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elezioni

L'Europa di oggi

28/05/2014

Il parlamento europeo si è spostato a destra e resterà incollato più che mai alla linea di questi ultimi anni, garante il Ppe. Oggi come oggi l’Europa è questa, una miscela in cui gli umori restano quelli che erano e non si sono affatto rielaborati e tantomeno fusi in un crogiolo per mancanza di qualsiasi fiamma

Non è il meno interessante dei segnali quello che ci mandano le ultime elezioni, vistosamente segnate anzitutto dal rifiuto di votare: è la tendenza all’interpretazione casalinga che viene loro data dalla Francia che si è scoperta di colpo per il 40 per cento di destra e dall’Italia esultante per la vittoria di Renzi. È visibile a occhio nudo che il voto francese significa un furioso “no” a Francois Hollande per aver disatteso le sue stesse promesse più che l’adesione a Marine Le Pen mentre la soddisfazione italiana implica una vistosa perversione del senso delle parole “sinistra “e “riformismo”. Del resto valgono i numeri: il parlamento europeo, che doveva essere prodigiosamente rinnovato o almeno pareggiare fra socialisti e conservatori, si è spostato a destra e resterà incollato più che mai alla linea di questi ultimi anni, garante il Ppe; mentre il nostro vittorioso Pd ha raccolto il 40 per cento perché svuotato di qualsiasi contenuto sociale progressista. La disinvoltura con la quale il paese ha digerito quell’inno al precariato che è il Job Act e sembra accettare la liquidazione di una delle Camere, perdipiù da parte di un leader che insolentisce i soli veri difensori della Costituzione, è eloquente. Insomma il parlamento europeo resta agganciato più che mai al Centrodestra, appoggiato in varia misura da spunti di destra eversiva in guisa di guardia pretoriana o di spaventapasseri.

Questo non toglie che il fenomeno sia preoccupante e vada attentamente esaminato nelle sue diverse versioni, come la violenza verbale tipica di Grillo oppure dove ha vaste radici nel Novecento e dove non le ha, come in Gran Bretagna e in Francia. È vero che la Francia lo ha più nascosto che esorcizzato, con il lungo silenzio che ha coperto la assai larga adesione a Petain, eroe di Verdun, onesto vegliardo cui dare le “bon Dieu sans confession”; ma anche fervente collaborazionista e antisemita nella seconda guerra mondiale osannato fino all’ultimo dalle folle. Come va analizzato senza complimenti lo spuntare di minoranze, o in Ungheria addirittura di maggioranze, neonaziste in paesi già di “socialismo reale”. Una vena di destra corre da sempre nella cultura europea, pronta a presentarsi in vesti antiborghesi. Ugualmente sarà utile guardare da vicino non solo il sabotaggio dei media ma la sconsiderata gestione della Lista Tsipras, malgrado l’intelligenza e generosità del suo leader. Il vero vantaggio delle elezioni a sistema proporzionale e perdipiù apparentemente lontane dal diventare effettive il giorno dopo, sta nel disvelamento delle viscere dell’elettore. Sì, oggi come oggi, l’Europa è questa, una miscela in cui gli umori restano quelli che erano e non si sono affatto rielaborati e tantomeno fusi in un crogiolo per mancanza di qualsiasi fiamma.

 

 

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Commenti

Ue ue ue.......

Carissima Kompagna, in Europa l'esito delle elezioni era scontato. Io sono indignato e deluso, perché devo rimanere in Europa se solo in Italia e Grecia manca il reddito minimo garantito??? Drastici licenziamenti nella Pubblica Amministrazione dei fannulloni corrotti, e reddito minimo per tutti.

