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Le locomotive d’Europa

08/11/2013

Il surplus tedesco è stato foraggiato negli anni dai consumatori portoghesi, irlandesi, greci e spagnoli. Mentre a livello globale l’eurozona è diventata più un peso che un fattore di crescita

La vera locomotiva d’Europa nei primi dieci anni di vita dell’unione monetaria sono stati i Pigs, ovvero i consumatori portoghesi, irlandesi, greci, e spagnoli. I consumi di questi paesi, “drogati” dal credito facile, da un flusso senza precedenti di capitali dai paesi con eccesso di risparmio e difetto di consumi, e da livelli esagerati di debito privato, sono stati il vero motore che ha sostenuto paesi come la Germania, in cui la domanda interna veniva repressa e quella estera rimaneva l’unica possibile fonte di crescita.

In un regime di cambi flessibili, questo processo avrebbe rapidamente portato ad un apprezzamento della moneta maggiormente richiesta (quella dei paesi esportatori) ed un deprezzamento della moneta meno richiesta (dei paesi importatori), riequilibrando la situazione. In un regime di cambi fissi, la cui versione estrema è l’unione monetaria, questo ovviamente non è stato possibile.

Il risultato sono i famosi squilibri commerciali interni alla zona euro che adesso si cerca di correggere. Un misto di impotenza politica e di propaganda moralistica, però, impedisce che ciò avvenga. La terminologia usata è importante: chi cresce sulle spalle degli altri, comprimendo la propria domanda e appoggiandosi su quella degli altri, genera un “surplus”, il che ha una connotazione positiva. Ma il mio “surplus” richiede un “deficit” altrui per esistere, soprattutto in un’area valutaria comune in sostanziale pareggio commerciale col resto del mondo.

Da un punto di vista politico, poi, la vera forza dei paesi in “surplus” è di evitare di contribuire al riequilibrio: le nuove regole imposta da Bruxelles sulla sorveglianza macroeconomica prevedono che un deficit commerciale del 4% sul Pil sia un campanello d’allarme, ma nel caso di un surplus non c’è problema se si arriva fino al 6%. Questo era appunto il livello del surplus tedesco secondo le stime per il 2012. I dati reali, invece, ci parlano di un surplus commerciale tedesco del 7%, che in termini assoluti è più alto persino di quello della Cina.

Qual è quindi il deficit corrispondente che finanzia il più grande surplus del mondo? Come detto, dall’inizio dell’unione monetaria la Germania passava gradualmente da una situazione di deficit ad una di surplus, ma visto che la zona euro era in sostanziale pareggio con il resto del mondo, il vero motore che sosteneva questo enorme surplus commerciale diventavano gli altri paesi all’interno dell’area monetaria. I quali, infatti, registravano deficit sempre maggiori. Persino l’Italia, tradizionalmente paese esportatore, dal 2002 va in deficit commerciale.

Da quando le politiche di austerità hanno spento quei motori, l’eurozona ha ripiegato sull’estero: il crollo della domanda interna ha fatto sì che l’unica fonte possibile di crescita diventasse la domanda estera. Da qui la necessità di un surplus commerciale verso il resto del mondo, che si aggira oggi intorno all’1,9% del Pil complessivo dell’eurozona e che secondo il Fmi sarà del 3,3% nei prossimi anni.

Ma cosa vuol dire tutto questo? Semplicemente che a livello globale l’eurozona si appoggia sugli altri, date le sue dimensioni diventa più un peso che un fattore di crescita, esporta prodotti ma anche disoccupazione e drena risorse dalle altre regioni. Non è un caso che il Tesoro americano abbia apertamente accusato la Germania di essere un peso che impedisce la ripresa in Europa e nel mondo intero. Se la zona euro prosegue con la sua politica deflazionista, tenderà ad importare meno, quindi a richiedere meno moneta estera di quanto l’estero domandi euro. Ma siccome il mondo non è un’unione monetaria, i cambi flessibili fanno sì che il valore dell’euro aumenti.

Tutto questo non fa altro che aggravare la situazione dei paesi periferici dell’eurozona. Questi paesi sono stati costretti a politiche deflazioniste per ridurre i salari e diventare più “competitivi”. La mancanza di politiche espansive negli altri paesi dell’eurozona li priva del simmetrico aggiustamento che sarebbe naturale all’interno di un blocco di paesi “amici”, anziché “nemici”. Il valore conseguentemente alto della moneta unica sul mercato internazionale vanifica tutti gli sforzi per essere più competitivi. A cosa serve comprimere di un 15%-20% rispetto all’inizio della crisi i salari reali in Grecia attraverso manovre di lacrime e sangue se poi il valore della moneta greca si apprezza del 20% nei confronti del resto del mondo?

Le speranze sono ben poche, perché è ben poco quello che i singoli governi possono fare, privi di politica monetaria e ormai quasi anche di politica fiscale. Non sembrano quindi esserci segnali che la spirale deflazionistica possa arrestarsi. La Bce cerca di fare il possibile abbassando i tassi allo 0,25%, ma dopo di che c’è solo lo 0%! Siamo in piena trappola della liquidità, una trappola nella quale ci siamo infilati lentamente e per pura decisione politica.

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Commenti

Basta leggere il commento sotto

@ Emilio L
Basterebbe leggere il commento sotto il commento...

Ecco un link

Saverio, ecco un link

http://www.bruegel.org/nc/blog/detail/article/806-chart-of-the-week-intra-euro-rebalancing-has-started/

Sul nome del prof mi sono evidentemnete sbagliato: non era Begani... ma Borioso.

