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Ucraina, genesi di un conflitto

29/06/2014

Stampa e Tv disegnano il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo che, dopo avere strappato la penisola di Crimea, se la vorrebbe mangiare tutta. Ma la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt’altro che lineare. E l’Europa sembra avere dimenticato storia, geografia e politica

L’Europa non è certo nata in chiave antiamericana ma, date le dimensioni e il numero degli abitanti, almeno come grande mercato autonomo e con una moneta forse concorrenziale; e per alcuni anni questo è stata. Ma da qualche tempo ha sottolineato in modo sbalorditivo un ruolo che una volta si sarebbe detto “atlantico”. Non più sotto il vessillo anticomunista, il comunismo essendo scomparso da un pezzo, ma antirusso.

Qualche anno fa, Immanuel Wallerstein mi diceva che, spento ogni scontro ideologico, le nuove guerre sarebbero state commerciali. E quale altro senso dare al conflitto in corso a Kiev? Esso sembra avere per oggetto l’identità nazionale dell’Ucraina. Eccezion fatta per il manifesto, tutta la stampa e le tv disegnano il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo; il quale le ha già strappato la penisola di Crimea e se la vorrebbe mangiare tutta. Manca poco che la Russia non sia definita un nuovo terzo Reich. In occasione del settantesimo anniversario dello sbarco in Normandia, il presidente francese Hollande è stato accusato di aver invitato alle celebrazioni anche Putin - come se la battaglia di Stalingrado non avesse permesso agli Stati Uniti il medesimo sbarco, distraendo dal Nord Europa il grosso della Wehrmacht - nello stesso tempo invitando niente meno che dei reparti tedeschi a partecipare alla rievocazione del primo paracadutaggio alleato sul villaggio di Sainte-Mère-l’Eglise.

Da qualche giorno poi sappiamo che gli Stati Uniti, neppure il presidente Obama, ma il suo ex rivale Mc Cain - hanno ammonito la Bulgaria, la Serbia e gli altri paesi coinvolti in un progetto di gasdotto per trasportare il gas russo in Europa (con un tracciato che evitava l’Ucraina, perché cattiva pagatrice) a chiudere i cantieri in corso, preferendo un nuovo tragitto attraverso l’Ucraina a quello diretto per l’Europa occidentale. Stupore e modeste proteste di Bruxelles, convinta che si tratti di una minaccia simbolica. Che tuttavia va inserita nel quadro di un cambiamento delle esportazioni Usa, ormai indirizzate al commercio del gas di scisto, per altro non ancora avviato.

L’Europa teme dalla Russia rappresaglie per avere applaudito all’abbattimento del presidente ucraino filorusso Yanukovic da parte delle forze (piazza Maidan) che sono ora al governo a Kiev. Ma la storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt’altro che lineare. Il principato di Kiev è stato la prima forma del futuro impero russo, annesso da Caterina II alla Russia verso la metà del XVIII secolo, stabilendo in Crimea la sua più forte base navale. La sua cultura, il suo sviluppo e i suoi personaggi, da Gogol a Berdiaev, sono stati fra i protagonisti della letteratura russa del XIX secolo. L’intera letteratura russa resta segnata dalla guerra fra Russia, Inghilterra e Francia, che hanno cercato di mettervi le zampe sopra: si pensi soltanto a Tolstoi e alla topografia delle relative capitali ricche di viali e arterie che la commemorano (Sebastopoli). Ma il paese, che all’origine era stato percorso, come l’Italia, da una moltitudine di etnie, dagli Sciti in poi, ha stentato a unificarsi come nazione, distinguendosi per lotte efferate e non solo ideali fra diversi nazionalismi, spesso di destra. Il culmine è stato nella prima e seconda guerra mondiale: nella prima sotto la presidenza di Petliura, nazionalista di destra, quando l’Ucraina è stata l’ultimo rifugio dei generali “bianchi” Denikin e Wrangel, con lo scontro fra lui e la repubblica sovietica di Karkov. Solo con la vittoria definitiva dell’Urss si è consolidata la Repubblica sovietica nata a Karkov, destinata a diventare negli anni trenta il centro dell’industrializzazione. Industrializzazione sviluppatasi esclusivamente all’est (il bacino del Donbass, capoluogo Karkov), mentre l’ovest del paese restava per lo più agricolo (capoluogo Kiev, come di tutta la repubblica); e questo rimane alla base del contenzioso fra le due parti del paese. Nella seconda guerra mondiale, poi, l’occupazione tedesca ha incontrato il favore di una parte del panorama politico ucraino, un’eredità evidentemente ancora viva nei recenti fatti di piazza Maidan: il partito esplicitamente nazista circola ancora e non è l’ultima delle ragioni per cui il paese resta diviso fra la zona orientale e quella occidentale. Nel secondo dopoguerra, Kruscev dette all’Ucraina piena autonomia amministrativa, Crimea compresa, senza alcuna conseguenza politicamente rilevante perché restava un processo interno all’Unione Sovietica.

