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Grecia-Europa. L’offensiva tedesca, la difesa di Tsipras

13/07/2015

L’accordo Europa-Grecia è una prova sadismo economico e di colpo di stato politico. Un progetto che non può funzionare, con riflessi economici e politici complessi, per la Grecia come per l’Europa

“L’hanno crocifisso lì dentro”. Tsipras ha dovuto subire “un massiccio waterboarding mentale” – la tortura favorita dagli americani – nella maratona del Consiglio europeo terminato lunedi mattina. Così i funzionari presenti descrivono il clima del più lungo vertice europeo della storia, finito con un documento terribile sulle condizioni che la Grecia deve accettare per un nuovo programma di “aiuti”. Ma per capire che cosa sta succedendo ci sono tre livelli da considerare.

Il primo è il contenuto letterale dell’accordo (disponibile qui http://www.consilium.europa.eu/en/press/press-releases/2015/07/pdf/20150712-eurosummit-statement-greece/?utm_source=DSMS&utm_medium=email&utm_campaign=Euro+Summit+Statement+12%2f07%2f2015&utm_term=952.31519.1082.0.31519&utm_content=all+customers). E’ una prova di sadismo economico e di colpo di stato politico. La retorica è costruita per legare mani e piedi la Grecia al tavola della tortura: subito aumento dell’Iva, riforma delle pensioni, tagli di spesa automatici. Lo svuotamento di sovranità è esplicito: ogni decisione del governo di Atene dovrà essere prima approvata dai proconsoli che la troika avrà in Grecia. E non mancano cadute nel ridicolo – come il codice di procedura civile da introdurre in tre giorni e risolvere la crisi con l’apertura dei negozi la domenica e la liberalizzazione di panetterie e latterie.

Ma il senso economico dell’accordo va letto al di là del tono. C’è la stretta dell’austerità, che aggraverà la recessione del paese. Ci sono le liberalizzazioni del mercato del lavoro e le privatizzazioni che dovranno portare 50 miliardi, da usare per risanare le banche greche, rimborsare il debito e nuovi investimenti; qui ci potranno forse essere margini di manovra nella definizione delle misure e nei tempi previsti. Soprattutto, ci sono quattro cose che erano prima assenti dal tavolo delle trattative. La più urgente è il ritorno della liquidità nelle banche, che tuttavia resteranno chiuse un’altra settimana per l’incapacità di Mario Draghi di smarcarsi da Berlino. La seconda è l’ammontare del finanziamento che verrà dal Meccanismo europeo di stabilità – tra 82 e 86 miliardi di euro – ben altra cosa rispetto alle briciole del passato. La terza è il riconoscimento dell’insostenibilità del debito greco e l’apertura all’allugamento delle scadenze e ad altre misure. La quarta, nell’ultimo paragrafo, sono i 35 miliardi di fondi europei per investimenti per ricostruire l’economia. Quattro cose che permettono all’economia greca di evitare il collasso e tengono aperto lo scontro sulle politiche europee.

Infine c’è il livello politico dell’accordo. Anche qui l’esito è più sfumato e denso di incertezze. C’è stata la sconfitta della linea dura del ministro delle finanze tedesco Schauble, che voleva cacciare la Grecia dall’euro. Le sue dimissioni devono essere ora un obiettivo di tutti quelli che hanno a cuore la sopravvivenza dell’Europa. C’è stata una crepa nei rapporti tra Berlino e Parigi, con Hollande che ha ripreso un piccolo ruolo. Dentro i socialdemocratici in Germania e nel Parlamento europeo sono cresciute le richieste di apertura; perfino il timido Matteo Renzi ha detto – pare – “quando è troppo è troppo” e ha beneficiato ieri della caduta degli spread sui Bot italiani. C’è ora una caduta di credibilità della Germania e un forte sentimento anti-tedesco nell’élite degli Stati Uniti e tra i commentatori moderati in Gran Bretagna. Crescono le critiche anche dentro la Germania; Heiner Flassbeck, già sottosegretario alle finanze a Berlino, ha scritto sul suo blog che “questo sarà ricordato come il giorno in cui una politica tedesca miope e ostinata è stata imposta all’Europa, provocando una grande resistenza tra la gente in Europa e nel mondo. D’ora in avanti l’Europa è solo una chimera, una visione di cooperazione ed equità tra i popoli che è stata soffocata della politica restrittiva tedesca” (http://www.flassbeck-economics.de/author/heiner-flassbeck/).