Rossana Rossanda

Ho votato per la Lista Tsipras perché oltre che essere di sinistra è stata l'unica che ha condotto la campagna elettorale su temi europei. Per il resto il teatrino era al massimo di comicità c'era chi proponeva "a tutti 80 euro", stiamo ripensando l'acquisto degli "F35" forse ne compreremo metà, tuteliamo le quote rosa "metà dei candidati siano donne", .. altri parlavano di "Hitler", altri ancora "Grillo un pericolo per la democrazia...". Una situazione ignobile cioè una campagna elettorale ignobile. Anche perché compreranno gli F35 e non faranno asili nido per tutelare per questione femminile. Questo è avvenuto dicono gli esperti perché l'argomento europa è stato lasciato a partiti nazionali. Solo che i politicanti maschi o femmine avrebbero dovuto avere il buon gusto di parlare di temi europei.
Sono invece perplesso di fronte all'analisi della Rossanda che dice e non dice. Perché non ammettere molto chiaramente che i popoli, le maestranze, i dipendenti, i lavoratori non si sentono per nulla rappresentati da un Parlamento Europeo che non ha i poteri della Commissione Europea. E poi il sistema in cui è inserito il Parlamento non è l'Europa ma fa parte dell'Unione Europea. Penso che i cittadini d'europa interpretano questa situazione in modo molto materialistico considerando il Parlamento senza alcun potere effettivo. Che la destra avanzi in Europa, come anche Grillo, non stupisce. Basti pensare come è rappresentata la cosiddetta sinistra in Italia di cui uno dei più eclatanti è proprio Sel dove il suo Leader maximo è stato colto in un atteggiamenti "molto disinvolti" con la dirigenza dell'Ilva.

l'europa di oggi

E' difficile capire,se non ricorrendo a categorie extrapolitiche(la sinistra è sempre sull'orlo di una crisi di nervi)il perchè di una tale gragnuola di commenti critici,di qua e di là, a Rossana Rossanda,che ha il solo torto di aver detto cose abbastanza ovvie e per di più senza supponenza e con qualche dubbio inespresso.
Che il parlamento europeo si sia spostato a destra non mi pare discutibile.La causa sta anzitutto nel successo (per fortuna limitato)dei partiti/movimenti nazional- populisti a scala europea,peraltro atteso.Unica obiezione che mi sento muovere a Rossanda è che il PPE,o almeno non tutti i partiti aderenti, sono cosi garanti dello "statu quo":poichè la politica e' fatta anche di piccoli passi non credo che Juncker sia più conservatore di Barroso - chiedere a Cameron- e per quanto riguarda l'autonomia dal modello tedesco,che è la vera egemonia europea-neppure di Schultz,che a quell'ombrello si è posto comodamente al riparo.
La posta in gioco,in queste elezioni,non era però tra destra e sinistra, nella classica dicotomia, ma tra un campo europeista e un campo anteuropeista.Lo spartiacque si collocava qui e qui andava ricercato il vero volto delle forze in campo,dietro la maschera populista.Può non piacere,e anch'io preferirei la competizione tra progressisti e conservatori,ma questa è la realtà.Paradossalmente meglio un'europa conservatrice,perchè comunque questa resta più favorevole alla sinistra e al movimento operaio,che non nessuna europa,dominata da partiti nazional populisti.
In tal senso non ho alcun dubbio che 5 stelle sia da annoverare a pieno titolo in quel campo e abbia i caratteri di un movimento di massa sostanzialmente reazionario,anche se non conservatore:culturalmente(pauperismo e decrescita),politicamente(alleanze a destra,vedi Farange),socialmente(piccola borghesia,precariato,,ceto medio proletarizzato).Leggo invece che illustri analisti continuano ad iscrivere 5 stelle a sinistra,ignorando le lezioni della storia e qualche storico non marxista,che guardò particolarmente alla composizione sociale dei fascismi , alla mobilità dei confini tra destra e sinistra nelle crisi,alle nuove e repentine dislocazioni di ceti e gruppi sociali.Quanto il successo di 5 stelle sia dipeso dai limiti della sinistra e quanta parte della sua base sociale possa essere parte della sinistra,è altra storia: ma ritenere di sinistra un movimento solo perchè ne occupa anche i vuoti,è un errore grave(il primo merito di Tsipras è proprio quello di avere fatto argine alla fascistizzazione della Grecia e di avere guidato in altra direzione la crisi sociale).
Pur stimandolo non l'ho però votato(non solo per indigeribili scelte nelle liste ed infelici sortite "animaliste",non so se Rossanda si riferiva a questo).Per me è stato dirimente proprio l'orientamento ambiguo,sia culturale e politico, di alcuni promotori della lista Tsipras in Italia,,già inclini ad idealizzare 5 stelle quale portatore di una impossibile palingenesi di democrazia diretta(risoltasi subito ed ovviamente nel suo contrario),e tuttora convinti,nonostante prove contrarie, della prossimità di quel movimento con la sinistra del 2000 e del suo futuro.
Ho votato invece PD, con gli occhi chiusi .Non ad occhi chiusi.Ho votato da comunista del PCI,quale sono stato,come facevano i comunisti,quando guardavano prima di tutto all'interesse del proprio paese.Come me, vi assicuro,hanno votato molti altri,riferibili a quella esperienza,moralmente ed intellettualmente onesti.E' strano che nessuno ne parli e si enfatizzi invece un"carico di destra" sul voto al PD,che pure c'è.Se avessi ancora voglia di fare politica,ripartirei da qui.Nel successo del PD non c'è solo destra,ma anche tanto popolo di sinistra,che non trova rappresentanza,ma che di fronte al "hic rodus,hic sali" non se la sente di astenersi.