È soltanto dal 1991 e dal crollo dell’Urss che, anche su pressione polacca e lituana, il governo dell’Ucraina guarda all’Europa (e alla Nato) e incrementa lo scontro con la sua parte orientale. Sembra impossibile che in occidente non si sia considerato che l’Unione Sovietica non era solo una formula giuridica: scioglierla d’imperio e dall’alto, come è avvenuto nel 1991, significava creare una serie di situazioni critiche sia nelle culture che nei rapporti economici che attraversavano tutto quel vasto territorio. Da allora, Kiev non ha nascosto di puntare a un’unificazione etnica e linguistica anche forzosa delle due aree, fino a interdire l’uso della lingua russa agli abitanti dell’est cui era abituale.

L’Europa e la Nato non hanno mancato di appoggiare le politiche di Kiev, e poi l’insurrezione contro il presidente Yanukovic assai corrotto, costretto a tagliare la corda in Russia. Ma la zona orientale non lo rimpiange certo: non tollera il governo di Kiev e la sua complicità con la Nato, ma non perché abbia nostalgia di questo personaggio. Si è rivoltata contro la politica passata e recente di Kiev che ha tentato perfino di impedire l’uso della lingua russa, usata dalla maggioranza della popolazione all’est. L’Europa e la Nato, appoggiate da Polonia e Lituania, affermano che non si tratta di un vero e spontaneo sbocco nazionalista, ma di una ingerenza diretta della Russia, e così dicono stampa e televisione italiana. Non c’è dubbio che la Russia abbia voluto il ritorno della Crimea nel suo grembo, ma la proposta dell’est di andare a una federazione con l’ovest, garantendo l’autonomia di tutte e due le parti, è stata bocciata da Kiev e dal governo degli insorti. La decisione di votare in un referendum all’est contro Kiev è stata presa non da Putin, messo in imbarazzo, ma dalla popolazione dell’est che ha votato in questo senso al 98%. Non si tratta di un processo regolare (non accetteremmo che l’Alto Adige votasse una delle prossime domeniche la sua appartenenza all’Austria, senza alcun precedente negoziato diplomatico), ma non è stato neppure una manovra russa come l’Europa tutta ha sostenuto.

È sorprendente che perfino il poco che resta delle sinistre europee abbia sposato questa tesi e che in Italia le riserve di Alexis Tsipras sulle politiche di Bruxelles non abbiano alcuna eco. C’è perfino chi evoca in modo irresponsabile azioni armate contro Mosca. La deriva dei conflitti, anche militari, e non solo in Ucraina, rischia di segnare sempre di più un’Europa che ha dimenticato storia, geografia e politica.

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Commenti

ucraina

Significativo che la rossanda - da brava comunista abituata a distorcere la realtà a proprio uso e consumo ideologico, in questo caso, come spesso accade dare addosso ai perfidi yankees - parte dalle origini del popolo russo e arriva ai giorni nostri ma dimentica il genocidio dei cosiddetti kulaki tra la fine degli anni venti e l'inizio dei trenta; ovvero milioni di morti provocati dal potere sovietico (ossia russo) in ucraina e che qualche impatto sulle dinamiche tra russi e ucraini dovrà pure averlo avuto (non ultimo che durante la seconda guerra molti ucraini, aimè, videro i nazisti non come invasori ma come liberatori); per la rossanda quei morti non contano, li ha fatti il comunismo, dimentichiamocene; sarebbe come parlare della storia dell'europa del ventesimo secolo edimenticarsi della shoa.

vicende lontane.

