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Aristotele, lezione di economia

02/01/2013

La BCE scopre Aristotele come padre dell’economia, ma per il filosofo le ricchezze non possono essere accumulate senza fine e l’obiettivo è la “vita buona”

Lo scorso 15 novembre a Budapest, Benoît Cœuré, uno dei membri dell'Executive Board della Banca Centrale Europea, ha iniziato la sua introduzione al convegno su costi ed efficienza nei sistemi di pagamento al dettaglio citando Aristotele, in quanto è stato colui che per primo ha teorizzato le tre funzioni della moneta: riserva di valore, unità di conto e mezzo di scambio. La citazione era funzionale a concettualizzare il mandato e l’opera della BCE nell’attuale situazione di crisi. In un momento come questo, tuttavia, sarebbe stato più utile ricordare cosa scrisse Aristotele sull’economia.

Aristotele è stato il primo a essersi chiesto a che cosa serve l’economia: «Che l’oiconomia, (l’amministrazione della casa e delle proprietà) e la crematistica (l'arte di accumulare ricchezze) non siano identiche è chiaro: infatti all’una spetta procurare i beni, all’altra usarli», scrive il filosofo nel I libro della Politica e più avanti specifica: «Una sola specie di acquisto è una parte naturale dell’economia: quella che si deve praticare per raccogliere i mezzi necessari alla vita e utili alla comunità politica e familiare. Ed è ragionevole affermare che la vera ricchezza consista in questi mezzi. La quantità di simili mezzi per una “vita buona” non è infinita».

Per Aristotele l’obiettivo non può essere una crescita illimitata dei beni materiali – del Pil, diremmo oggi – anzi, l’ossessione per l’accumulo di denaro e ricchezze ci distrae inevitabilmente dalla ricerca di una “vita buona” e ci fa vivere in modo innaturale. E la “vita buona” non è una ricerca individuale, funzione delle preferenze soggettive, che ciascuno può decidere. È un progetto collettivo, che è compito del politico perseguire, per arrivare a un’economia “naturale”, che amministra le ricchezze con lo scopo di garantire la possibilità di realizzare la “vita buona” per i membri della comunità politica.

Per Aristotele è la politica, che avendo come proprio fine ciò che è meglio, «si prende grandissima cura di rendere i cittadini persone di un certo tipo, e buone, e capaci di compiere belle azioni». Del resto anche «l’economia si cura più degli uomini che della proprietà inanimata e delle virtù dei primi più che di quella della proprietà che chiamiamo ricchezza». L’economia, cioè l’amministrazione della casa e della città, dovrebbe occuparsi delle virtù degli uomini (e delle donne), oltre a far tornare i conti delle finanze familiari e delle casse dello Stato.

Aristotele era dunque un teorico anticapitalista ante-litteram del IV secolo a.C.? Ovviamente no, era un insegnante di filosofia molto benestante – il suo allievo più illustre è stato Alessandro il Grande – che possedeva proprietà e schiavi. Il pensiero di una redistribuzione della ricchezza non lo ha mai sfiorato. Ma per lui la ricchezza è solo “l’insieme degli strumenti che hanno a disposizione la famiglia e la città” e per ciò stesso essa deve avere un limite.

Non sono cose da banchieri centrali, queste, specialmente di una Banca centrale come la BCE che nel suo statuto non solo non ha l’obiettivo della “vita” buona” di Aristotele, ma non ha neanche la piena occupazione che si trova nello statuto della Federal Reserve americana. Per la BCE quello che conta è solo la stabilità dei prezzi, in base a quanto stabilito dal trattato di Maastricht, che ha dato vita a più di un rovesciamento. L'Euro è la prima moneta della storia senza Stato, l’amministrazione della moneta è affidata a una banca centrale, la BCE, che è sottratta alla responsabilità della politica: i compiti che Aristotele assegnava alla Politica sono stati cancellati dal dogma liberista dell’indipendenza della banca centrale. Nell’Europa che abbiamo costruito l’economia si sottrare al controllo della politica, la lotta all’inflazione viene prima della disoccupazione, l’accumulazione di ricchezza fine a se stessa distrugge la possibilità di “vita buona”. Lo sanno bene quei 608 mila giovani sotto i 25 anni che in Italia che sono disoccupati e in cerca di lavoro e i quasi 900 mila disoccupati che nel 2012 hanno presentato domanda di disoccupazione.

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Commenti

i filosofi e...le donne

Nella storia dell'umanità gruppi di individui con limitati livelli di coscienza hanno da sempre cercato di opprimere e schiavizzare i loro simili dove lo ritenevano attuabile. Per portare avanti i loro intenti hanno creato tutte le possibili sovrastrutture congegnando e/o manipolando a loro vantaggio dogmi religiosi, teorie scientifiche e politiche con l'unico scopo di dare credibilità ai loro intenti di sottomissione. L'oppressione delle donne nel corso dei secoli rientra in tale piano.
Un numero sconfinato di filosofi, scrittori, psicologi, statisti e religiosi (senza illuminazione e con scarsa saggezza) si è prestato a vari livelli e più o meno consapevolmente a tale gioco diffondendo presso la gente comune semi di razzismo e misoginia nei confronti delle donne al fine di favorirne la schiavizzazione e limitarne il ruolo nella società.

