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Tra poesia e realtà, le parole di Alexis

16/01/2015

Continente Grecia/Nei comizi del leader di Syriza il ricorso ai proverbi popolari, citazioni di protagonisti della resistenza e uno sguardo al futuro

"Bisogna piantare le parole come chiodi / che non le prenda il vento". Questi versi del poeta Manolis Anaghnostakis (1925-2005), combattente di sinistra nella Resistenza e lungo tutto il dopoguerra, hanno aperto il discorso programmatico con cui Alexis Tsipras, il 3 gennaio, ha coronato il congresso di Syriza in vista delle imminenti elezioni, e sono stati sottolineati da un commosso applauso della platea. Non è stata un'occorrenza isolata: pochi minuti dopo nel medesimo comizio è apparsa un'altra citazione poetica, quando il leader ha denunciato la riduzione della sovranità nazionale a una "camicia vuota" – è la metafora che Giorgio Seferis adoperò per descrivere il simulacro di Elena nella sua rilettura della guerra di Troia (1955), combattuta in nome di un mero, inutile fantasma, perché la vera Elena era stata tratta in salvo altrove dagli dèi.

Pochi giorni fa a Kalamata, popolosa cittadina della Messenia depressa e rurale, Tsipras ha inanellato una serie di proverbi popolari da fare invidia a Bersani (tra i tanti, con riferimento evidente: "ladro una volta, ladro un'altra, alla terza se la vede brutta"), ma poi, dopo aver denunciato la svendita del credito agricolo, delle industrie casearie e degli zuccherifici, l'innalzamento dell'età pensionabile per i contadini, e l'insufficiente tutela delle leggendarie produzioni di olio, olive e vino, ha alluso a un verso del marxista Kostas Vàrnalis (1883-1974), dicendo che Syriza non è un "figlio della ventura" (la poesia prosegue, nelle menti dei greci che l'hanno sentita tante volte musicata, "ma figlio maturo della rabbia"). Ancor prima, a Corinto, Tsipras aveva accolto i militanti esclamando che i loro volti ormai "non si accontentano di poco cielo", come gli alberi al principio di Grecità di Ghiannis Ritsos (1954), un brano celebre della letteratura e della musica del Novecento (la melodia fu di Theodorakis), che definì l'identità storica di un popolo nei lunghi anni del sangue e della dittatura.

Questi appunti di retorica non sono una curiosità erudita, ma ci fanno capire la cultura politica che alimenta Syriza. Nel congresso del 3 gennaio scorso, dietro le spalle del quarantenne Tsipras campeggiava a caratteri cubitali la scritta "Il futuro è cominciato", ma i discorsi richiamavano i versi dei poeti nazionali, il rispetto senza idealismi per i veri eroi del passato (come l'anziano resistente Manolis Glezos), la condivisione come valore fondante, la consapevolezza di essere la vera, temuta alternativa all'Europa dei mercati. Sul fronte opposto, il primo ministro Samaràs occhieggia ad Alba Dorata quando parla di immigrazione lungo l'insanguinata frontiera dell'Ebro o sfrutta a fini di propaganda la tragedia di Parigi. E invece, da Atene, Syriza riesce a guardare ai cambiamenti possibili in Europa: Tsipras ricorda i prossimi appuntamenti elettorali in Spagna e Irlanda, con i prevedibili successi di Podemos e Sinn Fein, la possibile rivincita delle periferie umiliate.

Le parole, in tutto questo, contano molto. I primi spot televisivi di Syriza, quasi memori di quelli cileni raccontati dal film "No!", dedicano pochi secondi alla catastrofe del presente e molti di più – sotto il titolo "Arriva la speranza" – alla prospettiva di un cambiamento vero, che aggredisca la corruzione nel settore pubblico, l'evasione fiscale, la crescente ricchezza nelle mani di pochi, e anzitutto la disoccupazione. Il termine axioprèpeia, dignità, vale anzitutto a livello semantico, per demistificare gli umilianti messaggi governativi che parlano di success story in un Paese prostrato, e per ricordare che in caso di nuova vittoria di Samaràs le parole d'ordine saranno quelle scoperte un mese fa in una mail riservata del ministro dell'Economia alla trojka, arrivata alla stampa per errore: ulteriori tagli a stipendi e pensioni, ulteriori aumenti di tasse e tariffe di servizi essenziali (acqua, luce, gas), ulteriori vincoli da memorandum.