Gian Luca Cerrina Feroni
Firenzre
via laura 8

Sconfittismo trionfante ?

Vorrei tranquillizzare l'ultimo interlocutore di questo dibattito. I comunisti, almeno in Italia, sono pressocché estinti. E però questo non è sufficiente per definire il PD un partito di sinistra riformista e moderato. A meno che tu non consideri come politiche di sinistra la precarizzazione di massa dei lavoratori, la negazione della rappresentanza elettorale, l'elargizione di cifre modeste senza alcun criterio di equità sociale, la (s)vendita di ogni bene pubblico e la negazione della democrazia diretta (vedi referendum sull'acqua pubblica). Ma in questo caso bisogna intendersi prima sul termine.
Non tutto il PD la pensa così, ma oggi il Renzi egemone fa le stesse politiche di Monti e della Merkel, con una buona dose di Berlusconismo (le promesse fantasmagoriche), senza assolutamente porsi neanche il problema di rendere più giusta la società. Per i poveri c'è la carità e tanto basti.
E' vero, però, che in questo quadro il risultato della lista Tsipras in Italia non è sufficiente.
Malgrado ciò spero si eviti di ricominciare di nuovo tutto da capo con un'ennesima rifondazione: se non si consolidano i primi passi, è difficile proseguire in avanti

sconfittismo trionfante

la sinistra antica, perdente, ideologica e comunista, quella specializzata in sconfitte ed in rigorose analisi delle tante sconfitte, ci elargisce, attraverso il vaniloquio della Rossanda (tipico esempio di champagne-comunist, una che nella sua militanza politica ha sbagliato tutto, non ne ha indovinata una, nemmeno per sbaglio), l'ennesimo, irritante pistolotto, nel quale addirittura vengono accomunati, quasi come se fossero la stessa cosa, il FN della Le Pen e il PD di Renzi, colpevole di avere vinto in Italia perché - a suo dire - svuotato di ogni contenuto progressista e di sinistra. Wow! Potremmo provare a spiegare che, per fortuna, esiste una sinistra non più ideologica, post-comunista (finalmente!), riformista e moderata, una sinistra che si è stufata di un'eterna, sterile opposizione e che cerca di governare, di incidere realmente nella società e di cambiarla, modernizzarla. Potremmo, appunto, ma sarebbe inutile, i radical chic non ammettono l'esistenza di altra sinistra che non sia la loro, rigorosamente minoritaria, vetero-comunista, lontana da ogni cultura di governo, orgogliosa della propria intransigenza e del proprio sterile isolamento. Per la prima volta, in Italia, un partito di fatto socialdemocratico come il PD arriva al 40% e i nostri sinistri duri e puri cosa fanno? Gridano alla fine della vera sinistra, allo svuotamento di reali contenuti progressisti, come se avere vinto con una base programmatica - ribadisco - moderata e riformista fosse una colpa, una macchia. Incredibile! Non riesco a trovare altre parole. In tutto questo c'è qualcosa di patologico, di perverso, oppure, più semplicemente, c'è solo la presunzione elitaria di pochi (per fortuna) intellettuali, del tutto sconnessi da quella società reale che non hanno mai saputo comprendere e interpretare. P.S. si parla anche del modesto risultato della Lista Tsipras, i "comunisti de noantri"; uno spunto di riflessione: forse la vera, semplicissima ragione è che l'elettorato di sinistra (che in Italia è ben presente e bello grande, ve lo assicuro) si è finalmente stancato di perdere e ha scelto una linea politica che possa interpretare, nella concretezza dell'azione di governo, l'esigenza del cambiamento. Provate un po' a rifletterci, invece di impartire l'ennesima, inutile lezioncina che nessuno, o quasi, ha più voglia di ascoltare...