Ad oggi, nonostante la consapevolezza di ciò che è stato perpetrato in passato, risentiamo ancora degli effetti di tali azioni. Per tali motivi, nonostante i tanti progressi raggiunti, le donne di tutto il mondo devono rimanere vigili e continuare a lottare per i propri diritti e per la propria libertà.

Funzioni della BCE

“Funzioni della BCE”

Le funzioni del SEBC e dell’Eurosistema sono definite dal Trattato che istituisce la Comunità europea e specificate dallo Statuto del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) e della Banca centrale europea (BCE). Lo Statuto figura come protocollo allegato al Trattato.
Il Trattato fa riferimento al “SEBC” e non all’“Eurosistema”, essendo stato redatto in base all’assunto che tutti gli Stati membri dell’UE adotteranno l’euro. Fino a tale momento sarà l’Eurosistema a svolgere le funzioni stabilite dal Trattato.
Obiettivi
“L’obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi”.
Inoltre, “fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nella Comunità al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi della Comunità definiti nell’articolo 2” (articolo 105, paragrafo 1, del Trattato che istituisce la Comunità europea).
Gli obiettivi dell’UE (articolo 2 del Trattato sull’Unione europea) sono un elevato livello di occupazione e una crescita sostenibile e non inflazionistica.

Funzioni fondamentali
In base al Trattato che istituisce la Comunità europea (articolo 105, paragrafo 2) le funzioni fondamentali sono:
 definire e attuare la politica monetaria per l’area dell’euro
 svolgere le operazioni sui cambi
 detenere e gestire le riserve ufficiali dei paesi dell’area dell’euro (si veda gestione di portafoglio)
 promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.

Ulteriori funzioni
 Banconote: la BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote all’interno dell’area dell’euro.
 Statistiche: in collaborazione con le BCN, la BCE acquisisce le informazioni statistiche necessarie per lo svolgimento dei propri compiti dalle autorità nazionali competenti, oppure direttamente dagli operatori economici.
 Stabilità finanziaria e vigilanza prudenziale: l’Eurosistema contribuisce alla regolare conduzione delle politiche perseguite dalle autorità competenti in materia di vigilanza prudenziale sulle istituzioni creditizie e di stabilità del sistema finanziario.
 Cooperazione a livello internazionale ed europeo: la BCE intrattiene relazioni operative con istituzioni, organi e consessi in seno all’UE e al di fuori dell’UE, negli ambiti di competenza dell’Eurosistema.
http://www.ecb.int/ecb/orga/tasks/html/index.it.html

2.350 anni più tardi...

@Degan Daniela
Però, va anche considerato che 2.350 anni più tardi non era cambiato molto se gli intellettuali dell’epoca s’interrogavano e litigavano sulle cause dell’“indubbia inferiorità delle donne”.

“La morale sessuale “civile” e il nervosismo moderno *
[…]. In generale, la nostra civiltà è costruita sulla repressione delle pulsioni. Ciascun individuo ha ceduto qualche parte delle sue possessioni – qualche parte del senso di onnipotenza o delle inclinazioni aggressive o vendicative della sua personalità. Da questi contributi è sorto il possesso comune della proprietà materiale e ideale della civiltà. Oltre alle esigenze della vita, sono stati, senza dubbio, i sentimenti familiari derivati dall’erotismo ad avere indotto i singoli individui a fare questa rinuncia. Nel corso dell’evoluzione civile la rinuncia è stata di carattere progressivo. I singoli passi furono sanzionati dalla religione; la parte di soddisfazione pulsionale a cui ogni persona aveva rinunciato veniva offerta come sacrificio alla Divinità, e la proprietà comune così acquistata fu dichiarata “sacra”. L’uomo il quale, in conseguenza della sua costituzione ostinata, non può accettare la repressione della pulsione, diventa un “criminale”, un “fuorilegge”, agli occhi della società – a meno che la sua posizione sociale o le sue eccezionali capacità non gli consentano di imporsi ad essa come un grande uomo, un “eroe”. [cfr. concetto analogo in Delitto e castigo, dove costituisce uno dei “moventi” psicologici del delitto e in Guerra e pace: per entrambi la figura di riferimento è Napoleone.]

