate in tutto 102 riammissioni, delle quali 45 si sarebbero verificate nel 2013: una proporzione che indica come moltissima gente venga riammessa – o sarebbe meglio dire respinta – più di una volta.

 

La situazione è particolarmente grave per quanto riguarda i minori, in particolari i minori non accompagnati: tantissimi si trovano in questa situazione e subiscono lo stesso trattamento degli adulti. Il 33% delle persone intervistate ha dichiarato che al momento della riammissione era minorenne.

 

I problemi legati a questa procedura sono diversi: primo fra tutti, il fatto che la Grecia è stata considerata dall’Europa “paese non sicuro” per i richiedenti asilo, a causa soprattutto della totale assenza di politiche di accoglienza e delle continue violenze e persecuzioni subite dai migranti, aggravate anche dalla situazione di pesante crisi in cui si trova il paese. Solo per avere un’idea, si consideri che la Grecia ha attualmente ben 40.000 domande di asilo pendenti: una cifra che mostra in modo lampante la totale assenza di misure di protezione umanitaria e internazionale nel paese ellenico.

 

Proprio alla luce di questa situazione, “il regolamento Dublino è bloccato per quanto riguarda la Grecia – sottolinea l’avvocato di Asgi Salvatore Fachile – e le riammissioni sono illegittime, violano diverse sentenze passate. Per questo, quando il Ministero dell’interno rilascia i dati dei rimpatri verso la Grecia, è come se stesse dichiarandosi colpevole”.

 

Le riammissione dall’Italia alla Grecia avvengono in realtà in base a un accordo bilaterale del 1999 (per info sull’accordo clicca qui): accordo “illegittimo, perchè viola dei trattati superiori, internazionali”, denuncia Facile.

 

Gli ultimi dati rilasciati dal Ministero dell’Interno parlano di una decrescita del numero delle persone che dalla Grecia arrivano nei porti dell’Adriatico: un’indicazione reale, che però non deve essere letta come positiva: Medu sottolinea infatti che la diminuzione degli arrivi è dovuta all’attivazione di misure di controllo maggiori, come l’aumento degli uomini legati a Frontex: nel periodo trattato dal dossier sarebbero stati posizionati 1800 uomini in più a Evros, uno dei punti principali di ingresso dei migranti sul territorio ellenico. A questo si accompagnerebbe un incremento dei controlli sul territorio.

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