D'altronde, lo spettro del day after è duplice: da un lato la tenuta del partito, che è, come recita l'acronimo, un Sy(naspismòs) della sinistra radicale, dunque un'alleanza di forze eterogenee chiamate ora più che mai a serrare i ranghi. Per il tattico antico Eliano, si ha tecnicamente synaspismòs in battaglia quando la falange "compattate le fila non si inclina né a destra né a sinistra". Dall'altro, lo spettro di un successo senza maggioranza parlamentare, di uno stallo nella formazione del governo: uno stallo come quello di un altro 26 gennaio, quando (era il 1936) all'indomani delle elezioni il tentativo da parte dei liberali di uscire dalla crisi politica ed economica coinvolgendo il Partito comunista (prima e ultima volta nella storia greca) portò in pochi mesi il re a consegnare il paese nelle mani del dittatore Metaxàs. Ecco, la posta in palio, oggi, è la liberazione da quella storia che pare una condanna, dalle sofferenze e dalle torture, dalle frustrazioni e dai sogni spezzati di generazioni di combattenti per la libertà lungo tutto il secolo breve.

Per questo, per tener fede a un'identità di sinistra che è sentitamente greca e profondamente europea, nel programma di Tsipras si reintroduce il salario minimo (751 euro), si ritorna al contratto collettivo di lavoro, si cancella il licenziamento di gruppo, si bloccano le privatizzazioni, si stanziano fondi per copiosi investimenti statali, sottratti al sistema clientelare fin qui imperante. Una politica che sostiene innanzi tutto gli "incapienti", con la lotta alla moderna schiavitù per debiti, che ormai minaccia le prime case di tantissimi greci: si tratta della "Nea seisàchtheia", che riprende nel nome la misura di alleggerimento del peso del debito adottata da Solone nell'Atene del VI sec. a.C. per sanare un disagio sociale ormai incontrollabile e violento.

Ai partiti di governo di Atene, che accusano Tsipras di un salto nel buio, risponderebbe sempre Anaghnostakis, nella medesima poesia da cui sono tratti i versi citati in apertura (Poetica, 1970): "Dimmi tu che cosa non hai tradito / Tu e i tuoi simili, per anni e anni, / Avete svenduto uno per uno i vostri beni / Sui mercati internazionali e nei bazar popolari / E siete rimasti senza occhi per vedere, senza orecchie / Per ascoltare, le bocche sigillate, senza parlare. / In nome di quali sacri valori umani ci accusate?".

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: old.sbilanciamoci.info.
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Commenti

Tsipras e le qualità di un leader di sinistra

@antonella
Dal mio punto di vista, un leader di sinistra deve avere idee di sinistra riformatrice, concretezza, determinazione e capacità comunicativa. M’intendo un po’ di comunicazione (http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2759360.html), frutto di esperienza sul campo, ed in Tsipras ho riconosciuto subito la stoffa del bravo comunicatore. Ho riconosciuto dopo un po’ anche la sua determinazione e concretezza. Sulla denuncia penale dell’UE sono d’accordissimo. Anche io ho proposto da tempo di intentare un’azione collettiva di responsabilità contro i leader politici europei Merkel, Sarkozy e Barroso. Da oltre 6 mesi, sto proponendo, anche qui su Sbilanciamoci (qui la prima di una serie http://old.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/I-pesci-da-pigliare-25752 ), di denunciare la BCE alla Corte di Giustizia Europea per violazioni statutarie. Senza (quasi) alcun riscontro. Purtroppo lo si può fare individualmente soltanto tramite un avvocato e se si è ricevuto un danno diretto da atti o omissioni della BCE. Ed allora ho lanciato una petizione al Parlamento Europeo (e p.c. alla Corte di Giustizia Europea, alla Corte Cost. italiana e al Governo italiano) contro la BCE (Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2821720.html ).

