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Newsletter n.358 - 19 settembre 2014

Il lavoro non è un mercato

Le politiche di austerità e di precarietà espansiva hanno improntato la politica economica europea attuata quasi in contemporanea nei vari paesi. L'esito è stato che i debiti sono aumentati, la crescita del reddito si è azzerata e quella dell'occupazione è divenuta negativa
di pini01pini02Paolo Pini

Articolo 18, un valore per tutti

Il lavoro non è un mercato/ L'articolo 18 della legge 300/1970 è stato considerato per molti anni come il simbolo della giustizia sociale, in fabbrica e fuori. «Il capo guadagna 10 o 100 volte più di me, può fare gli orari e le vacanze che vuole, assumere chi gli sta a cuore, però una volta che io sono lì, al lavoro, non può mandarmi via. Il posto di lavoro è anche mio. C'è un giudice (a Berlino) che, nel caso, me lo darà indietro».
di Guglielmo Ragozzino

Domanda di lavoro e politiche pubbliche

Il lavoro non è un mercato/ Riforme strutturali: riproposizioni della vecchia ricetta secondo cui la riduzione delle rigidità del mercato del lavoro si tradurrebbe in incremento dell'occupazione
di Stefano LucarelliRoberto Romano

«Ci vogliono le riforme» I ritornelli «sempreverdi»

Il lavoro non è un mercato/Il mercato del lavoro è il settore più «riformato» che ci sia, uguagliato forse solo dalla previdenza. Eppure siamo qui a parlarne tutti i giorni, come se si trattasse di qualcosa rimasto immutato da un secolo
di Carlo Clericetti

Riforme e supermarket contrattuali

Il lavoro non è un mercato/La ricetta della progressiva crescita della flessibilità in entrata non ha prodotto altro che più precarietà e più incertezza sulle condizioni lavorative
di ANTONIOLI-PINI01ANTONIOLI-PINI02ANTONIOLI-PINI03Paolo PiniDavide Antonioli

Il Jobs Act dei mini jobs «alla tedesca»

Il lavoro non è un mercato/Il contratto a «tutele crescenti» significa che per i primi tre anni il licenziamento sarà libero in quanto non si applicherà la tutela contro il licenziamento illegittimo, prevista dall'art. 18
di Natalia Paci

Cambiamento dei salari nominali

Il lavoro non è un mercato/ Il mantenimento di uno stabile livello generale dei salari monetari è, tutto sommato, la politica più consigliabile per un sistema chiuso; mentre la stessa conclusione varrà per un sistema aperto, purché l'equilibrio con il resto del mondo possa essere assicurato mediante fluttuazione dei cambi.
di John Maynard Keynes

Europa, una minaccia credibile per cambiare rotta

Regole fiscali, austerity, pareggio di bilancio in Costituzione. E, dopo l’Ecofin di Milano, arriva un diretto controllo europeo sull’attuazione delle riforme su giustizia, mercato del lavoro e burocrazia. Un continuo rialzo della posta a cui non corrisponde alcuna proposta politica di rilancio e integrazione dell'Europa
di Sergio Bruno

La dittatura dello spread


di th_1dd1d6fe940b0becc9a0299f6069644e_somma_copAlessandro Somma

Addio a Gian Vaccarino. Economia, utopia e sax

Lutto al manifesto. Addio Gian Vaccarino. Economista brillante, allievo di Claudio Napoleoni, professore all'università di Torino, sassofonista, fondatore della rivista L'Indice e presidente dell'Istituto Gramsci di Torino
di il manifesto

Stiglitz a Roma. La crisi dell'Euro: cause e rimedi

Roma, 23 settembre, ore 16.00-18.00, Sala Mappamondo della Camera dei Deputati. Relazione di Joseph Stiglitz, Columbia University, New York, Premio Nobel per l’economia su La crisi dell'Euro: cause e rimedi
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Si può cambiare l’Europa? Movimenti, parlamenti, politica

Roma, Venerdì 26 settembre, ore 19.00-21.00, Sbilanciamoci! in collaborazione con EuroMemo Group organizza un Tavola rotonda: Si può cambiare l’Europa? Movimenti, parlamenti, politica. Casa Internazionale delle Donne, Via della Lungara 19 Roma
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