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Economie di guerra. A proposito di Finmeccanica
Il consiglio di amministrazione di Finmeccanica ha approvato i risultati per il 2009 riconoscendo, rispetto all'esercizio 2008, una crescita dell'utile netto pari al 16 percento; i ricavi crescono del 21 percento, "superiori alle previsioni". L'incremento degli ordini è del 20 percento. Il portafoglio ordini, per un totale di 45.143 milioni di euro, è equivalente "a circa due anni e mezzo di produzione". Il dividendo sarà di 41 centesimi di euro per azione, come nel bilancio dello scorso anno.
Ricordiamo che compongono il gruppo Finmeccanica le aziende: AgustaWestland (elicotteri), SELEX, Galileo Avionica, Elsag Datamat, DRS Tecnologies, Vega Group (elettronica per la Difesa e Sicurezza), Alenia Aeronautica, Alenia Aermacchi (aeronautica), Telespazio, Thales (Spazio), Oto Melara, Wass, MBDA (sistemi di Difesa), Ansaldo Energia (Energia), Ansaldo STS, AnsaldoBreda (Trasporti).
La produzione bellica continua ad essere, anche nel 2009, quella prevalente: come possiamo notare dalla tabella sottostante Finmeccanica dichiara che i settori di Aerospazio e Difesa (dove si concentra la maggiore percentuale di produzione militare rispetto a quella civile) raggiungono l'81 percento degli ordini totali e il rimanente 19 percento è coperto da Ansaldo; attenzione però a questo dato, poiché Ansaldo Energia molto probabilmente riceverà l'appalto per costruire le centrali nucleari italiane.
La tabella è su http://it.peacereporter.net/articolo/22197/I+conti+di+Finmeccanica
La tabella ci dà molti spunti, oltre alla connotazione bellica della holding. Possiamo, ad esempio guardando alle ultime due righe della tabella, considerare la ricchezza prodotta dai vari settori. Al primo posto vi è l'elettronica per la difesa e sicurezza (con il 37 percento dei ricavi e il 41,4 percento d'addetti); qui vi è il sostanziale contributo dato dall'acquisizione, da parte di Finmeccanica, della statunitense DRS Tecnologies con i contratti cospicui per l'ambito militare (visori notturni, sistemi di puntamento e così via) e lo sviluppo e vendita del dispositivo TETRA di controllo elettronico del territorio. Poi vi sono, vicini, il settore degli elicotteri e quello aeronautico con, rispettivamente il 19,1 percento e il 14,6 percento dei ricavi (con, nel primo caso, il 14,2 percento d'occupati e, nel secondo caso, il 18 percento d'occupati). Qui sono da evidenziare le grosse commesse per i 16 elicotteri "Chinook" per l'Esercito italiano e la produzione del cacciabombardiere "Eurofighter" per l'Aeronautica militare italiana (121 velivoli).
Va anche rilevato che i sistemi di difesa (cannoni, torrette per navi, missili, ecc.) costituiscono circa un decimo del portafoglio ordini.
Come si esplica dalla tabella, il made in Italy nel settore bellico non conosce crisi e continua ad essere la punta di diamante dell'economia italiana; fatto di cui non bisogna stupirsi nell'attuale ‘clima' mondiale di guerra permanente (così come la definiscono numerosi analisti politici).