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Primavera europea, un altro passo avanti

27/03/2015

Coalizioni sociali/Dalle proteste anti-Bce Francoforte fino a Berlino, per portare la disobbedienza civile nel cuore delVEuropa. E lanciare un messaggio alla Germania

Il disgelo è iniziato non appena la primavera europea si è annun­ciata. Il ghiaccio del regime del­la crisi europea - dei memoranda della Troika e delle spietate politi­che d'impoverimento - sta chiara­mente mostrando delle crepe. Quel­la che sembrava senza alternative e doveva essere applicata solo tecno­craticamente è ritornata sulla scena politica come una questione aperta. L'Europa del capitale e dell'austeri­tà, l'Europa del «preside tedesco» e dei «compiti assegnati a casa» è sta­ta finalmente sfidata.

In primo luogo e prima di tutto, questo è merito dei movimenti del Sud Europa, delle loro mobilitazioni di massa, del loro coraggio e spirito. Non difendono solo la propria soprav­vivenza, ma sono anche fonte d'ispi­razione per milioni di persone in tut­ta Europa, perché una società oltre le sofferenze del capitalismo è possibi­le. Tutto questo è stato confermato dalla coraggiosa decisione del popolo greco che, nelle elezioni del 25 gennaio scorso, ha votato contro la Troika e la miseria dell'austerità. In contrasto con ciò che l'immaginario delle stagioni suggerisce, è però del tut­to incerto se all'inverno dell'austerità se­guirà o meno la primavera della demo­crazia e della solidarietà. Stiamo invece vivendo il colpo di coda del vecchio or­dine, che sta superando ogni limite nel suo ricatto, al fine di sottomettere la Grecia, e in sostanza tutti quanti, alla dittatura dei rendimenti sul mercato fi­nanziario. Lo diciamo ancora una vol­ta: se loro vogliono il capitalismo senza democrazia, noi vogliamo la democra­zia senza il capitalismo! In questa situazione la coalizione Blockupy, insieme ai gruppi e le reti eu­ropee, ha lanciato la mobilitazione a Francoforte il 18 marzo, nel cuore della bestia e nell'occhio apparentemente tranquillo del ciclone, al fine di blocca­re la cerimonia di apertura del nuovo edificio della Banca Centrale Europea, e di trasformare la loro festa in un festi­val dei movimenti europei e in una deci­sa resistenza collettiva alle politiche do­minanti della crisi. Il semplice annun­cio della mobilitazione è stato sufficien­te per trasformare la cerimonia di aper tura in un piccolo, ridicolo evento in to­no minore, e per costringere la Bce a ri­tirarsi nella sua roccaforte, sorvegliata da 10.000 agenti di polizia e fortificata col filo spinato.

Circa 6.000 attivisti, mille almeno dei quali provenienti da altri paesi europei, sono scesi nelle strade attorno al nuovo edificio della Bce, lo hanno circondato riuscendo efficacemente a bloccarne le quotidiane attività, hanno sfidato la po­lizia, che ha immerso l'intero quartiere in un'acre foschia di gas lacrimogeni. Non tutte le azioni che hanno avuto luo­go quella mattina si sono svolte come previsto e concordato. Ci siamo già espressi criticamente a questo proposi­to, e ci sarà ancora molto da discutere e valutare. Lo faremo all'interno del movi­mento e tra gli attivisti. Le 30 mila persone che hanno parteci­pato alla grande, colorata e determina­ta marcia di protesta del pomeriggio ha respinto tutti i tentativi di dividere Blockupy e il movimento, costringendo­ci a prendere le distanze gli uni dagli al­tri. Al comizio conclusivo Naomi Klein ha ben riassunto il terreno comune di tutti coloro che protestano quando ha richiamato l'attenzione della Bce: «Voi siete i veri vandali. Voi non date fuoco alle macchine, voi state mettendo a fuo­co il pianeta».

Sappiamo che in Germania è finora mancato un movimento di massa con­tro le politiche di impoverimento. Co­nosciamo gli effetti della propaganda razzista di alcuni settori della politica, del quotidiano Bild e di altri media con­tro il popolo greco. Eppure con il 18 marzo abbiamo lanciato un messaggio inequivocabile anche in Germania, do­ve anche il clima sta diventando più cal­do e più ventoso. Dove vi è una crescen­te opposizione alle politiche di Merkel, Schàuble e Gabriel. Il messaggio era udi­bile a Madrid, a Roma, ad Atene e in tut­to il mondo. In queste città è stato visto come un segno d'incoraggiamento e di solidarietà, che noi in cambio conside­riamo una richiesta a continuare e in­tensificare la protesta e la resistenza contro il regime di austerità. Blockupy rappresenta il movimento che porta la protesta di massa e la disob­bedienza civile nel cuore del regime del­la crisi europea ed è aperto alla parteci­pazione di tutti. Blockupy si è trasfor­mato in uno spazio transnazionale e su scala europea, nel quale possiamo svi­luppare e riflettere su una pratica condi­visa contro le politiche della crisi e per una comune Europa solidale dal basso. E questo è esattamente il punto da cui ripartiamo. Perché, sebbene la primave­ra europea si stia avvicinando, ora più che mai sono necessarie azioni che di­sperdano le nubi e il gelo per aiutare il sole ad aprirsi un varco. Invitiamo tutti per decidere insieme sui prossimi passi da intraprendere. Un grande incontro delle attiviste e degli at­tivisti avrà luogo i prossimi 9 e 10 mag­gio a Berlino. Dopo questo, incontri si svolgeranno in tutta Europa- e insieme continueremo. Perché il regime della crisi europea ha più centri della sola Bce e noi crediamo che sia giunto il mo­mento di compiere insieme un nuovo passo avanti.

 

 

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