Rossanda

Solo un approccio sentimentale alla politica spiega il disorientamento di tanti di sinistra,compresa una persona di cui conservo una stima intatta,nello spiegarsi la situazione attuale.Situazione attuale che e' di crisi profonda,totale,della sinistra,in ogni sua tendenza,e non limitata alla politica in senso stretto.
Ma non e' vero che alla fine degli anni 70 partiti,sindacati hanno in Europa subito una sconfitta sociale,ripeto sociale,di dimensioni storiche?Inutile ripetere le circostanze e i nomi.
Non e' vero che negli Usa piu o meno nello stesso periodo si concludeva l'era iniziata con Roosvelt,con la presidenza di Reagan,che chiudeva a ogni ipotesi di welfare e di requilibrio fiscale?
Non e' vero che in Cina,icona nei tardi anni 60 per tanti della mia eta',Deng Hsiao Ping affermo' che arricchirsi e' glorioso,inizio di quello che ne e' seguito in quel paese?
Ci dimentichiamo della caduta del muro e della fine, senza alcuna contraddizione e resistenza,di una esperienza rivelatasi tragica dal punto di vista politico e umano?
E si potrebbe continuare naturalmente
Altro elemento di considerazione:non e' vero che le ipotesi di una societa socialista o comunista si basava su una composizione sociale e certe caratteristiche del lavoro che non esistono piu?
E' logico che in questa situazione le componenti maggioritarie del socialismo,riformiste,laburiste,socialdemocratiche,che avevano puntato su una fetta sempre piu grande della torta,correggendo e non rivoluzionando il sistema,si trasformassero in quello che sono Pd e Pse (non e' colpa di Hollande,Blair,Renzi,Zapatero ecc che hanno tradito)
Ed era dolorosamente inevitabile che chi si proponeva una societa diversa sparisse,visto che le classi subalterne,anche in condizioni difficile,di questa societa condividono tutto (non solo in Europa)
Ma vi sembra che in questi lunghi tristi decenni,nel mondo,non solo in Europa,sia maturato un pensiero e un movimento reale tale da provocare qualche cambiamento?
E perche' non si prende atto di questo e ci si affida sciaguratamente alla destra peggiore o a un tizio che in questo momento sta trattando con un partito di questa destra noto per nazionalismo esasperato e xenofobia manifesta?
Perche ci si affida a uno pseudo movimento che,coerentemente con il pensiero delle destre peggiori,affida alla critica delle caste,e non alla critica sociale,il nocciolo della sua politica?Se fosse disponibile nell'attuale mercato della politica l'antisemitismo del primo 900,sarebbe fatta la frittata
Ripeto,questo impazzimento di tanti compagni,me lo spiego non in chiave politica,ma psicologica
Si faccia appello,in un momento cosi',a un grigio,necessario realismo.
La storia non si ferma e verranno tempi migliori