La pulsione sessuale (…) mette straordinarie quantità di forze a disposizione dell’attività civile e lo fa in virtù della caratteristica particolarmente marcata che gli permette di sostituire i suoi scopi senza che vi sia materialmente una diminuzione d’intensità. Questa capacità di cambiare il suo scopo originariamente sessuale con un altro, non più sessuale ma in relazione psichica col primo scopo, è detta capacità di sublimazione.
[…]. L’educazione proibisce alle donne di interessarsi intellettualmente di problemi sessuali, benché provino tuttavia un’estrema curiosità per essi, e le intimorisce condannando tale curiosità come non femminile e come segno di disposizione peccaminosa. In questo modo rifuggono da qualsiasi forma di pensiero e il sapere perde ai loro occhi ogni valore. La proibizione di pensare si estende oltre il campo sessuale in parte per una associazione inevitabile e in parte automaticamente, come avviene tra gli uomini per la proibizione di pensare intorno alla religione, o tra i sudditi fedeli per la proibizione di pensare intorno alla lealtà. Non credo che la “deficienza mentale fisiologica” delle donne si possa spiegare con la contrapposizione biologica tra lavoro intellettuale e attività sessuale, come asserisce Moebius in un’opera su cui si è ampiamente disputato. Penso che l’indubbia inferiorità intellettuale di tante donne possa piuttosto farsi risalire all’inibizione di pensare resa necessaria dalla repressione sessuale. […]”.
S. Freud
* Titolo originale: “Die “kulturelle” Sexualmoral und die moderne Nervositat”. Pubblicato la prima volta in Sexual-Probleme, 4, 1908. Traduzione di Cecilia Grassi e Jean Sanders.

“Curiosità sessuali represse e sviluppo intellettuale/1”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2558195.html

nuda vita o vita giusta?

Nell'articolo non si menziona la differenza per Aristotele tra la NUDA VITA (zoè) e VITA GIUSTA (bios), la prima condivisa con gli animali, la seconda attuabile attraverso l'utilizzo della ragione e dei diritti che la comunità viene via via articolando. Forse la donna, dando piacere fisico e figli/e, poteva appartenere solo al primo livello? E Diotima, quella donna saggia alla quale anche Socrate fa riferimento e la incontra e da lei si fa consigliare, era donna o dea? O tutte e due? Potrei continuare all'infinito con gli interrogativi, perchè le fanciulle di ricco reddito venivano educate nelle Scuole 'Superiori' alle arti della musica, della poesia, del canto, dell'intrattenimento.....
Non 'VITA BUONA' dunque, ma VITA GIUSTA: per questo è necessario impostare nuovamente il discorso ed osservare con maggiore obiettività i danni, spero reversibili, di una struttura finanziaria come la BCE che nel suo secondo, o primo addirittura, articolo costitutivo recita la necessità di distruggere ogni incartamento in caso di controllo (se necessario fornirò precise fonti). Andare alle fonti, alle radici del pensiero occidentale non fa mai male, poi l'osservazione si deve espandere ed i cittadini devono essere tenuti in considerazione: gli italiani non hanno votato per scegliere l'Euro o per restare con la Lira...
Ilia Pedrina

Aristotele, lezioni di economia ...domestica

Che quattro citazioni in fila e per lo più sconnesse costituiscano una lezione di economia è tutto da dimostrare. Dovremmo un po' smetterla di rincorrere pensatori di altre discipline per enfatizzare le manchevolezze della scienza economica. Abbiamo già fior di economisti non invischiati nei meandri del pensiero liberista che hanno provveduto con un certo rigore - più che con le risibili argomentazioni di un filosofo lontano anni luce dalla incredibile complessità dei sistemi economici moderni - a fornirci lezioni sicuramente migliori. Basta studiarsi un po' di Rodrik, un po' di Akerlof, un po' di Stiglitz. E che diamine...
E per quanto riguarda il dogma dell'indipendenza liberista della banca centrale ... be'..mi sembra più una questione di intelligenza che di liberismo, vista la stoffa dei politici moderni. Non so lei, ma io preferisco vivere in un mondo in cui a individui come Berlusconi o Brunetta o Tremonti non sia consentito di ordinare di "stampare" moneta....

Aristotele e le donne

ricordiamoci tuttavia di cosa scrisse sulle donne .... da donna a donna .....

La nostra è una società organizzata alla perfezione: ogni tassello costituisce un pezzetto del grande mosaico del nostro destino. Noi filosofi siamo superiori alle piccole vicende umane di oggi, il nostro è un progetto millenario. Per questo non possiamo perdere tempo dietro le tue idee … tu sei qui perché lo vuole il maestro che è diventato troppo buono invecchiando, vorrebbe avere il consenso di tutti … mentre qui si apprende a dirigere tutto il genere umano e ad essere spietato. Tu sei una donna che non si arrende molto facilmente. Sappi allora che per quanto riguarda la condizione del sesso a cui tu appartieni io sono molto più chiaro di Platone: la donna non è inferiore all’uomo per natura perché il solo dire questo avvicina troppo questo essere alla nostra nobiltà …. La donna è uno scarto della natura” Urlò “questo è il frutto dei miei studi .. perché dunque stiamo qui a perdere tempo dietro uno scarto della natura!
(tratto dal Libro Assiotea)