La cavia e il topolino

@vincesko

E' la democrazia che si esprime nella comunicazione politica di Tsipras.
Nell'intervista di Teodoro Andreadis Synghellakis ad Alexis Tsipras, il leader di Syriza si esprime ancora per immagini, semplici e dirette, così come è diretto il suo linguaggio. Con queste immagini Tsipras ci parla delle diseguaglianze tra Nord Europa e Sud Europa, i ruoli che in questi anni sono stati assegnati alle nazioni appartenenti alla comunità europea e alla Troika in particolare. Il linguaggio della politica è insieme colto e deciso e la cavia (la Grecia) intende svegliare il sonnambulo (l'Europa) prima che precipiti nel baratro. I mali che sono riconosciuti alla Grecia sono i medesimi nel resto d'Europa: il destino del sonnambulo non è diverso da quello della cavia.
Soprattutto mi sembrano elementi di novità la determinazione di Tsipras a rifarsi per vie legali nei confronti della Troika e a chiedere un risarcimento: un comportamento che, secondo me, riconosce che la legge è uguale per tutti e che crede negli strumenti della democrazia; dimostra, inoltre, che le politiche economiche e i tagli alla spesa pubblica sono stati di fatto inefficaci ed hanno provocato ulteriori danni.
Tsipras suona la sveglia per tutti noi e ci richiama all'uguaglianza dei diritti e dei doveri.

Capacità comunicativa

A proposito di comunicazione:

Alexis Tsipras libro intervista: "Attenti italiani la troika distrugge tutto, la perseguiremo anche penalmente"
L'Huffington Post - Pubblicato: 05/01/2015 17:33 CET Aggiornato: 05/01/2015 17:33 CET
http://www.huffingtonpost.it/2015/01/05/tsipras-libro-intervista_n_6415658.html

Post scriptum

PS: Non so se i dati della Banca di Grecia sono quelli giusti.

Replica a Neruda

@Neruda
Sono un “riformista”. Alle elezioni europee 2014, dopo oltre 40 anni ho cambiato partito ed ho votato per “L’Altra Europa con Tsipras”, soprattutto per la sua posizione rispetto all’UE e alla Germania.
Avevo letto da qualche parte la cifra di 10 mld, ma non riesco a trovare l’articolo. Ho preso ora i dati dal sito della Banca di Grecia: 2008=17,513; 2009=12,585; 2010=10,508; 2011=11,381; 2012=10,956; 2013=7,874.
http://www.bankofgreece.gr/BogDocumentEn/Aggregated_Income_Statement.xlsx
Questo lungo articolo http://www.pianoinclinato.it/sparta/ dice (fonte FMI) che sono stati 7,6 mld nel 2014, ma che l’importo “nei prossimi tre anni dovrebbe aumentare a 10,6 miliardi per effetto dei precedenti accordi”.
I prestiti (a titolo oneroso) alla Grecia sono già nel nostro debito pubblico, su cui l’Italia paga un interesse maggiore di quanto incassa. Peraltro gli interessi sullo spread non vengono dati dalla BCE agli Stati, ma retrocessi alla Grecia.
In quest’altro articolo dello stesso autore (http://www.pianoinclinato.it/il-costo-dellesm-sguardio-piu-ampio/ ), si dice che dei 60 mld di prestiti italiani ai 2 fondi salva-Stati, soltanto una parte è stata effettivamente versata (ma questo francamente non lo sapevo, anzi rammento benissimo l’intervista al Corriere del 7 luglio 2012 di Ignazio Visco – la trovi qui http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2746466.html - che dava a fine 2012 la cifra di 45 mld, oltre poi ai vari bollettini della Banca d’Italia con la cifra a oggi di 60 mld).

