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"De-scrivere la crisi", un convegno a Venezia
Un viaggio nell'immaginario della crisi d'Europa. Un dialogo tra sociologi, economisti, letterati e teorici delle arti visive. Un convegno a Venezia il 30 e 31 gennaio 2014
“Solo una prospettiva parziale consente una visione oggettiva”, scriveva Donna Haraway (1991). Ogni narrazione, infatti, è un “taglio del caos”, una selezione della complessità esistente sulla cui base creare nuovi significati e nuovi posizionamenti. È questa la premessa concettuale dalla quale prende le mosse il convegno “De-Scrivere la crisi. Narrazioni dell'Europa presente”, in programma all'Università Ca' Foscari di Venezia giovedì 30 e venerdì 31 gennaio 2014 (potete leggere info e programma qui).
Nato dal desiderio di discutere la complessità del presente da angolature molteplici, il convegno apre un dialogo tra scienziati sociali, economisti, letterati, teorici del linguaggio e delle arti visive sul tema della crisi economica in Europa. In particolare, esso mira a discutere le variegate relazioni tra la crisi e l'immaginario, o gli immaginari, ponendo al centro dell'analisi le narrazioni della crisi in diversi ambiti geografici e discorsivi: dalla narrativa alle arti visive, dal discorso pubblico al discorso economico, dall'Europa mediterranea ai paesi del Nord.
Si tratta di una strada che può essere percorsa in direzioni diverse e che apre alla possibilità di un autentico gioco di specchi, a partire da una riflessione quanto mai necessaria sulle parole usate per riferirsi alla crisi: la parola "austerità", su tutte, sembra proporre per il continente una condotta basata sulla produttività e la rinuncia, il lavoro e l'auto-mortificazione, le stesse condotte che un tempo descrivevano la vita monastica. Quali sono le implicazioni di questo concetto? Chi sono i soggetti del discorso pubblico? Quali sono i significati, le immagini e le condotte che il discorso pubblico vuole produrre? Quali sono, infine, le contro-narrazioni che nascono negli interstizi ed eccedono i significati legittimi?
L'immaginario della scienza economica neoliberale, dominante nell'accademia degli ultimi trent'anni, sarà al centro delle riflessioni degli economisti Ernst Hollander, docente all'Università svedese di Gävle, che proporrà un intervento sulla crisi del modello nordico, e Mario Pianta, docente a Urbino e cofondatore della campagna Sbilanciamoci!, che ripercorrerà la strada "dalla bolla alla depressione" attraverso le letture dell'andamento dell'economia globale offerte, negli ultimi venti anni, dalla letteratura economica e dalla narrativa. Alle implicazioni politiche del discorso neoliberale nelle istituzioni di governo faranno riferimento gli interventi di due storici: Giovanni Bernardini e Giuliano Garavini. Il primo, dell'Istituto Italo-Germanico di Trento, porrà al centro dell'attenzione la narrazione della crisi offerta dalla coalizione tra Cdu e Spd al governo in Germania, tra richiami all'immaginario delle favole (Paesi "formica" contro Paesi "cicala") e riferimenti al linguaggio religioso (il debito come colpa). Il secondo, storico dell'integrazione europea all'Università di Padova, si concentrerà sulla rappresentazione delle origini e degli sviluppi della crisi offerta dalle istituzioni europee (in primis la Commissione), ponendo tali rappresentazioni in relazione con i disegni alternativi oggi in campo per il futuro dell'Unione europea.
Vari interventi insisteranno sulle conseguenze culturali della crisi in diversi contesti geografici. José Luís Peixoto, romanziere e drammaturgo portoghese tradotto anche in Italia, discuterà l'impatto che le politiche di “austerità” hanno avuto sulla cultura del Portogallo attraverso una rassegna di diverse aree della produzione culturale del Paese. Jón Karl Helgason, critico letterario e docente all'università dell'Islanda, analizzerà invece la descrizione dell'esplosione della crisi finanziaria da parte di romanzieri, drammaturghi e poeti in quello che è stato uno dei primi Paesi a vivere il fallimento delle principali banche nazionali e a rifiutare le misure di austerità imposte dai creditori internazionali. La cultura spagnola, tra letteratura, politiche neoliberali e il movimento degli indignados nelle piazze, sarà invece l'oggetto dell'intervento della critica letteraria cafoscarina Stefania Imperiale. Concluderà la rassegna dei casi nazionali il filologo Filippomaria Pontani, docente a Ca' Foscari e da anni attento osservatore della realtà della Grecia, forse oggi il luogo paradigmatico dello scontro tra immaginari divergenti sul futuro dell'intero continente: la “tecnocrazia” del governo di Atene, fondata su un concetto di produttività sempre più svincolato dalla capacità di garantire la riproduzione sociale, le proteste spasmodiche e inquiete degli studenti e dei movimenti anarchici, gli slogan violenti del movimento di estrema destra “Alba Dorata”, e il linguaggio determinato, impaziente e talvolta naïf del partito di sinistra Syriza.
A monte del discorso sulla crisi nelle sue manifestazioni recenti, vi è però una domanda più generale, alla quale il convegno presterà attenzione nel panel conclusivo, relativa all'immagine con la quale l'Europa ha voluto spesso rappresentarsi nel corso dei decenni: quella di un continente “buono”, caratterizzato da un elevato livello di protezione sociale, di coesione economica e di solidarietà tra gli Stati membri. Questa immagine dorata del passato su cui spesso si basa la richiesta di imposte e sacrifici, nella speranza che ritorni ad illuminare il futuro, oscura e dimentica, tuttavia, che la capacità europea di conciliare competitività e welfare è stata anche il prodotto di una storia coloniale violenta, che oggi vediamo riprodursi sul corpo dei migranti e sul corpo delle donne. Mentre l'Europa guarda avanti, dunque, noi vorremmo ricominciare a pensare il futuro proprio da qui, a partire da quei corpi su cui ancora si regge la riproduzione sociale. In questo senso saranno centrali gli interventi di Alessandra Gribaldo, docente all'università di Modena e Reggio Emilia, che analizzerà l'Europa recente e attuale attraverso il corpo delle donne, e Miguel Mellino, docente all'università “L'Orientale” di Napoli, che offrirà una lettura del continente europeo attraverso i prismi della razza e delle migrazioni.
*** Massimiliano Bampi, Duccio Basosi, Vanessa Castagna, Francesca Coin
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