Finanziare il capitalismo e non solo

Nel programma della lista Tsipras c'erano due cose più che indigeste: finanziare la piccola e media impresa e il reddito di cittadinanza. La grande impresa è nata già grande? NO. E' diventata tale strada ...facendo; quindi noi dobbiamo finanziare lo sviluppo del .... capitalismo ??? Proviamo a chiedere nelle piccole/medie imprese: l'uso della legge 104 (assistenza ad un familiare diversamente abile); il cartellino... si certo il cartellino, in non pochi posti la non registrazione della quantità di lavoro giornaliero implica ... che le ore ...oltre l'orario non sono pagate... ; le assemblee con le 12 ore annue previste dalla legge 300/1970 (Statuto dei lavoratori) sono ben accette ? Per contrastare il cosiddetto reddito di cittadinanza si è costretti ad utilizzare la sapienza di un ciclope del pensiero della working class:
« Quanto più cresce la forza produttiva del lavoro, tanto più può essere abbreviata la giornata lavorativa e quanto più può essere abbreviata la giornata lavorativa tanto più potrà crescere l’intensità del lavoro. Da un punto di vista sociale la produttività del lavoro cresce anche con la sua economia. Quest’ultima comprende non soltanto il risparmio nei mezzi di produzione, ma l’esclusione di ogni lavoro senza utilità. Mentre il modo di produzione capitalistico impone risparmio in ogni azienda individuale, il suo anarchico sistema della concorrenza determina lo sperpero più smisurato dei mezzi di produzione sociali e delle forze-1avoro sociali oltre a un numero stragrande di funzioni attualmente indispensabili, ma in sè e per sè superflue.
Date l’intensità e la forza produttiva del lavoro, la parte della giornata lavorativa sociale necessaria per la produzione materiale sarà tanto più breve, e la parte di tempo conquistata per la libera attività mentale e sociale degli individui sarà quindi tanto maggiore, quanto più il lavoro sarà distribuito proporzionalmente su tutti i membri della società capaci di lavorare, e quanto meno uno strato della società potrà allontanare da sè la necessità naturale del lavoro e addossarla ad un altro strato. Il limite assoluto dell’abbreviamento della giornata lavorativa è sotto questo aspetto l’obbligo generale del lavoro. Nella società capitalistica si produce tempo libero per una classe mediante la trasformazione in tempo di lavoro di tutto il tempo di vita delle masse. » (1867)
Karl Marx (α 1818 -  1883) - Das Kapital. Kritik des politischen Oekonomie (1° libro cap XV - Variazioni di grandezza nei prezzi della forza-lavoro e nel plusvalore) Editori Riuniti, Roma, 1973, pp 244 – 245


Rossana Rossanda

Cimentarsi in un dibattito politico con Rossana o entrare nel merito di un suo articolo è, per me, imbarazzante data la stima e considerazione che ho di questa persona. Mi sento di farlo, da elettore del M5S perché anche in Rossana vedo una certo (mi si perdoni il termine) settarismo di un certo modo di essere di sinistra. Grillo è il motore, le ruote motrici di un fenomeno che nell'epoca nostra ha potuto crescere in modo esponenziale, imprevisto, perché questa nostra società lo chiede. Il tempo del pensiero politico è finito, la gente non accetta più il profondimento, la logica conseguenziale dei comportamenti assunti. In un certo senso Berlusconi Renzi e Grillo sono espressione della stessa voglia di un popolo che crede alle apparenze, che non giudica sui fatti, sui comportamenti. E per l'Europa non c'è molta differenza. Io credo nel programma del M5S e mi piacerebbe sapere se Rossana, per esempio, è d'accordo sulla TAV, sul nucleare, sugli inceneritori, sul finanziamento dei partiti, sui soldi dati ai giornali, su alcune posizioni di un sindacato che predica bene ma licenzia i propri dipendenti (vedi IAL-CISL) con stratagemmi da padrone delle ferriere ecc. ecc. Basta guardare una trasmissione di Report (che ho smesso di guardare perché mi fa troppo male continuare a sapere e non vedere che le cose cambiano) In questo anno ho avuto la possibilità, da casa, aprendo il computer, di venire informato di cose che avvenivano in parlamento che mai avrei potuto sapere se non per la presenza dei deputati e senatori del M5S. Troppe volte è avvenuto che una sinistra ricciuta ha consegnato per decenni in mano alle destre il potere, le sorti della gente, la libertà. Troppe volte una sinistra senza visione del futuro si è accontentata di mettere la bandierina e non di essere protagonista del futuro del popolo. Personalmente sono spaventato del fatto che un ragazzo capace e determinato possa essere a capo di un partito che ha fra le fila mascalzoni e delinquenti presi con le mani nel sacco quindici giorni prima delle elezioni e che di ciò gli italiani non ne abbiano tenuto conto. Probabilmente tanti anni di governo di destra hanno sdoganato una cultura che è penetrata fino al midollo di un popolo a cui gli si può fare di tutto, far credere di tutto. Io credo nella ragione dei popoli e non nella convenienza dei partiti. E se il M5S fosse anche solo un "cavallo di Troia" per scassare un mondo e una società che ha perso di vista valori e ideali ben venga Di Maio e compagni che fanno quello che dicono e non dicono quello che non fanno. In fondo la ricostruzione può essere fatta solo su delle macerie e io non ho paura della rivoluzione.

