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Roberto Romano
Ricercatore della Cgil Lombardia. Si occupa di politica industriale, contrattazione, bilancio pubblico
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Se la crescita rimane un auspicio
L’uscita dalla recessione tecnica è, più che altro, l’esito delle politiche monetarie adottate dalla Bce. Al netto di queste misure il concorso alla crescita del governo italiano è sostanzialmente nullo e, per alcuni aspetti, recessivo
La scatola nera della non crescita italiana
Le imprese italiane hanno investito in Italia per consolidare la produzione di beni di consumo, ma creato lavoro buono fuori dal Paese nei beni capitali, perdendo l’occasione per modificare la propria specializzazione produttiva
Senza presente e senza futuro
La Germania è diventata il problema – economico e politico - d’Europa, con una strategia che deve fare paura a tutti.
La vittoria del No: significati e interrogativi
La vittoria del No ha il merito di non azzerare le prospettive di cambiamento. Ma ora quale sarà la reazione delle istituzioni europee e della troika?
Se sono i “malefici 5” a dettare gli scenari
Nel progetto di riforma dell'Ue a cura di Juncker, Tusk, Dijsselbloem, Draghi e Schulz, la futura politica economica dell'Unione rischia di essere peggiore di quella odierna
Occupazione, c’è qualcosa che non torna
I dati dell'Istat segnalano che l’occupazione cresce più del reddito. Significa che la produttività del lavoro, e quindi anche la competitività, sta scendendo pericolosamente
Il Def (2016) che ci aspetta
La cornice del DEF sembra meno dolorosa di quella a cui ci siamo abituati. Ma è solo apparenza. Nel 2015-16 molti nodi verranno al pettine e non ci sarà nessun piano Juncher a salvarci
Sulla produttività l’Italia è ferma agli Novanta
Workers act/Dagli anni novanta tutte le "riforme" del mercato del lavoro sono state legate a una visione neoliberista per cui il lavoro è una merce da scambiare sul mercato
Cara Confindustria, la crescita non si autoavvera
Confindustria e Governo prefigurano uno scenario di crescita. Ma la struttura produttiva italiana non è allineata a quella europea. E la crescita non si auto-avvera perché l’agogniamo
Governo, bilanci di fine anno
Dal Jobs Act alla legge di stabilità 2015, passando per la presidenza italiana del semestre europeo, il bilancio dell’azione di governo dopo 10 mesi è molto magro. In Italia occorrono azioni per una politica redistributiva. A iniziare da un intervento sul sistema fiscale che introduca progressività e da una riqualificazione della spesa pubblica
Illusionisti a Bruxelles
Juncker e la Commissione Europea moltiplicano pane e pesci. Così i ventuno miliardi di euro, le risorse finanziarie che Juncker e la Commissione intendono destinare al nuovo Fondo Europeo per gli Investimenti, diventano 315 mld. Mentre all’Europa servirebbero almeno 800 mld di nuovo capitale, gli investimenti persi nel corso della crisi
L’Europa davanti al bivio
L’Europa attraversa una crisi di identità senza precedenti. Le previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea sono lo specchio fedele del fallimento delle politiche fino ad oggi realizzate. E senza un deciso cambio di rotta il 2015 rischia di divenire un Annus Horribilis
Finanziaria, l’azzardo oltre l’ostacolo
Il punto della politica economica del governo è la sfiducia nel ruolo del pubblico come soggetto istituzionale capace di tenere in tensione la domanda effettiva
Finanziaria, dentro la “scatola nera” del Def
Il governo prende atto del ciclo economico negativo. Quindi sarebbe indispensabile programmare una manovra triennale espansiva per contrastare un quadro tendenziale che prospetta altri anni di stagnazione
Domanda di lavoro e politiche pubbliche
Il lavoro non è un mercato/ Riforme strutturali: riproposizioni della vecchia ricetta secondo cui la riduzione delle rigidità del mercato del lavoro si tradurrebbe in incremento dell'occupazione
Domanda di lavoro e politiche pubbliche
Il lavoro non è un mercato/Riforme strutturali: riproposizioni della vecchia ricetta secondo cui la riduzione delle rigidità del mercato del lavoro si tradurrebbe in incremento dell'occupazione
Economisti, quale futuro dopo la critica?
