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Peer Steinbrück, l’anti-Merkel dell’Spd

08/10/2012

Peer Steinbrück è ufficialmente il nuovo candidato per l’SPD alle elezioni del prossimo anno. Noto in Germania come l’uomo che ha saputo affrontare con successo la crisi finanziaria del 2008

Descritto dai grandi quotidiani tedeschi come l’uomo adatto a fronteggiare la Merkel, Peer Steinbrück è un “insider” dei poteri forti tedeschi, è stato nel consiglio di amministrazione della Thyssenkrupp e resta molto vicino alla lobby della finanza. Non è da lui che possiamo aspettarci una cambiamento significativo delle politiche di Berlino.

Dal 2002 al 2005 presidente della regione del Nord Reno–Vestfalia e dal 2005 al 2009 Ministro delle finanze nella Große Koalition guidata dalla Merkel, Steinbrück, economista di formazione, è stato il ministro che ha ricevuto l’appoggio dal mondo politico a mediatico quando nel 2008, con una serie di misure, ha risolto le conseguenze più drammatiche della crisi finanziaria, tamponando le falle nei conti di alcune banche tedesche con soldi pubblici e instituendo l’Agenzia federale per la stabilizzazione dei mercati finanziari.

Salario minimo, maggiore equità nel mercato del lavoro, riduzione del divario tra stipendi massimi e minimi, formazione, sono i punti chiave che oggi possono ricondurre la Germania a una rinnovata economia sociale di mercato, afferma il neo-candidato nel discorso che ne ha decretato la candidatura. Ma non solo. Steinbrück si ripropone oggi agli elettori (per la seconda volta come candidato Cancelliere) come l’alternativa a un governo liberal–conservatore che è stato incapace di affrontare le vere cause della crisi nell’eurozona, ovvero la regolamentazione del settore bancario e finanziario. I mercati finanziari hanno preso il sopravvento sulle politiche democratiche e sull’economia reale, guidati da anonimi manager che non rispondono ad alcun tipo di legittimazione istituzionale. Occorrono misure ambiziose ma necessarie per domare il capitalismo finanziario e l’estremismo del mercato, nonché una nuova cultura della stabilità bancaria, afferma Steinbrück in un documento pubblicato di recente sul suo sito, vero e proprio manifesto programmatico di regolamentazione finanziaria per la Repubblica federale.

Ma il nuovo candidato dei socialdemocratici si prepara a condurre la campagna elettorale tra le polemiche. “La verità è nulla, l’immagine è tutto” apre un articolo apparso di recente sulle pagine del Die Tageszeitung, il quotidiano berlinese vicino alla sinistra più radicale, sottolineando come lo stesso Steinbrück sia in realtà parte di quel mondo che si propone di regolare. Bankschreck, il terrore delle banche, il soprannome con cui i media avrebbero etichettato Steinbrück, non si addice a un economista che avrebbe spinto il sistema bancario tedesco nel vortice del risiko della finanza mondiale. Era presidente del Nord Reno–Vestfalia quando la Landesbank locale ha iniziato ad acquistare prodotti finanziari tossici con i risparmi dei cittadini. Le deregolamentazioni attuate durante il suo periodo come ministro hanno alimentato gli acquisti di prodotti finanziari derivati come CDO e CDS da parte degli istituti di credito tedeschi, contribuendo di fatto alle perdite del settore bancario degli anni successivi. Perdite che i cittadini stessi hanno dovuto pagare. Nel 2008, dopo aver elogiato la stabilità del sistema bancario tedesco, ha negoziato il salvataggio della società Hypo Real Estate, ramo immobiliare della banca bavarese Hypovereinsbank (del gruppo Unicredit), seguito al collasso dell’americana Lehman Brothers, con 100 milioni di euro dei contribuenti. 10 milioni di euro sono inoltre i soldi che i cittadini tedeschi hanno versato nelle casse della banca IKB per non meglio precisate “ragioni di importanza sistemica”. Il suo recente passato politico contraddice il programma che oggi propone come candidato cancelliere, anche se Steinbrück stesso ha cercato di chiarire parte del suo passato con un libro dal titolo Unterm Strich, “Sotto la linea”, nel quale vengono commentati errori e scelte del suo mandato come ministro.

Il neocandidato ha ricevuto l’appoggio da un fronte non del tutto inaspettato. Josef Ackermann, ex amministratore delegato della Deutsche Bank, la più grande banca della Repubblica federale, in una intervista alla tv pubblica ARD ha apprezzato, anche se parzialmente, il programma di regolamentazione della finanza proposto da Steinbrück. Ackermann concorda con la proposta dell’istituzione di un fondo di 200 milioni di euro per il salvataggio del settore bancario finanziato dalle banche stesse, così come una tassa sulle transazioni finanziare che contribuisca ad alleviare la crisi. Meno appoggio riceve invece l’idea, di certo non nuova, della separazione delle banche commerciali dalle banche di investimento, che sempre secondo Ackermann andrebbe sostituto con un maggiore controllo sulla possibilità di trasferimento del denaro tra i due settori.