ROSSANDA NON SONO D'ACCORDO

Se tu avessi potuto partecipare alla campagna per la lista avresti una opinione sicuramente diversa. Chiedere a Luciana Castellina.

Rossanda - Tzipras

I difetti nella gestione della lista certo non sono mancati: tra questi la comunicazione oscillante tra un eccesso di intellettualismo e tentativi un po' goffi di attirare l'attenzione dei media; alcune candidature un po' improvvisate ecc.. Oltre ovviamente ai litigi iniziali. Tuttavia le analisi dei flussi concordano nel ritenere che si sia trattato di un voto sostanzialmente di giovani il che ci dà un po' di speranza. L'aggettivo sconsiderato mi pare eccessivo ed ingeneroso; se R. si riferisce invece all'incrocio di opinioni e percorsi diversi (che grazie anche alla generosità di molti sono riusciti a convivere), allora dissento profondamente dalla sua opinione.

elezioni

Mi spiace leggere la sintesi poco problematizzata di Rossanda, che da sempre considero maestra di politica. Mi riferisco non solo al giudizio sul voto italiano (la scelta degli elettori non è stata sapiente, ma abbastanza saggia, visto l'offerta politica), ma anche a quello ungherese, considerato a "maggioranza nazifascista".
Ho diversi amici ungheresi, che vado spesso a trovare (curo anche un blog di amicizia italo-ungherese), e credo che la tua analisi sia una semplificazione che fa torto all'intelligenza di chi la fa e degli ungheresi (su East Journal ci sono commenti più appropriati).
Se posso permettermi un consiglio, parlane un pò con Agnés Heller (che vive a Budapest, ma l'anno scorso l'ho incontrata al Festival della spiritualità), che certo non gliene manda a dire a Orban Viktor.
Cara Rossanda, ti confido con molto affetto che da te mi aspetto approfondimenti più meditati.

....malgrado l'intelligenza e la generosità del suo leader....

Cara Rossanda, ho scritto di te in Pomezia Notizie, la 'rivistina' letteraria ed etico-politica che si sostiene senza pubblicità alcuna e che, per la lungimiranza del suo Direttore, riesce ad avere il coraggio di pubblicare a puntate l'ITALIA DI SILMATTEO', da già tre mesi.... Ho scritto di te e di GiGi, quel GiGi Nono compositore veneziano che, come te, mai ha perduto la fiamma che alimenta consapevolezza della propria realtà storica, discernimento nella sua valutazione, capacità di agire con il coraggio della verità, in sintesi quella 'fiamma' di cui tu parli. Si, sono con te, in Italia la lista TSIPRAS è stata strumentalizzata per debolezza nelle competenze etico politiche in coloro tutti che vogliono servirsi della politica per approvvigionarsi di denaro con parole messe insieme alla meglio. Ognuno fa la sua parte come meglio crede e sa.... Tu mi capisci: l'Italia con Renzi è ancora e sempre più al servizio del Trattato Nato, versione rinverdita del Trattato di Versailles, sempre più contro il proprio tempo, che dovrebbe vedere un'Europa da Lisbona a Vladivostok con la Russia al suo interno, in un superamento delle tipologie del partito 'culla' o 'piedistallo', per arrivare all'efficacia di leggi dettate dagli effettivi bisogni degli Europei, a partire dal diritto al lavoro che è diritto alla realizzazione di sé e delle proprie capacità, come sosteneva, lottando con forza, Danilo Dolci, nel suo 'Processo all'art. 4 della Costituzione'. Le tue riflessioni sono appropriate e da scandagliare ulteriormente. Ilia Pedrina

Abbiamo votato cosa?