Se hai tempo vieni a fare un giro sul mio blog. Saluti

Bagani

@Emilio L.
Bagani? Chi è costui? Se non so chi è, come posso smettere di scimmiottarlo?
Ha la bontà inoltre di dirci da dove ricava la sua informazione sul fatto che la Germania ha sostituito i c.d. paesi emergenti ai poveri europei meridionali brutti sporchi e lazzaroni come principale mercato di sbocco delle sue merci?

Errata corrige

Il PS nel precedente commento era indirizzato al buon Saverio

Davvero?

“I consumi dei PIGS sono stati il vero motore che ha sostenuto paesi come la Germania …”

“… la Germania passava gradualmente da una situazione di deficit ad una di surplus, ma visto che la zona euro era in sostanziale pareggio con il resto del mondo, il vero motore che sosteneva questo enorme surplus commerciale diventavano gli altri paesi all’interno dell’area monetaria. I quali, infatti, registravano deficit sempre maggiori. Persino l’Italia, tradizionalmente paese esportatore, dal 2002 va in deficit commerciale”

Davvero?

Prima dello scoppio della bolla del debito nel 2008, la zona euro spiegava ca. il 40% della crescita della bilancia commerciale tedesca.

Negli anni successivi, il saldo con la zona euro si è andato annullando per il crollo delle importazioni, ma la Germania ha compensato quasi integralmente aumentando le esportazioni nette verso il resto del mondo.

Il mondo è diventato multipolare … gli Stati Uniti per salvarsi rovesciano i propri squilibri addosso agli altri … l’economia internazionale è come un mare percorso dalle tempeste valutarie … e sembra la Germania abbia costruito in questi decenni un’arca per navigarci sicura …

Un cordiale saluto.
http://marionetteallariscossa.blogspot.it/

PS
@cyrano: ce la fai ad esprimere un pensiero originale senza scimmiottare Bagani ?

germania italia 4-0

Tutto vero , il problema si puo ridurre a questo, in Germania c'è una classe dirigente che avendo accettato a malincuore l'euro ha poi capito che poteva essere un vantaggio , contenendo l'inflazione e quindi producendo bene a prezzi a questo punto competitivi, dall'altra parte abbiamo una classe dirigente che si è baloccata sull'euro è bello e non si è accorta che la stavano fregando, tanto questi pensano solo a fottersi gli italiani , quindi abbiamo perso il treno, ora possiamo anche uscire dall'euro visto che così è un disatro ma comunque ci vorrà una cura da cavallo se vogliamo raddrizzare questo paese, anche se credo che la cosa più probabile è che sprofonderemo a livelli ancora più bassi

Le locomotive d'Europa

Ottimo articolo. Lamentarsii, tuttavia, non serve a niente. Ormai l'euro c'è, e uscirne costerebbe troppo. Meglio rendersi conto che per l'Italia esiste una politica economica che favorisce la crescita e l'occupazione, diversa dalla politica economica dei governi Monti e Letta, e cioè la riduzione del costo del lavoro mediante la riduzione del cuneo fiscale, il che è una cosa diversa dalla riduzione dei salari. La riduzione del cuneo fiscale può essere finanziata aumentando la progressività delle imposte sul reddito, ripristinando l'IMU sulla prima casa, razionalizzando l'imposta sui patrimoni immobilari (favorendo così anche l'offerta di case in affitto), ecc. Questa politica farebbe aumentare le esportazioni e diminuire le importazioni, aumentando il Pil e diminuendo il rapporto debito pubblico/Pil.
Giuseppe Cusin

Ai luogocomunisti

@Cyrano
Guardi, le spiego io il vero motivo del successo dei tedeschi: sono più alti di noi, sono biondi e belli. Come possiamo competere con loro noi che siamo bassi, scuri e bruttini?

Aridaje

Il surplus della Germania è frutto di competitività tecnologica, capacità di programmazione buona efficienza dell'Amministrazione pubblica. Ben poco possono fare gli stati eh? Magari una Giustizia civile e fallimentare che funzioni. Semplificazione burocratica, redistribuzione del carico fiscale in termini di progressività come vuole l'art. 53 della costituzione. Riforma delle forze armate, abolizione delle inutili e napoleoniche Prefetture. Delle Cancellieri di turno per capirci.
S V E G L I A T E V I !

surplus ed austerità

esemplare articolo ...
ma occorre anche riflettere su:
oltre all'euro, che è moneta per tutti che la adottano, cosa ha contentito alla germania di realizzare crescenti surplus strutturali ?
il contenimento dei salari, ok e quindi del clup, ... ma non solo .. ed allora cosa? il denominatore del clup? produttività, ma pure questa non spiega abbastanza che la dinamica tedesca non eccelle cosi' tanto rispetto ad altri. quindi? i prezzi e la dinamica inflazionistica, piu' bassa che nell'eurozona... 3 fattori, ma bastano questi a spiegare l'export crescente?
forse non bastano, ma spiegano una buona parte .... se ci mettiamo anche la qualita' della produzione e dei servizi aggiungiamo un 4 fattore esplicativo

Ma chi è Agenor

Ma Lei, Agenor, chi è? Bagnai sotto mentite spoglie? Ce n'è voluto di tempo, ma alla fine anche a Sbilanciamoci si sono accorti di cosa succede! Meglio tardi che mai, ma ci volevamo proprio gli americani per risvegliarsi dal sonno della ragione?