Globi
Economia
La crisi attuale e quella futura
Concentrazione delle banche, livello di indebitamento, squilibri tra Usa e Cina: come le "soluzioni" in atto pongono le premesse dei prossimi giganteschi problemi
Crescita ineguale, ineguale recessione?
Il commento dell'economista Anthony Atkinson al Rapporto dell'Oecd "Growing Unequal?"
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Debito pubblico, perché no?
Come un aumento generalizzato della spesa pubblica finanziata da un aumento del debito pubblico può farci uscire dall'intreccio letale tra crisi finanziaria e recessione
Ascesa e caduta delle banche d'investimento
ll paesaggio competitivo della finanza sta cambiando, le investment banks sono le grandi perdenti; come mai tali organizzazioni sono crollate?
L'occasione della crisi finanziaria
Le convulsioni finanziarie mondiali sono una rara opportunità per riformare la governance globale in una direzione opposta alla diseguaglianza distemica dell'età neoliberista
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Come trovare 900 miliardi di dollari a Wall Street
Il piano di salvataggio dell'Ips alternativo al "bailout" di Bush e Paulson
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Crisi finanziaria: patrimonio e pregiudizi
I governi dovrebbero comprare quote delle banche invece della loro spazzatura. Una misura che ha avuto successo in Svezia, ma è scartata per motivi ideologici
La crisi economica americana: dieci proposte
C'è una via d'uscita? Sì, ma non è certo quella di prendere 700 miiliardi dai contribuenti per darli alle banche. Un articolo del grande teorico pacifista, esperto di conflitti e globalizzazione
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I debiti e il falò
La Camera dei Rappresentanti Usa ha respinto lunedì 29 settembre per 228 voti a 205 il piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari. Entrambi i partiti si sono divisi tra spinte contrastanti: da una parte il patriottismo in un momento critico del paese e dall’altro la rappresentanza dei veri interessi degli elettori. Giovedì, controprova con un piano modificato. Mentre la crisi si allarga nel mondo
Il "political divide" che blocca i negoziati Wto
I ricchi esportano sottocosto e i poveri non possono difendersi con i dazi: l'ennesima crisi dei negoziati multilaterali non è un problema tecnico, ma politico