Home / Ultimi articoli / Il Wall Street capitalism di Minsky

facebook-link twitter-link

Newsletter

Registrati alla newsletter di sbilanciamoci.info

Ultimi articoli

Ultimi articoli nella sezione

08/12/2015
COP21, secondo round
di Lorenzo Ciccarese
03/12/2015
Lavoro, la fotografia impietosa dell'Istat
di Marta Fana
01/12/2015
La crisi dell’università italiana
di Francesco Sinopoli
01/12/2015
Parigi, una guerra a pezzi
di Emilio Molinari
01/12/2015
Non ho l'età
di Loris Campetti
30/11/2015
La sfida del clima
di Gianni Silvestrini
30/11/2015
Il governo Renzi "salva" quattro istituti di credito
di Vincenzo Comito

Il Wall Street capitalism di Minsky

06/03/2015

Crack 2.0/Per Minsky il capitalismo non è in grado di garantire stabilità alla produzione e all’occupazione poiché il sistema finanziario che ne è il motore amplifica i valori delle attività finanziarie e patrimoniali

“… il normale funzionamento di una moderna economia capitalista - cioè, un'economia capitalistica con un sistema finanziario complesso e in continua evoluzione – presenta un andamento ciclico per il dar luogo a situazioni economiche incoerenti che, di volta in volta, prendono la forma o di inflazione galoppante o di deflazioni dei debiti e conseguente recessione produttiva.” (Minsky, On the Control of American Economy, 1982)

Per Minsky il capitalismo – nella sua versione di un Wall Street Capitalism del XX secolo – non è in grado di garantire stabilità alla produzione e all’occupazione poiché il sistema finanziario che ne è il motore amplifica, nelle fasi di espansione, i valori delle attività finanziarie e patrimoniali che, risultando insostenibili rispetto alla crescita del reddito, genera in maniera endogene le condizioni per le successive crisi finanziarie. Non esiste un meccanismo di mercato in grado di riproporzionare il valore delle passività alle effettive prospettive di profitto delle imprese e, quando questo tipo di crisi è innescato, l’aggiustamento spontaneo avviene attraverso la caduta degli investimenti e una depressione a lungo termine, accompagnata da disoccupazione di massa. A meno che non abbia luogo una combinazione di interventi di prestatore di ultima istanza sia da parte della banca centrale a sostegno dei prezzi delle attività – come sta facendo Draghi – sia da parte dei governi con più ampi deficit di bilancio a sostegno dei profitti e dell’occupazione – come sta facendo la Federal Reserve, ma non l’Unione europea.

La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: old.sbilanciamoci.info.
Vuoi contribuire a sbilanciamoci.info? Clicca qui

Commenti