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Alitalia, i sindacati e il senno di poi

14/01/2009

Può capitare che un sindacato o un sindacalista faccia un errore. E' successo, succederà. A volte lo sbaglio ha conseguenze talmente catastrofiche da rendere paradossali, se non letteralmente comiche, le classiche frasi di giustificazione con cui i sindacalisti normalmente cercano di metterci una pezza quando le cose non vanno come speravano. E' il caso della vicenda Alitalia. Non rivanghiamo, non andiamo troppo lontano nel passato, anche se la pessima cogestione sindacale della defunta compagnia pubblica di bandiera dovrebbe fare riflettere i sostenitori della "partecipazione" e del "bilateralismo". Pensiamo all'aprile del 2008, nove mesi fa, quando tutti i sindacati, confederali e autonomi, di sinistra e di destra, del personale di terra, di volo o dei piloti, bocciarono l'offerta di acquisto di Air France-Klm.

Che quell'offerta fosse più conveniente ormai lo si è capito. Che sia stato un pessimo affare per il paese pure. Il contribuente italiano si accolla miliardi di debiti, e il costo della cassa integrazione. I risparmiatori hanno bruciato valanghe di obbligazioni e azioni. Vogliamo parlare degli esuberi? Dei precari buttati sulla strada? Beh: quel "no" è stato uno sbaglio terribile.

Per i sindacati autonomi (Anpac, Up, Avia, Sdl, Cub), per la loro credibilità, e soprattutto per i loro dirigenti la conclusione della vicenda Alitalia è stata letteralmente rovinosa. Il potere delle sigle autonome pare essere stato spazzato via. Il presidente dell'Unione Piloti, i tre segretari dell'Sdl, il vicesegretario dell'Anpac: tutti fuori dall'azienda, sbattuti senza cerimonie in cassa integrazione o in pensione. Cosa pensino ora gli iscritti delle loro organizzazioni, che li hanno guidati nell'abisso, è facile immaginarlo.

E Cgil-Cisl-Uil? Come giudicare la performance dei sindacati cosiddetti "generali", quelli che guarderebbero soprattutto "all'interesse del paese"? Che dire di Raffaele Bonanni, che prima di iniziare la trattativa con Cai dichiarò che "firmava a prescindere", mentre con Prodi e Spinetta non mollava di un millimetro? Che dire di Luigi Angeletti, tanto attento ai minimi segnali provenienti da Lufthansa? Che dire di Guglielmo Epifani, che al tavolo negoziale di aprile con Jean-Cyril Spinetta e l'allora numero uno Alitalia Maurizio Prato, fece presentare una surreale proposta che addirittura accollava altro personale in carico ad Air France?

"Eh, ma allora era la cosa giusta da fare", fanno sapere. Proprio sicuri? Vivissimi complimenti.

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