Criticare il pareggio di bilancio, l’insensatezza della riduzione del debito, della esasperata flessibilità del lavoro, o l’austerità espansiva è un esercizio di buon senso e necessario. Lascia tuttavia un vuoto di progetto e prospettiva che riduce l’economista a mero “critico”, seppur diversamente declinato
I pesci da pigliare
Per descrivere la situazione economica del paese e la capacità interpretativa della compagine governativa, in primis di Renzi, occorre ricorrere ad una vecchia storiella. Un ubriaco, una notte dopo molti bicchieri, perde la chiave di casa, e si mette a cercarla curvo sul suolo. Un passante si ferma e si offre di aiutarlo. Dopo qualche minuto di vana ricerca, il passante chiede: “Ma è proprio sicuro di averla persa qui, sotto il lampione, la sua chiave?”. L’ubriaco risponde: “No, non sono sicuro, ma è qui che c’è la luce!”.
L’insostenibile politica di Renzi e Padoan
Per immaginare una crescita economica l’Italia deve intervenire sul motore della propria macchina senza fermarla, mentre le riforme strutturali si limitano a fare un tagliando alla macchina
La "conoscenza"? Un volano per la ripresa
Lo sviluppo economico e sociale è legato alla capacità di agganciare i grandi cambiamenti di struttura, che sono per lo più cambiamenti legati alla capacità di “generare” conoscenza
Politica industriale, il topolino di Renzi
Quali effetti avranno gli aiuti alle imprese varati da Renzi? Secondo Bankitalia questi incentivi raramente hanno portato a investimenti tecnologici aggiuntivi
Europa 2020 e noi
Come si si ricostruisce l'infrastruttura della piena occupazione? Il Def del governo accoglie solo in parte la sfida delineata dall'Unione Europea con il programma Europa 2020. Perchè mentre l'Europa prefigura il governo dei processi di cambiamento, l'Italia li de-regola lasciandoli al mercato
Il governo e la missione del fisco
Il bonus di 80 euro non favorisce un'equa distribuzione del reddito ma finisce per distribuire il carico fiscale all’interno di una sola categoria
Il Def e le fonti mancanti della crescita
Il Def 2014 spinge al rialzo le stime di crescita per il 2017 e 2018. Anche se, come certificano le tabelle del documento, consumi delle famiglie e spesa pubblica restano al palo
Matteo Renzi, gambler in a rush
Il governo afferma che il vincolo del 3 percento del deficit su Pil è “anacronistico”, ma dall’altro lato non potrà sfuggire facilmente a tale vincolo
Renzi, problema di politica economica
Il nodo che il paese deve affrontare è quello della piena occupazione nel senso di una adeguata politica economica e industriale. E Renzi, sul tema, non ha formulato nessuna proposta
Ue, un'area economica senza governo
Mentre i vincoli di finanza pubblica, indebitamento e debito pubblico, sono stringenti, gli impegni per la crescita e lo sviluppo restano per lo più delle (buone) raccomandazioni
Il capitale e lo Stato nella grande recessione
Cosa si cela dietro l’esaurimento del paradigma reaganiano - thacheriano, avvenuto con la crisi del 2007? Una recensione del libro di Paolo Leon, " Il capitalismo e lo Stato"
Fiat e le politiche fallimentari
Mentre nel Belpaese la politica si dibatteva nel sostegno o meno a Marchionne, in altri paesi la ristrutturazione del settore dell'auto è stata affrontata tramite la politica industriale
Il governo che manca all'Unione europea
L’Ue esercita un potere regolativo forte quando promuove vincoli al mercato, ma rimane un soggetto economico debole quando deve esercitare le politiche pubbliche macroeconomiche
Una Spending review a favore del sociale
Si potrebbe legare la Spending review ai vincoli sociali, privilegiando cioè quel che permette di aumentare il reddito e migliora la sua distribuzione
Finanziaria, una manovra inutile
La legge di stabilità approvata dal governo è inutile perché non sceglie né la distribuzione del reddito, né lo sviluppo, né il governo della spesa pubblica
La green economy e la scoperta del vapore
Per contrastare la caduta negli investimenti, in Europa la green economy deve affrontare una sfida equivalente a quella della prima industrializzazione con la scoperta del vapore
Lombardia, un piano di corto respiro
Tutte le ombre del Piano regionale di sviluppo proposto dal neogovernatore Roberto Maroni per la Lombardia. Un piano che costringe ai margini dell'Europa l'economia lombarda
Depressione, e non recessione
I dati Eurostat mostrano che parlare di recessione è ormai un eufemismo a buon mercato. Nel periodo 2008-2012 l'Italia ha strutturalmente imboccato la strada della depressione
Parliamo di tasse, uscendo dagli slogan
Un basso livello di tassazione non significa maggior benessere per i cittadini. Al contrario, la qualità della vita delle persone è strettamente legata al peso delle entrate fiscali sul Pil
Def, l’austera ricetta del governo prorogato
Il governo Monti ha presentato il Documento di Economia e Finanza: le politiche non cambiano, le previsioni sui conti pubblici sono poco credibili, la recessione viene sottovalutata
La struttura che manca all’economia italiana
La rotta d'Italia. La via d’uscita dalla crisi proposta da Sbilanciamoci deve fare i conti con la debolezza della struttura produttiva italiana: è necessario investire nei settori emergenti
Lombardia, tutti i numeri della crisi
Caduta della domanda, crollo degli investimenti e dell'occupazione. In Lombardia la crisi segue quella nazionale, mette a rischio la base produttiva, richiede politiche industriali e nuove specializzazioni
Green economy e lavoro
La green economy può essere un'opportunità per creare nuovi posti di lavoro e favorire la ricerca. Per ora, in Italia ci si limita ad aumentare la domanda, scordando il lavoro
Tutto qui il sapere dei tecnici?