Pienamente d'accordo con te Rossana ed anche con quel tuo cenno alla "sconsiderata gestione della lista Tsipras". Credo che molti, se non tutti, abbiano capito bene cosa intendi dire ma è più comodo fare finta che così non sia!

Critiche Rossanda Lista Tsipras

Mi unisco ai precedenti messaggi. Rossanda dovrebbe espilicitare quelle che, a suo parere, sono state le criticità della lista Tsipras. Frasi criptiche, che molto sottendono, ma nulla permettono di comprendere, non solo non aiutano a costruire l'alternativa, ma contribuiscono, che lo si voglia o no,a screditare un importantissimo tentativo di resistenza progettuale quale è stato il lavoro di questi mesi.Proprio perchè il compito che abbiamo davanti è immane e impervio è fondametale confrontarsi con chiarezza estrema, esplicitare gli eventuali limiti delle pratiche finora perseguite.

stupore

Sono d'accordo con Fabio: la Rossanda deve spiegare meglio, anch'io non la capisco.. Io penso invece che dall'Appello degli intellettuali alla campagna de L'Altra Europa co Tsipras nei paesi italiani sia stato un crescendo di fiducia e un risvegliarsi dei militanti della sinistra disorientati dalla trasformazione del PD in DC. Per quanto ci riguarda occorre insistere sull'unità a sinistra per contrastare le politiche liberiste e per spiegare agli italiani l'inganno del Partito Democratico mutato antropologicamente che da una parte elargisce 80 euro e dall'altra piano piano privatizza tutto, sanità,ferrovie,autostrade,acqua pubblica (strumentale era l'appoggio dato al Referendum del 2011),che sicuramente farà aumentare le tariffe e la disoccuapzione che è in aumento ulteriore e poi ,con il Poletti, peggiora le condizioni di vita del popolo dei precari.

commento a Rossanda

Non so a cosa si riferisca in particolare Rossanda con la "sconsiderata gestione della lista Tsipras"; ma immagino si riferisca alla tentazione partitocratica di sempre di mettere il "cappello" alla neonata formazione politica o, peggio, alla riproposizione autistica della pulsione al cupio dissolvi della sinistra, già ampiamente vista. Ora , mi permetto di osservare che può darsi che queste due tentazioni siano entrambe presenti (si vede anche dall'analisi del voto) ma è anche vero e indubitabile che questa campagna elettorale ha fatto avvicinare o ri-avvicinare ad una proposta politica di sinistra molte persone nuove, in particolare giovani e che molti "senzatessera" come me, ci credono in questo tentativo. Invito Rossanda a partecipare e contribuire a far si che questa esperienza non vada dispersa nel vento delle polemiche sterili e delle divisioni autarchiche.
Fabio

sinistra

21/10/13 RENZI MALE NECESSARIO?
La preparazione del congresso di partito sembra più una lotta interna per prevalere personalmente piuttosto che la presentazione di un solido chiaro programma per gli elettori. In questo gioco delle due o tre carte manca una carta che prometta quello che una probabile maggioranza assoluta dei cittadini attende. Questo i partiti non lo faranno mai, non fa parte del gioco cui stiamo assistendo. Purtroppo e in subordine, tutti i partiti e movimenti di sinistra si azzuffano nei loro pollai. Diversamente avremmo visto “el pueblo unido” vincere le elezioni.
Realismo vuole che se Renzi è in grado di scompaginare lo stallo attuale, in qualsiasi modo, di rimescolare tutte le carte e prendersi una netta maggioranza sia pure relativa, è il massimo che potremmo attenderci. Avremmo una nuova DC, un centro destrina? Avremmo comunque un avversario politico normale. La sinistra? Qualcuno la vede? O si fa avanti oppure continuerà a lamentarsi di non farsi avanti.
Non era vero?
Uno spiraglio di sinistra potrebbe aprirsi con Tsipras!