Nei giorni scorsi sono piovute le polemiche sui giornali per alcuni compensi eccessivi, ricevuti per conferenze e lezioni, alle quali Steinbrück è stato invitato negli ultimi anni. “Parlare è denaro”, titola il Frankfurter Allgemeine Zeitung, che parla di 600.000 euro ricevuti indipendentemente dalla carica di parlamentare ricoperta dal 2009 ad oggi. Steinbrück avrebbe di fatto guadagnato meno durante il suo mandato di Ministro delle finanze che durante i tre anni da semplice membro del Bundenstag, sottolinea il FAZ, carica alla quale Steinbrück avrebbe dedicato poca attenzione non avendo tenuto alcun discorso fino ad inizio 2010.

Tra gli altri compensi risultano anche 300.000 euro ricevuti nel solo 2010 per un posto nel consiglio di amministrazione della Thyssenkrupp, dal quale tuttavia ha già dato le dimissioni. Lo stesso Steinbrück ha dichiarato in una intervista al quotidiano Bild che farà tutto il possibile per chiarire al meglio la sua situazione finanziaria e di aver già commissionato a una nota società di consulenza di Düsseldorf il compito di stilare un rapporto dettagliato sui suoi compensi extra-parlamentari: “Quando in due o tre settimane il lavoro sarà finito, tutti i dati riguardanti contratti, luoghi e temi delle mie conferenze saranno resi noti, insieme alle tasse pagate sulle somme ricevute dal 2009 al 2012”. Critiche fondate o solo un modo per parlare d’altro in un paese nel quale certe questioni, che in Italia non farebbero impallidire nessuno, riempiono le pagine dei giornali?

È difficile derivare dal profilo del candidato alla cancelleria la politica economica che potrebbe realizzare un governo socialdemocratico-verde come quello proposto dall’SPD nella campagna elettorale ora in avvio. Steinbrück è un “insider” che si troverebbe a suo agio anche in una nuova “grande coalizione” con la CDU di Angela Merkel. In una Germania che è diventata la potenza egemone in Europa, le possibilità di cambiamento effettivo appaiono modeste. E Steinbrück rimane un candidato troppo vicino al mondo della finanza.

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Commenti

Avessimo in Italia un candidato come Steinbrueck!

L'articolo di Bramucci è ottimo. Dice che anche in Germania la socialdemocrazia candida alla guida del nuovo governo un politico di sinistra moderata che presenta un programma innovatore: mettere la museruola al cane rabbioso della speculazione finanziaria separando le banche commerciali dalle banche d'investimento, introdurre la vigilanza sulle banche su scala europea e soprattutto riequilibrare la distribuzione dei redditi a favore delle fasce di popolazione più povere col salario minimo e col fisco, dunque spingere l'economia all'espansione dei consumi interni piuttosto che alle esportazioni. In Italia i leader del raggruppamento di sinistra-centro che si candidano a sostituire Monti, su questi argomenti non si sono ancora chiaramente pronunciati.
Quanto ai compensi che Steinbrueck ha percepito come consigliere d'amministrazione e consulente di banche e imprese, è da apprezzare la sua promessa di pubblicarne un elenco dettagliato con l'indicazione delle tasse pagate, elenco convalidato da una società indipendente di revisione.
La distribuzione del reddito finora è stato un argomento poco affrontato nel dibattito sulla politica economica da cambiare in Italia. Molti dimenticano che Monti nel suo programma aveva affiancato al rigore l'equità e la crescita e poi dell'equità si è dimenticato e sulla crescita ha affidato a Passera il compito di elaborare le misure d'acqua fresca dei decreti sullo sviluppo.
Pochi conoscono i dati pubblicati da Eurostat sulla distribuzione del reddito in Italia e in altri Paesi dell'Eurozona. I dati dicono che il coefficiente di Gini che misura la concentrazione dei redditi,calcolato per l'Italia (31,2) è più alto rispetto a quelli di Germania (29,3), Francia (29,8), Belgio (26,6), Austria (26,1), Paesi Bassi (25,5) e Finlandia (25,4). Il coefficiente di Gini invece è maggiore di quello italiano in Grecia (32,9), Portogallo (33,7) e Spagna (33,9), cioè nei Paesi meno sviluppati dell'Eurozona. Che bello il nostro primato dovuto al sistema fiscale e soprattutto all'evasione fiscale, che privilegiano i più ricchi!
Se fossi un elettore tedesco voterei per Steinbrueck e manderei a casa la Merkel.