Il documento del governo sulla riforma del lavoro lascia irrisolte le questioni principali: flessibilità e precariato, livello salariale, produttività delle imprese, mancanza di una politica industriale
Se la Germania persegue i suoi interessi
Dietro la rigidità tedesca sull'equilibrio di bilancio, c'è l'obiettivo di consolidare l'oligopolio della propria industria
Glossario della manovra Monti
Immobili, sanità, scudo fiscale, pensioni, banche, liberalizzazioni, farmaci, Irap e tasse sul lusso: un'analisi dettagliata degli effetti della manovra Monti
La manovra del ragionier Monti
La manovra Monti favorisce solo le imprese, indebolisce la crescita, colpisce i lavoratori e il sistema-paese e annuncia un nuova balletto dello spread
Green economy, nuovo paradigma tecnologico
L’innovazione ambientale come motore di una crescita sostenibile per l’Europa, con più lavoro, meno emissioni di carbonio, uso accurato delle risorse, riduzione dei costi di beni e servizi, e tecnologie sostenibili e responsabili
La manovra-mostro, voce per voce
Infine, siamo arrivati a una stangata da 55 miliardi. Una manovra vendicativa e recessiva, che rischia di non bastare. Una mappa per orientarsi, e i documenti del governo
Se la politica si riprendesse la moneta
Bassa crescita, alto debito e ricche occasioni di speculazione. La miscela esplosiva della crisi europea potrebbe essere evitata da una politica economica comune, partendo da una moneta che torni a servire la politica. La discussione di Sbilanciamoci.info e il manifesto sulla rotta d’Europa
Tagli e tasse della manovra post-datata
Tutte le voci di una manovra correttiva confusa, che aumenta la pressione fiscale e colpisce le spese sociali. E rischia anche di essere inefficace
Investimenti, i veri motivi della grande fuga
Nel 2010 sono risaliti gli investimenti esteri diretti nel mondo, ma non da noi. Alcune cifre che confutano molti luoghi comuni sulle ragioni del declino degli Ide in Italia e Lombardia
Lombardia, struttura produttiva immobile
Mentre negli altri paesi aumentano i lavori con più contenuto tecnologico, in Italia e in Lombardia, la struttura produttiva è sempre uguale a se stessa.