il popolo della sinistra

Hai davvero poca stima del popolo della sinistra e delle forze che lo costituiscono: penso che il popolo della sinistra sia più colto di quanto pensi, meno aggrappato a quelli che chiami messaggi forti e coinvolgenti (che non vedo nella comunicazione politica di Tsipras o di Vendola). Tsipras costringe il suo elettorato a fare i conti con l'immaginario dei suoi poeti perché il linguaggio della poesia restituisce alle parole il loro valore e il loro peso: quello che dico è vero, nel discorso e nella realtà. Un impegnoche il leader della sinistra greca si assume.
Semmai (e penso di dire una vera banalità) l'elettorato di sinistra è disorganico e disaggregato. Quello che risulta difficile ai partiti e ai movimenti è fare in modo che la cultura e i saperi del popolo di sinistra (a cui Tsipras si richiama nel discorso politico) possano ricompattare e ricostruire una maggioranza in Grecia e in Europa.
In Italia, ribadisco, solo Vendola è stato capace di intuire la svolta proposta da Tsipras

Gli intellettuali non c'entrano

Perdonami Antonella, ma gli intellettuali qui non c'entrano. A torto o a ragione, io mi riferisco a quello che chiamo il "popolo di sinistra", ovvero a quel vasto numero di persone che in Italia - ma in misura minore anche in altri paesi occidentali - sono assetati di messaggi forti, coinvolgenti, espressi in un linguaggio che appaghi il cuore e lo spirito e si richiami alle parole d'ordine tradizionali della sinistra. Da tempo, questo popolo è orfano di leader carismatici che impersonino questi valori, i quali tipicamente - sebbene non necessariamente - si traducono in agende politiche populiste (basta appunto che "suonino di sinistra"). Quello che sostengo è che in Italia (paese che oggettivamente rischia molto in caso di vittoria elettorale di Syriza) il successo di Tsipras presso questo popolo si spiega in buona parte così. In modo simile, secondo me si spiega - mutatis mutandis - il successo presso il popolo di sinistra di Papa Francesco, o - malgrado il personaggio sia ormai usurato - quello di Nicki. Tutto qui.

populismo?!

Riferirsi, nel discorso politico, agli intellettuali mi sembra molto poco populista e piuttosto coraggioso: costringe chi ascolta a riscoprire le proprie radici all'interno di un progetto che non è nazionalista, ma davvero europeo, a mettersi in gioco (Tsipras per primo). Non sono d'accordo con te, Neruda

Nicki & Tsipras

Giusto accostare Nicki Vendola a Tsipras, come fa Antonella. Li unisce la stessa retorica da populista mediterraneo di sinistra, del tutto vacua quanto coinvolgente, che piace al loro popolo alla disperata ricerca di emozioni e sentimenti forti. E' perfettamente vero: il linguaggio è tremendamente importante e qualifica un messaggio politico!

La Grecia di Alexis

Ieri Nicki Vendola ha riconosciuto a Tsipras il merito di proporre un nuovo modello sociale e politico per la Grecia e l'Europa. Questo progetto non nasce dal nulla, ma è il frutto di un nuovo modo di fare politica e, soprattutto, comunicazione politica per la quale il linguaggio è più importante di qualsiasi filmato, volantino, fotografia. Il linguaggio della politica richiama una Grecia lontana eppure vicinissima ed attualissima, nulla a che fare con quella immaginata da Alba Dorata, che invece accoglie il malcontente di parte dell'elettorato.
La rinascita della Grecia è insieme questione politica, economica e soprattutto culturale: i richiami alle parole, dure come pietre, dei poeti greci contemporanei restituiscono dignità al presente di una nazione che, come la Spagna, ha conosciuto prima della fine del XX secolo la dittatura militare. Non è solo la risoluzione di un problema identitario (ossia richiamare l'attenzione dell'elettorato sul patrimonio culturale che la Grecia potrebbe valorizzare sul piano economico: è, inoltre, una risposta all'Europa e un richiamo a tenere alta la guardia contro il razzismo e la xenofobia. Grazie Tsipras di averci svelato questa Grecia

Al buon Vincesko: W l'Internazionalismo proletario!

