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Rotta a oriente
Giornata globale d’azione contro il trattato
Rotta a oriente/53 Paesi europei mobilitati ma anche Giappone, Filippine, Ecuador e Messico. 532 eventi nel mondo, 66 solo negli Stati uniti
532 eventi in tutto il mondo, di cui 66 negli Usa, 53 Paesi europei mobilitati ma anche Giappone, Filippine, Ecuador e Messico, dove il coordinamento internazionale dei sindacati dei servizi Psi tiene la sua Conferenza interamericana e porterà in Piazza della Rivoluzione a Mexico City tutti i suoi sostenitori. La Giornata globale d’azione contro il Trattato transatlantico su commercio e servizi (Ttip) e la liberalizzazione commerciale selvaggia, che si celebrerà sabato 18 aprile, occuperà anche le piazze di oltre 30 città italiane, dove la Campagna Stop Ttip Italia e le sue oltre 270 organizzazioni promotrici, con flash mob, volantinaggi, incontri, performance musicali e teatrali lanceranno un messaggio chiaro di sfiducia al Governo italiano, tra i più forti sostenitori del Ttip, e a Bruxelles la richiesta chiara di fermare al più presto un negoziato tanto pericoloso quanto ancora in larga parte secretato. Un trattato che mira ad abbattere fino all’80% dei regolamenti e degli standard che ostacolano oggi la circolazione di merci e servizi tra noi e gli Usa, già al momento decisamente accelerata, ma che sono in gran parte strumenti di garanzia dei diritti dei cittadini. Il Ttip andrebbe, per di più, a costituire almeno tre nuove para-istituzioni transatlantiche che lavorerebbero in permanenza e fuori dal raggio d’azione di istituzioni e organismi nazionali e regionali a spianare sempre più regole e misure che ci differenziano, avendo come unico obiettivo la facilitazione commerciale.
Il momento non potrebbe essere più azzeccato perché nella settimana successiva, a New York, Ue e Usa si incontreranno per il nono ciclo di negoziati del Ttip. In quegli stessi giorni Obama capirà se il Congresso gli concederà una corsia preferenziale (fast track) per trattare tutti gli accordi commerciali in solitaria prima della scadenza del suo mandato, senza dover riferire e attendere approvazione alle sue decisioni, proprio come la Commissione europea ha ottenuto per se’ fin dall’inizio. Che le cose però alla squadra Junker non vadano così lisce come previsto lo dimostrano i pareri che le Commissioni del Parlamento europeo stanno votando e inviando alla Commissione commercio, incaricata di elaborare e sottoporre al voto del Parlamento una mozione sul negoziato in corso. La Commissione ha fatto capire ai gruppi che la sostengono, socialdemocratici e popolari, che considera il voto sul Ttip una sorta di referendum politico pro-Europa, e sta premendo per ottenere un mandato forte su una piena e rapida liberalizzazione commerciale e regolamentare.
L’azione costante di pressione e informazione della Campagna Stop Ttip, ormai diffusa in 25 Paesi d’Europa e in crescita anche negli Usa, sta dando i suoi primi evidenti risultati. La Commissione agricoltura (AGRI), in cui l’ex ministro italiano Paolo De Castro ha fatto di tutto perché emergessero i magici benefici del Ttip sulla nostra economia, ha approvato invece con soli 9 voti di stacco (27/18) un parere che impegna la Commissione Ue a non mettere a rischio il tessuto produttivo agroalimentare, tenendo al centro la tutela delle misure sanitarie, fitosanitarie e delle indicazioni geografiche con tale chiarezza che consenta al Parlamento tempo sufficiente per discutere a fondo con cittadini e produttori, soprattutto i più piccoli. Si chiede, per di più, un impegno fermo al “rigido rispetto” degli standard europei di sicurezza alimentare, della protezione dei consumatori, della salute, dell’ambiente e degli animali, e di far sì che non vengano danneggiati in futuro. A dimostrazione che nemmeno gli eurodeputati della maggioranza son convinti che la linea della Commissione sia abbastanza ferma su queste priorità. La Commissione Ambiente (ENVI) ha approvato, invece, a schiacciante maggioranza (59/8) un parere nettamente contrario all’introduzione di un meccanismo di protezione degli investitori extra giustizia ordinaria (il famigerato ISDS); si chiede l’esclusione secca di alcuni temi come il servizio sanitario nazionale, gli Ogm, l’uso di ormoni negli allevamenti, la regolazione della chimica e la clonazione dal raggio d’azione presente e futuro del Ttip; si chiede il non abbassamento degli standard di sicurezza e qualità presenti e futuri, oltre ad una lista esplicita di quelle aree di regolazione dove, invece, si intende cooperare.
Il voto in Parlamento sul parere definitivo, previsto per inizio maggio, è stato fissato a Strasburgo per la prima settimana di giugno, dimostrando che quanto più crescono informazione e dibattito tra le due sponde dell’Atlantico, tanto più il Ttip marcia in salita. Per questo il 18 aprile siamo tutti invitati a “smascherare” a Roma in piazza del Pantheon, in Piazza Duomo a Milano, a Firenze, Bologna, Modena Napoli, Bari, Cosenza, Catania e in altre decine di città italiane, il trattato fantasma che in molti volevano rimanesse tale. Per la mappa delle iniziative in continuo aggiornamento si trova sul sito della campagna stop-ttip-italia.net
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