Capisco che è una questione di onte subite nella spartizione della torta.
E di produttori di torte che reclamano contropartite da destinare al progetto.
Esisteva un contratto con sovrintendere tra stati contigui?
Oppure lo stato garante del fornitore della materia(non del servizio )ha ravvisato inadempienze a cui ha dovuto supplire,e adesso vuole riscatto?
Ora,questi tubi (presumo pieni ed in funzione per il luogo da cui passano)
debbono produrre un profitto da destinare in pare all'espansione del servizio.
Si ottiene con la fornitura e il consumo del gas.
La costruzione del gasdotto è stata realizzata da lavoratori ucraini?

Replica a @franco

@franco
1. Non bisognerebbe dire delle ovvietà, come quella che i cittadini ucraini russofoni voterebbero, se non per l’indipendenza, almeno per una forte autonomia (come, peraltro, era nel testo del quesito referendario): si sentono russi e stanno facendo addirittura una guerra per questo.
2. La pulizia etnica a Leopoli ai danni dei Polacchi non c’entra nulla con l’imperialismo, ma è la conseguenza della secolare dominazione polacca su quella parte dell’Ucraina (cfr. video da me allegato più sotto).
3. Il trattato italo-austriaco a favore dell’Alto Adige è costoso (i trasferimenti annuali a favore dell’Alto Adige, che ha 500 mila abitanti, ammontano ora a circa 4 mld). Una politica “altoatesina” in Ucraina è economicamente improponibile, anche se venisse aiutata dall’UE, e moralmente iniqua, perché le regioni orientali sono più ricche di quelle occidentali ed hanno, mi pare, oltre 10 milioni di abitanti; la questione, poi, della lingua russa, come ha ben spiegato Domenico più sotto, è un falso problema.
4. A scanso di equivoci: io ritengo che a) non esiste soltanto l’imperialismo russo, ma anche quello statunitense, cinese, francese, tedesco, ecc. e persino italiano, ove ce ne fossero le condizioni, semplicemente perché l’imperialismo degli Stati corrisponde all’inclinazione alla prepotenza degli umani, e b), per quanto riguarda la questione specifica dell’Ucraina, la penso come Romano Prodi, che ha lamentato che gli USA, che c’entrano poco, abbiano dovuto surrogare l’Unione Europea, quasi assente.

Rossanda-Ucraina

Cara Rossanda,

Tra chi pensa che la crisi in Ucraina sia stata una manovra russa alla quale l'"occidente" ha dovuto e deve rispondere e chi pensa che sia stata una manovra americana alla quale i russi hanno dovuto e devono rispondere, non si va molto lontano.

Come non serve a molto sostenere che solo il manifesto non descrive" il quadro di un’Ucraina povera ma democratica che si dibatterebbe nelle grinfie dell’orso russo", se si dimentica di aggiungere che, in compenso, ci propina ogni giorno, "un’Ucraina che si dibatterebbe nelle grinfie dell’aquila americana". Ovvero rimpianzando la propaganda “main stream” pro-occidentale con la propaganda “alternativa” pro-russa. Che sempre propaganda è, e con retrosceni assai inquietanti che il “nostro” ex-giornale non si è mai degnato chiarire: i rapporti di molte firme della pagina internazionale con Réseau Voltaire (di cui il manifesto trae molte della sua “controinformazione”, e che pubblica, lo stesso giorno, tutti gli articoli di Manlio Dinucci) , Axis for Peace (con Dinucci , Chiesa, Losurdo..) e l'area “rossobruna”, che hanno persino portato Marinella Correggia (che non amo molto ma gli presento lo stesso le mie condoglianze per la morte del padre), Giulietto Chiesa e l'area anti-imperialista (solo anti-americana No War /Pcdi) a promuovere manifestazioni “pacifiste” pro-Assad insieme a fascisti siriani e italiani, e il manifesto ad annunciare e relazionare queste iniziative senza dire una parola sulla presenza fascista!

Quisquile? E pensi anche tu che se vogliamo abbattere l'imperialismo americano (ovvero il male assoluto), l'unica via è un alleanza estrema destra/estrema sinistra (Thierry Meyssan) o che come sostiene Alexander Dugin (nuovo guru del nazionalsocialismo e consigliere di Putin) "La Troisième Rome, le Troisième Reich et la Troisième Internationale sont des éléments qu’il faut connecter dans la révolte contre le monde moderne." ?