Allora, se il buon Vincesko ha ragione sulle modalità con cui Tsipras finanzierà il suo socialismo alla greca (ma in verità la cifra di 10 miliardi annui mi sembra messa lì un po' a caso), vuol dire che a finanziarlo saranno gli stupidi italiani come me (ma anche spagnoli, tedeschi...) che pagano le tasse, il cui stupido paese ha dato 20 miliardi di euro alla Grecia perché evitasse la bancarotta. Grazie al compagno Tsipras avremo 20 miliardi in più di debito sul groppone da finanziare con le nostre tasse. Quisquiglie! Successe anche con la Russia sovietica. W l'Internazionalismo proletario! W il Socialismo in un unico paese. W la Poesia!

Risposta a Neruda

@Neruda
Prescindendo dal giudizio morale, la risposta è semplice: con i 10 mld annui che la Grecia paga ora di interessi. Il dettaglio è nel "Piano di Salonicco", che ho allegato in calce a "Un piano per ricostruire la Grecia".
PS: Se vuoi essere un grande leader (politico o militare), assieme ad altre qualità, è fondamentale la capacità di suscitare emozioni.

Samaras

Citazione: “in caso di nuova vittoria di Samaràs le parole d'ordine saranno quelle scoperte un mese fa in una mail riservata del ministro dell'Economia alla trojka, arrivata alla stampa per errore: ulteriori tagli a stipendi e pensioni, ulteriori aumenti di tasse e tariffe di servizi essenziali (acqua, luce, gas), ulteriori vincoli da memorandum.

Anche Samaras è massone?

“Il premier di centrodestra Antonis Samaras, affiliato presso la Ur-Lodge Three Eyes, non è riuscito a trovare in Parlamento i numeri sufficienti per eleggere un nuovo Presidente della Repubblica".
http://www.ilmoralista.it/2015/01/07/alexis-tsipras-parla-gia-come-un-nazista-rosso/

Lui sì che vola alto!

Bene, scopriamo così quale fine dicitore di proverbi popolari e fine declamatore di versi poetici sia Tsipras. Così come a suo tempo scoprimmo quale geniale linguista fosse Stalin, quale grande poeta e calligrafo fosse Mao, quale inimitabile retore fosse Fidel, ecc.. Che dire: il culto della personalità del lider maximo del momento è parte delle solite, eterne pulsioni dell'intellettualità di sinistra, sfiancata da decenni di fallimenti ma sempre alla ricerca di qualcosa che faccia volare "alto". Ben al di sopra, cioè, di questioni prosaiche e insignificanti quale ad esempio quella relativa a dove Syriza - in un paese assente da tutti i settori dinamici e innovativi e abituato al clientelismo - troverà le risorse per soddisfare le promesse mirabolanti che va facendo. Ah dimenticavo: rilanciando l'olio d'oliva e la feta!

Bello!

Bello!

PS: Citazione: "compattate le fila non si inclina né a destra né a sinistra".

Segnalo che il plurale di ‘fila’ è ‘file’, mentre ‘fila’ è plurale di ‘filo’ in senso figurato.
Passare parola, è un’epidemia.
Cordialmente,
V.

Accademia della Crusca: Il filo --> i fili / le fila. Il maschile va adoperato nel significato concreto: i fili del telefono ecc., il femminile invece sta per ‘trama di un ordito’ oppure nel senso metaforico di ‘intreccio’: le fila di una congiura ecc. ATTENZIONE! È sbagliato l’uso di fila come plurale di fila ‘serie, successione’, ad esempio nella locuzione, spesso impiegata, *serrare le fila in luogo del corretto serrare le file.
http://www.accademiadellacrusca.it/en/italian-language/language-consulting/questions-answers/plurali-doppi