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Lampedusa, i costi disumani del rifiuto

04/10/2013

È uno spettacolo cinico e crudele quello che si sta consumando sulle salme dei morti a Lampedusa. Il Governo intervenga subito modificando le norme che regolano le politiche migratorie

Per ora sono 111 ma il numero delle persone morte nell’ennesimo naufragio avvenuto sulle coste di Lampedusa è destinato a salire. La retorica dell’indignazione prosegue senza che niente venga fatto concretamente per porre fine alle stragi dei migranti nel Mediterraneo. La verità è che non abbiamo più parole. Cosa potremmo dire ai familiari delle donne, degli uomini e dei bambini morti in un mare che ormai è diventato un inferno a cielo aperto? Niente, niente di utile. Perché le denunce di quanto succede nel mar Mediterraneo e nel canale di Sicilia non si contano più. Perché le richieste alle istituzioni nazionali e comunitarie di modificare le politiche migratorie sono state continue, infinite ma inascoltate. Perché gli appelli, i documenti, i rapporti, le manifestazioni che abbiamo prodotto e organizzato in questi anni si sono dissolti nell’indifferenza e nell’ipocrisia e non hanno impedito che nel canale di Sicilia continuassero a morire donne, uomini e bambini.

La caccia ai trafficanti e agli scafisti è una farsa: trafficanti e scafisti esistono e continueranno ad esserci sino a quando non sarà possibile raggiungere l’Europa viaggiando su una nave di linea o su un aereo. Così come i profughi provenienti da paesi in conflitto non potranno avere la sicurezza di trovare un rifugio sicuro senza l’apertura tempestiva di corridoi umanitari che li proteggano.

Torniamo a ripeterlo: sono le politiche del rifiuto e dei respingimenti a causare la morte di migliaia di persone e i Governi Europei sono i veri responsabili. Sono le politiche disumane che hanno reso e rendono i naufragi di migranti “ordinarie” e “normali”. Il Governo intervenga subito modificando le norme che regolano le politiche migratorie e chiedendo all’Europa di aprire un corridoio umanitario. Tutto il resto è spettacolo, uno spettacolo cinico e crudele.

 

 

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