Ad Atene l’accordo del Consiglio europeo fa pagare un prezzo altissimo per la vittoria del “no” al referendum, rivelando in questo modo quanto la costruzione europea sia ormai incompatibile con le pratiche di democrazia. Crea una spaccatura dentro Syriza, mette a rischio il governo di Tsipras, che potrebbe far approvare l’accordo da una maggioranza senza una parte del suo partito e col sostegno dei centristi. Incombe il rischio di dimissioni o nuove elezioni, con i nazisti di Alba dorata in agguato. Ma Alexis Tsipras, come ha già dimostrato col referendum, ha risorse inaspettate e ha ancora due carte da giocare. La prima è che l’Europa ha bisogno di Tsipras per far passare l’accordo in parlamento, dove non c’è una maggioranza senza il grosso dei voti di Syriza. Non ci sono le condizioni per un ritorno dei tecnocrati al governo come in passato. La seconda è che con l’accordo Tsipras ha guadagnato tempo, e aspetta la possibile vittoria di Podemos in Spagna che cambierebbe gli equilibri a Bruxelles. C’era un’altra possibilità per Tsipras? L’alternativa, raccontata da Yanis Varoufakis in un’intervista al New Statesman (http://www.newstatesman.com/world-affairs/2015/07/exclusive-yanis-varoufakis-opens-about-his-five-month-battle-save-greece) sarebbe stato uno scontro più duro dopo che Draghi ha chiuso le banche greche: annunciare l’emissione di liquidità nazionale in euro o in altre forme, il taglio del debito detenuto dalla Bce, la ripresa del controllo sulla Banca di Grecia. Una strada che il governo di Atene non si è sentito di percorrere. Ma che resta una possibilità quanto più insostenibile sarà la ricetta imposta ieri da Bruxelles. Nel frattempo, il paese può ancora funzionare, nell’estate più calda della sua storia recente.

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Commenti

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CVD - Come volevasi dimostrare

@ Vincesko
CVD: come volevasi dimostrare more geometrico.
Finita la saccenteria, viene fuori fuori la persona: razzista (autorazzista è la stessa cosa) e capace solo di insultare.
Attribuire la colpa del ritardo, delle difficoltà, delle inefficienze alla natura di determinati gruppi di persone e non, marxianamente, ai rapporti di forza tra le classi e tra gli stati nazionali è semplicemente razzismo.
Si legga il discorso di Tsipras al parlamento (https://aurorasito.wordpress.com/2015/07/17/discorso-del-premier-tsipras-al-parlamento-greco-sul-mandato-a-concludere-le-trattative/): un peana alla "fiducia dei mercati". E costui si presenta come sinistra radicale! Sì, radicalmente incapace.
D'altronde, cosa potersi aspettare dal figlio di un ricco agente immobiliare?

Autorazzismo e ottusità

@Saverio
E’ facilissimo invece “bastonarti”, come è per tutti quelli obnubilati dal pregiudizio ideologico. Inclini irresistibilmente alla proiezione e alle esagerazioni. Come è quella di accusarmi di razzismo. Che c’entra il razzismo? Anzi… autorazzismo, visto che sono meridionale. Sei davvero intellettualmente e moralmente mediocre e persino esilarante.
Ed hai una logica strampalata, come tutti quelli succubi dell’ideologia che coltivano pregiudizi.
Conoscevo già quei link. E allora? Sei proprio scarso. Sono mesi che sto difendendo i Greci, come perfino un bambino può dedurre dalla lettura dei post del mio blog, che ti ho apposta invitato a leggere, dall’accusa di non aver fatto riforme, ecc. Certo che le hanno fatte, costretti però come noi Italiani, ed ovviamente capita in questi casi che non siano tutte eque, soprattutto quando governa la destra. O che siano inefficaci e recessive perché non controbilanciate da misure espansive per i noti vincoli UE, che la stolta destra reazionaria europea continua ad imporre. Ma ha la Grecia, come in parte l’Italia, anche responsabilità proprie di inefficienza, evasione, corruzione estesissime che durano da decenni, da secoli, e quindi coinvolgono necessariamente la sfera culturale-antropologica? O è un Paese perfetto che rischia il default per la cattiveria di entità esterne?
Io mi sono limitato laicamente a scrivere il mio punto di vista valutando il bianco e il nero. Ma capisco che tu sei un ignorante non solo in tema di pensioni ma anche dei nessi storico-culturali e che questo approccio è blasfemia per uno come te che ha una forma mentis rigida, ideologica, preconcetta, dalla logica strampalata, in definitiva ottusa.