So che non stai bene e che probabilmente hai ben altro da fare,ma mi piacerebbe avere una tua risposta, e il tuo parere, a proposto di guerra economica, su questa notizia pubblicata il 26 maggio su Réseau Voltaire, e che, guarda a caso,il manifesto ha “bucato”

Une importante délégation russe s’est rendue à Damas la semaine dernière. Elle était présidée par le vice-Premier ministre Dmitry Rogozine et comprenait le ministre adjoint des Finances Sergueï Stortchak et le directeur du Service fédéral pour la coopération militaro-technique Alexandre Fomine.
La commission intergouvernementale russo-syrienne s’est réunie à la fois en séance plénière et par groupes de travail dans une atmosphère très sympathique et détendue.
Accaparée par la question ukrainienne, la Russie semblait absente du Proche-Orient au cours des deux derniers mois. Cette visite marque son retour régional et sa nouvelle politique vis-à-vis de «l’Occident».
Il semble que trois importantes décisions ont été prises, en matière économique, militaire et financière:
-En 2015, la Commission économique eurasiatique créera une zone de libre-échange avec l’Union douanière (Russie-Biélorussie-Kazakhstan) dont la Syrie fera partie.
-La Fédération de Russie continue à fournir les armements autorisés par le Conseil de sécurité de l’Onu. Le ministre syrien de la Défense, le général Fahd al-Freij, se rendra à Moscou en août pour signer un Traité détaillé sur la coopération entre les deux États. Il devrait comprendre l’extension du port militaire russe de Tartous aussi bien que l’accès syrien aux images des satellites russes.
-La Fédération de Russie devrait financer largement la reconstruction de la Syrie, de sorte que celle-ci ne soit pas contrainte de vendre le passage sur son sol de gazoducs saoudiens et qataris.

Ucraina, Russia, Europa

Ovviamente il 98% è sovrastimato e non credibile; ma è ben possibile che un risultato pro-RUssia sarebbe confermato in ampie parti dell'Ucraina Orientale anche in condizioni più normali, dopo i danni fatti ultimamente. A Leopoli l'ultima pulizia etnica è stata fatta dagli ucraini a spese dei polacchi; tanto per dire che le cose sono più complicate della denuncia dell' "imperialismo russo". Per riprendere un'altra mail, la qualità attuale della democrazia russa è scadente, ma non è paragonabile ai regimi di Saddam e Gheddafi (sarebbe come paragonare l'India all'Arabia Saudita).
Sarebbe bello se l'Europa, invece di baloccarsi coi miraggi dello shale gas, imponesse all'Ucraina (ma anche all'Estonia e alla Lettonia) una politica "altoatesina" verso i russi (che avrebbe benefici effetti anche per l'attrattività della democrazia in Russia), almeno dal punto di vista linguistico, se non economico. Purtroppo l'Ucraina ha un reddito medio che è un terzo di quello russo (o polacco), e non mi sembra che nessun leader europeo abbia proposto di incrementare l'Iva devoluta a Bruxelles per aiutare l'Ucraina.

Articolo Rossana rossanda

Mi fa sempre intristire quando, per dimostrare che gli americani sono brutti e cattivi, si parla di regimi (Gheddafi, Putin, Assad ecc.) come se fossero degli stati liberi e democratici, poi ci sciacquiamo la coscienza andando a firmare ai banchetti di Amnesty....

Ucraina

Finalmente un articolo che rimette in fila la logica: in Italia, stampa e tv sembrano aver dimenticato tutto, per un pericoloso pensiero unico. C'entra il ttipp? Oppure, avendo ormai aderito al pensiero unico delle guerre a bassa intensità, alle periferie del mondo, l'Europa è silente, rinunciataria della pace?
Sonia Soldani

Ucraina

Molto sinteticamente,penso che gli USA stiano destabilizzando l'Europa dalla "guerra umanitaria" in Jugoslavia.Ed il Mediterraneo.Divide et impera.L'anno scorso i missili USA in Polonia,e recentemente la volontà, poi rientrata, di attaccare la
Siria, consegnando di fatto il MedioOriente nelle mani di Israele.Isolando sempre più la Russia.
Gheddafi fatto fuori in quattr'e quattr'otto, la cui principale colpa per costoro era quella, in realtà, di non essersi mai venduto nè agli USA nè alla Francia.
Gli USA paladini della libertà...
Ma andiamo

