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La teoria economica dominante e le teorie alternative

11/05/2011

(...)

"La teoria economica oggi dominante – la teoria neoclassica – si presenta come una teoria capace di indagare qualsiasi aspetto della attività umana. Essa sembra essere riuscita in un’impresa che sinora la fisica ha mancato, la proposta di un modello unificato di spiegazione della realtà considerata di propria competenza. Di certo essa è riuscita a imporre come elementare e indiscutibile buon senso la sua visione del mondo e le conseguenti raccomandazioni politiche.

Tuttavia non esiste una sola teoria economica: a fianco della teoria dominante coesistono altre teorie, teorie che si possono definire eterodosse e che della teoria neoclassica mettono in discussione la rilevanza o la stessa coerenza. Ricordo, ad esempio, che negli anni sessanta del secolo scorso, sulla base del contributo di Sraffa di cui dirò, si svolse una memorabile controversia sul concetto di capitale tra la Cambridge inglese (‘neoricardiana’) e la Cambridge americana (neoclassica); dalla quale questa, per ammissione dei suoi maggiori esponenti, primo Samuelson, uscì sconfitta e alla quale non poté reagire che con la rimozione e la censura. D’altra parte è ancora vivace la tradizione marxista, al punto che in molte importanti università americane vengono impartiti corsi di teoria economica marxiana; e particolarmente fiorente è la scuola postkeynesiana, che trova le sue radici nelle opere di Keynes e dello stesso Sraffa. Chi fosse insoddisfatto della teoria neoclassica, o semplicemente curioso, potrà guardare in queste direzioni.

L’economia è una disciplina che non progredisce, o per lo meno non progredisce nel senso in cui progrediscono la fisica e la medicina, cioè con l’acquisizione di nuovi risultati sostanziali. Anche nelle scienze della natura coesistono teorie rivali, ma le scienze della natura dispongono, in generale, di criteri sufficientemente robusti per accertare lo statuto epistemologico delle diverse teorie. L’economia non si occupa di un oggetto naturale, bensì della società e di una società storicamente determinata; nel lavoro teorico, e nella competizione tra le diverse teorie economiche per l’egemonia culturale, l’elemento politico ha perciò un peso importante, talora determinante.
Bisogna allora chiedersi quali siano le caratteristiche della teoria neoclassica, quando e come questa teoria sia nata, e in che modo essa sia diventata e sia tuttora dominante; e ripercorrere poi le altre epoche della storia delle teorie economiche, per proiettare su uno sfondo questa teoria e così mettere in evidenza quei temi che essa ha rimosso, temi cruciali in questo inizio di secolo. «Lo studio della storia del pensiero», scrive Keynes, «è premessa necessaria alla emancipazione della mente. Non so che cosa renderebbe più conservatore un uomo, se il non conoscere niente altro che il presente, o niente altro che il passato».

(...)

prosegue qui