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La finanza impunita

06/03/2015

Crack 2.0/Draghi inonda le banche di liquidità con il “quantitative easing”, sperando che i soldi finiscano nell’economia reale. Nel frattempo, in Svizzera esplode il caso Hsbc e l’Italia prepara la “bad bank”. Tutto va come sempre, aspettando che la bolla finanziaria riesploda

Un eccesso di regolamentazione delle banche sarebbe nocivo e potrebbe ostacolare la crescita. Parola di Douglas Flint, a capo di quella HSBC al centro dello scandalo SwissLeaks per avere aiutato decine di migliaia di facoltosi clienti ad aprire conti cifrati per nascondere i propri soldi in giro per il pianeta. La stessa ad avere ricevuto nel 2012 1,9miliardi di dollari di multa dalle autorità statunitensi per una vicenda legata al riciclaggio dei proventi dei cartelli della droga messicani.

L'elenco potrebbe continuare, così come potrebbero essere molte altre le banche chiamate in causa per scandali, truffe e crimini che vanno dalla manipolazione dei tassi di interesse (Libor ed Euribor) a quella del mercato delle valute o del prezzo dei metalli, a casi di evasione fiscale, riciclaggio, corruzione e chi più ne ha più ne metta.

Alcuni casi al limite – e spesso ben oltre il limite – della legalità, che non devono nascondere i devastanti impatti della speculazione e delle attività a regime di un sistema responsabile dell'esplosione della peggiore crisi degli ultimi decenni e salvato con montagne di soldi pubblici, secondo il noto principio di socializzare le perdite dopo avere privatizzato i profitti. Dopo la bolla dei subprime, ogni vertice internazionale si è chiuso con roboanti dichiarazioni sulla necessità di chiudere una volta per tutte il casinò finanziario. In quasi otto anni poco o nulla è stato fatto. La speculazione è ripartita come e peggio di prima, le lobby rialzano la testa, mentre passa l'idea che la finanza pubblica sia il problema, quella privata la soluzione. Austerità per Stati e cittadini che hanno subito la crisi, liquidità illimitata per chi l'ha provocata.

Se l'impegno messo nell'imporre politiche devastanti ai governi europei fosse stato indirizzato a regolamentare la finanza privata, probabilmente oggi la situazione in Europa sarebbe parecchio diversa. Sappiamo cosa andrebbe fatto e come procedere: una tassa sulle transazioni finanziarie, limiti all'utilizzo dei derivati, un contrasto ai paradisi fiscali e al sistema bancario ombra, dei controlli sui movimenti di capitale e via discorrendo. Il problema non è di natura tecnica ma nella volontà politica di procedere. Se, grazie alle spinte delle reti della società civile, molti di questi temi sono entrati nell'agenda europea, in troppi casi si va avanti, al meglio, con il freno a mano tirato. Solo per citare un esempio: perché in finanza non esiste un principio precauzionale analogo a quello che impedisce di immettere sui mercati un prodotto finché non se ne dimostri la non pericolosità e nocività? Non posso vendere una lavastoviglie se rischia di allagarmi la cucina, ma posso mettere in commercio un derivato in grado di mettere in ginocchio interi Paesi.

Non solo oggi la finanza crea disastri ed esaspera instabilità e diseguaglianze, ma al culmine del paradosso non fa nemmeno ciò che dovrebbe fare. Da un lato una quantità sterminata di denaro è all'esasperata ricerca di profitti. Dall'altro fasce sempre più ampie della popolazione sono escluse dall'accesso al credito. Domanda e offerta di denaro non si incontrano, nel più clamoroso fallimento di mercato dell'era moderna.

Per questo l'introduzione di regole e controlli è necessaria ma non sufficiente. Prima ancora, occorre ricostruire l'immaginario della crisi che si è imposto in questi anni e che di fatto ne ribalta cause e conseguenze. Perché la finanza dovrebbe essere uno strumento al servizio della società, non l'opposto; dovrebbe essere una parte della soluzione, e non come oggi, uno se non il principale problema.