ucraina-rossanda

Rossanda mette sotto tono il ruolo degli Stati Uniti nella crisi ucraina, eppure questo ruolo è ben rilevato da Kissinger nell'articolo uscito sul washington post del 6 marzo, che forse sarebbe bene pubblicare. Kissinger accusa gli Stati Uniti della crisi in corso poichè responsabili di voler estendere la NATO ai confini russi. Kissinger scrive: "Ukraine should not join NATO, a position I took seven years ago, when it last came up". Su "NATO review" dell'estate 2007 in un articolo dal titolo "NATO e Ucraina al bivio" si da conto del partenariato del 1997 fra NATO ed Ucraina che avrebbe dovuto tradursi in adesione nel 2010 come il Presidente Viktor Yushenko confermò a Bruxelles. Ma in settembre 2006 Yanukovych divenuto primo ministro fece mezza marcia indietro . C'erano stati dimostrazioni contro l'esercitazione Sea breeze USA-Ucraina nell'estate 2006 ed i sondaggi dicevano che il 20 per cento della popolazione era favorevole all'adesione ed il 54 per cento contrario. Leggere per credere, infine va di moda parlare di impero russo, eppure era un certo Brzezinski a scrivere " E' ormai tempo che gli Stati Uniti perseguano un coerente disegno geostrategico d'ampio respiro per l'intera eurasia.. ...l'equilibrio di forze che prevarrà su questo continente deciderà il destino della supremazia americana e della sua missione storica" (La Grande Scacchiera, 1997)

articolo di Rossanda

Vorrei intervenire sull'argomento. La questione della presunta interdizione dell'uso della lingua non è vera. Il russo come il magiaro il russino il rumeno ed altre ancora sono considerate nell'ordinamento ucraino lingue regionali poiché chi le parla supera una determinata percentuale stabilita dalle norme. Ciò consente l'utilizzo della lingua in determinati ambiti come quelli amministrativi giudiziari scolastici ecc. Vi era stata una proposta di legge di abrogare il sistema delle lingue regionali bocciata sul nascere. Di tutte le lingue regionali e non soltanto della lingua russa. Vi erano stati degli abusi che avevano creato del mal contento specie nella popolazione di lingua russa poiché Yanukovic tagliava le classi in lingua ucraina e ciò provocava le proteste dei russofoni che non potevano mandare i figli alle scuole ucraine per sfruttare il bilinguismo. Prima della cacciata di Yanikovic non si poneva il problema della presunta discriminazione linguistica a dimostrazione che era una scusa per creare il conflitto ( e scusate se il ricordo va alla questione dei Sudeti ed alla Slesia di hitleriana memoria). Che si tratti di una falsa questione lo testimoniano i vari interventi del sindacato degli scrittori ucraini di lingua russa di Karkov oppure quanto scrive sulle pagine de L'Unità lo scrittore Nikitin.

Nota stonata di un articolo abbastanza obiettivo

Citazione:
“La decisione di votare in un referendum all’est contro Kiev è stata presa non da Putin, messo in imbarazzo, ma dalla popolazione dell’est che ha votato in questo senso al 98%”.

Nota stonata di un articolo abbastanza obiettivo e aderente alla realtà, visto che il 98% del referendum (illegittimo e svoltosi in condizioni irregolari e senza supervisori) è sovrastimato (qui il dato “ufficiale” è diverso http://www.eastjournal.net/ucraina-il-referendum-nellest-del-paese-in-attesa-di-risposte-da-kiev/42468 ) ed è calcolato sui votanti non sugli elettori, similmente al risultato delle ultime elezioni europee, sopravvalutato secondo Rossana Rossanda a causa dell’astensionismo (v. il suo articolo precedente http://old.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/I-patti-clandestini-del-governo-Renzi-25164 ).
Questa analisi, poi, espunge completamente 2 considerazioni: la prima, che cosa ne pensa la maggioranza del popolo ucraino della mentalità imperialista della Russia (la mia fonte è la mia compagna, ucraina di Leopoli); e la seconda, su Repubblica, è apparso poco tempo fa, relativamente al caso Ucraina, questo video che in 3 minuti e mezzo illustra i cambiamenti succedutisi in Europa negli ultimi 1.000 anni http://video.repubblica.it/dossier/rivolta-ucraina-2013/mille-anni-di-europa-in-3-minuti-e-mezzo/159439/157932 , dal quale si ricava plasticamente che l’Ucraina (un po’ come l’Italia) ne ha fatto sempre le spese; perché meravigliarsi se ora, in maggioranza, aspira all’unità e all’indipendenza, soprattutto dall’Orso russo, ponendosi in un campo – quello occidentale - che oggettivamente la garantisce di più?