Crisi di sovrapproduzione e come uscirne
Per l’economia mondo l’Italia ha un eccesso di prodotti e processi maturi. La deindustrializzazione si può evitare con una politica pubblica a sostegno di merci e servizi carichi d’innovazione
Il documento delle vacche magre
La manovra economica correttiva 2013-14 dovrebbe essere pari a poco più di 30 mld di euro, ma tra misure pregresse e misure ancora da delineare si arriva a oltre 60 mld
La Lombardia che si allontana dall'Europa
I dati sugli anni della crisi: la regione rinuncia al cambiamento tecnologico. La produzione industriale ritorna ai livelli del 2005, l’occupazione è di 7 punti percentuali più bassa
L'Europa incapace di badare a se stessa
Il nuovo patto per l'euro indebolisce le ragioni politiche dell'Europa. Le ultime decisioni non bastano a ridare fiato e potere al ruolo pubblico
Non è il lavoro la zavorra della Fiat
E' vero, la Fiat non è competitiva. Ma per colpa dei costi fissi, non di quelli variabili. Tocca all'Europa inventare una politica industriale per superare la crisi dell'auto
Le generazioni dei diritti
Alcune riflessioni sull'evoluzione del diritto tra democrazia, lavoro e consumo. L'attacco ai diritti conquistati, la sfida di quelli da conquistare
La foto dell'Italia nel trend dei brevetti
I brevetti sono lo specchio della capacità del sistema economico nei settori più dinamici: alta tecnologia, ambiente, energia. Ecco come siamo messi
Produttività, i numeri al margine
Politiche industriali e innovazione: l'Italia ai margini per colpa della specializzazione. Una lettura dei dati sulla produttività dell'Istat e di quelli dell'Ocse
Se il debito privato entra nei parametri europei
Già si pensa a un'exit strategy per far rientrare il debito nelle gabbie di Maastricht. Ma cosa succederebbe se misurassimo tutti i debiti, pubblici e privati?
Se le società di capitale producono povertà
Quasi il 40% di Spa e Srl dichiara un valore netto della produzione negativo. Numeri di un capitale molto povero. Che fa debiti per pagare i dividendi
Shopping all'estero per le tecnologie verdi
Una vera politica ambientale chiede lo sviluppo delle tecnologie dell'energia rinnovabile. Ma l'Italia lo ha delegato all'estero. Così la bilancia energetica resta in rosso
Debito, quando la realtà è peggiore di un incubo
Esplode il debito pubblico, senza che si spenda un euro contro la crisi. L'aumento della spesa non è andato né allo stato sociale né alla politica industriale
Sgravi alle imprese, il bluff dell'estate
Tremonti si affida agli sgravi per gli utili reinvestiti: una manovra discutibile, poco utile e di minima entità, rispetto agli interventi delle altre economie del mondo
L'Europa non aspetta la Lombardia
Investimenti più alti, crescita più bassa. L'analisi degli indicatori fondamentali mostra i ritardi della nostra regione più sviluppata. E ci aiuta a capirne il perché
Ma quanto siamo (poco) europei
Le domande di brevetto europee evidenziate dalla Relazione annuale della Banca d’Italia mostra l’ennesimo ritardo del sapere dell’industria italiana
All'Europa non basta rattoppare il mercato
Cosa dovrebbe fare una politica economica europea di sinistra? Non limitarsi alla redistribuzione, ma recuperare l'azione pubblica. Cominciando con un bilancio autonomo di entrate e spese
Lo stato sociale privato-pubblico
Chi parla di privatizzazione dello stato sociale sbaglia. Il progetto del Libro bianco di Sacconi pubblicizza il privato. Rimuovendo il welfare state, ma anche Einaudi
Lo sforzo dell'innovazione per uscire dal tunnel
Modificare la distribuzione o la produzione? Per uscire dalla crisi, meglio guardare a tutti i suoi aspetti, a partire dal deficit italiano in innovazione e tecnologia
Industria italiana: nuovi numeri, vecchi problemi
L'Istat ha rivisto i dati degli anni pre-crisi: la produzione dell'industria era un po’ più alta di quel che sapevamo. Ma la distanza dalla media europea rimane intatta
Un contratto uguale per tutti?
La proposta Boeri-Garibaldi guarda solo alla domanda: va bene per il mercato del lavoro così com'è, rinuncia alla prospettiva di miglior lavoro e politica industriale
Quando investimento non significa sviluppo
Non sempre gli investimenti sono un indicatore positivo. Bisogna vedere dove vanno le risorse e qual è la specializzazione produttiva che ne risulta
Gli aiuti all'industria non sono la politica industriale
Con la crisi torna la voglia di pubblico. Ma una politica industriale europea deve essere connessa con la politica della conoscenza e orientare la domanda
Gli aiuti all'industria non sono politica industriale
Con la crisi torna la voglia di pubblico. Ma una politica industriale europea non può esistere se non si connette alla politica della conoscenza orientando la domanda e la produzione future
Crisi, l'Europa ha qualche idea in più
Le proposte della Commissione Ue per uscire dalla crisi: dentro il patto di stabilità, si punta sulla domanda pubblica nell'economia della conoscenza
Il federalismo e lo scambio fiscale
Dalla capacità reddituale degli individui a quella del territorio: cosa si rompe con la bozza Calderoli nell'articolazione di poteri e solidarietà