Di numeri e razzismo

Stia tranquillo, Vincesko, è molto difficile che lei possa “bastonarmi”. Anche io non mi dilungo troppo, mi basta allegare semplicemente tre link:
http://www.asimmetrie.org/media/i-greci-sono-tutti-cosi-pigri-come-dicono/
http://goofynomics.blogspot.it/2015/01/cosa-sapete-della-grecia-fact-checking.html
https://medium.com/bull-market/the-ft-lets-itself-down-again-francesco-giavazzi-on-greece-92988bc675eb

Anzi, no: quattro:
http://icebergfinanza.finanza.com/2015/06/29/grecia-un-mondo-di-balle-fact-checking/

“i Greci mi sembrano somiglianti a noi meridionali: padreterni furbi e ottusi che s’aspettano sempre che qualcun altro gli risolva i problemi.”. Come diceva Totò: ho detto tutto. Quando non ci si può appigliare a null’altro, ci si appiglia al razzismo. Signora mia, e che ci vuol fare: ai greci nun glie va de lavorà e vonno stà solo a pijarse er sole en spiaggia!

Il mio punto di vista laico

@Saverio
Tu sei incapace di dialogare, obnubilato dalla tua visione ideologica e preconcetta. Urli soltanto. Quelli come te io li “bastono” sempre volentieri.
Hai fatto l’elenchino, senza tener conto né delle condizioni di contesto, né delle innovazioni positive dell’accordo. Sulle pensioni sei particolarmente ignorante: la Grecia deve ancora implementare completamente la riforma delle pensioni decisa nel 2010 e copre con i contributi appena il 50% della spesa pensionistica; mentre, ad esempio, l’Italia, a partire dal maggio 2010, proprio a seguito della crisi greca, fino al dicembre 2011 ne ha varate 3 (tre), severissime (Sacconi, 2010 e 2011, e Fornero, 2011), che ne hanno fatto, come attestato dall’UE, uno dei sistemi pensionistici più sostenibili, dove l’età di pensionamento di vecchiaia è già ora a 66 anni e 7 mesi, arriverà a 67 entro il 2021 e aumenterà ulteriormente ogni 2 anni per l’adeguamento all’aspettativa di vita (cfr. Lettera ai media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2833739.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/06/lettera-ai-media-al-governo-al-pd-e-ai.html.

Per non dilungarmi troppo, ecco (con i link all’interno) il mio punto di vista “laico”:

L’accordo UE-Grecia non è stato una débacle per Tsipras
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2835480.html oppure, se la piattaforma IlCannocchiale è in avaria, http://vincesko.blogspot.com/2015/07/laccordo-ue-grecia-non-e-stato-una.html

dal quale traggo la conclusione:

Caro Vincenzo,
Prima premessa. Aiutati che il ciel t’aiuta. Li conosco pochissimo, quindi mi posso sbagliare, ma i Greci mi sembrano somiglianti a noi meridionali: padreterni furbi e ottusi che s’aspettano sempre che qualcun altro gli risolva i problemi. Vedi i ricchi armatori che, appena hanno sentito che dovevano contribuire a salvare il proprio Paese, hanno chiesto a Cipro quali condizioni gli avrebbero fatto se avessero trasferito là la sede delle navi.
Seconda premessa. L’altro aspetto che va sottolineato è che i Greci finora hanno fatto i furbi, perdendo la fiducia di interlocutori che già per conto loro hanno il complesso di superiorità. Lo stesso errore lo commise Berlusconi e sappiamo la fine che fece.
Terza premessa. Il potere negoziale dei Greci è molto basso. Tsipras - che ha apposta indetto il referendum per aumentarlo - secondo me ha ottenuto moltissimo, in rapporto al suo potere negoziale.
Detto questo, che a me pare fondamentale, veniamo ai punti che proponi.
a) Alcune misure sono recessive, ma, ripeto, questa è l’unica terapia che la destra reazionaria applica, con la complicità dei sedicenti socialisti; il problema è generale, non riguarda soltanto la Grecia, che è solo l’ultima vittima. La Grecia deve ancora implementare completamente la riforma delle pensioni decisa nel 2010! L’aumento dell’IVA è immediatamente recessivo (ma i Greci l’IVA la evadono peggio che in Italia…); l’eliminazione delle pensioni anticipate – misura già attuata nei Paesi dov’erano in vigore - non lo è altrettanto, poiché ha un effetto molto graduale.
b) Tutte le misure future hanno un certo grado di incertezza, ma la cosa fondamentale è che Tsipras ha ottenuto, dopo un vero e proprio scontro con i Tedeschi, l’inserimento nell’accordo dell’aggettivo “nominale” riferito al divieto del taglio del debito, ponendo le premesse giuridiche per un ulteriore allungamento delle scadenze e/o un alleggerimento dei tassi (che - va rimarcato - sono già adesso la metà di quelli di Italia, Spagna e Portogallo). E se ne potrà discutere dopo l’approvazione delle riforme, vale a dire fra un… mese.
c) Sulla composizione degli importi ho letto ipotesi a mio avviso fantasiose (vedi ad esempio questa su LaVoce.info che dice che i 35 mld sono un di cui degli 86 mld dal MES http://www.lavoce.info/archives/36087/dove-va-il-denaro-del-salvataggio-di-atene/). Vedremo meglio quando disporremo di informazioni più dettagliate. Quel che è certo già ora è che l’accordo, a differenza di quello precedente, poi abortito, contempla importi significativi per il salvataggio (in particolare delle banche) e la crescita: rispettivamente, 82-86 mld dal MES e 35 mld di fondi europei (che io non credo facciano parte del fantasioso piano Juncker), più altri 12,5 mld eventuali. Il fattore critico di successo non sarà se ci saranno i 12,5 mld, ma se i Greci saranno capaci di aumentare l’efficienza, ridurre la corruzione e spendere bene almeno i 35 mld. Temo sia un vasto programma.
Vincesko

Dei difetti

@Vincesko
Ho tanti difetti, ma, nonostante l'età, non sono affatto debole nè fisicamente nè moralmente. Quando c'è da menar le mani, sia in senso figurativo che in senso reale, non mi tiro indietro se la causa lo vale.
A parte la dotta interpretazione sui miei difetti, qualcosa da dire nel merito?
Ah, a proposito: è stata aumentata l'aliquota anche sul pane, passata dal 6 al 13%. Ero convinto che l'avesse già fatto Samaras, ma, in realtà, aumentare l'IVA è cosa molto "de sinistra"

Proiezione

@Saverio
Non proiettare i tuoi difetti, come fanno i deboli.

Lanciamo la Campagna Dimissioni

ALLORA LANCIAMO LA CAMPAGNA:

CHIEDIAMO LE DIMISSIONI DI SCHAUBLE E DELLA MERKEL PER IL COMPORTAMENTO ANTIEUROPEO CHE HANNO AVUTO!