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Banche

Banche? Sarebbe molto semplice: reintrodurre il Glass Steagall AcI (1933) che distingueva fra banche di investimento e banche di speculazione. Tale norma fu poi sciaguratamente tolta nel 1999: dopodichè si sono viste le conseguenze, dalla Lemah Brother in qua

Regolazione dei mercati finanziari: un vaso di Pandora

Ebbi l’ingenuità di sperare in Obama - l'uomo più potente del mondo - per la regolazione dei mercati finanziari (ma poi, in un altro post, ne ho criticato l'inerzia, poiché io mi attengo ai fatti). Fui un po’ più scettico nell’opera salvifica del Financial Stability Board (FSB). Infatti, dopo Draghi, Carney, ma la musica non è cambiata. E questo lo dice la Lagarde, non io.
Questi (i politici) hanno aperto il vaso di Pandora e non sanno più come richiuderlo. O, meglio, non glielo fanno fare.

“Carney del Financial Stability Board ai leader del G20 “I problemi del sistema finanziario sono stati risolti” ”
ONEURO – REDAZIONE - 19 novembre 2014
In una lettera indirizzata ai leader del G20 il governatore della Banca d’Inghilterra e presidente del Financial Stability Board dichiara che l’elaborazione delle misure necessarie per colmare le lacune regolatorie che hanno causato la crisi finanziaria del 2008 è “sostanzialmente concluso”.
[…] La visione di Carney è senz’altro condivisibile. Ma una cosa è dire come dovrebbe essere il sistema finanziario in futuro; un’altra è dire che buona parte dei problemi sono già stati risolti qui e ora, come sembra sottintendere il banchiere. Solo qualche mese fa Christine Lagarde dichiarava: “A sei anni dalla crisi, il comportamento del settore finanziario sotto molti aspetti è rimasto sostanzialmente invariato. Qualche miglioramento c’è stato, ma le banche oggi continuano a privilegiare attività ad alto rischio, e il profitto a breve termine rispetto alla prudenza di lungo termine”. E Martin Wolf, capo economista del Financial Times, ha recentemente pubblicato un libro in cui spiega come “un’altra crisi finanziaria – molto peggiore di quella del 2008 – è pressoché inevitabile”. Secondo Wolf, la colpa è da imputare in parte al fatto che non è stato fatto quasi nulla per riformare il sistema finanziario in seguito alla crisi del 2008, e in parte all’enorme liquidità immessa dalle banche centrali e dai governi – tanto in Europa quanto negli Stati Uniti – proprio per salvare le banche e il sistema finanziario dopo la crisi del 2007-8, che non ha beneficiato quasi per nulla l’economia reale mentre ha spinto al rialzo il valore di azioni e obbligazioni oltre qualsivoglia fondamentale e logica economica.</i>
http://www.eunews.it/2014/11/19/carney-del-financial-stability-board-ai-leader-del-g20-i-problemi-del-sistema-finanziario-sono-stati-risolti/25473

PS:
Scriviamo, faremo…

Comunicato ufficiale G20 Brisbane
Annex
Agreed documents
The following documents agreed by the G20 support our communiqué:
• Financial Reforms: Completing the Job and Looking Ahead, Financial Stability Board Chairman’s Letter to G20 Leaders, November 2014
• Adequacy of loss-absorbing capacity of global systemically important banks in resolution, Financial Stability Board, November, 2014
• Cross-Border Recognition of Resolution Action, Financial Stability Board, September 2014
• Updated G20 Roadmap towards Strengthened Oversight and Regulation of Shadow Banking in 2015, Financial Stability Board, November 2014 Brisbane G20 Leaders’ Summit, 15-16 November 2014 | 5
• Report to the G20 Brisbane Summit on the FSB’s review of the structure of its representation, Financial Stability Board, November 2014
• The FSB proposal for an internationally agreed standard requiring global systemically important banks (G-SIBs) to hold additional loss absorbing capacity in resolution will be subject to public consultation, a rigorous quantitative impact assessment and further refinement before any final measure is agreed by the 2015 Summit. The impact analyses will include consideration of the consequences of this requirement on banks in emerging markets, G-SIBs headquartered in EMEs, and state-owned banks.
http://www.ilpost.it/2014/11/16/cosa-ha-deciso-g20/

PPS: Segnalo:
Lo shadow banking e la regolamentazione italiana
Intervento di Carmelo Barbagallo
Capo del Dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria Banca d’Italia
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/interventi-vari/int-var-2015/Barbagallo-050315.pdf