Arrampicarsi sugli specchi

Eh no, basta arrampicarsi sugli specchi. Lo so che vi sentite assai delusi e che, per sopravvivere alla mazzata, dovete crearvi delle illusioni, come le donne picchiate dai mariti che si autoconvincono che questi, in fondo, voglian loro bene.
Il miserabile tradimento di Quaquaraqua Tsipras, perchè costui non merita neppure di essere considerato Ominicchio, è cosa talmente abominevole da meritare la fucilazione alle spalle, meritata punizione per gli infami.
Ma, dice qualcuno, almeno ha mostrato che il re è nudo. Oddio, e ci voleva lui per capire che un'altra europa non solo non esiste ma è impossibile? E questo è il "grande successo" di Quaquaraqua?
Così, a memoria, senza manco prender la briga di andare a rileggere il "catalogo" vorrei ricordare a chi non avesse ben compreso cosa è il terzo memorandum:
- aumento dell'età pensionabile fino a 67 anni in meno di 7 anni;
- riduzione del contributo EKA (una sorta di integrazione al minimo) fino alla sua completa eliminazione;
- aumento dei contributi sanitari a carico dei pensionati dal 4 al 6%;
- eliminazione dei prepensionamenti (quello che la stampa di regime definisce le babypensioni);
- aumento della più ingiusta delle tasse, ovvero l'IVA, sulla ristorazione al 23% e per gli alberghi (ovvero la maggiore industria del paese) al 13%; vorrei solo ricordare che in Grecia l'aliquota IVA sul pane ad es. è al 13%, mentre in Italia è al 4%, o quella sulla ristorazione è al 10%, giusto per rendesi conto di cosa stiamo parlando;
- eliminazione di tutte le agevolazioni fiscali per coloro che risiedono nelle isole: se qualcuno si prendesse la briga di vedere quante isole ci sono in Grecia si renderebbe conto che chi ci vive, in certe isole,andrebbe premiato per quella scelta coraggiosa;
- eliminazione di tutte le misure adottate dal 20 febbraio in poi, tranne la legge sulle emergenze sociali: ergo licenziamento delle donne delle pulizie dei ministeri assunte appena a maggio e chiusura della televisione pubblica;
- adeguamento alla normativa comunitaria delle leggi sul lavoro; ergo ulteriore riduzione dei diritti dei lavoratori e facilitazione dei licenziamenti collettivi.
- pignoramento dei beni e delle imprese pubbliche in un fondo cui è stato addirittura dato un nome tedesco e che ricorda il famigerato strumento che distrusse l'apparato produttivo della Germania Est.
Dove trovate qualcosa di positivo in tutto questo? Dove? Non è molto meglio ammettere di aver preso una clamorosa cantonata sul Quaquaraqua?

Chi ha favorito l'accordo

Il duo Matteo Renzi & François Hollande ha determinato la svolta per accreditare ai greci altri 86 miliardi di euro, quindi il ruolo è stato decisivo. Questa volta però dopo 10 anni di promesse non mantenute i greci hanno dovuto sottostare ai rigori (si fa per dire) del Fiscal Compact, cioè al controllo puntuale di come spendi i soldi che ti sono stati dati.

Ottima analisi. L'accordo UE-Grecia non è stata una débacle per Tsipras

Ottima analisi, del tutto condivisibile. Che dimostra che l'accordo UE-Grecia, a ben vedere, appunto se si considerano i tre piani:
- l'austerità fallimentare, imposta dalla destra reazionaria con la complicità dei socialisti, che continua, ma questo non riguarda soltanto la Grecia ma l'intera Eurozona;
- le cosiddette riforme, che, a parte la ridicolaggine dei tempi di attuazione, in parte allineano la Grecia agli standard degli altri Paesi, vedi, in particolare, le pensioni anticipate, che a prescindere dalla loro funzione, come in Italia, anche di ammortizzatore sociale (da sostituire con un reddito minimo garantito europeo!), rendono - unitamente alla non congruità dei contributi versati - il sistema pensionistico greco insostenibile; o il sistema fiscale, in particolare della riscossione; o finalmente la tassazione di categorie finora ingiustamente escluse;
- l'aspetto finanziario-economico, con, da una parte, l'irrobustimento delle banche e l'alleggerimento del servizio del debito e, dall'altra, un corposo piano per la crescita (i 12,5 mld del fondo di garanzia di 50 mld e soprattutto i 35 mld di finanziamenti UE;
non è stato una débacle per Tsipras.
Ancor più se si considera l'effetto di disvelamento, per merito di Tsipras e soprattutto di Varoufakis, che ha svolto il ruolo del bambino che grida che "il re è nudo", della natura "corrotta" (elitaria, antidemocratica e reazionaria) dell'UE, per colpa dell'oligarchia che ne occupa il vertice.